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rubrica a cura di a.s.s.m.
l'autore ( in differita ) del post scandagliando il web ogni quanto gli pare posterà, in questa ormai mitica rubrica , solo quei post che fra i tanti rintracciabili nella miriade di blog mondiali ( messi da lui sotto torchio mediatico ) colpirà la sua mente o semplicemente troverà almeno interessante
da parte loro i postatori originali avranno, come grande ricompensa, il comparire qui per sempre;
comunque se vorranno potranno protestare e richiedere la cancellazione del loro post .
però così facendo il loro post passerà da MITICO a IGNOBILE
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Leggi tutto qui:http://www.latelanera.com/mostri-creature-leggendarie/creatura-leggendaria.asp?id=199#ixzz1jE0zVBkw
Under Creative Commons License:Attribution Non-Commercial No Derivatives
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Un lavoro che non consiglierei a nessuno e che anche dopo il ritiro delle armate rimane pericoloso. Pi di 300 guardie di sicurezza privata sono state uccise in Iraq negli ultimi 6 anni. Il più tragico attacco avviene nel 2001 quando quattro impiegati dell’agenzia di sicurezza Blackwater furono martoriati, mutilati e impiccati sul ponte principale di Fallujah. Ci si viene dunque da chiedere il motivo della scelta di questo lavoro. Certo i soldi.
PER LA SERIE : I MESTIERI PIU' DESIDERATI AL MONDO
rubrica a cura di a.s.s.m.
l'autore ( in differita ) del post scandagliando il web ogni quanto gli pare posterà, in questa ormai mitica rubrica , solo quei post che fra i tanti rintracciabili nella miriade di blog mondiali ( messi da lui sotto torchio mediatico ) colpirà la sua mente o semplicemente troverà almeno interessante
da parte loro i postatori originali avranno, come grande ricompensa, il comparire qui per sempre;
comunque se vorranno potranno protestare e richiedere la cancellazione del loro post .
però così facendo il loro post passerà da MITICO a IGNOBILE
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IL KRAKEN
Dalla mitologia norrena una delle creature leggendarie più imponenti mai concepite
Il Kraken è una famosa creatura leggendaria appartenente alla mitologia nordica. Appartiene al mondo marino ed è comunemente riconosciuto come un mostro simile ai calamari giganti.
La sua fama è dovuta in gran parte alla diffusione relativamente recente del suo mito, nonché alle innumerevoli apparizioni in contesti fantasy sia per quanto riguarda il cinema e la narrativa, sia per quanto riguarda il campo ludico. Kraken: Etimologia
Kraken deriva dal norvegese "krake", che significa "aberrazione" o "animale malsano". È un termine che si ritrova anche nel dizionario tedesco, con il significato di "piovra" e che deriva da una radice proto-indio-europea.
Nell'inglese si ritrova nella parola "crack", verbo onomatopeico che richiama la rottura, lo schiocco. Si possono ricollegare questi significati alle caratteristiche stesse del Kraken: la forma di calamaro gigante e l'attacco e la distruzione delle navi. Kraken: Origini
Il Kraken è un mostro mitologico marino, la cui origine risale a un'opera educativa anonima del 1250 d.C. circa,Konungs skuggsjá. In questo testo l'autore riprende due mostri marini della mitologia norrena, chiamatiHafgufa e Lyngbark, e apparsi nella Saga di Örvar-Odds: le caratteristiche dei due mostri vengono illustrate in maniera approfondita e l'autore suggerisce l'idea che in realtà si tratti dello stesso mostro, il Kraken, appunto.
Tuttavia il mito del Kraken prende forma in maniera più organica nel Settecento, quando appare nell'operaSystema Naturae di Carl Nilsson Linnaeus, del 1735. In questo libro viene classificato come un cefalopode, perdendo quindi la forma descritta nelle prime pubblicazioni. Un'altra apparizione del Kraken si trova nel volume Storia naturale della Norvegia, scritto dal vescovo Erik Pontoppidan, del 1752. Dal tardo Settecento in avanti, fino all'Ottocento, il mito del Kraken conosce invece la sua massima diffusione, assumendo le caratteristiche tipiche che gli vengono ancora comunemente riconosciute e perdendo altri aspetti risalenti alle origini della leggenda. foto: un dipinto dedicato al terribile Kraken di Bob Eggleton. Kraken: Aspetto e caratteristiche
L'aspetto del Kraken ha subito diverse modifiche con l'evolversi del mito a esso collegato.
Dapprima era molto simile ai mostri-isola, quindi era associato alle balene. Più avanti, nell'opera di Jacob Wallenberg del 1781 Mio figlio sulla galera, è identificato come "pesce-granchio". Tuttavia solo nel tardo Settecento e nell'Ottocento assume un aspetto del tutto simile a un calamaro gigante, ciò fa dunque pensare che l'evoluzione del mito sia da ricercarsi in avvistamenti reali di questi animali marini. È questo l'aspetto inoltre più conosciuto del mostro, in quanto collegato alla massima diffusione del mito, rispetto alle origini, che rimangono indubbiamente meno note al pubblico. Una delle peculiarità assunte dal mostro, proprio nel periodo di grande diffusione, è sicuramente quella dell'aggressività, dal momento che gli viene attribuita la possibilità di affondare le navi con minimo sforzo. Questo aspetto riprende sia l'etimologia del nome, sia le descrizioni presenti nel libro di Erik Pontoppidan. Alcune leggende inoltre legano l'aggressività alla punizione di navi condotte da marinai di cattiva fama: in questa variante il Kraken non avrebbe motivo di attaccare le imbarcazioni comandate da marinai giusti e corretti. L'emersione del Kraken è accompagnata da grandi movimenti d'acqua e da enormi spruzzi provenienti dalle sue narici. Questo aspetto è in comune sia al Kraken delle origini, più simile a un mostro-isola, sia al Kraken del Settecento-Ottocento, che assume sempre più la forma della piovra gigante. La mole del mostro è di sicuro l'aspetto comune a tutte le versioni del mito e anche quella che sicuramente ha suggerito di più la connotazione di mostro aggressivo. È normale che, in un'epoca in cui ancora la scienza muoveva i primi passi, i marinai fossero portati a spiegare con la superstizione e le leggende la presenza di animali di così grandi dimensioni, attribuendo loro capacità sovrannaturali e aggressività contro gli umani. Il contrasto tra la fragilità della vita umana e il mistero degli abissi è molto probabilmente il motivo per cui al Kraken sono state attribuite caratteristiche malvagie e devastanti come quelle legate alla distruzione delle navi. Kraken: Altri mostri simili e cultura popolare
Esistono molti mostri marini che condividono con il Kraken alcune caratteristiche. Di certo sono da ricordare i già citati Hafgufa e Lyngbark. In generale tutto il mito delle balene-isola è molto vicino al Kraken, dal momento che a lungo questo mostro ha condiviso la natura dei mostri-isola. Come nota Jacob Wallenberg, il Kraken può essere anche affiancato al biblico Leviatano, sia per la mole sia per la natura marina.
È certo che gli abissi marini nascondono segreti che l'uomo non ha ancora scoperto ed è normale che questi segreti suggestionino la fantasia dei marinai e del popolo, facendo nascere innumerevoli leggende riguardanti mostri inabissati. Senza andare molto lontano, basti pensare al mostro di Loch Ness, che ancora oggi incuriosisce e affascina tutto il mondo. Allo stesso modo, nonostante lo sviluppo sempre maggiore della biologia marina e della classificazione delle specie viventi, è certo che il mito del Kraken non tramonterà mai, dal momento che è stato più volte ripreso e riproposto al cinema, in narrativa e nei giochi: basti pensare ai film della saga Pirati dei Caraibi, in particolare aLa maledizione del forziere fantasma, oppure al romanzo Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne o al gioco di ruolo Dungeons&Dragons, per citare un esempio di ciascuna categoria. Tuttavia occorre ricordare, per restare in ambito cinematografico, l'errore presente nel film Scontro di titanidel 1981 e presente anche nel remake Scontro tra titani del 2010: in questi due film quello che viene chiamato Kraken è in realtà il mostro della mitologia greca Ceto, che venne ucciso dall'eroe Perseo. Non ci possono essere confusioni da questo punto di vista: il Kraken è indubbiamente un mostro della mitologia nordica, non di quella classica. Basta pensare all'etimologia del nome e rivedere le fonti letterarie da cui si è originato il mito per avere la certezza riguardo alla sua appartenenza alla mitologia scandinava. Fonti: http://en.wikipedia.org/wiki/Kraken http://en.wikipedia.org/wiki/Konungs_skuggsj%C3%A1 http://www.eaudrey.com/myth/kraken.htm http://www.mythicalrealm.com/creatures/kraken.html http://en.wikipedia.org/wiki/Aspidochelone http://www.etymonline.com/index.php?term=kraken&allowed_in_frame=0 http://www.myetymology.com/dutch/kraken.html
Articolo scritto da:
Gianluca Santini |
Under Creative Commons License:Attribution Non-Commercial No Derivatives
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I peggiori lavori al mondo con i migliori stipendi
1. Podiatra – 80.000 Euro l’anno
Calli, duroni, unghie rotte, allergie ai piedi: il podiatra deve sopportare tutto questo e spesso il tipico odore di formaggio che si sprigiona dai piedi (non ho mai capito perchè?).
Spesso i podiatri non vengono considerati importanti come gli altri dottori ma godono di una alta richiesta da parte del mondo del lavoro. Se allora vuoi tentare questa insolita e puzzolente strada, ti aspetta un goloso stipendio intorno agli 80.000 euro e con alte prospettive di crescita dovuta alla scarsità di professionisti.
2. Guardie di sicurezza privata (Iraq) – 130.000/170.000 Euro l’anno
Un lavoro che non consiglierei a nessuno e che anche dopo il ritiro delle armate rimane pericoloso. Pi di 300 guardie di sicurezza privata sono state uccise in Iraq negli ultimi 6 anni. Il più tragico attacco avviene nel 2001 quando quattro impiegati dell’agenzia di sicurezza Blackwater furono martoriati, mutilati e impiccati sul ponte principale di Fallujah. Ci si viene dunque da chiedere il motivo della scelta di questo lavoro. Certo i soldi.
Lo stipendio medio di una guardia in Iraq si aggira sui 9.000 Euro al mese ma i piu’ coraggiosi, destinati a lavorare nelle zone più a rischio guadagnano circa 18.000 Euro al mese. Non male ricevere 15 volte lo stipendio di una guardia armata in patria
3. Pilota spargitore di pesticidi – 70.000 Euro l’anno
È considerato uno dei più pericolosi lavori nell’aviazione per il fatto che questi piloti volano a bassa quota rischiando di rimane intrappolati in pali della luce o alberi oppure di schiantarsi al suolo (sono rimasto impressionato dalla lunga lista di incidenti che si possono leggere su internet). In più, a questi considerevoli pericoli si aggiunge la dannosa e lunga esposizione a pesticidi tossici che scoraggia i molti a mandare il loro curriculum vitae per questi posti vacanti. Anche se un pilota spargitore di pesticidi non guadagna come un pilota specializzato dell’Alitalia ( più di 100.000 Euro l’anno), puo’ firmare diversi contratti e arrivare ai 70.000 Euro l’anno.
4. Assistente informatico – 35.000/50.000 Euro l’anno
Telefonista: “Ha provato a spegnere e riaccendere il computer?”
Cliente con il suo nuovo portatile: “Ho provato a staccare la spina ma non succede niente”
Cliente con il suo nuovo portatile: “Ho provato a staccare la spina ma non succede niente”
In una ricerca di BusinessWeek condotta nel 2009, quattro su cinque addetti all’assistenza informatica si considerano stressati, una sensazione che si manifesta prima, durante e dopo le ore di lavoro. Il 25% di questi afferma che la loro posizione lavorativa li rende infelici e additura il 12% pensa di lasciare il proprio lavoro, in cerca di qualcosa di più interessante. Èrichiesta pazienza nonchè la volontà di capire che alcune persone dovrebbero iscriversi ad un corso per utilizzare il computer.
Si tratta di un mercato del lavoro florido che sorpassa quello della ristorazione e permette di guadagnare intorno ai 35.000 – 50.000 Euro l’anno.
5. Raccoglitore di escrementi di balena – 70.000 Euro l’anno
Stufi di passare il vostro tempo in ufficio? Un’alternativa interessante potrebbe essere il raccoglitore di escrementi di balena. Lo scarto del gigante animale infatti è utilizzato per rilevare lo stato di salute dei cetacei e di conseguenza dei mari. Questo lavoro richiede velocità ed un occhio per i dettagli perche’ le cacche si trovano sconfinate nell’oceano e galleggiano per soli 30 minuti per poi sprofondare nel fondo. Una volta collezionati i campioni vengono analizzati e messi a disposizione della comunità scientifica.
6. Pescatore di granchi nei mari del Nord – 8.000 Euro al mese
Un lavoro pericoloso che richiede preparazione e coraggio. Dalle coste inglesi, i pescatori partono diretti all’Alaska e passano mesi nel mare aperto tra onde giganti che mettono alla prova lo stomaco di molti. Questo tipo di lavoro viene ben pagato e puo’arrivare ai 10.000 Euro al mese. Non bisogna avere mal di mare e la tipica nostalgia di casa. Starete per mesi in compagnia del capitano e dei vostri colleghi quindi dimenticatevi cellulare e internet e preparetevi psicologicamente per il gelido mare del Nord.
7. Escort – 10.000 Euro al mese
Alla ribalta negli ultimi tempi, le Escort sono solitamente contattate da persone di una certa eta. Spesso vivono separate dalla società e non godono di molte amicizie perchè criticate a causa del loro lavoro. Tuttavia guadagnano bene e possono contare su agenzie specializzate che gestiscono i loro contatti. Le più richieste, solitamente al servizio di manager e direttori di grandi società, arrivano ai 10.000 Euro al mese, ovviamente drinks e cene a carico del cliente.
____________________________________________________________________________________PER LA SERIE : I MESTIERI PIU' DESIDERATI AL MONDO
GUARDIANO DI UN FARO DI PROFESSIONE
Marina militare subissata da richieste per guardiani di faro
Tutti vogliono fare il guardiano del faro. La Marina Militare - che gestisce circa 1.500 "segnalamenti marittimi" di vario tipo, dalle boe luminose ai fari monumentali, lungo gli 8.000 chilometri di coste italiane - e' subissata di e-mail, lettere e telefonate in cui si chiede come si fa a diventare 'farista'.
Le richieste arrivano da tutta Italia: c'e' la coppia di coniugi in pensione, che si offre per custodire un "qualsiasi faro sperduto", oppure l'insegnante di pianoforte di 39 anni, che si dice "incantato dalla natura" e che sogna di prendersi cura di "questa - parole sue - affascinante sentinella dell'infinito".
Un'occupazione che resiste, nonostante la tecnologia
Il problema e' che - considerata soprattutto la sempre maggiore automazione dei fari - gli sbocchi professionali in questo campo sono ridotti. Ma una possibilita', per chi davvero coltiva questa aspirazione, in fondo c'e'.
In Italia 161 faristi
Per gestire i fari e i segnalamenti marittimi affidati alla Marina, spiega il capitano di vascello Antonio Peca, sono oggi impiegati una cinquantina di militari e 362 civili, di cui 161 hanno la qualifica di faristi. Quest'organico si occupa anche, e soprattutto, dei 128 "fari di altura principali", cioe' quelli tradizionali, che fino a qualche decennio fa erano quasi tutti abitati. Ora lo sono solo in parte: la causa principale dell'abbandono da parte dell'uomo sta appunto nell'automazione dei meccanismi (29 di queste strutture sono addirittura telecomandate) che non richiede piu' una assistenza quotidiana, ma una semplice manutenzione periodica.
Non c'è un concorso da oltre 20 anni
Il numero necessario di "guardiani del faro" (tutti civili) si e' dunque ridotto; l'avvicendamento di personale e' avvenuto per lo piu' all'interno dell'amministrazione della Difesa e di fatto sono molti anni, piu' di venti, che non si bandisce un concorso pubblico anche per questa qualifica.
Presto 20 nuovi faristi
"Ma a breve - spiega Peca, che e' capo reparto fari della Marina militare - qualcosa potrebbe cambiare. Nei prossimi cinque anni avremo bisogno di 20 nuovi faristi ed e' possibile che, per reperirli, si ricorra ad un concorso pubblico. Certo, non parliamo di grandi numeri, ma questo e' un mestiere che potremmo definire d'elite, per pochi. Non si richiedono competenze speciali, e' vero, ma occorre un'attitudine particolare. Bisogna sapersi adattare, ed anche dal punto di vista economico non e' la professione piu' remunerata del mondo: ma a chi piace - aggiunge - puo' dare enormi soddisfazioni".
Un mestiere che si tramanda da decenni
Del resto, che in un faro si viva bene lo dimostra il fatto che per molti decenni il mestiere si e' tramandato di padre in figlio, ed e' sempre triste - oltre che una piccola tragedia familiare - abbandonarne uno per sempre. I fari a gas non esistono piu', quelli piu' isolati e marginali ormai sono disabitati (ma non tutti: basta pensare al faro di Capocaccia, sempre in Sardegna), pero' il farista continua ad essere, nell'immaginario collettivo, un personaggio romantico, dal fascino letterario. E a volte e' davvero cosi'.
Il comandante Peca, che e' un ufficiale di Marina di lunga esperienza, ricorda con ammirazione il farista di Capo Bellavista, "un pittore di talento che ha dipinto tutta la torre, naturalmente all'interno", oppure quell'altro, "un tenore con ottime doti". Ricorda la farista di Torre Preposti, l'unica donna che ha scelto questo mestiere difficile ("vive da sola, non e' sposata"), e quell'ufficiale della Marina Mercantile in carriera che a suo tempo scelse di abbandonare tutto per fare il guardiano del faro a Palinuro.
Per gli inglesi una fantasia erotica
La molla che spinge tutti e' la voglia di dare un calcio per sempre al caos delle citta', ma non e' escluso che qualcuno sia stato influenzato da un recente sondaggio inglese, secondo cui la piu' gettonata e trasgressiva fantasia erotica femminile e' "fare l'amore in un faro con un uomo sposato".
FONTI:
www.marina.difesa.it
www.farodihan.it
Marina militare subissata da richieste per guardiani di faro
Tutti vogliono fare il guardiano del faro. La Marina Militare - che gestisce circa 1.500 "segnalamenti marittimi" di vario tipo, dalle boe luminose ai fari monumentali, lungo gli 8.000 chilometri di coste italiane - e' subissata di e-mail, lettere e telefonate in cui si chiede come si fa a diventare 'farista'.
Le richieste arrivano da tutta Italia: c'e' la coppia di coniugi in pensione, che si offre per custodire un "qualsiasi faro sperduto", oppure l'insegnante di pianoforte di 39 anni, che si dice "incantato dalla natura" e che sogna di prendersi cura di "questa - parole sue - affascinante sentinella dell'infinito".
Un'occupazione che resiste, nonostante la tecnologia
Il problema e' che - considerata soprattutto la sempre maggiore automazione dei fari - gli sbocchi professionali in questo campo sono ridotti. Ma una possibilita', per chi davvero coltiva questa aspirazione, in fondo c'e'.
In Italia 161 faristi
Per gestire i fari e i segnalamenti marittimi affidati alla Marina, spiega il capitano di vascello Antonio Peca, sono oggi impiegati una cinquantina di militari e 362 civili, di cui 161 hanno la qualifica di faristi. Quest'organico si occupa anche, e soprattutto, dei 128 "fari di altura principali", cioe' quelli tradizionali, che fino a qualche decennio fa erano quasi tutti abitati. Ora lo sono solo in parte: la causa principale dell'abbandono da parte dell'uomo sta appunto nell'automazione dei meccanismi (29 di queste strutture sono addirittura telecomandate) che non richiede piu' una assistenza quotidiana, ma una semplice manutenzione periodica.
Non c'è un concorso da oltre 20 anni
Il numero necessario di "guardiani del faro" (tutti civili) si e' dunque ridotto; l'avvicendamento di personale e' avvenuto per lo piu' all'interno dell'amministrazione della Difesa e di fatto sono molti anni, piu' di venti, che non si bandisce un concorso pubblico anche per questa qualifica.
Presto 20 nuovi faristi
"Ma a breve - spiega Peca, che e' capo reparto fari della Marina militare - qualcosa potrebbe cambiare. Nei prossimi cinque anni avremo bisogno di 20 nuovi faristi ed e' possibile che, per reperirli, si ricorra ad un concorso pubblico. Certo, non parliamo di grandi numeri, ma questo e' un mestiere che potremmo definire d'elite, per pochi. Non si richiedono competenze speciali, e' vero, ma occorre un'attitudine particolare. Bisogna sapersi adattare, ed anche dal punto di vista economico non e' la professione piu' remunerata del mondo: ma a chi piace - aggiunge - puo' dare enormi soddisfazioni".
Un mestiere che si tramanda da decenni
Del resto, che in un faro si viva bene lo dimostra il fatto che per molti decenni il mestiere si e' tramandato di padre in figlio, ed e' sempre triste - oltre che una piccola tragedia familiare - abbandonarne uno per sempre. I fari a gas non esistono piu', quelli piu' isolati e marginali ormai sono disabitati (ma non tutti: basta pensare al faro di Capocaccia, sempre in Sardegna), pero' il farista continua ad essere, nell'immaginario collettivo, un personaggio romantico, dal fascino letterario. E a volte e' davvero cosi'.
Il comandante Peca, che e' un ufficiale di Marina di lunga esperienza, ricorda con ammirazione il farista di Capo Bellavista, "un pittore di talento che ha dipinto tutta la torre, naturalmente all'interno", oppure quell'altro, "un tenore con ottime doti". Ricorda la farista di Torre Preposti, l'unica donna che ha scelto questo mestiere difficile ("vive da sola, non e' sposata"), e quell'ufficiale della Marina Mercantile in carriera che a suo tempo scelse di abbandonare tutto per fare il guardiano del faro a Palinuro.
Per gli inglesi una fantasia erotica
La molla che spinge tutti e' la voglia di dare un calcio per sempre al caos delle citta', ma non e' escluso che qualcuno sia stato influenzato da un recente sondaggio inglese, secondo cui la piu' gettonata e trasgressiva fantasia erotica femminile e' "fare l'amore in un faro con un uomo sposato".
FONTI:
www.marina.difesa.it
www.farodihan.it
post originale - http://nuke.mollotutto.com/Default.aspx?tabid=150
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