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L'Oracolo di Delphi

 L'Oracolo di Delphi



Quante volte si legge nei vari miti Greci: "Prima di fare ciò, l'eroe/il re/la fanciulla ecc. andò a consultare L'Oracolo di Delphi"? Esatto, perché prima di buttarsi in una qualunque impresa o avventura, un buon eroe doveva ricercare il consenso divino. Ma la cosa non riguardava solo i miti e le leggende, infatti quello di Delphi era uno degli oracoli più rinomati anche nella storia di tutta l'antica Grecia e rimase tale anche durante il periodo Romano, prima di venire oscurato dall'avvento del Cristianesimo.
In tutto il mondo Panellenico, prima di prendere qualunque decisione (come la fondazione di colonie, decisioni politiche, responsi di guerra), chiunque era solito consultate la pizia di Delphi, la quale parlava tramite il dio Apollo in persona, per avere una previsione che desse buoni auspici. Ma l'esistenza di questo Oracolo affonda le proprie radici in epoche ancora più antiche.
Questo Oracolo venne infatti eretto, nella Focide, già in epoca Micenea, ma a quei tempi non era dedicato al dio Apollo, bensì alla madre Terra, Gea e la località non si chiamava ancora Delphi, bensì "Pito" (come si può leggere in Omero).
Il mito racconta che, in quel tempo, l'Oracolo era custodito da un mostro di nome Pitone (da cui proviene il nome stesso della località), figlio di Gea (nato dal fango di quest'ultima dopo il diluvio universale) e dalla sua compagna Delfine; erano entrambi dei grossi serpenti/draghi.
Pitone si era reso colpevole di avere perseguitato Latona mentre questa era incinta di Apollo e Artemide. Ma quando Apollo finalmente nacque, decise di vendicare la madre e andò così a uccidere Pitone per poi prendere possesso del suo Oracolo, ove mise di guardia Delfine, dalla quale il luogo avrebbe preso il nome (Questo cambio di culto, molto probabilmente, rappresenta un'antica guerra combattuta per il dominio di quel luogo, in molti dicono causata dalla scesa dei Dori in Grecia).
In onore della vittoria di Apollo su Pitone, da quel momento in poi, il dio sarebbe stato conosciuto anche come Apollo Pito e avrebbe fondato i Giochi Pitici (giochi Panellenici la cui importanza era seconda solo a quella delle Olimpiadi). Anche le sacerdotesse di quel luogo vennero denominate in onore della vittoria di Apollo su Pitone, infatti, esse, si chiamavano Pizie. Queste sacerdotesse venivano scelte tra le fanciulle di Delphi e sarebbero dovute rimanere caste per tutta la vita.
Esse, parlando per bocca di Apollo stesso, erano delle profetesse, ed erano in molti a recarsi da loro per avere qualunque responso o previsione del futuro. Infatti, per questo motivo, il tempio di Delphi si arricchì notevolmente nel corso dei secoli.
Le profetesse pronunciavano le loro profezie sedute su un tripode, dopo avere mangiato delle foglie di Alloro (pianta sacra ad Apollo). Si racconta che sul terreno sotto di loro ci fossero delle spaccature dalle quali fuoriuscivano vapori e gas inebrianti che mandavano in estasi le sacerdotesse. Quello stato di alterazione, le avrebbe momentaneamente congiunte ad Apollo. Le Pizie quindi pronunciavano parole poco chiare e apparentemente senza senso, che venivano raccolte da altri sacerdoti lì presenti che le avrebbero interpretate, per poi ripronunciarle in esametri. Anche così, tuttavia, il responso era sempre divagante e poco chiaro e questa cosa venne utilizzata spesso anche per adempiere ai propri interessi politici o militari, manipolando anche le parole dell'Oracolo stesso: qualora il responso non si fosse avverato, la cosa sarebbe stata giustificata come un errore di interpretazione, cosa che avrebbe impedito a chiunque di mettere in dubbio il potere divinatorio di quel luogo.
L'Oracolo di Delphi, in minor parte, era dedicato anche al dio Dioniso, ed era anche considerato l'Ombelico del mondo: secondo il mito, Zeus aveva fatto partire un'aquila da Oriente e una da Occidente, e queste si sarebbero poi incontrate a Delphi, ovvero il centro dell'Universo. Per consolidare quel luogo come tale, venne messa anche una pietra chiamata Omphalos.
All'entrata del Tempio, era stata messa una frase che diceva: "Conosci te stesso", frase che un filosofo di nome Socrate avrebbe successivamente fatto sua nella propria filosofia.



Il ruolo dell'Oracolo di Delphi nelle Guerre Persiane
Quando nel V secolo a.C. subentrò la minaccia Persiana, i Greci consultarono più volte l'Oracolo per sapere del loro destino in quella guerra impossibile. Dapprima andarono gli Ateniesi, e il primo responso della pizia fu questo:
"Ora le tue statue sono in piedi e versano sudore. Rabbrividiscono di terrore. Il sangue nero gocciola dai tetti più alti. Hanno visto la necessità del male. Esci, esci dal mio santuario e annega i tuoi spiriti di dolore".
Sconsolati da questo infausto destino, gli Ateniesi tuttavia non demorsero e tornarono il giorno dopo. In quel caso, L'Oracolo diede un barlume di speranza:
"Quando sarà preso tutto ciò che racchiudono il monte di Cecrope
E i recessi del Citerone divino,
Zeus dall’ampio sguardo concede alla Tritogenia che rimanga inviolato
Il muro di legno soltanto, che te salverà e i tuoi figli.
Oh divina Salamina, farai perire figli di donne
o quando si semina o quando si raccoglie il frutto di Demetra".
Atene venne così evacuata dai suoi abitanti e tutti si ritirarono a Salamina. Là, il comandante Temistocle, escogitò uno stratagemma che attirò le navi Persiane in uno corridoio stretto che avrebbe annullato la loro superiorità numerica: la flotta Ateniese infatti vinse la battaglia grazie al "Muro di Legno", composto dalle loro stesse navi.
Nel frattempo, anche gli Spartani avevano consultato l'Oracolo, che disse loro:
"Ascoltate il vostro destino, o abitanti di Sparta degli ampi spazi;
O la tua famosa città deve essere saccheggiata dai figli di Perseo,
O, se così non fosse, l'intera terra Lacedemone
Piangi la morte di un re della casa di Eracle,
Perché non la forza di leoni o di tori li terrà
Forza contro forza; poiché hanno il potere di Zeus,
E non saranno controllati fino a quando uno di questi due ne verrà consumato".
Quando poi venne chiesto all'Oracolo come si sarebbero potuti sconfiggere i Persiani, la risposta fu:
"Pregate i venti. Si dimostreranno potenti alleati della Grecia".
Gli Spartani marciarono così con un contingente di trecento uomini alle Termopili, capitanati da uno dei loro due re, ovvero Leonida. Là, insieme a atri settemila Greci, resistettero per tre giorni, ma alla fine vennero spazzati via dalla superiorità dei Persiani. Ma quella battaglia trasformò gli sconfitti in grandi Eroi. Come aveva predetto l'Oracolo, Sparta pianse uno dei suoi due re.
La flotta Persiana si imbattè poi in una terribile tempesta nei pressi di Capo Artemisio. Tantissime delle loro navi vennero disintegrate dai forti venti alleati della Grecia, come ancora una volta aveva predetto l'Oracolo di Delphi.

articolo tratto dal web






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