mistero ---------- orrore ---------raccapriccio -------- terrore ------- paura ? ---------- strizza -------
Erszébet Báthory, la contessa sanguinaria
e' stata la piu grande serial killer
dal web
Sono passati 500 anni dagli eventi narrati qui' ,ma il ricordo della figura della protagonista,la nobildonna Elizabeth Bathory,è ancora tremendamente viva nell’immaginario collettivo del popolo d’Ungheria,paese che le diede in natali nel 1560,da essere ricordata nelle storie serali che si raccontano ai bambini per farli spaventare ed andare a letto senza domande.
E’ la storia di una donna dissoluta,bella e crudele,che è passata alla storia con il soprannome di contessa Dracula.
Eppure la sua infanzia era stata segnata da una vita tranquilla,nella tenuta del padre,Gyrgy,che non aveva risparmiato a quella sua strana figlia un’istruzione degna di una principessa.
Ma la sua vita cambiò radicalmente il giorno in cui morì improvvisamente suo padre,e la ragazzina venne proiettata nel mondo degli adulti,promessa sposa del conte Ferencz Nádasdy,che sposò a soli 15 anni.
Trasportata in una realtà differente da quella della sua infanzia,la ragazza crebbe covando odio e risentimento soprattutto nei confronti della suocera,Orsola,e detestando l’atmosfera cupa e opprimente del castello,che si animava solo quando rientrava,da qualche campagna di guerra,il castellano padre del conte Ferencz e marito di Orsola,Tomas.
Il matrimonio comunque si fece,e i festeggiamenti durarono un mese,mese in cui la ragazza sembrò riacquistare vitalità.
Ma fu una breve illusione,perché ben presto il conte Ferencz fu costretto a seguire il padre in battaglia.
La solitudine,il sentirsi lontana da casa,la mancanza di affetti crearono ben presto problemi alla fragile psiche della ragazza,che ben presto rivolse un’ossessiva attenzione al suo corpo e alla cura della sua comunque notevole bellezza.
Passava le giornate davanti allo specchio,in compagnia delle sue damigelle,che tiranneggiava in ogni modo,costringendole a cambi frequenti di vestiti.
Contemporaneamente Elizabeth impiantò un piccolo laboratorio,nel quale sperimentava strane pozioni,distillati di erbe che avrebbero dovuto servirle a conservare la sua superba bellezza.
Ben presto iniziò a provare un insano piacere nel torturare le ragazze della sua servitù;le puniva sempre più duramente ad ogni piccola mancanza,le frustava senza pietà,arrivando a cucire la bocca di una di loro con il fil di ferro solo perché aveva osato lamentarsi.
Il germe della pazzia fece capolino ben presto nella sua vita;non bisogna dimenticare che nella famiglia di Elizabeth,a causa di ripetuti matrimoni tra consanguinei,si erano sviluppate tare ereditarie che avevano portato i suoi prossimi parenti a sviluppare malattie mentali e epilessia.
Anche Elizabeth soffriva di crisi epilettiche,durante le quali diventava violentissima;le punizioni verso le malcapitate domestiche diventarono più brutali.
Ma l’improvvisa morte della suocera,Orsola,sembrò cambiare in meglio le cose.
Elizabeth ebbe un figlio,e subito dopo un’ altro.
Ora era libera dalle attenzioni che le riservava la suocera,e iniziò a frequentare la corte,passando la vita fra divertimenti e feste.
Ben presto però la pazzia tornò a fare capolino,e la donna ne divenne preda sempre più frequentemente,con esiti fatali.
Aiutata dal nano Ficzkó,un essere deforme e infido come una serpe,Elizabeth iniziò a punire con torture inenarrabili le sventurate vittime che facevano parte della servitù.
Alle ragazze venivano imposte torture abiette;alcune venivano cosparse di miele e legate agli alberi della foresta,dove venivano sbranate dagli animali selvatici,altre,le più sfortunate,venivano mutilate nel corpo,con particolare predilezione per i genitali;spesso venivano a loro strappate le labbra della vagina,o bruciato il pube con tizzoni ardenti.
Le damigelle della contessa svanivano nel nulla,e ben presto si dovette ricorrere alla loro sostituzione con ragazze dei villaggi vicini.
Villaggi poverissimi,dai quali le ragazze erano ben felici di scappare,attratte dalla possibilità di pasti caldi e di una vita meno miserabile,nonostante la sinistra fama che iniziava a circondare Elizabeth.
Gli orrori del castello divennero inimmaginabili;la contessa torturava e uccideva,sadicamente,le ragazze del suo seguito,che erano tutte,indistintamente,marchiate in qualche modo dalla crudele contessa.
Era un campionario d’orrori senza fine,nella quale Elizabeth,aiutata da tre megere,sfogava la sua pazzia sulle inermi vittime.
All’improvviso il conte morì,e nel castello,per qualche giorno,tornò la calma.
La contessa apparve in pubblico algida e bianchissima,diafana nel suo candore di pelle,vestita di nero,ma elegantissima.
Nel frattempo nei villaggi vicini i genitori delle ragazze a servizio della contessa iniziarono a sospettare che le alle loro figlie,che non vedevano da molto,fosse accaduto qualcosa.
Venne incaricato un parroco di un villaggio, András Berthony,di informarsi sulla loro sorte.
Padre Berthony apprese così che molte ragazze erano morte vittime di una misteriosa epidemia che le aveva colpite;le ragazze,visitate da un medico compiacente che ne aveva stilato falsi certificati di morte,erano state seppellite in fretta e furia.
Un giorno,casualmente,Elizabeth si punse;fu come se una diga avesse ceduto,e la pazzia esplose totale e senza freni.
Da quel momento la contessa non solo torturò le ragazze del suo seguito,ma iniziò a dissanguarle;il sangue delle povere vittime veniva raccolto in una vasca,nella quale Elizabeth si immergeva giornalmente,per fermare il tempo che inesorabilmente iniziava a mostrare i suoi effetti sul corpo.
Le torture e gli assassini diventarono ben presto una triste routine,e nei villaggi attorno al castello della contessa iniziarono a girare voci incontrollate su quello che effettivamente vi accadeva;il risultato fu che in un breve arco di tempo non si trovò più nessuna ragazza disposta a lavorare per la contessa.
Che smaniava, in preda alla pazzia,alla ricerca di giovani vittime.
Ma,nonostante la promessa di stipendi altissimi,non si trovò più nessuna ragazza,e così Ficzkó,il nano pervertito,venne mandato più lontano,con esiti ugualmente negativi.
A questo punto alla sinistra coppia venne un’idea:perché non reclutare le vittime tra la nobiltà decaduta del circondario?
Un gruppo di una ventina di giovani aristocratiche arrivò al castello,ma rapidamente la contessa,sempre più smaniosa di sangue,le ammazzò tutte.
Così Ficzkò fu costretto a rapire delle giovani contadine,che vestiva con abiti lussuosi per far credere alla contessa che fossero giovani nobili.
L’espediente funzionò,per un certo periodo.
Per ingannare meglio la contessa,Ficzkò,con l’aiuto di una spregevole megera, Majorova,prese l’abitudine di dar da mangiare,alle povere contadine,che venivano da famiglie poverissime,e quindi portavano sul corpo i segni della fame,i cadaveri delle loro sventurate compagne.
Nel frattempo però la stella della contessa iniziava lentamente ma inesorabilmente a declinare.
L’ingente patrimonio che le aveva lasciato il marito era stato in pratica dilapidato,e a nulla era valso il tentativo di Elizabeth di rivolgersi ai facoltosi parenti del marito.
Trovò dappertutto porte chiuse,da parte di una nobiltà che ormai sapeva tutto sugli orrendi rituali di Elizabeth, che nascondeva la testa,non osando denunciare una nobile come loro.
Le cose cambiarono radicalmente di li a poco.
Sul trono d’Ungheria salì Mattia II,sovrano giusto e illuminato,alle cui orecchie arrivarono gli echi della storia della terribile contessa.
Il re decise di inviare un suo emissario per svolgere un’inchiesta rigorosa.
Così Megyery,inviato del re,giunse assolutamente inaspettato nel castello della contessa,il giorno dopo una festa;incurante delle grida di Elizabeth, Megyery ispezionò il luogo,e con raccapriccio vide scene terrificanti.
All’interno delle segrete,si rinvenne la stanza delle torture,praticamente dipinta con il sangue delle povere vittime;c’era ancora una tinozza piena del sangue di alcune sventurate,oltre ad una vasta collezione di lame affilate,strumenti di tortura e altri abomini.
All’interno delle celle vennero trovate alcune ragazze,per la maggior parte morte.
Solo poche e erano vive,e raccontarono l’incubo che avevano vissuto.
Vivevano incatenate,in attesa di essere sgozzate;per cibarle era stato dato loro il corpo di una ragazza morta,poi di un’altra,poi di un’altra ancora……
Megyery ,sconvolto dall’orrore,non perse tempo,arrestò la contessa e la mandò in prigione,ignorando i suoi strepiti.
Il processo a Elizabeth Bathory si svolse il 2 gennaio 1611,in un’Ungheria carica di tensione.
Dopo 4 giorni era già finito,con la condanna al rogo delle megere che avevano aiutato la contessa e con la decapitazione dell’infame nano.
Elizabeth venne condannata alla reclusione a vita nel suo castello,dove venne imprigionata in una cella costruita per l’occasione,grande non più di due metri,con un letto e una piccola fessura per introdurre il cibo.
Murata viva,visse per tre anni e qualche giorno.
Una mattina il suo carceriere,che trovò il piatto del cibo intatto,entrò nella cella e trovò la contessa,vestita di tutto punto e agghindata a festa,morta sul suo letto.
Indagini successive stabilirono che le vittime della follia della contessa Dracula erano state in totale,almeno seicentoquindici.
Di moltissime vittime ovviamente non venne mai ritrovato il corpo,e la contessa Bathory passò alla storia con il triste primato di più grande serial killer femminile della storia.
testo e traduzione di " Countess bathory " dei venom
Erszébet Báthory, la contessa sanguinaria
e' stata la piu grande serial killer
dal web
Sono passati 500 anni dagli eventi narrati qui' ,ma il ricordo della figura della protagonista,la nobildonna Elizabeth Bathory,è ancora tremendamente viva nell’immaginario collettivo del popolo d’Ungheria,paese che le diede in natali nel 1560,da essere ricordata nelle storie serali che si raccontano ai bambini per farli spaventare ed andare a letto senza domande.
E’ la storia di una donna dissoluta,bella e crudele,che è passata alla storia con il soprannome di contessa Dracula.
Eppure la sua infanzia era stata segnata da una vita tranquilla,nella tenuta del padre,Gyrgy,che non aveva risparmiato a quella sua strana figlia un’istruzione degna di una principessa.
Ma la sua vita cambiò radicalmente il giorno in cui morì improvvisamente suo padre,e la ragazzina venne proiettata nel mondo degli adulti,promessa sposa del conte Ferencz Nádasdy,che sposò a soli 15 anni.
Trasportata in una realtà differente da quella della sua infanzia,la ragazza crebbe covando odio e risentimento soprattutto nei confronti della suocera,Orsola,e detestando l’atmosfera cupa e opprimente del castello,che si animava solo quando rientrava,da qualche campagna di guerra,il castellano padre del conte Ferencz e marito di Orsola,Tomas.
Il matrimonio comunque si fece,e i festeggiamenti durarono un mese,mese in cui la ragazza sembrò riacquistare vitalità.
Ma fu una breve illusione,perché ben presto il conte Ferencz fu costretto a seguire il padre in battaglia.
La solitudine,il sentirsi lontana da casa,la mancanza di affetti crearono ben presto problemi alla fragile psiche della ragazza,che ben presto rivolse un’ossessiva attenzione al suo corpo e alla cura della sua comunque notevole bellezza.
Passava le giornate davanti allo specchio,in compagnia delle sue damigelle,che tiranneggiava in ogni modo,costringendole a cambi frequenti di vestiti.
Contemporaneamente Elizabeth impiantò un piccolo laboratorio,nel quale sperimentava strane pozioni,distillati di erbe che avrebbero dovuto servirle a conservare la sua superba bellezza.
Ben presto iniziò a provare un insano piacere nel torturare le ragazze della sua servitù;le puniva sempre più duramente ad ogni piccola mancanza,le frustava senza pietà,arrivando a cucire la bocca di una di loro con il fil di ferro solo perché aveva osato lamentarsi.
Il germe della pazzia fece capolino ben presto nella sua vita;non bisogna dimenticare che nella famiglia di Elizabeth,a causa di ripetuti matrimoni tra consanguinei,si erano sviluppate tare ereditarie che avevano portato i suoi prossimi parenti a sviluppare malattie mentali e epilessia.
Anche Elizabeth soffriva di crisi epilettiche,durante le quali diventava violentissima;le punizioni verso le malcapitate domestiche diventarono più brutali.
Ma l’improvvisa morte della suocera,Orsola,sembrò cambiare in meglio le cose.
Elizabeth ebbe un figlio,e subito dopo un’ altro.
Ora era libera dalle attenzioni che le riservava la suocera,e iniziò a frequentare la corte,passando la vita fra divertimenti e feste.
Ben presto però la pazzia tornò a fare capolino,e la donna ne divenne preda sempre più frequentemente,con esiti fatali.
Aiutata dal nano Ficzkó,un essere deforme e infido come una serpe,Elizabeth iniziò a punire con torture inenarrabili le sventurate vittime che facevano parte della servitù.
Alle ragazze venivano imposte torture abiette;alcune venivano cosparse di miele e legate agli alberi della foresta,dove venivano sbranate dagli animali selvatici,altre,le più sfortunate,venivano mutilate nel corpo,con particolare predilezione per i genitali;spesso venivano a loro strappate le labbra della vagina,o bruciato il pube con tizzoni ardenti.
Le damigelle della contessa svanivano nel nulla,e ben presto si dovette ricorrere alla loro sostituzione con ragazze dei villaggi vicini.
Villaggi poverissimi,dai quali le ragazze erano ben felici di scappare,attratte dalla possibilità di pasti caldi e di una vita meno miserabile,nonostante la sinistra fama che iniziava a circondare Elizabeth.
Gli orrori del castello divennero inimmaginabili;la contessa torturava e uccideva,sadicamente,le ragazze del suo seguito,che erano tutte,indistintamente,marchiate in qualche modo dalla crudele contessa.
Era un campionario d’orrori senza fine,nella quale Elizabeth,aiutata da tre megere,sfogava la sua pazzia sulle inermi vittime.
All’improvviso il conte morì,e nel castello,per qualche giorno,tornò la calma.
La contessa apparve in pubblico algida e bianchissima,diafana nel suo candore di pelle,vestita di nero,ma elegantissima.
Nel frattempo nei villaggi vicini i genitori delle ragazze a servizio della contessa iniziarono a sospettare che le alle loro figlie,che non vedevano da molto,fosse accaduto qualcosa.
Venne incaricato un parroco di un villaggio, András Berthony,di informarsi sulla loro sorte.
Padre Berthony apprese così che molte ragazze erano morte vittime di una misteriosa epidemia che le aveva colpite;le ragazze,visitate da un medico compiacente che ne aveva stilato falsi certificati di morte,erano state seppellite in fretta e furia.
Un giorno,casualmente,Elizabeth si punse;fu come se una diga avesse ceduto,e la pazzia esplose totale e senza freni.
Da quel momento la contessa non solo torturò le ragazze del suo seguito,ma iniziò a dissanguarle;il sangue delle povere vittime veniva raccolto in una vasca,nella quale Elizabeth si immergeva giornalmente,per fermare il tempo che inesorabilmente iniziava a mostrare i suoi effetti sul corpo.
Le torture e gli assassini diventarono ben presto una triste routine,e nei villaggi attorno al castello della contessa iniziarono a girare voci incontrollate su quello che effettivamente vi accadeva;il risultato fu che in un breve arco di tempo non si trovò più nessuna ragazza disposta a lavorare per la contessa.
Che smaniava, in preda alla pazzia,alla ricerca di giovani vittime.
Ma,nonostante la promessa di stipendi altissimi,non si trovò più nessuna ragazza,e così Ficzkó,il nano pervertito,venne mandato più lontano,con esiti ugualmente negativi.
A questo punto alla sinistra coppia venne un’idea:perché non reclutare le vittime tra la nobiltà decaduta del circondario?
Un gruppo di una ventina di giovani aristocratiche arrivò al castello,ma rapidamente la contessa,sempre più smaniosa di sangue,le ammazzò tutte.
Così Ficzkò fu costretto a rapire delle giovani contadine,che vestiva con abiti lussuosi per far credere alla contessa che fossero giovani nobili.
L’espediente funzionò,per un certo periodo.
Per ingannare meglio la contessa,Ficzkò,con l’aiuto di una spregevole megera, Majorova,prese l’abitudine di dar da mangiare,alle povere contadine,che venivano da famiglie poverissime,e quindi portavano sul corpo i segni della fame,i cadaveri delle loro sventurate compagne.
Nel frattempo però la stella della contessa iniziava lentamente ma inesorabilmente a declinare.
L’ingente patrimonio che le aveva lasciato il marito era stato in pratica dilapidato,e a nulla era valso il tentativo di Elizabeth di rivolgersi ai facoltosi parenti del marito.
Trovò dappertutto porte chiuse,da parte di una nobiltà che ormai sapeva tutto sugli orrendi rituali di Elizabeth, che nascondeva la testa,non osando denunciare una nobile come loro.
Le cose cambiarono radicalmente di li a poco.
Sul trono d’Ungheria salì Mattia II,sovrano giusto e illuminato,alle cui orecchie arrivarono gli echi della storia della terribile contessa.
Il re decise di inviare un suo emissario per svolgere un’inchiesta rigorosa.
Così Megyery,inviato del re,giunse assolutamente inaspettato nel castello della contessa,il giorno dopo una festa;incurante delle grida di Elizabeth, Megyery ispezionò il luogo,e con raccapriccio vide scene terrificanti.
All’interno delle segrete,si rinvenne la stanza delle torture,praticamente dipinta con il sangue delle povere vittime;c’era ancora una tinozza piena del sangue di alcune sventurate,oltre ad una vasta collezione di lame affilate,strumenti di tortura e altri abomini.
All’interno delle celle vennero trovate alcune ragazze,per la maggior parte morte.
Solo poche e erano vive,e raccontarono l’incubo che avevano vissuto.
Vivevano incatenate,in attesa di essere sgozzate;per cibarle era stato dato loro il corpo di una ragazza morta,poi di un’altra,poi di un’altra ancora……
Megyery ,sconvolto dall’orrore,non perse tempo,arrestò la contessa e la mandò in prigione,ignorando i suoi strepiti.
Il processo a Elizabeth Bathory si svolse il 2 gennaio 1611,in un’Ungheria carica di tensione.
Dopo 4 giorni era già finito,con la condanna al rogo delle megere che avevano aiutato la contessa e con la decapitazione dell’infame nano.
Elizabeth venne condannata alla reclusione a vita nel suo castello,dove venne imprigionata in una cella costruita per l’occasione,grande non più di due metri,con un letto e una piccola fessura per introdurre il cibo.
Murata viva,visse per tre anni e qualche giorno.
Una mattina il suo carceriere,che trovò il piatto del cibo intatto,entrò nella cella e trovò la contessa,vestita di tutto punto e agghindata a festa,morta sul suo letto.
Indagini successive stabilirono che le vittime della follia della contessa Dracula erano state in totale,almeno seicentoquindici.
Di moltissime vittime ovviamente non venne mai ritrovato il corpo,e la contessa Bathory passò alla storia con il triste primato di più grande serial killer femminile della storia.
testo e traduzione di " Countess bathory " dei venom
http://it.wikipedia.org/wiki/Erzs%C3%A9bet_B%C3%A1thory
http://paultemplar.wordpress.com/2008/03/27/elizabeth-bathoryuna-storia-orrenda/
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