Lo sapevate che... i Romani furono uno dei popoli più puliti della storia, al contrario l’epoca rinascimentale fu una delle più sporche.
Dal Rinascimento fino al XIX secolo i bagni erano scoraggiati: l’acqua, a detta dei medici, apriva i pori della pelle attraverso i quali potevano entrare gravi malattie. Se un bagno veniva concesso una volta l’anno, era consigliato un giorno di riposo per recuperare il presunto indebolimento del corpo.
Ai cristiani fu proibito di fare il bagno senza vestiti, in quanto sinonimo di immoralità e di depravazione e alle donne era addirittura sconsigliato lavare le loro parti intime, perché la credenza comune era che un lavaggio eccessivo avrebbe indotto la sterilità. E poi una donna che si lavasse più spesso della norma era considerata di facili costumi.
I profumi al contrario venivano usati abbondantemente dai ceti nobiliari proprio per coprire gli odori che emanavano i corpi. Ed è questa l’origine del bouquet delle spose: servivano ad attenuare il cattivo odore delle spose. Queste terribili abitudini igieniche naturalmente facevano proliferare le malattie; i parassiti erano un tormento con cui convivere anche per i nobili, le cui elaborate parrucche erano infestate di pidocchi e pulci.
I Romani al contrario consideravano l’igiene personale un dovere. L’istituzione delle Terme consentiva a chiunque, anche ai non abbienti,di aver cura del proprio corpo limitando in tal modo il diffondersi delle malattie. A Roma nel I secolo a.C. erano funzionanti 11 acquedotti che portavano ogni giorno ai cittadini un miliardo di litri d’acqua corrente. Fu soltanto con la caduta dell’Impero Romano, la disurbanizzazione del territorio e una concezione peccaminosa del corpo che l’igiene personale venne meno.
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