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a SILVIA versione OSE ' - unrated version v.m. 18

 Il Leopardi è autore che tutti abbiamo studiato. Poesie come Il sabato del villaggio, Passero solitario, Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, La quiete dopo la tempesta, Alla luna, L’infinito, La ginestra, A Silvia sono poesie che fanno parte del nostro bagaglio culturale

Ma proprio la lirica “A Silvia” è frutto di contenzioso coi puristi del genio di Recanati che mal sopportano l’idea che il testo giunto a noi sia – nei fatti – un rifacimento edulcorato del testo originale – qui riportato – e che il Conte Monaldo occultò per non far sapere a tutti che, nella realtà, ‘’Minuccio’’ era uno cui piaceva anche scrivere volgare.

Ma tant’è. Una domestica perspicace ha trovato il manoscritto originale che il buon Monaldo aveva inquattato e…come finirà non sappiamo. Ci consola sapere che il ‘’geniaccio’’ era anche…umano.

Ecco la versione ‘’originale’’.

A Silvia

Silvia, rimembri ancora

il tempo del pizzicore,

quando maliziosa t’infrattavi

e con tutti scoxxvi

lieta e goduriosa

facendo con me solo

la preziosa?

Sonavano le quiete stanze

e le vie d’intorno

al tuo lieto canto di piacere.

E poi al lavoro andavi

assai contenta,

come volevano i sindacati

cui la tessera pagavi:

si fa per dire visto che

pure alla triplice la mollavi.


Era come adesso

il maggio odoroso

e tu così solevi

menare il giorno.


Io gli studi del caxxo,

a volte lasciando,

in bagno mi chiudevo

e lì spendevo di me

la miglior parte:

altro che studi

altro che carte!


E poi ascoltavo la tua voce

che mai diceva “basta”

e allora la mia mano veloce

percorreva tutta l’asta!


Lingua mortal non dice

che sega meravigliosa,

che godimento, oh Silvia mia.

pensando alla tua patatina rosa!


Poi ti sei sposata

e le mie seghe giovanili,

oh natura! oh natura!

ho continuato a farle

pensando a te,

che da trxxa pura,

tradivi tuo marito

col dottor Bonaventura

e con chi

ti capitava a tiro


Anni dopo ci trovammo,

tu eterna meretrice

mi sorridesti

a mo’ d’attrice!

Ci salutammo

e verso casa tua ci avviammo.


“Ora me la molla”

pensavo tra me e me

e ricordavo le mille seghe

fatte pensando a te.

Ma… oh natura, oh natura,

perché inganni i figli tuoi?

Non trattavasi di scoxxre te

ma del tuo amante bisex

che voleva fare il culo a me!


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