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rubrica che riedita articoli trovati sul web che abbiano un qualcosa di interessante in sè
a cura di a.s.s.m.

Scoperto un pianeta di diamante nella Via Lattea

la domanda è da chi è abitato e come si chiamano questi probabili nativi ?


E’ composto da carbonio e ossigeno, si trova a 4 mila anni luce dalla Terra
Nella Via Lattea, a circa 4.000 anni luce dalla Terra, c’é un diamante immenso: è un pianeta dalla massa più grande di Giove, fatto interamente di questa gemma. La scoperta, preziosa, è proprio il caso di dirlo, è annunciata su Science da un gruppo internazionale al quale partecipa l’Italia con Osservatorio di Cagliari dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e università di Cagliari.

Il pianeta è circa 20 volte più denso di Giove e orbita intorno a una stella morta, della quale resta solo il nucleo densissimo: è una pulsar millisecondo che ruota a una velocità incredibile, compiendo circa 173 giri su se stessa ogni secondo. A differenza di Giove, il pianeta di diamante non è fatto di idrogeno ed elio ma di carbonio e ossigeno, allo stato cristallino.
Il pianeta è affascinante non solo per la sua composizione, ma per la sua storia: si pensa che in passato sia stato una stella massiccia, che si è trasformata in un pianeta. La materia gassosa della stella, secondo i ricercatori, sarebbe stata travasata per oltre il 99,9% verso la pulsar durante un processo, ormai concluso, che ha riaccelerato la pulsar fino all’elevatissimo ritmo di rotazione attuale. “In quella fase la pulsar doveva essere una potente sorgente di raggi X, con caratteristiche simili alle cosiddette Binarie a raggi-X Ultra Compatte di Piccola Massa, di cui PSR J1719-1438 e il pianeta compagno dovrebbero dunque rappresentare dei discendenti”, ha spiegato Andrea Possenti, direttore dell’Osservatorio di Cagliari e fra gli autori della ricerca con Marta Burgay, Nichi D’Amico e Sabrina Milia (D’Amico e Milia insegnano anche all’università di Cagliari).
Secondo lo studio, coordinato dall’università australiana Swinburne University of Technology, il pianeta impiega solo 2 ore e 10 minuti per ruotare intorno alla pulsa. Ha una massa di poco superiore a quella di Giove, ma un raggio inferiore alla metà rispetto. Ciò fa supporre che la densità del pianeta sia molto più elevata di Giove. Sono state queste evidenze che hanno fatto concludere ai ricercatori che il pianeta dovrebbe essere composto in gran parte di carbonio e di ossigeno allo stato cristallino e che dovrebbe avere dunque una struttura simile a un diamante.
Fonte - Ansa, 25 Agosto 2011

ora che si sa' è pevisto una massiccia richiesta di viaggi stellari

e anche

Cosmo/ SCOPERTO IL PIANETA “GIOIELLO”: DIAMANTI COME MONTAGNE

praticamente il paradiso dei gioielieri

diamanti 1 250x210 Cosmo/ SCOPERTO IL PIANETA GIOIELLO: DIAMANTI COME MONTAGNE

Dista 1.200 anni luce dalla terra ed un gigante di gas con un’atmosfera satura quasi completamente di carbonio, gas metano ed enormi diamanti al posto di rocce e montagne. Lo hanno scoperto gli astronomi della University of Central Florida. La quasi totale mancanza di ossigeno nell’atmosfera di questo gigante dello spazio e la presenza massiccia di carbonio fanno supporre ai ricercatori guidati da Joseph Harrington che tutto il corpo celeste sia composto da carbonio purissimo, nella forma di grafite o diamante. Il team ha condotto le proprie ricerche usando il Nasa Spitzer Space Telescope, grazie al quale ha misurato gli infrarossi emessi dal pianeta WASP-12b mentre passava dietro la stella intorno alla quale gira, nel bel mezzo di un’eclissi. La presenza di carbonio potrebbe far ipotizzare anche la presenza di forme di vita elementari, ma gli astronomi americani sono scettici. Il Pianeta “diamante” non è abbastanza freddo: l’orbita è così prossima al suo sole che un anno dura appena 26 ore e la temperatura può raggiungere i 4.700 gradi Fahrenheit.

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SCOPERTA TOMBA ANOMALA PRESSO LA PIRAMIDE DEL SOLE A VISOKO



Il 22 luglio è stata scoperta una tomba, di una tipologia mai vista prima, all’interno di uno dei tunnel Ravne nei pressi della Piramide del Sole del famoso gruppo di piramidi scoperte nel 2005 a Visoko (Bosnia-Erzegovina).
La Fondazione Bosniaca (Archaeological Park: Bosnian Pyramid of the Sun), che cura gli scavi sulle piramidi a Visoko, si avvale da poco più di un anno della collaborazione di un gruppo italiano di ricerca (SB Research Group) capitanato dal Prof. De Bertolis dell’università di Trieste.


Ricostruzione prospettiva indicativa della tomba scoperta

La settimana scorsa la redazione di Runa Bianca è stata contattata dal Prof. De Bertolis per avvalersi della collaborazione dell’Arch. Vincenzo Di Gregorio e di alcune apparecchiature tra cui anche un georadar sofisticato costruito nelle officine di Pisa.
Già in passato negli stessi luoghi altri avevano tentato di scandagliare con dei georadar il terreno, ma con poca fortuna. Grazie invece al georadar in dotazione e con l’esperienza di Di Gregorio si è riusciti ad individuare un’anomalia posta sotto il piano di calpestio di un tratto dei tunnel Ravne.
Ad un primo esame la struttura rilevata potrebbe essere una sepoltura composta da due corpi posti a profondità differenti: il primo a 1, 5 metri di profondità ed il secondo a 3 metri. Due camere sovrapposte interamente in pietra con una morfologia simile a due rombi, al loro interno il tracciato del georadar mostra delle aree bianche corrispondenti ad aria. Si può presumere la presenza di due salme sospese nel mezzo. Le dimensioni delle sepolture risultano essere quelle canoniche di 1 x 2 metri circa. La profondità dell’intero complesso però arriva a circa 4, 3 metri.


Tracciato georadar della tomba

Gli scavi sono iniziati il 25 luglio e sono tutt’ora in corso. Se venisse accertato che la struttura sia realmente una sepoltura doppia sarebbe un unicum nella storia dell’archeologia. La struttura a “rombi” contrapposti evidenziata dal tracciato del georadar, e illustrata da uno schizzo prospettico 3D indicativo, non è stata sinora mai osservata in un complesso funerario. Poiché la metodologia di sepoltura è strettamente connessa alla cultura del popolo che l’ha creata, questa particolarissima tomba potrebbe gettare luce su un periodo storico poco conosciuto e addirittura su di un popolo probabilmente ancora sconosciuto.
Da studi effettuati con tecniche non invasive dallo staff della redazione della rivista Runa Bianca è emerso altresì che la tomba è intatta, e quindi se arricchita da un corredo funerario, lo stesso è in loco esattamente come è stato messo dai suoi costruttori. Lo studio del corredo funerario servirà, forse per la prima volta, per ottenere importantissime informazioni sugli utilizzatori dei tunnel di Ravne, del loro periodo, della loro cultura e della loro religione, che si sospetta fosse legata al culto della madre terra e per questo avessero scelto dei tunnel per deporre i loro personaggi di maggior spicco.
Ai primi di Settembre a Sarajevo verranno comunicati i risultati dei lavori effettuati quest’anno presso le piramidi bosniache.

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Le Tavole del Michigan

Reperti estremamente controversi, la cui antichità viene sistematicamente messa in dubbio perchè... ......esse rappresenterebbero la prova inconfutabile che, il continente Americano è stato colonizzato da antichi e scomodi navigatori ben prima della "scoperta" di Colombo. Queste Tavole in argilla, ardesia o rame, erano state estratte a migliaia, da tombe di età preistorica attribuite ad "indiani", nei dintorni di Detroit nel Michigan tra il 1874 ed il 1915. Tutte le tavole recavano motivi ebraico -cristiani ed iscrizioni in una lingua sconosciuta. Gli animali effigiati, mammuth, elefanti indiani, ed i tratti orientaleggianti degli uomini,sollevarono parecchi dubbi sul fatto che queste tavole fossero realmente originarie del continente americano.La delusione degli scopritori fu veramente grande, infatti gli studiosi non pensarono neppure per un istante a sottoporre i reperti ad un'accurata analisi; si limitarono a decretare la loro falsità.


Il diluvio universale, l'arca di Noè, la salvezza e la nuova civiltà.


Infatti quando nel 1890 vennero mostrate alcune foto dei reperti ad un antropologo dell'università della Pennsylvania, Morris Jastrow, questi sbrigativamente liquidò la faccenda asserendo che:... L'unico elemento che salta agli occhi, di queste tavole, è l'elemento dilettantesco delle incisioni che in gran parte sono un'orribile miscuglio di iscrizioni fenicie, egizie, greche ed inintelleggibili perchè sconosciute, messe insieme alla rinfusa, come un dizionario multilingue.

Inutile fu la difesa degli scopritori ormai, i reperti erano bollati come falsi, e rapidamente entrarono nell'oblio condannati dall'ignoranza accademica. Alcuni coraggiosi personaggi come Daniel Soper. ex segretario di stato del Michigan o il pastore James Savage, indignati da questo atteggiamento, iniziarono a collezionare migliaia di tavole. per poterle tramandare ai posteri.


Gli strani simboli,ANGELI e la scrittura che per alcuni tratti assomiglia ai geroglifici egizi con la N e la T. La suddivisione del Cerchio in TREDICI sezioni che se rappresenta lo zodiaco, è forse un ricordo dell'OFIUCO? La numerazione è estremamente elementare infatti si nota con andamento antiorario all'inizio di ogni sezione un puntino poi due ,tre ecc...fino a tredici. I copricapo delle teste raffigurate mi fanno venire in mente gli stessi incisi su alcuni reperti tratti dalle grotte di BURROWS. Nella foto a destra, in alto al centro è presente lo stesso simbolo ricorrente anche sulle altre tavole.


Alcuni decenni dopo, la ricercatrice Henriette Mertz sottopose le tavole del Michigan ad un'accurata analisi. La Mertz, esperta dei contatti precolombiani, voleva dimostrare una volta per tutte che, con metodo scientifico, che si trattava di falsi, ma non c'è riuscita; anzi al contrario dopo svariati anni di studio, la ricercatrice si è convinta dell'autenticità delle tavole che a suo avviso erano opera di profughi cristiani fuggiti dopo la caduta dell'impero romano nel 312 d.C. e rifugiatisi sul continente americano.











Le collezioni Soper e Savage sono andate a finire secondo un ricercatore americano Evan Hansen in mano dei Mormoni Dell'Utah e dovrebbe trattarsi di ben 1540 tavole (come si evince anche dalla lettera inviata nel 1993 al professor Emilio Spedicato dell'università di Bergamo, da parte di Glen Leonard. foto sopra). Hansen afferma che nel caso venisse divulgata l'esistenza delle "Tavole del Michigan" e qualora venissero decifrate le iscrizioni , sarebbe allora possibile svelare le radici storiche delle tavole stesse, che sarebbe da ricercare in una catastrofe di natura cosmica, che avrebbe messo in ginocchio l'intero pianeta. A riprova di questa tesi fa notare che sulle tavole compare in maniera ricorrente, la storia dell'arca di Noè e che vengono raffigurati diluvi ed inondazioni, nonchè impatti di asteroidi. Ed è appunto logico pensare che il Diluvio della Bibbia, sia stato provocato dalla caduta di un grosso meteorite.

Fonte: http://www.misteromania.it/tavole/michigan.htm

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