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le tavolette di GLOZEL

Nel Marzo del 1924,a Glozel,presso Vichy,in Francia,il diciassettenne Emile Fradin stava coltivando con il nonno i campi di famiglia,quando,all'improvviso,vide una mucca sprofondare nel terreno.
Il suolo aveva ceduto,e l'animale era finito in una cavita' sotterranea.
La mucca venne subito recuperata,dopodiche' Fradin e il nonno,incuriositi,scesero ad esplorare quella misteriosa voragine che si era aperta nel terreno.
Si puo' immaginare facilmente lo stupore che dovettero provare:la cavita' non era affatto opera della natura!Le pareti erano rivestite di mattoni,e ospitavano alcune nicchie in cui si trovavano una serie di statuine simili alle Veneri preistoriche.Trovarono,inoltre,tavolette di argilla e pietre con misteriose iscrizioni,frammenti di osso e di legno.A questo punto,i due corsero subito dal dottor A. Morlet,la persona piu' istruita che conoscevano.Lui,che era un appassionato di archeologia,decise di rivolgersi al professor Capitan.L'accademico visiono' i reperti,giudicandoli dei falsi,probabilmente creati perfino dagli stessi contadini.
Morlet,tuttavia,non rimase affatto convinto.La notizia,nel frattempo,si era sparsa molto in fretta,attirando a Glozel un gran numero di turisti e curiosoni.Finalmente,cominciarono gli scavi.I reperti non tardarono a venire alla luce:verso la fine ne contarono circa 3000.Gli oggetti dissotterrati erano di ogni tipo:gioielli,vasellame,utensili,manufatti di osso e di legno,e,in particolare,pietre e tavolette con iscrizioni assolutamente indecifrabili.Eppure sembrava evidente che doveva essere una forma di scrittura,un alfabeto.E qui arrivo' la prima sorpresa.In base agli esami si trovo' che i reperti dovevano risalire al 15-17.000 a.c.,ovvero ad un'epoca in cui,secondo la storia ufficiale,non era stata ancora inventata la scrittura.Il primo sistema di scrittura documentato,infatti,e' quello sumero,risalente al 4000-3000 a.c. circa.
Molti degli oggetti,inoltre,presentavano delle forma stranissime,anche se le ceramiche erano molto ben fatte.Le statuine,prive di bocca,portarono a chiamare il misterioso popolo,autore di quei manufatti,"civilta' del silenzio".Poi arrivo' la seconda sorpresa:certi studiosi,esaminando alcune delle ossa ritrovate negli scavi,affermarono che dovevano esser appartenute ad uomini alti per lo meno 4-5 metri!!!!Questo era confermato dalla presenza di monili e bracciali(o ritenuti tali) che sembravano fatti su misura per arti giganteschi!Nessuno,o quasi,ci credette.Le vicende che seguirono la scoperta,e i primi esami del materiale archeologico ritrovato nel "Campo dei Morti"(il nome che fu dato al sito),sono piuttosto complicate:esami e controesami,polemiche,liti e accuse di falso.Ancora oggi manca una soluzione definitiva al rebus....
http://www.gerbeaud.com/glozel/
http://members.xoom.virgilio.it/pellot/glo...cheologico.html
http://www.paleoseti.it/modules.php?name=N...=print&sid=1116
http://www.informareonline.it/enigmadiglozel.html
http://www.atlantis-atlantide.net/glozel_pietre.htm
http://indy78.altervista.org/Archeologia/GLOTZEL.HTM
http://www.fenice.info/start.asp?p=/x-file...les/mystero.asp
http://www.acam.it/giganti.htm
http://www.museedeglozel.com/
http://www.forteantimes.com/articles/139_glozel.shtml
http://www.misteromania.it/reperti/Crespi_Glozel.htm
http://pedroiy.free.fr/alphabets/glozel.htm
http://www.earlyworld.de/grf_arch/glozel2.jpg
http://fenomeno.matrix.com.br/images/fenom...meno-tablet.jpg
http://www.atlantideweb.net/archeo/glozelimg.htm
http://www.ldi5.com/e/archeo/e_gloz.php
http://www.atlantisquest.com/glozel.html
http://www.ufogenesis.com.br/civilizacoes/glozel.htm
http://skipp.perso.cegetel.net/zetet/glozel/glozel.htm

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http://www.ldi5.com/heret/heret_archeo.php
http://pakana.50megs.com/glozel.htm 

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GLOZEL: UN MISTERO ARCHEOLOGICO

La storia dell'archeologia è costellata, ovviamente, da molte scoperte. Alcune interessanti, altre meno, ma tutte importanti. Ci sono casi in cui luminari della scienza hanno tentato di fare passare per autentiche alcune scoperte poco importanti, ma che combaciavano perfettamente con la rappresentazione del mondo che essi ne davano; altre volte si è assistito ai tentativi più disparati per inficiare autentiche ma rivoluzionarie scoperte che, purtroppo, non si attagliavano perfettamente con lo schema del mondo e della storia, o meglio, delIa preistoria che la scienza ufficiale avvallava. Tra le tante, una è sintomatica dell'insicurezza in cui versava fino a diversi anni fa l'archeologia ufficiale; si tratta dell'"affare Glozel", un avvenimento di più di 70 anni or sono, ma che fa par lare ancora di sé. Per parlarne bene, oppure per demolirla. In breve la storia.

Siamo in Francia, a Glozel, una frazione di quattro case a circa 20 chilometri a sud di Vichy. Era il primo marzo 1924. Il giovane Emilio Fradin di 16 anni si apprestava ad arare un piccolo campo insieme al nonno Claudio. Tutto procedeva bene, quando ad un certo punto l'aratro batté contro una pietra e le zampe posteriori di uno dei buoi sprofondarono nel terreno. Esaminata la cosa e scavato un po' il terreno, i due trovarono alcuni mattoni, delle tavolette incise, due piccole asce, due ciottoli con iscrizioni e due trincetti. Ovviamente essi non si resero conto di aver fatto una scoperta archeologica che avrebbe assunto ben presto i caratteri di una piccola guerra. Tuttavia fecero accorrere quelle che ritenevano le autorità del paese: una trentina di persone di tutto rispetto, tra cui il signor Agostino Bert, istitutore a Ferrières, e il reverendo Naud, curato decano della parrocchia. Tutti quanti attestarono l'autenticità del ritrovamento. Tra le altre cose vennero ritrovate iscrizioni alfabetiche su argilla cotta. Tutti i reperti vennero attribuiti al periodo Magdaleniano (16.000-8.000 anni prima della nostra era) per cui era implicito che una civiltà europea sconosciuta era finalmente venuta alla luce. Una civiltà che conosceva la scrittura alfabetica prima che fosse "inventata" dai Fenici nel XIII secolo avanti Cristo. La scoperta era talmente straordinaria che ben presto si formarono opposte fazioni, chi sosteneva, chi demoliva. I lavori vennero presi in carico dal dr. Morlet che pubblicò sull'argomento un rapporto il 23 settembre 1925, con il titolo di Nuova Stazione Neolitica. Lo fece però senza consultare i rappresentanti ufficiali della preistoria dell'epoca e cioè il dr. Capitan delle Belle Arti, Peyroni, Conservatore del Museo di Eyzies e l'abate Breuil. Capitan si distinse per l'accanimento nel perseguire Morlet. Saputo della pubblicazione del dr. Morlet, lo convocò a Parigi per fargli una sconcertante proposta. Chiese, Capitan a Morlet, se fosse disposto ad accreditare la scoperta come opera anche di Capitan stesso, adducendo la pretesa che con la sua sola firma (cioè di Morlet) il libro non avrebbe venduto che poche copie. Morlet oppo se un netto rifiuto, e declinò l'offerta. Dopo di allora per Glozel iniziarono le peripezie. Ne venne negata l'autenticità. Inoltre Emile Fradin, il contadino che aveva scoperto il sito venne denunciato per truffa poiché aveva allestito, nella sua casa, un piccolo museo dei ritrovamenti e faceva pagare un biglietto. La vicenda ebbe degli strascichi per lungo tempo, dopo di che, il Fradin venne assolto con sentenza definitiva. Purtroppo in questa vicenda gli interessi contrapposti chi ci rimetteva era la verità che veniva calpestata bellamente. In conclusione con tutte queste dispute non venne mai confermata né negata l' autenticità della scoperta.

Tra l'altro, a Glozel furono rinvenuti 'stranissimi' vasi che parevano raffigurare teste umane racchiuse in caschi spaziali, tanto che uno di questi fu definito l''interplanetario" e inoltre, lettere uguali al nostro alfabeto, e cioè: C, H, I, J, K, L, O, T, V, W, X.

I primi lavori di datazione scientifica per stabilire la vera età dei reperti di Glozel vennero però tentati solo dopo il 1970, con due metodi diversi: il carbonio 14 e la termoluminescenza. Il primo metodo viene usato per tutti i reperti che con tengono sostanze organiche, ad esempio ossa ;invece la termoluminescenzas viene impiegata su tutto ciò che ha subito un processo di cottura, come le ceramiche, i vasi, ecc.,

Nel 1973 vennero cmpiute le prime indagini con questo secondo metodo, dal direttore del laboratorio di ricerca atomica di Risö (Danimarca) Vagn Mejdhal. Una tavoletta così esaminata fu assegnata ad un epoca che va dal 900 al 300 avanti Cristo. Tali risultati furono confermati poi da Hugh Mokerrel del museo nazionale di antichità di Edinburgo che aveva effettuato esami su altri oggetti. Il carbonio 14 diede invece, risultati sconcertanti: dal 19000 avanti Cristo all'anno 1 della nostra era. Come era possibile che ci fossero risultati così distanti tra di loro? Probabilmente furon esaminati reperti che avevano tra di loro età molto diverse, e da ciò questi strani risultati.

C'era anche da spiegare il mistero di quegli strani segni alfabetici incisi sulIe tavolette di argilla. Per prima cosa si poté stabilire che le incisioni furono eseguite dopo la cottura dell'argilla poiché fu possibile - col metodo della termoluminescenza - stabilire che le tavolette non potevano essere più antiche del 400 a.C., se ne deduce che, per lo meno, sono state scritte dopo questa data. Quando, esattamente, non si sa! Inoltre non fu possibile stabilire una possibile interrelazione tra le lettere tracciate. I segni insomma non corrisponderebbero che a "disegni" buttati giù, probabilmente a caso, da qualcuno che li aveva veduti, ma che non ne conosceva il significato. Ciò viene anche confermato dal seguente fatto: negli anni '70 un gruppo inglese di informatica linguistica, diretto dal prof. Isserlin si mise al lavoro per capire le strutture della cosiddetta lingua glozeliana, al fine di cercare possibili analogie con altre lingue. Non si riuscì a dare un qualsivoglia collegamento tra loro ai 111 segni scoperti. Inoltre, non si fu in grado di comprendere se i segni corrispondessero a una scrittura sillabica, oppure ad una scrittura alfabetica o a una serie di ideogrammi. Oltretutto la successione dei segni non corrispondeva a nessuna serie logica. Neppure il calcolatore elettronico ci capì nulla, il che è tutto dire!

Tutto farebbe quindi pensare a un falso, a un tentativo di truffa. Ma da parte di chi? Il sedicenne Fradin all'epoca del ritrovamento era in possesso della sola licenza elementare e, sicuramente, non sapeva nulla di archeologia. E poi sono stati ritrovati più di 3.000 reperti. Dove sono stati fabbricati? Dove sono gli scarti di lavorazione? Tre mila pezzi sono un bel numero e per costruirli, anche rozzamente, ci vorrebbero molti mesi.

Ancora oggi ci sono avversari e sostenitori di Glozel e la scienza, nonostante i moderni mezzi di indagine archeologica, non ha detto una parola definitiva in materia. Dovremo inserire dunque anche Glozel tra i tanti misteri del nostro passato.

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Le enigmatiche tavolette di Glozel



In Francia dal 1924 al 1930, nel villaggio di Glozel a sud est di Vichy, sono stati scoperti circa 3000 reperti preistorici, molti dei quali presentano delle misteriose iscrizioni. Si tratta di tavolette d'argilla, sculture, urne, pietre e ossa decorate che furono trovati per caso dal contadino francese Émile Fradin. Mentre lavora il suo campo un pezzo di terreno cede sotto il peso dei suoi buoi, riportando alla luce questi antichi reperti. La scoperta non passa inosservata sotto gli occhi del professor Antonin Morlet che, venuto a conoscenza del ritrovamento, grazie ad un articolo di giornale, offre a Fradin tutto il suo aiuto. Ben presto giungono da tutto il mondo esperti per analizzare le misteriose incisioni, ma nessuno di loro riusce a tradurle. Si reca al villaggio anche Joseph-Louis Capitan, del museo delle belle arti di Parigi, al quale vengono consegnati dei campioni del terreno. Non si sa più niente di lui per tredici mesi, fino a quando non torna nel piccolo villaggio per effettuare un altro sopralluogo. Colpito da quanto aveva visto chiese a Morlet di preparare una relazione dettagliata su la scoperta in questione. Morlet scrive la relazione ma non acconsente alla richiesta di Capitan di pubblicare la relazione a suo nome. Capitan non digerisce l'offesa subita e, grazie anche all'aiuto dei suoi colleghi, timorosi di lui, fa di tutto per ostacolare e denigrare il sito archeologico. Ci fù anche un processo, nel quale Fredin venne accusato di essere l'autore di 3000 falsi, ma per mancanza di prove non venne condannato. Ma nel 1974 le cose cambiano e grazie al metodo della termoluminescenza viene confermata l'autenticità dei reperti.

Questi però non appartengono ad una sola era: i materiali infatti hanno età diverse; con un arco di tempo che va dal neolitico fino al primo medioevo. Inoltre vi sono raffigurazioni di animali, come le renne e le pantere, che hanno abbandonato quelle terre circa 12000 anni fa. E' possibile, secondo l'esperto Hans-Rudolf Hitz, che ha decifrato una parte delle iscrizioni, che le pietre, le ossa e le urne siano state prelevate da caverne preistoriche e che siano state portate a Glozel come offerte, che probabilmente era ritenuto un luogo sacro e di incontro.
Nel 1982 viene concessa l'autorizzazione agli scavi ma, per qualche strana ragione, questi vengono effettuati in tre luoghi situati all'estrema periferia del villaggio. Soltanto in uno dei tre luoghi è stata ritrovata una tavoletta iscritta su pietra nella quale è raffigurato un cavallo selvaggio, ma la tavoletta in questione è misteriosamente sparita...

materiale da youtube ( in francese )



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