PARACELSO un innovatore , un visionario. un pazzo o un paraculo ?
Paracelso, noto alchimista, astrologo, medico eccelso e figura tra le più rappresentative del Rinascimento, fu grande filosofo e fra i suoi pensieri è possibile trovare riflessioni che ci lasciano ancora oggi sorpresi e interdetti.
È un maestro che ci spinge ad innalzarci spiritualmente e mentalmente.
Philipp Theophrast Bombastus von Hohenheim
Nacque a Einsiedeln, in Svizzera, il 14 novembre del 1493. Figlio di un gran maestro dell’ordine Teutonico, dopo un primo periodo di studi con il padre, fu seguito da Tritemius, abate di Spanheim e grande Cabalista, per poi apprendere la medicina e la chimica da Sigismund Figger.
Tra il 1509 e il 1511 ottenne il Baccalaureato a Vienna. In seguito si dedicò ai viaggi, visitò l’Italia tra il 1513 e il 1516 e si laureò a Ferrara nel periodo in cui l’Unversità di questa città era frequentata da Niccolò Copernico. Tra il 1517 e il 1524 visitò l’Europa, lavorando come medico. Giunse poi a Venezia, dove, come chirurgo militare, ebbe modo di recarsi in molti Paesi del vicino Oriente, e in essi ebbe modo di approfondire le filosofie e le tradizioni mediche di culture altre rispetto a quella europea. Giungono sino a noi notizie di viaggi in Germania ed Ungheria per imparare i segreti dei metalli dai minatori. Nonostante le difficoltà, perseguì il suo scopo con tenacia. Pare che la sua sete di scoperta lo portò in Russia alla ricerca delle miniere dei Tartari e che fu fatto prigioniero dal Khan da cui apprese altri segreti. Fu inviato da quest'ultimo al seguito di una spedizione diplomatica a Costantinopoli dove incontrò un Arabo che gli insegnò i segreti della pietra filosofale.
Nel 1527 curò e condusse a guarigione il famoso editore Frobenio. Nello stesso anno conobbe Erasmo da Rotterdam ed ottenne una cattedra di medicina all’Università di Basilea. Si racconta che egli fece bruciare pubblicamente dai suoi studenti i testi di Galeno ed Avicenna, che egli considerava ignoranti in materia medica. L’aneddoto descrive la prima lezione in cui Paracelso si fece portare un vaso in ottone e dopo averlo riempito di zolfo e salnitro vi appiccò il fuoco bruciando i libri di Galeno e Avicenna. A causa del suo temperamento, le sue lezioni pian piano furono disertate dagli studenti, e Paracelso iniziò a bere, tanto che ben presto lo additarono come ubriacone. Nel 1528 fu costretto a fuggire da Basilea a causa dei contrasti sorti con i medici accademici e di una lite giudiziaria. Non smise mai di bere, eppure anche da ubriaco riusciva a compiere operazioni chirurgiche di tale bravura e precisione da suscitare lo stupore altrui.
Morì a Salisburgo il 24 settembre 1541.
È passato alla storia con il nome di Paracelso, da lui stesso scelto per indicare la sua superiorità rispetto ad Aulo Cornelio Celso, naturalista esperto in arti mediche vissuto nella prima metà del I secolo.
Le testimonianze dei contemporanei affermano che era talmente pieno di sé che gli inglesi coniarono il termine bombastic, ispirato al suo nome, per definire le persone arroganti.
Tralasciando gli aspetti della sua personalità che gli attirarono critiche, è opportuno ricordare che Paracelso fu valente alchimista, astrologo, medico e, senza dubbio, una delle figure più significative del Rinascimento europeo.
Egli affrontò la ricerca della conoscenza con mente aperta e spirito indagatore, rifuggendo quelli che erano pregiudizi e schematiche dell'epoca. Usò l'oppio in alcune delle sue terapie sotto forma di pastiglie che lui chiamava laudanum, per indicarle come la sua medicina più lodevole. Si narra che fosse riuscito a concepire la vita in vitro.
Le sue opere furono pubblicate postume.
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L'antropologia di Paracelso
" Ci sono due cuori nell'uomo." Uno è eterno, l'altro appartiene alla natura ed è mortale. L'uomo ha così due spiriti. Uno è eterno, l'altro è quello proprio della natura. È il corpo astrale che contiene lo spirito secondo la natura, e lui stesso è contenuto nel corpo visibile, ciò fa di due corpi una stessa persona. L'uomo nutre il suo corpo terrestre con prodotti alimentari che deve lui stesso preparare. Fa la stessa cosa per il suo corpo sidérale (= astrale). Quest'ultimo possiede un magnete che attira e che prepara il nutrimento che viene dagli astri ".
Paracelso , La Grande Astronomia
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Opere
- Archidoxae medicinae libri (1524), sull'alchimia.
- Drei bücher von den Franzosen, otto libri sulla malattia francese (sifilide) (1528).
- Practica Theophrasti Paracelsi (1529).
- Das buch Paragranum (1529), sulla scienza magica.
- Opus paramirum (1531), sull'uso magico e per scopi medici di erbe medicinali e farmaci.
- Der grossen Wundartznei, Il grande libro della chirurgia, (1536), la sua opera più famosa.
- Prognosticatio eximii doctoris Theophrasti Paracelsi, 32 profezie (1536).
La maggior parte delle sue opere fu dettata da Paracelso al suo pupillo prediletto Johannes Oporinus (1507-1568), e pubblicata dopo la morte dell’autore.
Citazioni e frasi famose
«È la dose che fa il veleno».
«Alterius non sit, qui suus esse potest» («Non essere schiavo di un altro se puoi essere tu il tuo padrone»).
«Lo scopo dell’alchimia non è, come si è detto, fare oro o argento, ma dare arcani e dirigerli contro le malattie: questo è il risultato, ed è anche la base».
«La conoscenza a cui abbiamo diritto non è limitata nei confronti della nostra ragione e non ci corre dietro, ma aspetta che andiamo a cercarla».
«Coloro che si limitano a studiare e a trattare gli effetti della malattia sono come persone che si immaginano di poter mandar via l'inverno spazzando la neve sulla soglia della loro porta. Non è la neve che causa l'inverno, ma l'inverno che causa la neve».
«Sappiate dottori, che la mia barba ha più esperienza di tutte le vostre Univiersità, il più sottile capello della mia nuca ne sa più di tutti voi, le fibbie delle mie scarpe sono più sapienti dei vostri sapienti più famosi».
«Colui che non sa niente, non ama niente.
Colui che non fa niente, non capisce niente.
Colui che non capisce niente è spregevole.
Ma colui che capisce ama, vede, osserva...
La maggiore conoscenza è congiunta indissolubilmente all'amore...
Chiunque crede che tutti i frutti maturino contemporaneamente come le fragole, non sa nulla dell'uva».
«La quintessenza è una materia che si estrae fisicamente da tutte le cose e da tutte le cose in cui si trovi vita, separata da tutte le impurità e da tutto ciò che è mortale, resa sottile e purificata da tutto, separata da tutti gli elementi. Ora si deve capire che la quintessenza da sola è la natura, potenza, bontà e medicina che è racchiusa in tutte le cose senza incorporazioni estranee, inoltre può essere il colore, la vita e la proprietà della cosa, ed è uno spirito, come lo spirito di vita, con questa differenza che lo spirito di vita della cosa è permanente e lo spirito di vita dell’uomo è mortale».
«[…] Come attraverso uno specchio ci si può osservare con cura punto per punto, allo stesso modo il medico deve conoscere l'uomo con precisione, ricavando la propria scienza dallo specchio dei quattro elementi e rappresentandosi il microcosmo nella sua interezza […] l'uomo è dunque un'immagine in uno specchio, un riflesso dei quattro elementi e la scomparsa dei quattro elementi comporta la scomparsa dell'uomo. Ora, il riflesso di ciò che è esterno si fissa nello specchio e permette l'esistenza dell'immagine interiore: la filosofia quindi non è che scienza e sapere totale circa le cose che conferiscono allo specchio la sua luce. Come in uno specchio nessuno può conoscere la propria natura e penetrare ciò che egli è (poiché egli è nello specchio nient'altro che una morta immagine), così l'uomo non è nulla in sé stesso e non contiene in sé nient'altro che ciò che gli deriva dalla conoscenza esteriore e di cui egli è l'immagine nello specchio».
«Se la fonte di vita, chiusa in un'ampolla di vetro sigillata ermeticamente, viene seppellita per quaranta giorni in letame di cavallo e opportunamente magnetizzata comincia a muoversi e a prendere vita. Dopo il tempo prescritto assume forma e somiglianza di essere umano, ma sarà trasparente e senza corpo fisico. Nutrito artificialmente con arcanum sanguinis hominis per quaranta settimane e mantenuto a temperatura costante prenderà l'aspetto di un bambino umano. Chiameremo un tale essere Homunculus, e può essere istruito ed allevato come ogni altro bambino fino all'età adulta, quando otterrà giudizio ed intelletto».
http://www.bisedizioni.it/autori/paracelso.php
http://it.wikipedia.org/wiki/Paracelso
http://www.filosofico.net/paracelso.htm
http://www.lostinn.com/lworld/paracelso.htm
http://www.treccani.it/enciclopedia/paracelso/
http://www.esopedia.it/index.php?title=Paracelso
http://www.taote.it/saggi/paracelso.htm
http://paultemplar.wordpress.com/2008/05/31/paracelsoi-segreti-di-un-alchimista/
http://www.paologiannetti.com/lafinedeitempi/leprdpar.htm
http://www.istitutocalvino.it/blog/2010/04/paracelso-ed-il-movimento-paracelsiano/
http://esorcismo.altervista.org/dossier_dottrina8.htm
http://maurolikararsalchemica.myblog.it/archive/2011/03/24/mauro-likar-teofrasto-paracelso.html
Paracelso, noto alchimista, astrologo, medico eccelso e figura tra le più rappresentative del Rinascimento, fu grande filosofo e fra i suoi pensieri è possibile trovare riflessioni che ci lasciano ancora oggi sorpresi e interdetti.
È un maestro che ci spinge ad innalzarci spiritualmente e mentalmente.
Philipp Theophrast Bombastus von Hohenheim
Nacque a Einsiedeln, in Svizzera, il 14 novembre del 1493. Figlio di un gran maestro dell’ordine Teutonico, dopo un primo periodo di studi con il padre, fu seguito da Tritemius, abate di Spanheim e grande Cabalista, per poi apprendere la medicina e la chimica da Sigismund Figger.
Tra il 1509 e il 1511 ottenne il Baccalaureato a Vienna. In seguito si dedicò ai viaggi, visitò l’Italia tra il 1513 e il 1516 e si laureò a Ferrara nel periodo in cui l’Unversità di questa città era frequentata da Niccolò Copernico. Tra il 1517 e il 1524 visitò l’Europa, lavorando come medico. Giunse poi a Venezia, dove, come chirurgo militare, ebbe modo di recarsi in molti Paesi del vicino Oriente, e in essi ebbe modo di approfondire le filosofie e le tradizioni mediche di culture altre rispetto a quella europea. Giungono sino a noi notizie di viaggi in Germania ed Ungheria per imparare i segreti dei metalli dai minatori. Nonostante le difficoltà, perseguì il suo scopo con tenacia. Pare che la sua sete di scoperta lo portò in Russia alla ricerca delle miniere dei Tartari e che fu fatto prigioniero dal Khan da cui apprese altri segreti. Fu inviato da quest'ultimo al seguito di una spedizione diplomatica a Costantinopoli dove incontrò un Arabo che gli insegnò i segreti della pietra filosofale.
Nel 1527 curò e condusse a guarigione il famoso editore Frobenio. Nello stesso anno conobbe Erasmo da Rotterdam ed ottenne una cattedra di medicina all’Università di Basilea. Si racconta che egli fece bruciare pubblicamente dai suoi studenti i testi di Galeno ed Avicenna, che egli considerava ignoranti in materia medica. L’aneddoto descrive la prima lezione in cui Paracelso si fece portare un vaso in ottone e dopo averlo riempito di zolfo e salnitro vi appiccò il fuoco bruciando i libri di Galeno e Avicenna. A causa del suo temperamento, le sue lezioni pian piano furono disertate dagli studenti, e Paracelso iniziò a bere, tanto che ben presto lo additarono come ubriacone. Nel 1528 fu costretto a fuggire da Basilea a causa dei contrasti sorti con i medici accademici e di una lite giudiziaria. Non smise mai di bere, eppure anche da ubriaco riusciva a compiere operazioni chirurgiche di tale bravura e precisione da suscitare lo stupore altrui.
Morì a Salisburgo il 24 settembre 1541.
È passato alla storia con il nome di Paracelso, da lui stesso scelto per indicare la sua superiorità rispetto ad Aulo Cornelio Celso, naturalista esperto in arti mediche vissuto nella prima metà del I secolo.
Le testimonianze dei contemporanei affermano che era talmente pieno di sé che gli inglesi coniarono il termine bombastic, ispirato al suo nome, per definire le persone arroganti.
Tralasciando gli aspetti della sua personalità che gli attirarono critiche, è opportuno ricordare che Paracelso fu valente alchimista, astrologo, medico e, senza dubbio, una delle figure più significative del Rinascimento europeo.
Egli affrontò la ricerca della conoscenza con mente aperta e spirito indagatore, rifuggendo quelli che erano pregiudizi e schematiche dell'epoca. Usò l'oppio in alcune delle sue terapie sotto forma di pastiglie che lui chiamava laudanum, per indicarle come la sua medicina più lodevole. Si narra che fosse riuscito a concepire la vita in vitro.
Le sue opere furono pubblicate postume.
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L'antropologia di Paracelso
" Ci sono due cuori nell'uomo." Uno è eterno, l'altro appartiene alla natura ed è mortale. L'uomo ha così due spiriti. Uno è eterno, l'altro è quello proprio della natura. È il corpo astrale che contiene lo spirito secondo la natura, e lui stesso è contenuto nel corpo visibile, ciò fa di due corpi una stessa persona. L'uomo nutre il suo corpo terrestre con prodotti alimentari che deve lui stesso preparare. Fa la stessa cosa per il suo corpo sidérale (= astrale). Quest'ultimo possiede un magnete che attira e che prepara il nutrimento che viene dagli astri ".
Paracelso , La Grande Astronomia
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Opere
- Archidoxae medicinae libri (1524), sull'alchimia.
- Drei bücher von den Franzosen, otto libri sulla malattia francese (sifilide) (1528).
- Practica Theophrasti Paracelsi (1529).
- Das buch Paragranum (1529), sulla scienza magica.
- Opus paramirum (1531), sull'uso magico e per scopi medici di erbe medicinali e farmaci.
- Der grossen Wundartznei, Il grande libro della chirurgia, (1536), la sua opera più famosa.
- Prognosticatio eximii doctoris Theophrasti Paracelsi, 32 profezie (1536).
La maggior parte delle sue opere fu dettata da Paracelso al suo pupillo prediletto Johannes Oporinus (1507-1568), e pubblicata dopo la morte dell’autore.
Citazioni e frasi famose
«È la dose che fa il veleno».
«Alterius non sit, qui suus esse potest» («Non essere schiavo di un altro se puoi essere tu il tuo padrone»).
«Lo scopo dell’alchimia non è, come si è detto, fare oro o argento, ma dare arcani e dirigerli contro le malattie: questo è il risultato, ed è anche la base».
«La conoscenza a cui abbiamo diritto non è limitata nei confronti della nostra ragione e non ci corre dietro, ma aspetta che andiamo a cercarla».
«Coloro che si limitano a studiare e a trattare gli effetti della malattia sono come persone che si immaginano di poter mandar via l'inverno spazzando la neve sulla soglia della loro porta. Non è la neve che causa l'inverno, ma l'inverno che causa la neve».
«Sappiate dottori, che la mia barba ha più esperienza di tutte le vostre Univiersità, il più sottile capello della mia nuca ne sa più di tutti voi, le fibbie delle mie scarpe sono più sapienti dei vostri sapienti più famosi».
«Colui che non sa niente, non ama niente.
Colui che non fa niente, non capisce niente.
Colui che non capisce niente è spregevole.
Ma colui che capisce ama, vede, osserva...
La maggiore conoscenza è congiunta indissolubilmente all'amore...
Chiunque crede che tutti i frutti maturino contemporaneamente come le fragole, non sa nulla dell'uva».
«La quintessenza è una materia che si estrae fisicamente da tutte le cose e da tutte le cose in cui si trovi vita, separata da tutte le impurità e da tutto ciò che è mortale, resa sottile e purificata da tutto, separata da tutti gli elementi. Ora si deve capire che la quintessenza da sola è la natura, potenza, bontà e medicina che è racchiusa in tutte le cose senza incorporazioni estranee, inoltre può essere il colore, la vita e la proprietà della cosa, ed è uno spirito, come lo spirito di vita, con questa differenza che lo spirito di vita della cosa è permanente e lo spirito di vita dell’uomo è mortale».
«[…] Come attraverso uno specchio ci si può osservare con cura punto per punto, allo stesso modo il medico deve conoscere l'uomo con precisione, ricavando la propria scienza dallo specchio dei quattro elementi e rappresentandosi il microcosmo nella sua interezza […] l'uomo è dunque un'immagine in uno specchio, un riflesso dei quattro elementi e la scomparsa dei quattro elementi comporta la scomparsa dell'uomo. Ora, il riflesso di ciò che è esterno si fissa nello specchio e permette l'esistenza dell'immagine interiore: la filosofia quindi non è che scienza e sapere totale circa le cose che conferiscono allo specchio la sua luce. Come in uno specchio nessuno può conoscere la propria natura e penetrare ciò che egli è (poiché egli è nello specchio nient'altro che una morta immagine), così l'uomo non è nulla in sé stesso e non contiene in sé nient'altro che ciò che gli deriva dalla conoscenza esteriore e di cui egli è l'immagine nello specchio».
«Se la fonte di vita, chiusa in un'ampolla di vetro sigillata ermeticamente, viene seppellita per quaranta giorni in letame di cavallo e opportunamente magnetizzata comincia a muoversi e a prendere vita. Dopo il tempo prescritto assume forma e somiglianza di essere umano, ma sarà trasparente e senza corpo fisico. Nutrito artificialmente con arcanum sanguinis hominis per quaranta settimane e mantenuto a temperatura costante prenderà l'aspetto di un bambino umano. Chiameremo un tale essere Homunculus, e può essere istruito ed allevato come ogni altro bambino fino all'età adulta, quando otterrà giudizio ed intelletto».
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fonti e link utilihttp://www.bisedizioni.it/autori/paracelso.php
http://it.wikipedia.org/wiki/Paracelso
http://www.filosofico.net/paracelso.htm
http://www.lostinn.com/lworld/paracelso.htm
http://www.treccani.it/enciclopedia/paracelso/
http://www.esopedia.it/index.php?title=Paracelso
http://www.taote.it/saggi/paracelso.htm
http://paultemplar.wordpress.com/2008/05/31/paracelsoi-segreti-di-un-alchimista/
http://www.paologiannetti.com/lafinedeitempi/leprdpar.htm
http://www.istitutocalvino.it/blog/2010/04/paracelso-ed-il-movimento-paracelsiano/
http://esorcismo.altervista.org/dossier_dottrina8.htm
http://maurolikararsalchemica.myblog.it/archive/2011/03/24/mauro-likar-teofrasto-paracelso.html
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