------------------------------------------- ARTE -----------------------------
rubrica tesa a diffondere le immagini con qualche informazione dei piu' importanti quadri a livello mondiale onde aiutare chi ne è in cerca a scegliere quello che piu' piace e se è possibile comprarselo
a cura di a.s.s.m.
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il quadro scelto 'sto post è : LA LATTAIA DI JAN VERMEER
- è un dipinto ad olio su tela di cm 45,4 x 40,6 realizzato da Vermeer nel 1659 circa
il quadro è conservato al Rijksmuseum di Amsterdam.
http://it.wikipedia.org/wiki/Lattaia
brevissimi accenni sul' artista
nome: Jan Vermeer
stato : defunto da quel dì
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brevi cenni sull' artista
Jan Vermeer (Delft 1632-1675) Pittore olandese. Dopo un periodo iniziale, si accostò al gusto fiammingo e all'arte di Rembrandt, creando opere rigorosamente coerenti in cui rappresentò soprattutto interni e la cui caratteristica principale è la ricostruzione di forme, proporzioni e luce. Opere principali Veduta di Delft (1658-1660, L'Aia, Mauritshuis), Lattaia (1658-1660, Amsterdam, Rijksmuseum), Testa di ragazza con turbante (1660-1665, L'Aia, Mauritshuis) e Merlettaia (1665 ca, Parigi, Louvre). Tra le altre opere Ragazza assopita , La pescatrice di perle , Fanciulla col turbante e Allegoria della fede .
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un po meno brevi accenni sull' artista:
Il pittore olandese Jan Vermeer (1632-75) è un artista di grande fascino la cui scoperta e rivalutazione è però decisamente recente: solo dalla fine dell’Ottocento è stato compreso appieno il suo valore artistico. Precendentemente si guardava a Vermeer più con curiosità che con interesse: ciò per il fatto che si riteneva che i suoi quadri nascessero grazie all’uso della «camera ottica». Con tale termine si intendeva una scatola chiusa sui sei lati, dove in uno dei lati veniva collocata in un foro una lente convessa, mentre sul lato opposto la scatola presentava un foglio traslucido (simile alla carta che si usa per usi alimentari): su tale foglio si veniva a formare l’immagine capovolta di quanto entrava nell’angolo visivo della lente convessa.
È questo lo stesso principio che usano anche le moderne macchine fotografiche, con la notevole differenza che all’epoca ancora non erano conosciuti materiali fotosensibili (quali il bromuro d’argento) che permettessero di fissare l’immagine su un supporto cartaceo. Pertanto essa poteva solo consentire un esperimento di come si formava l’immagine, ma non la registrazione della stessa. La camera ottica, benché non abbiamo testimonianze dirette, nella sua semplicità di ideazione e costruzione era probabilmente nota sin dai tempi antichi. Da notare, infatti, che tale apparecchio funziona anche senza lenti: basta un forellino non più grande di uno spillo per far formare un’immagine di non grande qualità e nitore. Nel campo dell’arte l’uso di tale apparecchio, soprattutto nel XVII secolo, era stato usato più per scopi didattici e scientifici che artistici.
Vermeer, invece, ha probabilmente usato la camera ottica in maniera molto puntuale per definire le immagini che poi riproduceva sulla tela. Da qui l’atteggiamento più di curiosità che di comprensione artistica riservato alle sue opere, che dovevano apparire ai contemporanei non il frutto di «arte», inteso come creazione che nasce soprattutto da una visione interiore, ma il frutto di una descrizione fredda e imparziale della realtà: alla stessa stregua che un geografo descrive la realtà senza entrare nei valori emozionali e simbolici della stessa. Oggi, tuttavia, il valore dell’arte di Vermeer ci appare come una delle vette più alte della creatività artistica, e non solo del Seicento olandese.
Figlio di un locandiere, nonché saltuario antiquario e mercante d’arte, Jan Vermeer eredita dal padre tali attività che proseguirà fino alla sua scomparsa, sempre nella città di Delft. Questa sua vita, spesso segnata da non favorevoli condizioni economiche e scarsa di eventi di rilievo, hanno limitato la diffusione della sua attività artistica, che si è concentrata in un numero non elevato di opere. Circa quaranta sono le opere a lui attribuite, di cui solo sedici risultano autografe. Uno dei motivi di questa non estesa produzione è da attribuire alla grande meticolosità che metteva nell’eseguire i suoi quadri, che richiedevano quindi un tempo non breve per essere ultimati. Grande omogeneità vi è inoltre nei suoi soggetti. Tranne un paio di vedute esterne («Veduta di Delft» e «Stradetta»), tutte le sue opere si concentrano in ambienti chiusi. Spesso a essere rappresentate sono figure singole o gruppi di due o tre figure nell’atto di svolgere una qualsiasi attività di natura quotidiana: leggere, versare latte, studiare, eseguire un lavoro, impartire una lezione e cose del genere. In queste scene d’interni, rappresentate sempre con grande meticolosità, le composizioni sono attentamente studiate: ogni elemento compone un puzzle di grande equilibrio e tenuta complessiva. È come se regnasse un ordine sovrano frutto di una naturale predisposizione delle cose, non ottenuta per scelta artificiale. La luce ha sempre una provenienza precisa: in genere una finestra collocata sul lato sinistro fa entrare la luce che anima la scena. È proprio la luce uno degli ingredienti più preziosi dei quadri di Vermeer: è come se avesse una sua palpabile consistenza che tocca le cose e le rende vive.
In ciò vi è tutta la tradizione della pittura fiamminga e olandese a partire dal XV secolo in poi, ma in Vermeer la ricerca di una perfezione naturalistica raggiunge limiti non più superabili: oltre vi è solo la fotografia ottenuta con mezzi meccanici. Per questo la sua pittura dovette apparire poco affascinante al tempo: era come entrare in una strada senza più vie d’uscite.
Oggi, invece, l’arte di Vermeer, non solo rimane come l’immagine più vera e profonda di un tempo storico, ma nella sua apparente semplicità e obiettività è la rappresentazione cristallizzata di un «fare» inteso come religiosa attitudine dell’essere umano in rapporto al senso della vita.
http://www.spiritoribelle.com/public/forum/index.php?topic=1921.0;wap2
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link utili
http://ilbloforumkamomilla.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10112741
http://it.wikipedia.org/wiki/Jan_Vermeer
http://www.olanda.cc/jan-vermeer.html
http://www.settemuse.it/pittori_scultori_europei/jan_vermeer.htm
http://www.essentialvermeer.com/ ( in Inglese )
http://www.cultorweb.com/ottica/VermeerGallery.html
http://fds.forumfree.it/?t=51093778
http://isolafelice.forumcommunity.net/?t=43898631
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etc etc
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il quadro scelto 'sto post è : LA LATTAIA DI JAN VERMEER
- è un dipinto ad olio su tela di cm 45,4 x 40,6 realizzato da Vermeer nel 1659 circa
il quadro è conservato al Rijksmuseum di Amsterdam.
http://it.wikipedia.org/wiki/Lattaia
brevissimi accenni sul' artista
nome: Jan Vermeer
stato : defunto da quel dì
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brevi cenni sull' artista
Jan Vermeer (Delft 1632-1675) Pittore olandese. Dopo un periodo iniziale, si accostò al gusto fiammingo e all'arte di Rembrandt, creando opere rigorosamente coerenti in cui rappresentò soprattutto interni e la cui caratteristica principale è la ricostruzione di forme, proporzioni e luce. Opere principali Veduta di Delft (1658-1660, L'Aia, Mauritshuis), Lattaia (1658-1660, Amsterdam, Rijksmuseum), Testa di ragazza con turbante (1660-1665, L'Aia, Mauritshuis) e Merlettaia (1665 ca, Parigi, Louvre). Tra le altre opere Ragazza assopita , La pescatrice di perle , Fanciulla col turbante e Allegoria della fede .
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un po meno brevi accenni sull' artista:
Il pittore olandese Jan Vermeer (1632-75) è un artista di grande fascino la cui scoperta e rivalutazione è però decisamente recente: solo dalla fine dell’Ottocento è stato compreso appieno il suo valore artistico. Precendentemente si guardava a Vermeer più con curiosità che con interesse: ciò per il fatto che si riteneva che i suoi quadri nascessero grazie all’uso della «camera ottica». Con tale termine si intendeva una scatola chiusa sui sei lati, dove in uno dei lati veniva collocata in un foro una lente convessa, mentre sul lato opposto la scatola presentava un foglio traslucido (simile alla carta che si usa per usi alimentari): su tale foglio si veniva a formare l’immagine capovolta di quanto entrava nell’angolo visivo della lente convessa.
È questo lo stesso principio che usano anche le moderne macchine fotografiche, con la notevole differenza che all’epoca ancora non erano conosciuti materiali fotosensibili (quali il bromuro d’argento) che permettessero di fissare l’immagine su un supporto cartaceo. Pertanto essa poteva solo consentire un esperimento di come si formava l’immagine, ma non la registrazione della stessa. La camera ottica, benché non abbiamo testimonianze dirette, nella sua semplicità di ideazione e costruzione era probabilmente nota sin dai tempi antichi. Da notare, infatti, che tale apparecchio funziona anche senza lenti: basta un forellino non più grande di uno spillo per far formare un’immagine di non grande qualità e nitore. Nel campo dell’arte l’uso di tale apparecchio, soprattutto nel XVII secolo, era stato usato più per scopi didattici e scientifici che artistici.
Vermeer, invece, ha probabilmente usato la camera ottica in maniera molto puntuale per definire le immagini che poi riproduceva sulla tela. Da qui l’atteggiamento più di curiosità che di comprensione artistica riservato alle sue opere, che dovevano apparire ai contemporanei non il frutto di «arte», inteso come creazione che nasce soprattutto da una visione interiore, ma il frutto di una descrizione fredda e imparziale della realtà: alla stessa stregua che un geografo descrive la realtà senza entrare nei valori emozionali e simbolici della stessa. Oggi, tuttavia, il valore dell’arte di Vermeer ci appare come una delle vette più alte della creatività artistica, e non solo del Seicento olandese.
Figlio di un locandiere, nonché saltuario antiquario e mercante d’arte, Jan Vermeer eredita dal padre tali attività che proseguirà fino alla sua scomparsa, sempre nella città di Delft. Questa sua vita, spesso segnata da non favorevoli condizioni economiche e scarsa di eventi di rilievo, hanno limitato la diffusione della sua attività artistica, che si è concentrata in un numero non elevato di opere. Circa quaranta sono le opere a lui attribuite, di cui solo sedici risultano autografe. Uno dei motivi di questa non estesa produzione è da attribuire alla grande meticolosità che metteva nell’eseguire i suoi quadri, che richiedevano quindi un tempo non breve per essere ultimati. Grande omogeneità vi è inoltre nei suoi soggetti. Tranne un paio di vedute esterne («Veduta di Delft» e «Stradetta»), tutte le sue opere si concentrano in ambienti chiusi. Spesso a essere rappresentate sono figure singole o gruppi di due o tre figure nell’atto di svolgere una qualsiasi attività di natura quotidiana: leggere, versare latte, studiare, eseguire un lavoro, impartire una lezione e cose del genere. In queste scene d’interni, rappresentate sempre con grande meticolosità, le composizioni sono attentamente studiate: ogni elemento compone un puzzle di grande equilibrio e tenuta complessiva. È come se regnasse un ordine sovrano frutto di una naturale predisposizione delle cose, non ottenuta per scelta artificiale. La luce ha sempre una provenienza precisa: in genere una finestra collocata sul lato sinistro fa entrare la luce che anima la scena. È proprio la luce uno degli ingredienti più preziosi dei quadri di Vermeer: è come se avesse una sua palpabile consistenza che tocca le cose e le rende vive.
In ciò vi è tutta la tradizione della pittura fiamminga e olandese a partire dal XV secolo in poi, ma in Vermeer la ricerca di una perfezione naturalistica raggiunge limiti non più superabili: oltre vi è solo la fotografia ottenuta con mezzi meccanici. Per questo la sua pittura dovette apparire poco affascinante al tempo: era come entrare in una strada senza più vie d’uscite.
Oggi, invece, l’arte di Vermeer, non solo rimane come l’immagine più vera e profonda di un tempo storico, ma nella sua apparente semplicità e obiettività è la rappresentazione cristallizzata di un «fare» inteso come religiosa attitudine dell’essere umano in rapporto al senso della vita.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Jan_Vermeer
http://www.olanda.cc/jan-vermeer.html
http://www.settemuse.it/pittori_scultori_europei/jan_vermeer.htm
http://www.essentialvermeer.com/ ( in Inglese )
http://www.cultorweb.com/ottica/VermeerGallery.html
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annotazioni varie
per chi fosse interessato ad acquistare i quadri di volta in volta presi di mira , sempre naturalmente che cio' sia possibile , consigliamo di rivolgersi direttamente al proprietario o in seconda analisi di comprarsi il museo che li possiede e comunque di darsi da fare che senno l' ha bell'è che comprati e magari lo compra un' altro piu' sveglio e veloce
per chi non puo', per il momento o per sempre, permettersi la spesa , visto anche la crisi attuale. esistono varie possibilita'.
1 ) puo sempre comprarne una stampa o copia eseguita coi metodi che piu aggradono.
2 ) se poi si vuole proprio risparmiare se ne puo' fare una copia da solo sempre che ci riesca , anche se non fosse uguale uguale basta accontentarsi.
3 ) puo rubarla sotto solo la sua responsabilita' , ( io non l'ho detto, lo sconsiglio e sono contrario ) in questo caso l' autore del ipotizzato furto è informato che potra' essere , causa conseguenza del suo gesto, arrestato ( e a ragione ) per essere incarcerato giusto il tempo deciso attuando le regole delle leggi vigenti nel paese in cui l' arresto sia effetivamente stato attuato dal giudice di turno , onde per cui poscia ....
4 ) attenzione!!! questa possibilita' è stata oscurata in quanto era contraria alle leggi vigenti in materia di liberta individuale , anonimato etc , cozzava inoltre almeno contro altre 27 leggi Italiane di ogni genere tra cui il divieto di creazione di gruppi terroristici e/o atti alla distruzione di cose e persone, leggi astrofisiche della quantica e/o della relativita' in quanto tale, leggi della fisica basica e/o ipotizzata . teorie astrofisiche e un tot di concetti teorici riguardanti vari aspetti dello sciibile umano .
n.b. per chi voglia sapere il contenuto della quarta possibilita ne esiste una versione non censurata da qualche parte del WEb
5 ) arrangiatevi un po da soli!
6 ) puo richiedere un mutuo multisecolare che ricadra' per i secoli a venire sulla propria vita e su quella dei propri discendenti sempre questi accettino l ' eredita'/fardello
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-------------------------------------------------- ULTIMO E NON ULTIMO ------------------------------------
rubrica dell' intenditore, mercante d' arte e venditore di fumo ANGIO' di Pallesecche
resoconto:
n.b. ( stavolta pur essendo un breve riassunto del tutto è un po più lunghino del solito .... )
andiamo a trovare dopo tanto tempo l' amico ANgiò di PAllevizze che ci accoglie dopo appena tre ore di urli schiacciamento di campanelli e clacsonate varie con un " o merde ma un ci avete altri posti d'andà a rompì i coglioni ? , è? . maremma impestata ora vengo giù e se un ci avete più d una ragione buona per disturbà vi trito con l' arlecchino sì!!( * ) che pò voglio vedè se ritornate "
passano circa 20 minuti da queste parole che l' Angiò apre il portone e compare in tutta la sua baldanza, noialtri per non sapè ne leggere , ne scrivere intanto ci siamo portati a distanza di sicurezza a circa 3 kilometri, accampandoci appena aldilà del fitto bosco che circonda la di Angiò dimora, abbiamo messo il quadro in bellavista attaccata al cancello d'entrata con abbinato un cellulare che sarebbe dovuto servì a contatta l' Angiò una volta fuori, a nulla però è servito il farlo, Angiò difatti presolo lo dava al Pippetta, l' amato suo cagnolino, che in un attimo lo riduceva in briciole per poi sotterrarlo sotto 2 ciotte da lui stesso testé fatte.
siamo li scrutando il tutto col binocolo chiedendoci come procedere quando Angio ci tira con la catapulta kili su kili di concime e terriccio misto a rimasugli di carne proveniente da bestie infette alziamo, mettendola bene in vista, un enorme bandiera bianca , ma non facciamo in tempo a stenderla per bene tutta che già l' Angiò ce la colpisce con uno dei suoi proiettili di pece pirica , in un attimo siamo circondati da terra, concime andato a male e scarti vari e attorniati da un fuoco alto un par di metri ..... stiamo cercando una via di fuga quando ecco che arriva l'Angiò col carro armato, ci punta col cannone, fa uno scossone dopo di che dall' abitacolo esce in viva persona l' ANgio che con la mano e il dito indice in particolare ci invita a montar su ......
.... si monta ed in un battibaleno siamo in villa, " allora che volevate !" ci fa l' Angio alche noi " nulla!, e si passava di qui e ci si chiedeva se ti sarebbe gradito darci un parere su quel quadro che t'abbiam messo sul cancello che dici o ce n'hai voglia ? " " voglia punta, però ormai che ci siete e che volete faccia ?, ve la fò!..... òh" però. basta che la recuperiate in tempo dal camino che è li che l'ho messa. ...... e l'avevo scambiata per una raccomandata e io alle raccomandate è gli dò ma foco subito aha hapito ? ...... . e correte se la volete recuperà e correte parecchio che sennò e un ne ritrovate gneanche la cenere " questa è la risposta che l'Angiò ci dà
?????????!!!!!!!! ............................ ?????? !!!!!!!! ..................
balziamo in piedi in men che non si dica e in attimo siamo al camino ma niente più v'è , a dire il vero e guardando meglio non v'è proprio traccia di nulla ne cenere vecchia ne nuova pare anzi che lo stesso cammino non sia usato da anni se non decenni
se non era questo dev'essere un' altro cammino , o dove sarà ? , è questo che ci stiamo domandando quando dal dietro un colpo fortissimo ci fa saltà per aria è l'Angiò che ridendo ci deride a voce alta cantilenando a presa di culo la seguente frase " o fessi ! e siete proprio dei fessi di nulla, e un'è mia questo il camino e siete fortunati che non è neanche uno degli altri che sòno in villa, e il quadro e l' ho messo in salone , e l'è bell'è che attaccato al muro sopra quell'altro quadraccio di quel Da Vinci che un mi garbava punto "
" meno male " pensiamo mentre tiriamo un sospiro di sollievo che semmai fosse stato davvero come s'era temuto eravam si ma che belle rovinati
così tutti in fila seguiamo l'Angio che pensieroso s' incammina verso il salone, ma ha appena fatto i primi dù passi con noi tutti di dietro che con una mossa inaspettata si rigira su se stesso quindi rivolgendosi verso di noi a muso duro e con occhi spiritati ci fa " o belli e io dietro il mi culo e un ci vò nulla ! " e pista con un salto è in fondo fila da cui ripiglia il discorso dicendo " andate andate che la sala l'è lì davanti a pochi passi e semmai non scoreggiate che senno chiamo a " COSO " ( ** ) e poi voglio vedè cosa gli raccontate"
con in testa ancora 'ste parole giungiamo nella grande sala ovale . sui muri c'e un casino tale da non capì dove finiscono i quadri e dove iniziano i mobili o le suppellettili varie , tutt'attorno al muro perimetrale partendo dal pavimento fin poco sotto alcune mobilia libri su libri di antica foggia, quand'anche antichissima, aiutano antichi gambi a sorreggere i soprastanti mobili di legno pregiato pieni ricolmi di ogni ben di DIO, malgrado le nostre ricerche non intravediamo il dipinto da noi portato tanto meno quello che dovrebbe esserci dietro che poi a detta dell'ANgio medesimo tratterebbesi di un quadro del Da Vinci Leonardo a lui non gradito.
alla fine è Angiò che ce lo indica. è infilato in una finta feritoia riportata ad hoc che copre un quadro enorme di cui intravediamo solo alcune piccole parti, dal poco che sì intravede il dipinto Leonardesco pareva essere o somigliare parecchio a " la battaglia di Anghiari " il celebre dipinto murale che Da Vinci fece a Palazzo Vecchio in quel di Firenze, dipinto rimasto incompiuto e pare andato perso o distrutto negli anni causa eventi storici descritti in altro luogo. ( il quadro oggi rivive solo nelle riproduzioni o legende ).
incuriositi chiediamo al' Angiò se ci poteva dire qualcosa di più e se addirittura poteva farcelo vedere per intero , non l' avessimo mai fatto l' Angio attacca a urlà come un venditore di cocombole l'Estate " e lo sapevo che eravate venuti fin qui per rompè le palle , e ti pareva che un volevano nulla ? , brutti zozzi , sfruttatori, ma di tutto quel che c'e' proprio quel' affare là vorreste vedé? e tanto mi c'è voluto poco a trasferirlo muro e tutto da dov'era a qui , e un l' ho mai potuto vede seppur non ho mai avuto la voglia di distruggerlo figurarsi se mò sposto tutta la caterba di rumenta che lo copre per farvelo vedé, o cocchi se volete prendete il vostro quadro e fatemelo vedè che vi ci diho qualcò su senennò aria , ARIA ! ARIA !! FORA DAI BALL CAPITO ?"
più che le parole fu il doppio fucile a 16 canne mozze che Angiò agitava per aria che ci fece rispondere in coro " e certo che lo facciamo e anche subito, ma chi se ne frega di stò quadraccio marcio che c'è di dietro, ma chi lo vuol vedere ?, ma chi l' ha mai voluto vedere neanche per sbaglio ? , noi di sicuro no , figurarsi te!.... non ce ne puo fregare di meno. ma quando mai ? ..." BOOOOOOOMMM!!!!! .... !!!!!!!
un improvviso scoppio assordante ci fece tacere all' istante sennò avremmo continuato di questo passo per chissà quanto tempo ancora , ... Angiò aveva sparato un colpo in aria così, tanto per spaventà i probabili curiosi che a volte, ci racconta, s'avvicinano al luogo; scoprimmo così che quell'arma che aveva in mano sparava anche mini missili terra aria usati in guerra dai servizi segreti e mai ufficialmente esistiti
è con quei rapidi cambiamenti d'umore che ci mettemmo tutt' attorno al grande tavolo ovale che troneggiava al centro della grande sala, uno di noialtri mise il quadro in una specie di soprammobile che pareva fatto apposta per contenere proprio quel quadro lì, dopo di che accendemmo il faretto lì nei pressi che, a guardarlo, qualsiasi persona al mondo avrebbe pensato " accendiamo 'sto bel faretto, lo dovrebbe illuminare per bene in tutta la sua interezza" ; meno male che subito dopo saltò l' automatico dato che a momenti quello che noi credevamo un innocuo faretto qualsiasi cuoceva letteralmente il quadro , nel brevissimo tempo si esposizione alla potentissima fonte di luce e calore il quadro aveva iniziato a fumicchiare ma niente di più e meno male... " ma voi un siete mia normali ! " commentava ad alta voce l' Angiò che subito dopo aggiungeva " e quello è una speciale lampada al laser che mi son fatto dare dal pentagono che abbinata ad un girarrosto cuoce in maniera stupenda e in tempi brevi qualsiasi tipo di carne, non l' avete letto il cartello a scomparsa che gli è vicino ? " " certo che se al posto che a scomparsa era più che ben visibile sarebbe meglio. molto,molto meglio !" rispondemmo in coro .
Angiò ci guardò in silenzio, pensieroso non lasciava trasparire alcun' emozione, sembrava in trance ma non lo era perché dal retro sparava loffe in quantità esorbitante o almeno noi si pensava così e magari per lui era una dose normale, fatto stà che all 'improviso dando una manata al tavolo che scricchiolo pesantemente l' Angiò disse " e mi sà che avete ragione, quasi quasi lo metto come avete detto anzi mò me l' appunto che poi faccio ma mettere ai servi che sennò che ce l' ho a fare ?"
dopo tutto ciò finalmente tornammo al motivo della nostra venuta alla di Angiò magione , gli chiedemmo se poteva dirci qualcò su questo quadro e anche subito che se non l' avessimo riportato al suo posto a breve sicuramente avremmo passato i nostri bei guai
ci guardo uno per uno dopo di chè annui, diede una rapida occhiata al quadro , una seconda , poi chiuse gli occhi per una quindicina di minuti , quando li riapri finalmente ci profilò le sue sensazioni eccole:
.. " oh!, a me a guardà sto quadro m'è venuta ma sete , sete e anco fame altroche chiacchere, ve parrò strano ma a l'è proprio così,
m'è venuta voglia di caffè latte ma di quello come una volta, bollito la sera , leggermente scremato e servito appena un po più che tiepido assieme a del pane fresco magari leggermente tostato anzi o che ore sono ?...oh! è l' oretta giusta mò me lo fò fare quindi per voi è giunta l' ora di sortir dai marroni e tornarvene alle vostre tristi vite di tutti giorni , e siccome son generoso conterò fino a 10 prima di farvi scacciare da zio TOM (***).....10. 09,08,07,06, 05 ......... "
il resto dei numeri non li abbiam sentiti perche s'era già a un par di kilometri di distanza, sentimmo però provenire, dalla di Angiò dimora, un urlo raccapricciante che pareva avvicinarsi ..... accellerammo così la corsa come di più non si poteva ritrovandoci in tempi da record nei pressi del Rijksmuseum di Amsterdam in tempo per riconsegnare il quadro prima che qualcuno si accorgesse della sua scomparsa, in tempo per andare anche noi a far colazione ma nella tranquillità della nostra casa da cui, dopo esserci cibati, saremo andati in cerca di nuovi quadri da proporre.
(*) l' Arlecchino è una macchina agricola in origine creata per raccogliere e macinare il grano ma modificata poi da Angiò in modo tale possa triturare qualsiasi cosa ivi compreso materiali quali il tungsteno etc
(**) a " COSO" è una creatura mitologica che Angio dice abiti nelle stanze segrete della sua magione e di cui si può solo che aver timore , dotata di forza enorme e rara, bruta ignoranza, sembra vada in giro sempre con un' altra creatura mai nominata la cui origine e provenienza è ignota e la cui potenza è paragonabile a quella di un DIO pagano
a solo titolo informativo si aggiunge che quando Angiò chiama a " COSO " subito dopo averlo fatto corre a tutta birra nel rifugio antiatomico dove si rinchiude per fuoriuscirne solo dopo aver udito un suono di tromba d' EUSTACHIO pluririsonante per tutti i paraggi ( il perchè non si sa anche se qualcuno afferma che a tale suono è collegato il rientro di a " COSO " et company nelle loro stanze di competenza )
(***) zio Tom è un incrocio mal risucito tra un licantropo e un minotauro di solito mansueto se aizzato dall Angio diventa quanto mai feroce e parte in quarta alla ricerca di prede con cui " divertirsi "
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ATTENZIONE !!!!! ATTENZIONE !!!!! ATTENZIONE !!!!! ATTENZIONE !!!!! ATTENZIONE !!!!!
la canzone che sentite proviene dal player sotto se volete interromperla cliccate il tasto stop sul player stesso sennò aspettate che venga eseguita un unica volta dopo di che si stoppera da sè ( questo ogni volta che viene aperta l' intera pagina web dove questo post si trova oppure questo singolo post stesso medesimo )
METALLICA - ORION
per chi fosse interessato ad acquistare i quadri di volta in volta presi di mira , sempre naturalmente che cio' sia possibile , consigliamo di rivolgersi direttamente al proprietario o in seconda analisi di comprarsi il museo che li possiede e comunque di darsi da fare che senno l' ha bell'è che comprati e magari lo compra un' altro piu' sveglio e veloce
per chi non puo', per il momento o per sempre, permettersi la spesa , visto anche la crisi attuale. esistono varie possibilita'.
1 ) puo sempre comprarne una stampa o copia eseguita coi metodi che piu aggradono.
2 ) se poi si vuole proprio risparmiare se ne puo' fare una copia da solo sempre che ci riesca , anche se non fosse uguale uguale basta accontentarsi.
3 ) puo rubarla sotto solo la sua responsabilita' , ( io non l'ho detto, lo sconsiglio e sono contrario ) in questo caso l' autore del ipotizzato furto è informato che potra' essere , causa conseguenza del suo gesto, arrestato ( e a ragione ) per essere incarcerato giusto il tempo deciso attuando le regole delle leggi vigenti nel paese in cui l' arresto sia effetivamente stato attuato dal giudice di turno , onde per cui poscia ....
4 ) attenzione!!! questa possibilita' è stata oscurata in quanto era contraria alle leggi vigenti in materia di liberta individuale , anonimato etc , cozzava inoltre almeno contro altre 27 leggi Italiane di ogni genere tra cui il divieto di creazione di gruppi terroristici e/o atti alla distruzione di cose e persone, leggi astrofisiche della quantica e/o della relativita' in quanto tale, leggi della fisica basica e/o ipotizzata . teorie astrofisiche e un tot di concetti teorici riguardanti vari aspetti dello sciibile umano .
n.b. per chi voglia sapere il contenuto della quarta possibilita ne esiste una versione non censurata da qualche parte del WEb
5 ) arrangiatevi un po da soli!
6 ) puo richiedere un mutuo multisecolare che ricadra' per i secoli a venire sulla propria vita e su quella dei propri discendenti sempre questi accettino l ' eredita'/fardello
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rubrica dell' intenditore, mercante d' arte e venditore di fumo ANGIO' di Pallesecche
resoconto:
n.b. ( stavolta pur essendo un breve riassunto del tutto è un po più lunghino del solito .... )
andiamo a trovare dopo tanto tempo l' amico ANgiò di PAllevizze che ci accoglie dopo appena tre ore di urli schiacciamento di campanelli e clacsonate varie con un " o merde ma un ci avete altri posti d'andà a rompì i coglioni ? , è? . maremma impestata ora vengo giù e se un ci avete più d una ragione buona per disturbà vi trito con l' arlecchino sì!!( * ) che pò voglio vedè se ritornate "
passano circa 20 minuti da queste parole che l' Angiò apre il portone e compare in tutta la sua baldanza, noialtri per non sapè ne leggere , ne scrivere intanto ci siamo portati a distanza di sicurezza a circa 3 kilometri, accampandoci appena aldilà del fitto bosco che circonda la di Angiò dimora, abbiamo messo il quadro in bellavista attaccata al cancello d'entrata con abbinato un cellulare che sarebbe dovuto servì a contatta l' Angiò una volta fuori, a nulla però è servito il farlo, Angiò difatti presolo lo dava al Pippetta, l' amato suo cagnolino, che in un attimo lo riduceva in briciole per poi sotterrarlo sotto 2 ciotte da lui stesso testé fatte.
siamo li scrutando il tutto col binocolo chiedendoci come procedere quando Angio ci tira con la catapulta kili su kili di concime e terriccio misto a rimasugli di carne proveniente da bestie infette alziamo, mettendola bene in vista, un enorme bandiera bianca , ma non facciamo in tempo a stenderla per bene tutta che già l' Angiò ce la colpisce con uno dei suoi proiettili di pece pirica , in un attimo siamo circondati da terra, concime andato a male e scarti vari e attorniati da un fuoco alto un par di metri ..... stiamo cercando una via di fuga quando ecco che arriva l'Angiò col carro armato, ci punta col cannone, fa uno scossone dopo di che dall' abitacolo esce in viva persona l' ANgio che con la mano e il dito indice in particolare ci invita a montar su ......
.... si monta ed in un battibaleno siamo in villa, " allora che volevate !" ci fa l' Angio alche noi " nulla!, e si passava di qui e ci si chiedeva se ti sarebbe gradito darci un parere su quel quadro che t'abbiam messo sul cancello che dici o ce n'hai voglia ? " " voglia punta, però ormai che ci siete e che volete faccia ?, ve la fò!..... òh" però. basta che la recuperiate in tempo dal camino che è li che l'ho messa. ...... e l'avevo scambiata per una raccomandata e io alle raccomandate è gli dò ma foco subito aha hapito ? ...... . e correte se la volete recuperà e correte parecchio che sennò e un ne ritrovate gneanche la cenere " questa è la risposta che l'Angiò ci dà
?????????!!!!!!!! ............................ ?????? !!!!!!!! ..................
balziamo in piedi in men che non si dica e in attimo siamo al camino ma niente più v'è , a dire il vero e guardando meglio non v'è proprio traccia di nulla ne cenere vecchia ne nuova pare anzi che lo stesso cammino non sia usato da anni se non decenni
se non era questo dev'essere un' altro cammino , o dove sarà ? , è questo che ci stiamo domandando quando dal dietro un colpo fortissimo ci fa saltà per aria è l'Angiò che ridendo ci deride a voce alta cantilenando a presa di culo la seguente frase " o fessi ! e siete proprio dei fessi di nulla, e un'è mia questo il camino e siete fortunati che non è neanche uno degli altri che sòno in villa, e il quadro e l' ho messo in salone , e l'è bell'è che attaccato al muro sopra quell'altro quadraccio di quel Da Vinci che un mi garbava punto "
" meno male " pensiamo mentre tiriamo un sospiro di sollievo che semmai fosse stato davvero come s'era temuto eravam si ma che belle rovinati
così tutti in fila seguiamo l'Angio che pensieroso s' incammina verso il salone, ma ha appena fatto i primi dù passi con noi tutti di dietro che con una mossa inaspettata si rigira su se stesso quindi rivolgendosi verso di noi a muso duro e con occhi spiritati ci fa " o belli e io dietro il mi culo e un ci vò nulla ! " e pista con un salto è in fondo fila da cui ripiglia il discorso dicendo " andate andate che la sala l'è lì davanti a pochi passi e semmai non scoreggiate che senno chiamo a " COSO " ( ** ) e poi voglio vedè cosa gli raccontate"
con in testa ancora 'ste parole giungiamo nella grande sala ovale . sui muri c'e un casino tale da non capì dove finiscono i quadri e dove iniziano i mobili o le suppellettili varie , tutt'attorno al muro perimetrale partendo dal pavimento fin poco sotto alcune mobilia libri su libri di antica foggia, quand'anche antichissima, aiutano antichi gambi a sorreggere i soprastanti mobili di legno pregiato pieni ricolmi di ogni ben di DIO, malgrado le nostre ricerche non intravediamo il dipinto da noi portato tanto meno quello che dovrebbe esserci dietro che poi a detta dell'ANgio medesimo tratterebbesi di un quadro del Da Vinci Leonardo a lui non gradito.
alla fine è Angiò che ce lo indica. è infilato in una finta feritoia riportata ad hoc che copre un quadro enorme di cui intravediamo solo alcune piccole parti, dal poco che sì intravede il dipinto Leonardesco pareva essere o somigliare parecchio a " la battaglia di Anghiari " il celebre dipinto murale che Da Vinci fece a Palazzo Vecchio in quel di Firenze, dipinto rimasto incompiuto e pare andato perso o distrutto negli anni causa eventi storici descritti in altro luogo. ( il quadro oggi rivive solo nelle riproduzioni o legende ).
incuriositi chiediamo al' Angiò se ci poteva dire qualcosa di più e se addirittura poteva farcelo vedere per intero , non l' avessimo mai fatto l' Angio attacca a urlà come un venditore di cocombole l'Estate " e lo sapevo che eravate venuti fin qui per rompè le palle , e ti pareva che un volevano nulla ? , brutti zozzi , sfruttatori, ma di tutto quel che c'e' proprio quel' affare là vorreste vedé? e tanto mi c'è voluto poco a trasferirlo muro e tutto da dov'era a qui , e un l' ho mai potuto vede seppur non ho mai avuto la voglia di distruggerlo figurarsi se mò sposto tutta la caterba di rumenta che lo copre per farvelo vedé, o cocchi se volete prendete il vostro quadro e fatemelo vedè che vi ci diho qualcò su senennò aria , ARIA ! ARIA !! FORA DAI BALL CAPITO ?"
più che le parole fu il doppio fucile a 16 canne mozze che Angiò agitava per aria che ci fece rispondere in coro " e certo che lo facciamo e anche subito, ma chi se ne frega di stò quadraccio marcio che c'è di dietro, ma chi lo vuol vedere ?, ma chi l' ha mai voluto vedere neanche per sbaglio ? , noi di sicuro no , figurarsi te!.... non ce ne puo fregare di meno. ma quando mai ? ..." BOOOOOOOMMM!!!!! .... !!!!!!!
un improvviso scoppio assordante ci fece tacere all' istante sennò avremmo continuato di questo passo per chissà quanto tempo ancora , ... Angiò aveva sparato un colpo in aria così, tanto per spaventà i probabili curiosi che a volte, ci racconta, s'avvicinano al luogo; scoprimmo così che quell'arma che aveva in mano sparava anche mini missili terra aria usati in guerra dai servizi segreti e mai ufficialmente esistiti
è con quei rapidi cambiamenti d'umore che ci mettemmo tutt' attorno al grande tavolo ovale che troneggiava al centro della grande sala, uno di noialtri mise il quadro in una specie di soprammobile che pareva fatto apposta per contenere proprio quel quadro lì, dopo di che accendemmo il faretto lì nei pressi che, a guardarlo, qualsiasi persona al mondo avrebbe pensato " accendiamo 'sto bel faretto, lo dovrebbe illuminare per bene in tutta la sua interezza" ; meno male che subito dopo saltò l' automatico dato che a momenti quello che noi credevamo un innocuo faretto qualsiasi cuoceva letteralmente il quadro , nel brevissimo tempo si esposizione alla potentissima fonte di luce e calore il quadro aveva iniziato a fumicchiare ma niente di più e meno male... " ma voi un siete mia normali ! " commentava ad alta voce l' Angiò che subito dopo aggiungeva " e quello è una speciale lampada al laser che mi son fatto dare dal pentagono che abbinata ad un girarrosto cuoce in maniera stupenda e in tempi brevi qualsiasi tipo di carne, non l' avete letto il cartello a scomparsa che gli è vicino ? " " certo che se al posto che a scomparsa era più che ben visibile sarebbe meglio. molto,molto meglio !" rispondemmo in coro .
Angiò ci guardò in silenzio, pensieroso non lasciava trasparire alcun' emozione, sembrava in trance ma non lo era perché dal retro sparava loffe in quantità esorbitante o almeno noi si pensava così e magari per lui era una dose normale, fatto stà che all 'improviso dando una manata al tavolo che scricchiolo pesantemente l' Angiò disse " e mi sà che avete ragione, quasi quasi lo metto come avete detto anzi mò me l' appunto che poi faccio ma mettere ai servi che sennò che ce l' ho a fare ?"
dopo tutto ciò finalmente tornammo al motivo della nostra venuta alla di Angiò magione , gli chiedemmo se poteva dirci qualcò su questo quadro e anche subito che se non l' avessimo riportato al suo posto a breve sicuramente avremmo passato i nostri bei guai
ci guardo uno per uno dopo di chè annui, diede una rapida occhiata al quadro , una seconda , poi chiuse gli occhi per una quindicina di minuti , quando li riapri finalmente ci profilò le sue sensazioni eccole:
.. " oh!, a me a guardà sto quadro m'è venuta ma sete , sete e anco fame altroche chiacchere, ve parrò strano ma a l'è proprio così,
m'è venuta voglia di caffè latte ma di quello come una volta, bollito la sera , leggermente scremato e servito appena un po più che tiepido assieme a del pane fresco magari leggermente tostato anzi o che ore sono ?...oh! è l' oretta giusta mò me lo fò fare quindi per voi è giunta l' ora di sortir dai marroni e tornarvene alle vostre tristi vite di tutti giorni , e siccome son generoso conterò fino a 10 prima di farvi scacciare da zio TOM (***).....10. 09,08,07,06, 05 ......... "
il resto dei numeri non li abbiam sentiti perche s'era già a un par di kilometri di distanza, sentimmo però provenire, dalla di Angiò dimora, un urlo raccapricciante che pareva avvicinarsi ..... accellerammo così la corsa come di più non si poteva ritrovandoci in tempi da record nei pressi del Rijksmuseum di Amsterdam in tempo per riconsegnare il quadro prima che qualcuno si accorgesse della sua scomparsa, in tempo per andare anche noi a far colazione ma nella tranquillità della nostra casa da cui, dopo esserci cibati, saremo andati in cerca di nuovi quadri da proporre.
(*) l' Arlecchino è una macchina agricola in origine creata per raccogliere e macinare il grano ma modificata poi da Angiò in modo tale possa triturare qualsiasi cosa ivi compreso materiali quali il tungsteno etc
(**) a " COSO" è una creatura mitologica che Angio dice abiti nelle stanze segrete della sua magione e di cui si può solo che aver timore , dotata di forza enorme e rara, bruta ignoranza, sembra vada in giro sempre con un' altra creatura mai nominata la cui origine e provenienza è ignota e la cui potenza è paragonabile a quella di un DIO pagano
a solo titolo informativo si aggiunge che quando Angiò chiama a " COSO " subito dopo averlo fatto corre a tutta birra nel rifugio antiatomico dove si rinchiude per fuoriuscirne solo dopo aver udito un suono di tromba d' EUSTACHIO pluririsonante per tutti i paraggi ( il perchè non si sa anche se qualcuno afferma che a tale suono è collegato il rientro di a " COSO " et company nelle loro stanze di competenza )
(***) zio Tom è un incrocio mal risucito tra un licantropo e un minotauro di solito mansueto se aizzato dall Angio diventa quanto mai feroce e parte in quarta alla ricerca di prede con cui " divertirsi "
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