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il mito di Fillide e Arcamante

 



Un’antichissima leggenda greca, narra che l'albero di mandorlo nacque da una delle vicende amore più commoventi e sfortunate che ci sia stata tramandata: la storia tra Fillide e Arcamante un eroe greco. 

Mentre viaggiava verso Troia, si fermò qualche giorno in Tracia dove conobbe la principessa Fillide e, non appena i loro sguardi si incrociarono, Cupido scoccò la sua freccia e fu subito amore. Ma il destino di Acamante era segnato dalla guerra di Troia: la principessa attese l’innamorato per dieci anni e, venuta a conoscenza della caduta di Troia, non vedendo alcuna nave all’orizzonte, immaginò che l’amato fosse morto e si lasciò morire di dolore.

La dea Atena, impietosita dalla struggente storia d’amore, tramutò Fillide in un mandorlo. Quando al giovane giunse la notizia, si recò nel luogo dove sorgeva l’albero e, colmo di amore e dolore, lo abbracciò. Fillide, in cambio di quell’abbraccio, fece spuntare piccoli fiori bianchi dai nudi rami. Ancora oggi, l’abbraccio fra i due innamorati è visibile in primavera, quando i rami dei mandorli fioriscono, a testimoniare l’amore eterno dei due giovani. I fiori di mandorlo sono i primi a sbocciare in primavera, e certe volte a fine inverno, per questo simboleggiano la speranza, oltre che il ritorno in vita della Natura ma, sfiorendo nell’arco di un breve lasso di tempo, rappresentano anche la delicatezza e la fragilità.



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