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LE BARZELLETTE IN DIALETTO FAN RIDERE LO STESSO ?

 la nostra penisola ha innumerevoli dialetti è logico quindi che nelle varie zone si raccontino barzellette in dialetto locale

ora si sa le barzellette son fatte per fa ridere la domanda è ma una barzelletta se raccontata in dialetto fà ridere?

la risposta è si e no in quanto ,alle volte, il dialetto risulta incomprensibile a chi quel dialetto non conosce, altre invece fanno ridere solo se dette in dialetto però fan ridere anche chi quel dialetto non conosce in quanto facilmente interpretabili , poi ci sono barzellette che se tradotte dal dialetto in Italiano perdono la loro vis comica in quanto quest'ultima risede proprio nella parola dialettale che col suo significato porta l'ascoltatore ad una ben precisa immagine / pensiero etc. etc.

sotto sono riportate alcune barzellette scritte in vari dialetti Italiani controllate da voi se fanno ridere seppur in dialetto e anche se capite cosa raccontano o no .

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– Questo bimbo ‘un mangia! – ni dice ‘na donna ar pediatra.

– Ma piglia la puppa o ‘r Mellin?

– La puppa!

– Faccia un po’ vedé, si levi ‘r reggipetto!

Lei se lo leva e ‘r dottore ‘nvìa a mantrugianni le puppe, a strizzànnele, a tiranni i capezzoli… E alla fine fa:

– Dé, ‘un mangia no, questo bimbo! Lei latte ‘un ce n’ha!

– Tò, ma io sono la su’ zia!

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Il marito, un pò incavulato, ma come è mezugiono passato e ancora devi fà da magnà asu al ristorante!

Nua pudresti aspetà cinque menuti, caro, dice la moje.

Perchè, fra cinque menuti el pranzo è

pronto? ribate l

l pranzo no, ma sarò pronta IO.

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La moje tuta dolce al mariu:

Sai caro che presto saremu in tre’

Oh amore, e quandu?-

Pra tre giorni: ariva mi’ madre! –

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Barzelletta in dialetto Toscano:

Una 'oppia va dar dottore e la moglie piglia 'r dottore e ni fa: "dottore...me lo guardi perchè mi preoccupa, è un pò di tempo che un ce la fa a pipà, un vorrei avesse 'uarcosa"...Sicchè 'r dottore lo visita, ni fa un pò di domande e capisce subito qual'è il problema, esce fòri e ni fa alla moglie: "mi dispiace dinnelo signora ma 'r sù marito è Ghey!"....e lei: "seeee....ma si leva di 'ulo, è una vita che ci stò me ne sarei accorta"....e il dottore: "guardi signora che spesso lo nascondono bene perchè un lo vogliono accettà....se ni dio che è ghey ci deve crede" e lei disperata: "oimmena un ci posso crede, ma è siùro?..un si pole fa nulla?...come si fa a fannelo di o avè la prova certa?" e il dottore: "via...c'è un modo solo, un è bello ma è l'unio, venga dentro 'on me".....sicchè entrano insieme e il dottore ni fa al marito: "via...ultima visita....si butti giù i pantaloni e si metta a buorìtto"...sicchè il marito si spoglia, s'accina e il dottore ni mette un dito in culo poi ni fa: "via....mi dia trentatrè...!!!!" e lui: "uno, due tre.."

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Sisto e l’Agnese


L’Agnese e Sisto l’è na coppia dimondi, ma dimondi, veccia.


Sisto l’è in punt ad mort e al vol darent l’Agnese.


“Agnese, t’arcordat quand l’è scupiada la prima guerra mondiale e mè a son partì pr’al front e tè at zer darent a mè?”


E l’Agnese: oh si caro!”


“E quand a son stà frii e a son armas quatr’ann in usdal e tè at zer darent a mè?”


“Ma certo caro!”


“E quand l’è scupiada la seconda guerra mondiale e i m’hann ciamà e tè at zer darent a mè?”?”


E l’Agnese piansand: ” Ma certo caro!!!”


” E quand i m’hann  miss in camp ad concentrament e i m’hann liberà dop se ann e tè at zer darent a mè?”


E l’Agnese disprada: “povar al mè tesor!!!!”


“E adess ch’a son drè murir at ze sempar darent a mè??!”


L’Agnese l’è sempar più disprada e Sisto, con l’ultim fià….


“Agnese……an sarà, par caas, ch’at port sfiga!??”

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Sala parto. Tre donne stanno partorendo.

I rispettivi mariti sono fuori ad aspettare: un nero, un meridionale e un milanese. 

Esce l'ostetrica tutta trafelata dicendo: "E' andato tutto bene ma sfortunatamente c'è stato uno scambio di culle!". 

Al che, il milanese si lancia nella nursery e prende in braccio il bambino di colore. "Questo qui è mio figlio!". 

L'ostetrica lo guarda allibita e imbarazzata: "Ma...ma guardi...non saprei come dirglielo... ma lei è bianco e il bambino è¨... nero...non può essere suo!".

 Il milanese: "fin quand salta minga foeura el teron, queschì el tegni mi"....

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Un bambino veneto vede un omino uscire da un disco volante e gli chiede: “chi casso si tu?”

e l’omino risponde: “ET”

e il bambino: “è no orco can! te go domandà prima mi!”

Raccontata da Ireneu


Un prete e ua suora giocano a golf. Il prete tira e sbaglia -Ostrega g’ho sbagliat!- e la suora -Ma la prego! Certe espressioni!- e il prete -Mi scusi, vedrà che non capita più.- e riprende a giocare. Tira, sbaglia: -Ostrega g’ho sbagliat!- e la suora -Ma la vuole smettere?!- e il prete -Ok, se capita un’altra volta, che il signore mi fulmini!- Nuovamente tira, sbaglia e -Ostrega g’ho sbagliat!- Il cielo si rannuvola, scende un fulmine dal cielo, incenerisce la suora e un vocione tuona -OSTREGA G’HO SBAGLIAT!-

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En parla ma st' atent

Un va a fè un viagg in Africa.  Un amicch scapolon i chied da arportaj un pappagall, quei ch'imparen a parlè, dacsè avria avutt un po' de compagnia t'la vecchiaia lo ch'era vissut sempre sol sol com un can: «M'arcmand, arcordet, en fè come tutt chi atre. Lo i promett solennement de portai el pappagall.  Fa la su' vacansa e se divert da matt.  Quand al ritorne sbarca a Napoli i arvien in ment del pappagall per l'amicch.  Pensa da gì a sentì a spaccanapoli do de solit se pol armediè de tutt. E incmincia a dmandè.  Ma un napoletan chi dava piò fiducia i arconta el problema e dic' ch'en avria badat a spesa. Quell, per non lasciass sfuggì l'affar, chiappa 'na c'vetta la colora ben ben com un pappagall e li vend.  Artorna tel paes e l'amicch era già aspetall ma la corriera.  Quand i consegna la gabbia en cred ma i su' occh e tutt commoss i dic': «Te se ch's'è 'n amicch, en so com ringrasiatt».  S'arveden dopp qualch mes  «Alora parla el pappagall - i dmanda»  «Ancora en ha dett una parola, ma st' attent !»

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IN CASA DI UN NOTO AVVOCATO RIMINESE È A SERVIZIO UNA NON PIÙ GIOVANE DONNA DI CAMPAGNA.

SUONA IL TELEFONO, L’AVVOCATO È IN BAGNO.

“PRONTO, VORREI PARLARE CON L’AVVOCATO, ME LO PUÒ PASSARE?”

“UMDISPIS, L’AVVOCATO L’È ME CESS”

L’AVVOCATO ESCE DAL BAGNO E AVENDO SENTITO IL TELEFONO SQUILLARE CHIEDE CHI ERA E COME HA RISPOSTO.

AL CHE L’AVVOCATO LE DICE; NON SI DICE CHE SONO AL CESSO, DOVEVI DIRE “È NELLO STUDIO CON UN CLIENTE”

POCHI GIORNI DOPO UNA NUOVA TELEFONATA E L’AVVOCATO È ANCORA IN BAGNO.

“PRONTO, SONO ………, HO BISOGNO DI PARLARE CON L’AVVOCATO, ME LO PUÒ PASSARE?”

“L’AVVOCATO L’È IMPGNÉ CON UN CLIENTE NELLO STUDIO”

“PENSA CHE L’ABBIA PER MOLTO?”

“ AN CRÉD, L’È ENTRÈ SCURZAND”

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Du amici i se cata in piaza...

1-:"alora come nema le na vita che non te vedo".

2-:"ben ben le che go un dubbio..o pena eredità dei schei da me nono ..eeee non so se torme la macchina nova o catarme na dona e maridarme..".

1-:"mi se fusse in ti me Toria la macchina nova!".

2-;"e comela te disi cosita?".

1-:"parche almanco la macchina nova se i te la ciava te te ne incorzi..!!!".

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