𝐌𝐀𝐈𝐔𝐒 - 𝐌𝐀𝐆𝐆𝐈𝐎
Maggio è un mese misterioso dedicato al fuoco sotterraneo e ai morti senza sepoltura (Lemuri). L'energia del mese di Marzo ha donato vitalità alle gemme, quella di Aprile le ha fatte esplodere nelle mille colorate espressioni della Natura. Ma al di sotto della nascita e della generazione c'è un invisibile fuoco sotterraneo, donatore di una potente energia ancestrale. Si tratta di una forza misteriosa che si ritrova nella Dea stessa che "presiede" il mese di Maggio; Maia è Dea della fecondità e del risveglio della Natura in primavera. La dea latina è di origini antichissime e solo in seguito sembrerebbe essere stata assimilata alla dea greca che porta lo stesso nome, madre di Ermes e figlia di Atlante e Pleione. La Maia latina è una divinità ctonia, cioè sotterranea e connessa a Vulcano, Dio del fuoco e della forgia. La leggenda voleva che ogni primo Maggio, proprio Vulcano offrisse una scrofa gravida in sacrificio a Maia. Questa Dea rientra nella concezione romana tutta femminile della Grande Dea Madre, già festeggiata in Aprile nelle sua varie espressioni legate alla produttività della Natura e al ciclo vitale dell'esistenza. Maia era appellata anche come "Magna Mater" e "Stata Mater" perché dotata del potere di arrestare il fuoco. A Roma il primo giorno di Maggio era dedicato alla Bona Dea, divinità protettrice delle donne e delle attività legate al contesto femminile. I riti venivano compiuti dalle matrone in onore di Fauna Bona Dea, perché in origine l'attributo "Bona Dea" era della ninfa Fauna, sorella e moglie del Dio Fauno. Solo in seguito Ella assunse i caratteri di una Dea a se stante, venerata anche come indovina e chiromante. Ai festeggiamenti dedicati alla Bona Dea, che includevano anche riti magici ed esoterici, partecipavano unicamente le matrone, le ragazze nubili e le Vestali. Nei giorni 9, 11 e 13 si compivano i Lemuria o Lemuralia, necessarie per esorcizzare gli spiriti dei morti. I Lemuri erano anime inquiete che potevano perseguitare i vivi. La tradizione attribuiva a Romolo l'istituzione di questa festività al fine di placare lo spettro del fratello Remo da lui ucciso. Ultima curiosità è in riferimento all'antico Rito degli Argei che si teneva il 14 del mese. Una solenne processione composta dai sacerdoti "flamini" del culto di Giove Capitolino, dai magistrati pretori e dalle Vestali, si recava al Sublicio. Questo era il ponte più antico di Roma a sud dell'Isola Tiberina, legato all'eroico episodio di Orazio Coclite. Dinanzi al popolo raccolto in silenzio, venivano gettati nel Tevere, 24, 27 o 30 fantocci di giunchi con mani e piedi legati. Il rito, in onore della Dea Maia, ha un'origine incerta ed è ancora frutto di dibattito tra gli studiosi.
"Almanacco Pagano. Festività e miti dell'Antica Roma", Macro Edizioni.
"La Religione romana arcaica", Georges Dumézil. BUR.
"Miti romani. Il racconto", Licia Ferro. Einaudi.
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