𝐀𝐙𝐈𝐎: 𝐋𝐀 𝐅𝐈𝐍𝐄 𝐃𝐄𝐋 𝐒𝐎𝐆𝐍𝐎 𝐃𝐈 𝐀𝐍𝐓𝐎𝐍𝐈𝐎 𝐄 𝐂𝐋𝐄𝐎𝐏𝐀𝐓𝐑𝐀.
Il 2 settembre del 31 a.C. al largo del promontorio greco di Azio, Antonio e Cleopatra affrontarono in una battaglia navale, la flotta di Ottaviano, comandata per l'occasione dall'abile Marco Vipsanio Agrippa. L'esito di questo scontro determinò il destino di Roma, gettando le basi del futuro impero romano. Diversamente, avremmo assistito a un'altra Storia. Con molte probabilità il mondo non sarebbe stato come lo conosciamo adesso.
Può un singolo scontro navale aver condizionato il destino dell'Occidente (e non solo) nei secoli a venire? Nel caso della Battaglia di Azio, evidentemente sì. Quel giorno dinanzi a un promontorio greco dell'Acarnania si tenne l'atto finale della guerra civile tra Marco Antonio e Ottaviano.
Marco Antonio era stato il valoroso e tracotante luogotenente di Cesare, un eroe romano trasformato nel "nemico della patria". Egli aveva ceduto alle grazie della "perversa" Cleopatra e alle mollezze della corte egizia, coltivando il malsano desiderio di trasformare Roma in una monarchia orientale. E per farlo aveva regalato territori romani alla sua regina e ai figli da lei avuti. Marco Antonio era per Roma un avversario da eliminare quanto prima.
Dall'altra parte della barricata il valente Agrippa, braccio armato di Ottaviano, un uomo di grande intelletto e acume tattico ma soprattutto fedele al proprio potente amico d'infanzia. Gli schieramenti ad Azio sono incredibili. 400 navi romane e 80.000 legionari (tra imbarcati e uomini a terra) fronteggiano quasi 500 imbarcazioni avversarie di cui 300 egizie con 84.000 uomini. Lo scontro inizia sul lato sinistro rispetto ad Antonio, dove una parte della sua flotta, al comando di Sosio, muove in avanti senza un ordine preciso. Qualcuno ipotizza che volesse passare al nemico.
Agrippa che vuole muovere lentamente indietro verso il mare aperto per poter sfruttare la maggiore agilità delle sue imbarcazioni, si trova spiazzato dinanzi all'immobilismo del resto degli avversari. Decide di indietreggiare bruscamente. La manovra rischiosa provoca l'effetto sperato. La flotta di Antonio muove in avanti ma c'è un profondo varco che si apre nel centro dello schieramento romano. Cleopatra è a bordo della sua ammiraglia e comanda le retrovie. Potrebbe infilarsi nel varco e prendere i romani alle spalle. La vittoria sembra a un passo per Antonio...
Cleopatra muove, passa attraverso il varco e poi punta verso Alessandria. Fugge dalla battaglia a gran velocità. Antonio osserva la scena dalla sua nave, esterrefatto. Tutto intorno a lui scompare. Non gli importa più nulla della battaglia e dei suoi uomini. Insegue l'amata, abbandonando la flotta al suo destino. Eppure avrebbe ancora potuto vincere!
Scrisse Velleio Patercolo: «I soldati si comportarono come il migliore dei comandanti e il comandante come il più vile dei soldati».
La decisione di Marco Antonio fu scellerata. Quella di Cleopatra inspiegabile. Agrippa stravinse lo scontro e gettò le basi per il trionfo di Ottaviano. Cadute le velleità assolutistiche del "traviato" Antonio, Roma si avviò a un periodo di grande stabilità politica nel nome di Cesare Ottaviano Augusto, difensore della Repubblica, del "mos maiorum" e delle antiche tradizioni capitoline... Il 2 Settembre del 31 a.C. nacque uno degli imperi più longevi della Storia.
"Cleopatra nella battaglia di Azio", illustrazione di Tancredi Scarpelli.
"Le grandi battaglie di Roma antica" di Andrea Frediani. Newton & Compton (2016).
Commenti
Posta un commento