Sorpresa per gli scienziati: i risultati preliminari di un test clinico per il vaccino all'influenza H1N1 in Australia mostrano che una singola dose potrebbe essere sufficiente per fornire anticorpi protettivi. Si tratta di una scoperta che, se confermata, potrebbe in un solo colpo raddoppiare le dosi di vaccino disponibili nel mondo, e ridurre i problemi logistici associati a un 'richiamo' del vaccino.
I risultati, riportati oggi dal New England Journal of Medicine, bissano quelli di uno studio simile condotto in Cina.
I ricercatori temevano che fossero necessarie due dosi del vaccino contro l'influenza H1N1, nota anche come febbre suina, a causa del fatto che la popolazione di età inferiore ai 65 anni è sprovvista o quasi degli anticorpi a malattie simili.
Il dott. Michael E. Greenberg della CSL Ltd. e i suoi colleghi hanno studiato gli effetti del vaccino in 240 soggetti, per metà al di sotto dei 50 anni. il 95% di coloro che hanno ricevuto una dose da 15 microgrammi dell'antigene (la dose standard) hanno sviluppato anticorpi nei 21 giorni successivi (la maggior parte entro 10 giorni).
Nessuna morte o seri effetti collaterali sono stati osservati: in qualche raro caso solo un pò di mal di testa.
Il vaccino da inalare - La MedImmune di Gaithersburg, azienda farmaceutica americana, dichiara di inviare entro la fine di questo mese ben 5 milioni di dosi del suo vaccino alla H1N1, che va inalato e non iniettato.
I ricercatori MedImmune hanno constatato che il virus adoperato per il loro vaccino ha una crescita più rapida e dunque accelera i tempi di produzione: tuttavia FluMist (questo il suo nome) ha qualche lato oscuro, non può essere utilizzato da donne in gravidanza e da soggetti con malattie croniche.
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