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Marrazzo: spunta il video con un altro trans

Quando i Cc Carlo Tagliente e Luciano Simeone entrarono in nell'appartamento di via Gradoli e trovarono Marrazzo furono 'in grave imbarazzo'. Anche perche',annuncia il Cc Tagliente Marrazzo era seminudo 'per cui non sapemmo veramente cosa fare'. Questa la versione di Tagliente.'Lui ci prego' con gli occhi lucidi di non fare nulla. Quindi ci disse che avrebbe potuto aiutarci nell'Arma'. Tagliente specifica che un confidente aveva parlato di un video che ritrae Marrazzo con un trans biondo.


tratto da dagospia.com

Rinaldo Frignani e Flavio Haver per il Corriere della Sera

Roma, 25 ottobre 2009 - «Ero la 'fidanzata' di Marrazzo. Ma non sono io nel video». Natalie, la trans che incontrava il presidente della Regione, è stata interrogata dal Ros. E sarà indagato per ricettazione Massimiliano Scarfone (il fotografo che immortalò il portavoce dell'allora presidente del Consiglio Romano Prodi mentre parlava in strada con un trans) per il video offerto ad alcuni periodici in cui l'ex conduttore di «Mi manda Rai Tre» appare in compagnia di un viado.



Sono gli ultimi sviluppi dell'indagine contro i quattro carabinieri per l'estorsione ai danni del governatore: il gip Sante Spinaci ieri ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere per Nicola Testini, Luciano Simeone, Carlo Tagliente e Antonio Tamburrino.



Durante gli interrogatori i militari dell'Arma hanno negato di aver estorto denaro a Marrazzo, almeno a sentire i loro difensori Marina Lo Faro e Mario Griffo. «Siamo stati vittime e pedine della stessa macchinazione ai danni del presidente della Regione per delegittimarlo. Una macchinazione ordita da chi è molto più in alto di noi» hanno detto, più o meno con le stesse parole, Testini, Simeone e Tagliente.



Hanno elencato «gli encomi ricevuti in una carriera specchiata» e parlato delle loro operazioni antidroga, sostenendo di essere «invisi e odiati» da transessuali e tossici della zona Nord di Roma, dove si trova l'appartamento di via Gradoli in cui il governatore è stato ripreso in compagnia del viado.



I carabinieri hanno detto di non aver danneggiato le auto della figlia e della ex moglie di Marrazzo, ammettendo invece di aver cercato di vendere il video. Griffo e la Lo Faro ricorreranno al Riesame. Anche ieri il Ros ha eseguito numerose perquisizioni. Nel video ci sarebbe un fermo imma¬gine con la targa dell'auto blu di Marrazzo: il presidente della Regione sarebbe andato più volte in via Gradoli con la macchina di servizio facendosi lasciare però dalla scorta (sempre dei carabinieri) ad alcune centinaia di metri, per poi proseguire a piedi verso l'appunta¬mento.



Gli investigatori hanno interrogato anche Brenda, un altro trans con cui Marrazzo si sarebbe incontrato: «Non conosco Marrazzo», ha detto ai giornalisti. Smentita però dal suo fidanzato: «No, lo conosce bene. Ma Brenda non c'entra niente col video: è stata messa in mezzo dalle altre perché era l'unica che non rubava e per questo veniva ricompensata da Marrazzo, che pagava di più».
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ROMA (30 ottobre) - È stato Carlo Tagliente, uno degli uomini arrestati per “l’affaire Marrazzo” a dire ai magistrati: «Ho io il video dell’ex presidente della Regione Lazio, sono tredici minuti di riprese, l’ho masterizzato. Ve lo consegno». Lo ha dichiarato durante l’interrogatorio di garanzia, ribadendo che il filmato era arrivato a loro da Gianguarino Cafasso, uno spacciatore legato al mondo dei trans, morto a settembre scorso. I pm ne sono entrati in possesso, si vede l’incontro dell’ex governatore con Natalie nell’appartamento di via Gradoli. Sembra ormai quasi tutto chiaro nella vicenda che sta facendo tremare i palazzi della politica, anche se continuano a circolare nomi, chiacchiere velenose, per ora senza riscontro. Perché nelle 220 pagine di atti depositati al Tribunale del riesame e consegnati ai difensori, è ricostruita tutta la trattativa che è seguita alla messa “in circolazione” di una parte della ripresa.

I chiarimenti sui passaggi del video arrivano dagli interrogatori di Carmen Masi, titolare dell’agenzia che l’ha proposto a varie testate giornalistiche, e di Max Scarfone, il fotografo che ha avuto i rapporti con i militari sotto accusa. «Fu Tamburrini a contattarmi - dice il paparazzo ai pm - Mi portò a un appuntamento con uno dei suoi amici. Al portone c’era un altro di loro che voleva perquisirmi. Appena entrato nell’appartamento ho notato che c’erano sul tavolo circa 15 mila euro in mazzette, composte da banconote da 500 euro. Chiesi a Tagliente perché il filmato era frammentario e si sentiva male. Mi disse che erano circa 12 minuti di riprese ma l’aveva dovuto spezzettare perché c’erano voci e volti che non voleva si vedessero». Scarfone parla poi di un quinto carabiniere coinvolto nella vicenda, lo stesso dal quale lo avrebbero condotto. L’uomo è già noto alla giustizia perché sotto processo per violenza sessuale su minore.

È però Carmen Masi a spiegare quante persone entrino in campo per l’acquisto del video. La prima trattativa è con “Oggi”, ma naufraga, poi il 5 ottobre arriva “Chi” e il direttore Alfonso Signorini indirizza Carmen da Belpietro, direttore di Libero, che ammetterà sul suo stesso giornale di aver visto il video ma di non averlo comprato. La Masi dice che altre persone importanti avrebbero, poi, visionato il cd, forse anche lo stesso premier, il quale ha subìto puntualizzato di non volerlo fare circolare. Tant’è che è lui stesso a chiamare Marrazzo per avvertirlo. A questo punto la trattativa si sposta su Il Giornale. «Avevamo chiuso l’accordo per 55 mila euro», racconta la proprietaria dell’agenzia. Entra in campo anche Panorama. Ma è ancora Max Scarfone a chiarire che «non si fa più niente perché Antonio (Tamburrino) mi contatta per dirmi che non potevamo più trattare la vendita in quanto il trans che l’aveva dato era morto». In realtà - spiegano nell’interrogatorio i quattro indagati: «Ci eravamo accorti di essere seguiti dai carabinieri del Ros».

Negli atti figurano pure le dichiarazioni di Piero Marrazzo. «Una mattina di luglio - ammette - mi sono recato in via Gradoli per avere un rapporto con Natalie. Mi ha accompagnato l’autista, ma mi sono fatto lasciare a circa 200 metri e ho proseguito a piedi. Quando ho visto quegli uomini ho avuto paura di essere arrestato e ho anche temuto per la mia incolumità». L’ex governatore verrà riascoltato dalla procura probabilmente tra una decina di giorni.
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si dice che Riccardo Schicchi, noto pornomanager , voglia proporre a Marazzo una serial a luci rosse da girare per conto di sky ma per ora questo è solo unn rumor come quello che da' per certa l' esistenza di un intera collana di video di genere pornografico avente come interpreti i piu' noti politici sia maschili che femminili.

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