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la Gioconda o Monna Lisa.

 Leonardo da Vinci, la Gioconda o Monna Lisa.



Olio su legno di pioppo, 1503-1506.
Museo del Louvre Parigi.


Monna Lisa, è il ritratto più celebre della storia dell'arte, un sorriso impercettibile, enigmatico,
un alone di mistero che ha ispirato pagine di critica e letteratura.
La Gioconda è ammirata da circa 30 mila visitatori ( quando i musei sono aperti) praticamente l'ottanta per cento dei visitatori del Louvre la vanno ad ammirare.



Nella storia del dipinto non sono mancati vandalismi e un rocambolesco furto.
Si dice che la giovane sia Lisa Gherardi, moglie di Francesco del Giocondo.
Il dipinto segui Leonardo fino alla sua morte
in Francia, è per anni venne continuamente ritoccata dall'autore. Le Radiografie hanno dimostrato che ci sono almeno tre versioni sotto quella attuale.



Fu Leonardo stesso a portare in Francia il quadro nel 1516, che sarebbe poi stato acquistato assieme ad altre opere da Francesco l.
Nella notte tra il 20 e 21 agosto del 1911 la Gioconda fu rubata, della sottrazione ci si accorse solo il giorno dopo, e fu un giovane copista Luis Beraurd, ad accorgersene, aveva avuto il permesso di riprodurla a porte chiuse, non la trovò, e diede l'allarme.
Era la prima volta che un'opera d'arte veniva rubata da un museo.



In realtà, un vecchio impiegato del Louvre, un emigrato italiano, lo aveva rubato, si chiuse in uno stanzino e lo smonto' dalla cornice durante la notte, il giorno dopo uscì con la tela nascosta nei vestiti.



Lo tenne per 28 mesi per poi portarla a casa sua, a Luino con l'intenzione di regalarla agli italiani, ingenuamente si rivolse ad un antiquario di Firenze, Alfredo Geri, a quel punto lo arrestarono, la Gioconda prima di ritornare al Louvre fu esposta nei maggiori musei italiani.


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La Gioconda è un dipinto a olio su tavola eseguito da Leonardo da Vinci intorno al 1503. Misura 77 per 53 cm ed è oggi conservato al Musée du Louvre. Il mistero che aleggia intorno all’identità della donna ritratta è un infondato luogo comune, alimentato dalla recente letteratura su Leonardo, che vede segreti nascosti praticamente ogni attività del maestro toscano. La soluzione è in realtà piuttosto semplice.

Committente e soggetto Giorgio Vasari espone con chiarezza e sicurezza che Francesco del Giocondo, ricco mercante fiorentino, commissiona a Leonardo il ritratto di sua moglie Lisa Gherardini. Non illustra nei dettagli il motivo per cui l’opera non arriverà mai nella casa del suo committente ma lo lascia intuire spiegando che il pittore ci lavora per ben quattro anni e non lo porta a compimento. L’identificazione è confermata anche da una annotazione del cancelliere Agostino Vespucci risalente al mese di ottobre del 1503: «Come il pittore Apelle, così fa Leonardo da Vinci in tutti i suoi dipinti, ad esempio per la testa di Lisa del Giocondo e di Anna, la madre della Vergine. Vedremo cosa ha intenzione di fare per quanto riguarda la grande sala del Consiglio, di cui ha appena siglato un accordo con il gonfaloniere». Leonardo lavora all'opera per anni Il quadro resta quindi al suo creatore e diventa per lui un esercizio di stile, tanto che continuerà a lavorarci e ad apportarvi modifiche per almeno dieci anni. Lo seguirà in tutti i suoi viaggi e sarà con lui fino alla fine, nella sua ultima dimora ad Amboise, dove, con ogni probabilità il re Francesco I lo acquista dall’allievo e erede Gian Giacomo Caprotti. Curiosità Se dividi esattamente a metà il volto della Gioconda otterrai due differenti espressioni. A sinistra vedrai una donna più matura e seria, a destra una donna più giovane e sorridente. Analisi dell'opera Il dipinto ritrae a metà figura una giovane donna con lunghi capelli scuri. È inquadrata di tre quarti, il busto è rivolto alla sua destra, il volto verso l’osservatore. Le mani sono incrociate in primo piano e con le braccia si appoggia a quello che sembra il bracciolo di una sedia. Indossa un sottile abito scuro che si apre sul petto in un’ampia scollatura. Il capo è coperto da un velo trasparente e delicatissimo che ricade sulle spalle in un drappeggio. I capelli sono sciolti e pettinati con una scriminatura centrale, i riccioli delicati ricadono sul collo e sulle spalle. Il volto Gli occhi grandi e profondi ricambiano lo sguardo dello spettatore con una espressione dolce e serena. Le labbra accennano un sorriso. Non indossa alcun gioiello, sulle vesti non appare nessun ricamo prezioso. La semplicità con cui si presenta esalta la sua bellezza naturale a cui, evidentemente, non necessita alcun orpello. Lo sfondo a sinistra Alle sue spalle è visibile la linea retta di una balaustra. Il balcone si affaccia su un paesaggio limpido e lontanissimo. Sulla sinistra del quadro si scorge una strada che si snoda attraverso una valle, fiancheggiata da ripide montagne, quindi uno specchio d’acqua, probabilmente un lago a giudicare dall’andamento dei riflessi, quindi ancora formazioni montuose sullo sfondo. Lo sfondo sul lato destro Sul lato destro ancora una linea serpentinata descrive il corso di un fiume impetuoso, sono visibili rapide e cascate e un ponte su tre arcate. Il corso del fiume si perde in un altopiano aldilà del quale si scorge un altro lago, posto ad una quota più elevata rispetto al primo. Quindi ancora montagne che in modo graduale si innalzano fino a raggiungere altissimi ghiacciai. La linea dell’orizzonte taglia la figura all’incirca all’altezza della fronte, che risulta quindi essere quasi del tutto immersa nel paesaggio. L'attenzione ai dettagli Nell’esecuzione di questo ritratto Leonardo ha posto un’attenzione maniacale nello studio di ogni dettaglio: nella trasparenza del velo come nella terra rossa che ricopre la strada; nell’incarnato delle mani e del collo come nei riflessi dell’acqua; nello studio delle ombre sul volto come nella resa atmosferica. Lo studio dell’anatomia e dell’espressione umana si sposa perfettamente con l’indagine paesaggistica e geologica. L'illusione di movimento Alla perfezione tecnica si unisce poi quell’elemento di moto che costituisce la vera e propria magia del dipinto: la figura è stante ma non immobile. La morbidezza delle carni lascia percepire il leggero movimento del respiro. Il volto, non in asse con le spalle, lascia intendere una delicata rotazione della testa. Una rotazione che ancora non si è conclusa, come suggerisce lo sguardo che compie un passo ulteriore rispetto alle spalle e al viso. Il sorriso e l’ovale dai contorni sfumati suggeriscono che le labbra e le guance stanno delicatamente cambiando espressione. Il moto è anche nella natura che la avvolge e accoglie: le rocce sono ora aspre ora erose, l’apparente immobilità dei ghiacciai si scioglie nelle acque tranquille dei laghi e in quelle rapide del fiume. È la vita stessa Il miracolo che si rivela in questo dipinto.


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