Estia, la dea del focolare domestico
Estia, conosciuta dai Romani come “Vesta”, era la primogenita di Crono e Rea. Era la dea più mite di tutte, poiché non prese mai parte a dispute e a guerre né tra gli dei né tra i mortali.
Dopo la vittoria degli Olimpi contro i Titani, Estia venne contesa da Poseidone e Apollo, ma tuttavia ella rifiutò entrambi, giurando sulla testa di Zeus eterna castità. Grato per questo suo gesto, il Padre degli dei la ricompensò assicurandole la prima vittima di ogni sacrificio, inoltre le concesse un culto in ogni casa degli uomini e in tutti i templi degli dei, dove avrebbe arso in eterno un fuoco in suo onore, alimentato con cura dalle sacerdotesse, anch’esse caste in eterno come la dea.
Durante un banchetto tra gli dei, Priapo, ubriaco, tentò di usare violenza alla dea mentre tutti gli altri si erano addormentati. Ma mentre ci provò, un asino nelle vicinanze ragliò e lo fece fuggire in preda alla paura.
Quando Dioniso pretese un posto tra i dodici dei dell’Olimpo, Estia, per evitare inutili dispute di cui non gli importava, rinunciò al suo, dimostrando la sua esemplare pacatezza, in contrario degli altri dei capricciosi.
Una tra le sacerdotesse più conosciute di questa dea (in questo caso, della latina Vesta), fu Rea Silvia, discendente dell’eroe troiano Enea che, sedotta dal dio Marte/Ares, concepì due gemelli, Romolo e Remo, che un giorno avrebbero fondato una città destinata a eterna grandezza, come la Sibilla Cumana predisse a Enea: Roma.
Non ci sono tante altre leggende che riguardano questa dea, ma ciò non toglie nulla all' importanza che gli antichi le davano. I focolari dei suoi templi rimasero accesi ininterrottamente per tanti secoli, fino a che un’ombra non ascese brutalmente a soppiantare del tutto la fede negli dei dell’Olimpo: il nome di questa ombra era Teodosio, l’imperatore romano cristiano che decise di abolire tutti i culti pagani, compreso quello di Estia. Nel 391 d.C. , per ordine dell’imperatore, vennero spenti tutti i focolari nei templi della dea, dopo secoli e secoli in cui avevano illuminato senza sosta.
~ Sebastiano Ricci, "Sacrificio a Vesta" ~
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