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Le Terme di San Carlo riaprono e si rilanciano
Bracci: "Valorizzaremo le nostre acqua in Europa e oltreoceano"

Massa, 24 ottobre 2009 - San Carlo Terme, giardino della provincia. Sono ambiziosi gli obiettivi che si pone il Gruppo Vichi, società romana che da circa due anni ha rilevato lo stabilimento termale. L’occasione per riparlare di questa struttura è data dalla visita a San Carlo di una delegazione della città polacca di Nowy Sacz, nell’ambito di una conferenza sul tema del turismo ecologico e termale.

Ad accompagnare la delegazione erano presenti Loredana Silicani, presidente della Commissione consiliare Cultura e Turismo, e il consigliere comunale Simone Ortori. «Stiamo cercando di valorizzare le nostre acque a livello europeo spostandoci anche oltreoceano — spiega il responsabile Valerio Bracci — . Nei paesi dell’est ci sono strutture termali sviluppate soprattutto per la cura del corpo. Quello che manca, è l’ acqua. E la visita della delegazione polacca, grazie ai rapporti con le nostre amministrazioni locali, si è concentrata proprio per valutare le caratteristiche di questo prodotto». L’acqua San Carlo, come riferito da Bracci, è tra le migliori quattro italiane e quindi apprezzata nel mondo. Con la città polacca, il gemellaggio potrebbe rafforzarsi proprio in virtù del benessere e del turismo termale.

Ma com’è la situazione attuale dello stabilimento?
«Da lunedì 19 ottobre lo stabilimento è chiuso e intendiamo riaprirlo prima di Natale, con una presentazione aperta alla città. La struttura sarà riammodernata secondo i criteri più attuali, con un investimento di circa 500-600 mila euro. Per noi, la priorità è l’acqua e passeremo dalle 3mila bottiglie giornaliere a una produzione di 80mila».
Un bel salto di qualità. E il personale?
«Il personale oggi lavora 24 ore settimanali, ma dai primi mesi del 2010 contiamo di stabilizzarlo e passare alle 40 ore settimanali. La proprietà ha rilevato un’azienda sofferente e quindi si è confrontata con una realtà difficile. Ma ha creduto in questa struttura e trovato il modo di investire mettendo a punto un piano industriale. Certo, si pensava di raggiungere prima questi obiettivi».

Il Comitato locale e i Cobas hanno espresso perplessità sul progetto e sul trasferimento dei macchinari, temendo la fine dell’imbottigliamento e il passaggio dell’acqua San Carlo all’ Evam. Dubbi da sfatare?
«Un solo macchinario è stato trasferito a Parma e si tratta dell’imbottigliatrice, che necessita modifiche sostanziali. Altri macchinari saranno trattati in loco e ne acquisteremo di nuovi, come la sciacquatrice. Saranno introdotte innovazioni come un lettore ottico che garantirà l’integrità delle bottiglie, prima e dopo l’imbottigliamento. Abbiamo aperto un capannone per le scorte nei pressi dell’autostrada e creato un ufficio di marketing. Oltre alla tradizionale sorgente Aurelia, attingeremo la Tiberia, la Zonder e la Cristallo. Abbiamo distributori in città e avviato, tramite contatti al numero verde 800-238122, la vendita porta a porta con risultati confortanti. In estate abbiamo mantenuto l’apertura del Centro per consentire le cure idropiniche. Non ci spaventano le difficoltà e andiamo avanti con i progetti. Speravo che qualcuno apprezzasse questo sforzo perché si tratta di un valore aggiunto per la popolazione e l’intera città».

A. .Fruzzetti

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