I MISTERI DEL VANGELO DI TOMMASO
Nel 1945, a Nag-Hammadi, in Egitto, in alcune anfore di terracotta, assieme a diversi altri manoscritti antichi, venne fatto un sorprendente ritrovamento. In quell’anno è stato ritrovato il testo intero del vangelo di Tommaso. Si tratta di un testo di cui fino a quel momento si conoscevano solo il nome scritto nei documenti dei primi cristiani e pochi altri frammenti ritrovati.
Il vangelo di Tommaso non è diviso in capitoli, ma in 114 “logia”, o pensieri compiuti. Infatti, per “logia”, al singolare “logion”, si intende un unico detto o pensiero che si trova nel libretto. La maggioranza di questi “logia” sono estremamente brevi. Nel logion 12, Gesù dice ai discepoli di rivolgersi a Giacomo detto “il Giusto” dopo la sua “partenza”, o morte. Al di là del senso di questa dichiarazione, questo “logion” presupporrebbe che Giacomo detto “il Giusto” era ancora vivo quando il testo venne scritto e diffuso inizialmente. Non avrebbe avuto nessun senso dire ai discepoli di rivolgersi ad un uomo morto da secoli. Si ritiene che Giacomo il Giusto sia stato ucciso a Gerusalemme nel 62 d.C. Quindi almeno parte del vangelo di Tommaso deve essere antecedente ai primi anni del 60 d.C. Questo scritto, quindi, circolava già 30 anni dopo la morte di Cristo. Si tratta quindi di uno dei primissimi scritti mai prodotti sulla vita di Gesù.
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Ma quello che più sorprende in questo scritto, è il suo contenuto. Nel vangelo di Tommaso, in relazione a Gesù non viene mai usato l’appellativo Cristo o Messia, che in greco ed ebraico vuol dire la stessa cosa: “unto” o “eletto”. Inoltre, in questo vangelo Gesù parla in un linguaggio molto diverso da quello a cui tutti siamo abituati. Il digiuno e la preghiera non sono considerati appropriati, come si legge nel logion 104. La circoncisione è una idiozia secondo le parole del logion 58, che dice: “I discepoli gli dissero: – Può essere utile o no la circoncisione? – Ed egli disse loro: – Se fosse utile, il loro Padre li avrebbe generati circoncisi già dalla madre”.
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È chiaro che in questo vangelo anche le varie regole sulla purità ebraica sono respinte con forza, come leggiamo nel logion 42, che dice: “I discepoli dissero: – Quando ti manifesterai a noi, e quando ti vedremo? Gesù rispose: – Quando vi spoglierete dei vostri abiti senza provare vergogna, e li deporrete ai vostri piedi come i bambini e li calpesterete. Allora vedrete il Figlio dell’Essere Vivente per ciò che è, e non avrete paura”. Nel logion 77 del vangelo di Tommaso fornisce di sé stesso una dimensione “cosmica”, molto diversa da quella a cui siamo abituati. In quel verso è scritto: “Io sono la luce che si diffonde su tutti. … Tagliate del legno: io sono lì. Sollevate una pietra, mi troverete lì”. Questo pensiero è molto vicino a quello del vangelo di Giovanni, che in Giovanni 1:1 dice “in principio era il Logos”. (Con il termine Logos, l’apostolo Giovanni descrive Gesù nella sua forma precedente a quella umana). Successivamente al versetto 9, Giovanni chiama Gesù “la luce del mondo”.
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Ma la cosa che forse più sorprende in questo “vangelo ritrovato” è la discussione tra Pietro il pescatore e Gesù sulla “donna di Gesù”, Maria di Betania. Pietro non la voleva con loro, e Gesù gli dice a muso duro: “Maria resta”. Non sorprende che la chiesa dominante, tra il II e i III secolo, diede ordine che tutte le copie del vangelo di Tommaso venissero bruciate, una per una. Ma al destino non manca il senso dell’ironia. Una copia si è salvata, oggi tutti la possiamo leggere
https://it.wikipedia.org/wiki/Vangelo_di_Tommaso
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