🌿 𝐈𝐅𝐈𝐆𝐄𝐍𝐈𝐀, 𝐈𝐋 𝐒𝐀𝐂𝐑𝐈𝐅𝐈𝐂𝐈𝐎 𝐃𝐈 𝐔𝐍𝐀 𝐅𝐀𝐍𝐂𝐈𝐔𝐋𝐋𝐀.
Tra le figure della mitologia greca, Ifigenia è tra quelle che più hanno influenzato l'arte, la letteratura e la musica. Tantissime sono infatti le tragedie, le opere liriche e i dipinti che nei secoli hanno tratto ispirazione da questa bellissima vergine, primogenita di Agamennone e di Clitennestra, sovrani di Micene. Eschilo nella tragedia "Agamennone" narra la versione più antica e crudele del mito. La flotta greca non poteva salpare per Ilio. Era bloccata nel porto di Aulide in Beozia perché i venti erano contrari. L'indovino Calcante intimò ad Agamennone di sacrificare la sua figlia più bella ad Artemide. Solo in questo modo, la flotta avrebbe preso il mare. Il re non comprese perché il volere della Dea fosse così efferato. Calcante gli ricordò di quando anni fa, colpendo una cerva con una freccia da lunga distanza, egli avesse esclamato che neppure Artemide sarebbe riuscita nell'impresa. La grave offesa andava scontata. Agamennone acconsentì con dolore al sacrificio.
Ulisse condusse Ifigenia in Aulide col pretesto del concordato matrimonio con Achille. Ma giunta nel porto e vestita da sposa, la fanciulla fu uccisa dallo stesso padre. L'ira della divinità fu placata e la flotta salpò. È il trionfo del potere assoluto del Dio che chiede all'uomo l'assurdo sacrificio di un figlio per favorire il bene della comunità. Euripide nei drammi "Ifigenia in Aulide" e "Ifigenia in Tauride" stravolge invece il finale. Proprio nel momento in cui Agamennone affondò il coltello nel cuore di Ifigenia, Artemide la sostituì con una cerbiatta, portandola in salvo.
La ragazza si risvegliò in Tauride alla corte del re Toante che la rese sacerdotessa della Dea della caccia. In questa versione del mito, la divinità punisce ma perdona pur sottraendo comunque la fanciulla ai propri cari. Ma in tutto ciò, la povera Ifigenia come affronta la morte, una volta compresa la situazione? Non spende lacrime e non si dispera. Dice di essere felice di sacrificare la propria vita per il bene della Grecia e per l'onore della sua famiglia. L'epicureo Lucrezio, definito a posteriori un visionario delirante, ateo psicotico in preda alle forze del male, affronta la figura di Ifigenia nel poema "Sulla natura". E bolla tutto il mito come una delle tante storie di crudeltà, perpetrate dall'uomo in nome di una cieca e superstiziosa religione ("Tantum religio potuit suadere malorum"), bieco e scellerato strumento politico e non fede serena e rassicurante. Chiamatelo pazzo.
▪ Il dipinto "Il sacrificio di Ifigenia" è di Alexandre-Denis Abel de Pujol (1785-1861).
▪ "I Miti Greci" di Robert Graves, Longanesi (2018).
▪ "Olympos" di Giorgio Ieranò, Sonzogno (2018).
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https://it.wikipedia.org/wiki/Ifigenia_(mitologia)
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Il sacrificio di Ifigenia (El sacrificio de Ifigenia) è una tragedia di José de Cañizares.
Nella regione dell'Aulide in Grecia l'esercito acheo, capitanato da Agamennone e Menelao si arresta. Infatti dovrebbe partire per Troia, dove il pusillanime Paride ha portato la bella Elena, sposa di Menelao, re di Sparta. Infatti il mare è misteriosamente divenuto burrascoso e la partenza delle navi è impossibile. Dato che non si sa come fare, Agamennone chiede all'indovino Calcante di rivelargli il responso degli Dei. La dea Diana (Artemide) infuriata con il re Agamennone per un'offesa recatale giorni prima durante una caccia, visto che il figlio di Atreo si era vantato di essere il più grande cacciatore della Terra e perfino dell'Olimpo. Menelao, fratello di Agamennone, lo ingiuria, visto che adesso la partenza è impossibilitata da ciò e che così la sua sposa sarà irraggiungibile a Troia. Agamennone replica a sua modo agli insulti, finché i due fratelli non incominciano a insultarsi riguardo alle loro posizioni politiche e ai loro domini della Grecia. Clitennestra, moglie di Agamennone, prova a sedare la rissa, ma è inutile. Interviene sulla scena sempre l'indovino Calcante che ha in mente una nuova profezia: a causa dell'ira della dea Diana, la quiete del mare dovrà essere pagata con un terribile sacrificio: quello della ragazza Ifigenia, la figlia minore di Agamennone dopo Elettra e Oreste. Clitennestra sviene dalla paura, mentre Agamennone riprende a litigare con Menelao, il quale gli suggerisce di non continuare le risse ma piuttosto di affrontare il problema chiamando i fidati Ulisse e Diomede, amici inseparabili. Costoro andranno a prelevare Ifigenia (ancora ignara di tutto) dal suo palazzo, con la scusa che deve partire per l'isola di Ftia dove l'attende il valoroso Achille, pronto a sposarla. Ifigenia tutta contenta si fa guidare da Diomede e Ulisse fino alla piazza della città, dove l'attende un sacerdote, pronto a compiere il sacrificio. Quando Ifigenia si accorge dell'amara realtà, cerca di svincolarsi, ma poi tremante si fa condurre all'altare, pronta a favorire il volere degli Dei. Agamennone non osa guardare e nemmeno Clitennestra, che lo maledice sottovoce e medita già la vendetta dopo il ritorno del re da Troia (che avverrà dopo ben dieci anni). Dopo la morte della ragazza, sulla scena sopraggiunge Achille, il quale è stato avvertito dell'inganno mosso contro Ifigenia. Egli è irato per essere stato citato in quella situazione familiare e per di più poi si mette a insultare con violenza Agamennone, che ha osato uccidere sua figlia solo per andare a Troia per il potere. Agamennone lo maledice (ma la vera lite tra i due avverrà sulle spiagge di Troia) e poi si mette a discutere di nuovo furiosamente con Menelao. Achille esprime il suo dissenso e il suo odio fondato per la politica e per i politici e si allontana verso la sua nave. La lite tra i due continua finché tutti i greci non decidono finalmente di partire affranti per la perdita di Ifigenia per l'Oriente a Troia.·
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_sacrificio_di_Ifigenia_(dramma)
https://www.iltimoniere.it/ottobre-2018/vittima-degli-dei-il-sacrificio-di-ifigenia/
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