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i post dei blog ( agosto 2012 )

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rubrica a costo zero in cui compare uno o piu' post presi pari pari da uno dei numerosi blog presenti su internet .
per avere il grande onore di apparire su questa rubrichetta ( che dice diventerà mitica intorno al 2023 o giù di lì )  il post deve essere esaustivo e avere una benchè minima utilità inoltre deve attrarre la mia curiosità e passare indenne attraverso le grandi manovre della censura pre-pubblicazione del noto dicitore etc etc Angiò di Pallevizze .
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LA STELLA CHE DIVORA IL SUO PIANETA E VIA .......


Per la prima volta è stato osservato un pianeta distrutto dalla sua stella

Per la prima volta è stato osservato un pianeta distrutto dalla sua stella
Per la prima volta è stato osservato un pianeta distrutto dalla sua stella, che giunta alla fine della sua vita si è trasformata in una gigante rossa e lo ha travolto e "ingoiato". La stessa sorte che toccherà alla Terra fra circa 5 miliardi di anni, quando il Sole si trasformerà in una gigante rossa. Descritto sull'Astrophysical Journal Letters da un gruppo di ricerca internazionale, il pianeta è stato divorato dalla sua stella quando questa ha iniziato a espandersi, trasformandosi in una gigante rossa e scagliando nello spazio i suoi gusci più esterni.

Grazie al telescopio Hobby-Eberly, in Texas, gli astronomi hanno scoperto anche un grande pianeta in una orbita molto ellittica intorno alla gigante rossa chiamata BD+48 740, che ha un raggio undici volte più grande rispetto a quello del Sole.

E' stata proprio questa scoperta, insieme alla insolita composizione chimica della stella, la prova che il vecchio astro ha divorato un pianeta. ''Le nostre analisi spettroscopiche rivelano che la gigante rossa contiene un'abnorme quantità di litio, un elemento molto raro creato durante il Big Bang 14 miliardi di anni fa'', ha osservato una delle autrici, Monika Adamow dell'università polacca Niccolò Copernico a Torun. E' raro trovare litio nelle stelle e per questo motivo trovarne addirittura in abbondanza ha meravigliato i ricercatori.

''I teorici hanno identificato solo poche e molto specifiche circostanze nelle quali il litio è presente nelle stelle'', ha rilevato un altro autore della ricerca, l'astronomo Alexander Wolszczan, della università americana Penn State, che è stato anche lo scopritore del primo pianeta esterno al Sistema Solare.

''Nel caso di BD+48740 - ha aggiunto - è probabile che il litio sia stato prodotto mentre la stella digeriva il pianeta''. A confermare che l'abbondanza di litio intorno alla stella è dovuta alla distruzione del pianeta è anche la presenza di un altro pianeta, che ha una massa 1,6 volte quella di Giove e un'orbita insolitamente molto ellittica per un sistema planetario molto evoluto. Poiché le interazioni gravitazionali fra i pianeti sono responsabili di orbite così peculiari, gli astronomi sospettano che il 'tuffo' del pianeta nella stella possa aver dato al pianeta superstite una sferzata di energia che lo ha scagliato in un'orbita così eccentrica. 

fonte - ansa
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Gobekli Tepe, l’incredibile sito archeologico in terra curda, risalente a 12.000 anni fa


Si comincia finalmente a parlare di Gobekli Tepe, l’incredibile sito archeologico
in terra curda, risalente a 12.000 anni fa ! Già da molti archeologi viene definita la Stonehenge d’Asia, e i suoi monoliti stanno facendo impazzire gli studiosi. Vi riporto qui sotto un eloquente e interessantissimo resoconto scritto da Tom Cox.
Per il vecchio pastore curdo era solo un altro giorno caldo che bruciava, nella  pianura orientale della Turchia. Al seguito del suo gregge verso le aride colline, superò l’albero isolato di gelso, che la gente del posto considerava come ‘sacro’. Le campane delle pecore tintinnavano nel silenzio. Poi notò qualcosa. Accovacciato, spazzolò via la polvere e scoprì una strana, grande, pietra oblunga.

L’uomo guardava a sinistra e a destra: c’erano altre pietre rettangolari, piantate nella sabbia. Decise d’informare qualcuno al villaggio, forse le pietre erano importanti.
Il curdo solitario, in quel giorno estivo del 1994, aveva compiuto la più grande scoperta archeologica degli ultimi 50 anni. Altri dicono che aveva fatto la più grande scoperta archeologica di sempre: un sito che ha rivoluzionato il nostro modo di guardare la storia umana, l’origine della religione – e forse anche la verità sul giardino di Eden.
Poche settimane dopo la sua scoperta, la notizia raggiunse i museologi nella antica città di Sanliurfa, dieci miglia a sud-ovest. Essi si misero in contatto con l’Istituto archeologico tedesco di Istanbul. Così, alla fine del 1994, l’archeologo Klaus Schmidt raggiunse il sito di Tepe Gobekli per iniziare gli scavi.
Egli disse: ‘Non appena ho visto le pietre, seppi che, se non me ne andavo immediatamente, sarei rimasto qui per il resto della mia vita.’
Schmidt rimase, e ciò che ha scoperto è sorprendente. Gli archeologi di tutto il mondo sono d’accordo sull’importanza del sito. ‘Gobekli Tepe cambia tutto’, spiega Ian Hodder, della Stanford University.
David Lewis-Williams, docente di archeologia presso l’Università Witwatersrand a Johannesburg, dice: ‘Gobekli Tepe è il più importante sito archeologico del mondo.’
Alcuni vanno oltre e dicono che il sito e le sue implicazioni sono incredibili. Il professore universitario Steve Mithen dice: ‘Gobekli Tepe è troppo straordinario per la mia mente.’
Che cosa ha alimentato e stupito il mondo accademico, solitamente sobrio?
Il sito di Tepe Gobekli è abbastanza semplice da descrivere. Le pietre allungate, scoperte dal pastore, si sono rivelate essere le cime piatte di grandi megaliti a forma di T.  Immaginate versioni più snelle e scolpite delle pietre di Stonehenge o Avebury.
La maggior parte di queste pietre erette sono intagliate con immagini bizzarre e delicate – soprattutto di cinghiali e di anatre, di caccia e selvaggina. Sinuosi serpenti sono un altro motivo. Alcuni dei megaliti mostrano gamberi o leoni. Le pietre sembrano imitare forme umane – alcune hanno ‘braccia’ stilizzate, verso il basso, ai lati. Funzionalmente, il sito sembra essere un tempio, o un sito rituale, come i cerchi di pietra dell’Europa occidentale.
Ad oggi, 45 di queste pietre sono state scavate – disposte in cerchi da cinque a dieci metri di diametro – ma vi sono indicazioni che molto di più c’è da scoprire. Indagini geomagnetiche indicano che ci sono centinaia di altre pietre erette, che aspettano solo di essere scavate.
Se Gobekli Tepe fosse semplicemente questo, sarebbe già un abbagliante sito – una specie di Stonehenge turco.
Diversi fattori unici innalzano però Gobekli Tepe nella stratosfera dell’archeologia – e nel regno del fantastico.
Il primo è la sua età. La datazione al radiocarbonio mostra che il complesso è di almeno12.000 anni fa, forse anche 13.000 anni.
Ciò significa che è stato costruito intorno al 10.000 a.C. A titolo di confronto, Stonehenge è stato costruito nel 3000 a.C. e le piramidi di Giza nel 2500 a.C.
Gobekli è quindi il più antico di tali siti nel mondo, con un ampio margine. E’ così vecchio che precede la vita sedentaria dell’uomo, prima della ceramica, della scrittura, prima di tutto. Gobekli proviene da una parte della storia umana che è incredibilmente lontana, nel profondo passato dei cacciatori-raccoglitori.
Come poterono gli uomini delle caverne costruire qualcosa di così ambizioso? Schmidt pensa che bande di cacciatori si siano riuniti sporadicamente nel sito, durante i decenni di costruzione, vivessero in tende di pelle di animali e uccidessero la selvaggina locale per nutrirsi.
Le molte frecce di selce trovate presso Gobekli giocano a sostegno di questa tesi, ma sostengono anche la datazione del sito.
Questa rivelazione, che i cacciatori-raccoglitori dell’Età della Pietra potrebbero avere costruito qualcosa come Gobekli, cambia radicalmente la nostra visione del mondo, perché mostra che la vita degli antichi cacciatori-raccoglitori, in questa regione della Turchia, era di gran lunga più progredita di quanto si sia mai concepito – incredibilmente sofisticata.
E’ come se divinità scese dal cielo avessero costruito Gobekli con le loro mani.
Qui si arriva alla connessione biblico e al mio coinvolgimento nella storia di Gobekli Tepe.
Circa tre anni fa, incuriosito dai primi scarsi dettagli appresi sul sito, mi recai a Gobekli. Fu un lungo e faticoso viaggio, ma ne valeva la pena.
Torna poi, Il giorno stesso in cui sono arrivato mi sono messo a scavare, gli archeologi stavano scoprendo opere d’arte da restare a bocca aperta. Quando quelle sculture sono apparse, ho capito che ero tra i primi a vederle dopo la fine della glaciazione.
Klaus Schmidt mi ha detto che, a suo parere, questo posto era il sito del biblico giardino di Eden. Più in particolare: ‘Gobekli Tepe è un tempio dell’Eden.’
Per capire come un rispettato accademico della statura Schmidt possa fare una tale affermazione da capogiro, è necessario sapere che molti studiosi vedono l’Eden storia come una leggenda, o allegoria.
Vista in questo modo, la storia dell’Eden, nella Genesi, parla di un’umanità innocente e di un passato di cacciatori-raccoglitori che potevano nutrirsi con la raccolta delle frutta dagli alberi, la caccia e la pesca nei fiumi, e trascorrere il resto del tempo in attività di piacere.
Poi l’uomo ‘precipitò’ in una vita più dura, con la produzione agricola, con la fatica incessante e quotidiana. E sappiamo dalle testimonianze archeologiche che la primitiva agricoltura è stata dura, rispetto alla relativa indolenza della caccia.
Quando avvenne la transizione dalla caccia e dalla raccolta all’agricoltura stanziale, gli scheletri mutarono – per un certo tempo crebbero più piccoli e meno sani, perché il corpo umano si doveva adattare a una dieta più povera di proteine e ad uno stile di vita più faticoso. stesso modo, gli animali da poco addomesticati diventano più piccoli di taglia.
Ciò solleva la questione: perché l’agricoltura fu adottata da tutti? Molte teorie sono state proposte – a partire dalle concorrenze tribali, la pressione della popolazione, l’estinzione di specie animali selvatiche.
Ma Schmidt ritiene che il tempio di Gobekli riveli un’altra possibile causa. ‘Per costruire un posto come questo, i cacciatori devono essersi riuniti in gran numero. Dopo avere finito l’edificio, probabilmente rimasero riuniti per il culto. Ma poi scoprirono che non potevano alimentare tante persone con una regolare attività di caccia e raccolta.
‘Penso, quindi, che abbiano iniziato la coltivazione di erbe selvatiche sulle colline. La religione spinse la gente ad adottare l’agricoltura.’
La ragione per cui tali teorie hanno uno speciale peso è che il passaggio alla produzione agricola è accaduto prima proprio in questa regione. Queste pianure dell’Anatolia sono state la culla dell’agricoltura.
Il primo allevamento di suini addomesticati del mondo era a Cayonu, a sole 60 miglia di distanza. Anche ovini, bovini e caprini sono stati addomesticati per la prima volta nella Turchia orientale. Il frumento di tutto il mondo discende da una specie di Farro – prima coltivata sulle colline vicino a Gobekli. La coltivazione di altri cereali domestici – come segale e avena – è iniziata qui.
Ma c’era un problema per questi primi agricoltori, ed è stato non solo di aver adottato uno stile di vita più dura, anche se in ultima analisi più produttiva. Hanno anche conosciuto una crisi ecologica. In questi giorni il paesaggio che circonda le misteriose pietre di Gobekli è arido e brullo, ma non è stato sempre così. Come le incisioni sulle pietre mostrano – e come resti archeologici rivelano – questa era una volta una ricca regione pastorale.
C’erano mandrie di selvaggina, fiumi ricchi di pesce, e stormi d’uccelli; verdi prati erano inanellati da boschi e frutteti selvatici. Circa 10000 anni fa, il deserto curdo era un ‘luogo paradisiaco’, come dice Schmidt. Quindi, che cosa ha distrutto l’ambiente? La risposta è: l’uomo.
Quando abbiamo iniziato l’agricoltura, abbiamo cambiato il paesaggio e il clima. Quando gli alberi sono stati tagliati, il suolo è stato dilavato via; tutto ciò che l’aratura e la mietitura hanno lasciato era il terreno eroso e nudo. Ciò che era una volta una piacevole oasi è diventata una terra di stress, fatica e rendimenti decrescenti. E così, il paradiso era perduto. Adamo il cacciatore è stato costretto ad allontanarsi dal suo glorioso Eden, come dice la Bibbia.
Naturalmente, tali teorie potrebbero essere respinte in quanto speculazioni. Tuttavia, vi è abbondanza di prove storiche per dimostrare che gli scrittori della Bibbia, quando parlavano dell’Eden, descriveva questo angolo di Anatolia abitato dai Curdi.
Nel Libro della Genesi, è indicato che l’Eden è a ovest dell’Assiria. Gobekli si trova in tale posizione. Allo stesso modo, il biblico Eden è attraversato da quattro fiumi, tra cui il Tigri e l’Eufrate. E Gobekli si trova tra due di questi.
In antichi testi assiri, vi è menzione di un ‘Beth Eden’ – una casa di Eden. Questo piccolo regno era a 50 miglia da Gobekli Tepe.
Un altro libro dell’Antico Testamento parla dei ‘bambini di Eden, che erano in Thelasar’, una città nel nord della Siria, vicino a Gobekli.
La stessa parola ‘Eden’ deriva dal sumerico e significa ‘pianura’; Gobekli si trova nella pianura di Harran.
Così, quando si mette tutto insieme, la prova è convincente. Gobekli Tepe, infatti, è un ‘tempio nell’Eden’, costruito dai nostri fortunati e felici antenati – persone che avevano il tempo di coltivare l’arte, l’architettura e il complesso rituale, prima che il trauma dell’agricoltura rovinasse il loro stile di vita, e devastasse il loro paradiso.
E ‘una splendida e seducente idea. Eppure, ha un sinistro epilogo, dato che la perdita del paradiso sembra aver avuto un effetto strano e abbrutente sulla mente umana.
Pochi anni fa, gli archeologi rinvennero presso Cayonu un mucchio di teschi umani. Essi furono trovati sotto una lastra d’altare, tinta con sangue umano.
Nessuno è sicuro, ma questa può essere la prima prova di sacrifici umani: uno dei più inspiegabili comportamenti umani, che potrebbero avere sviluppato solo di fronte ad un terribile stress sociale.
Gli esperti possono discutere sull’evidenza di Cayonu. Ma quello che nessuno nega che è il sacrificio umano abbia avuto luogo in questa regione, tra la Palestina, Israele e Canaan.
L’evidenza archeologica indica che le vittime erano uccise in enormi fosse di morte, i bambini erano sepolti vivi in vasi, altri erano bruciati in grandi giare di bronzo.
Questi atti sono quasi incomprensibili, a meno che non si pensi che la gente aveva imparato a temere le divinità, perché era stata scacciata dal paradiso. Così avrebbe cercato di propiziare la collera dei cieli.
Questa barbarie potrebbe, infatti, essere la chiave di soluzione di un ultimo, sconcertante mistero. I sorprendenti fregi di pietre di Gobekli Tepe si sono conservati intatti per uno strano motivo.
Molto tempo fa, il sito fu deliberatamente e sistematicamente sepolto con un colossale lavoro insieme a tutte le sue meravigliose sculture di pietra.
Intorno al 8000 a.C., i creatori di Gobekli seppellirono la loro realizzazione e il loro glorioso tempio sotto migliaia di tonnellate di terra, creando le colline artificiali sulle quali il pastore curdo camminava nel 1994.
Nessuno sa perché Gobekli fu sepolto. Forse fu una sorta di penitenza: un sacrificio alla divinità della collera, che aveva gettato via il paradiso dei cacciatori. Forse fu per la vergogna della violenza e dello spargimento di sangue che il culto della pietra aveva contribuito a provocare.
Qualunque sia la risposta, i parallelismi con la nostra epoca sono notevoli. Quando contempliamo una nuova era di turbolenza ecologica, pensiamo che forse le silenziose, buie, pietre vecchie di 12000 di Tepe Gobekli stanno cercando di parlare con noi, per metterci in guardia, perché stanno proprio dove abbiamo distrutto il primo Eden.
http://mysterium.blogosfere.it/
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Un'incredibile scoperta per una data inquietante

catastrofe terrestre nel passato
Fonte: Climatrix
All'interno dell'autorevole rivista americana Science è stata pubblicata negli ultimi giorni una notizia che farà parlare di se' a lungo. Un'equipe di scienziati della Oregon University grazie a recenti studi paleografici ha rintracciato milioni di nano-diamanti (dell'ordine di grandezza di un milionesimo di millimetro) all'interno di rocce, databili attorno al 10900 a.C., appartenenti ad una fascia di terra che dall'Arizona al South Carolina risale il nord America sino agli stati canadesi dell'Alberta e di Manitoba. La particolarità di questi minerali è che la loro formazione può essere prodotta solo a causa di altissime temperature ed altissima pressione. Condizioni che possono essere paragonate a quelle prodotte dall'esplosione di migliaia di bombe atomiche.

La giustificazione per questo evento è stata attribuita ad una violenta pioggia di meteoriti che si abbattè sul pianeta circa 13000 anni fa, dando in una successiva fase il via ad una lunga era glaciale.
Questo catastrofico evento dovrebbe esser stato la causa dell'estinzione di molti grandi mammiferi, fra cui i mammut che rimangono l'unico esemplare sempre menzionato, e la dissoluzione di antiche civiltà di cui vengono ritrovate ancora numerose tracce.
Il dato che più ci interessa è che il periodo di tempo che va dal 10000 all'11000 a. C. era in diverse misure già stato indagato da numerosi scienziati, molti dei quali additati come fanta-scienziati, fanta-archeologi, fra tutti Graham Hancock, che attraverso studi archeologici e astronomici aveva scoperto come la data 10500 a.C. fosse stata impressa nella costruzione di antichi grandi templi ed opere megalitiche, quasi a rimarcarne l'importanza, a tramandarne il segreto o forse la memoria.
Cosa ci sia di importante dietro questa data, a parte il valore simbolico che essa può evocare, rimane ancora fra i più grandi misteri irrisolti dell'archeologia contemporanea, pur sempre augurandoci di non scoprire un giorno, magari in ritardo, che il messaggio nascosto da quella data fosse quello di un monito, magari basato su eventi cicli di carattere astronomico o geologico, che potrebbero radicalmente trasformare il mondo in cui viviamo.

Sia nel caso si tratti di un dato collegabile alla precessione degli equinozi, o il vicino passaggio di un pianeta o di uno sciame meteorico il tutto potrebbe forse essere spiegato un giorno dall'evoluzione di questo filone di ricerche scientifiche, eppure vi è qualcuno che evoca, magari traendo spunto da antiche saghe, leggende o miti, la memoria di un'antica guerra fra superpotenze, superciviltà dell'antichità, capaci di produrre tecnologie estremamente complesse (vedi ad esempio i Vimana indiani) ed evidentemente capaci di autodistruggersi completamente lasciando sepolti, forse per sempre, i loro segreti e la loro storia.
Probabilmente gli uomini non sono ancora pronti per vagliare razionalmente, ma soprattutto verificare tali voci che, pertanto, al pari di molte altre, rimangono relegate nel fantastico regno della mitologia, anche se a volte la verità e la realtà sono molto distanti da quello che vediamo, viviamo, sperimentiamo o pensiamo di sapere.


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