MEGAUPLOAD CHIUSO ( forse ) dall' F.B.I. per sempre, altri siti simili si auto bloccano
pochi giorni fa megaupload uno dei più famosi siti di file sharing veniva chiuso permanentemente dalla F.Bi; al contempo il suo proprietario veniva arrestato in Nuova Zelanda ed ora è agli arresti. sembrava così che alla fine la legge aveva deciso di colpire duro e in maniera definitiva con il piu' grande problema venutosi a creare da quando c'è internet lo scambio di file illegale tra utenti di ogni razza ed estrazione sociale. si attendeva così che la stessa possibile fine l' avrebbero fatta tutti gli altri siti a megaupload simili, ma ancora ciò non è successo, alcuni di loro hanno preventivamente limitato il servizio al solo download di file gia uploadati possibile però ai soli iscritti che potranno recuperareidal loro account i relativo materiale lì uploadato, altri hanno bloccato il servizio altri ancora continuano come sempre
la materia è seria nei sopra detti siti anche se è vero che girano parecchi file illegali vi sono anche molti file legali alcuni dei quali strettamente privati, c'e poi da considerare questi siti alla fine affittano uno spazio e non forniscono nessun genere di materiale sia esso legale o no, sono dei prestatori di servizi , l'uso che poi viene fatto dal possessore di account sarebbe da addebitare al proprietario dell' account stesso e non al possessore dello spazio fisico in cui il proprietario di un dato account ha immesso del materiale di cui l'affittuario niente puo sapere
è come se uno affittasse un garage ad una persona e questa lo usasse come magazzino per bombe chimiche o altro materiale illegale , come potrebbe il proprietario sapere ciò se non scoprendolo per caso ?
se poi la giustizia scoprisse il fatto chi arresterebbe il propirietario del garage o l' affittuario ( tutti e 2 ? ) ...........................
il banner che compare nella home page di megaupload
- questo infatti fanno i vari siti di come megaupload, filesonic, rapidhare etc controllano con un sistema automatico i file immessi setacciandoli in base al nome ed altri parametri, oltre che cancellando immediatamente quelli che gli vengono segnalati dai relativi proprietari
considerando ora che il numero di file in circolazione in ogni sito di file hosting è impressionante è facile capire quanto sia difficile trovare realmente tutti i file non compatibili con la legge, bisognerebbe controllarli uno per uno e ciò ad oggi è impossibile
certo megaupload col suo portale video megavideo poteva fare di più, sul famoso portale di video streaming difatti giravano centinaia di film illegali . il fatto è che ciò succedeva da anni e la legge lo aveva apparentemente permesso, almeno fino all' altro giorno
comunque sia la faccenda ora è in mano agli avvocati vediamo sotto cosa ne dicono sul web
Megaupload, la vera battaglia inizia ora
l'avvocato del founder Kim Dotcom cita il caso Viacom vs YouTube. Mentre il Partito Pirata ricorda le rimozioni dei contenuti in violazione del copyright. Ma i federali non sono d'accordo. Il cyberlocker sarebbe pronto a tornare online. La difesa è schierata, pronta ad accogliere l'attacco sulle ali del Dipartimento di Giustizia statunitense in collaborazione con il Federal Bureau of Investigation (FBI). L'avvocato Ira Rothken è ben conosciuto nell'ambiente, in particolare per aver difeso i gestori di svariate piattaforme accusate di violazione del copyright. Il suo nuovo cliente sembra davvero un pezzo grosso, anche se nei guai fino al collo. Sono dunque iniziate le procedure di rito per trasferire il founder di Megaupload Limited Kim Dotcom in terra statunitense. Nessuna cauzione da poter pagare, solo l'attesa prima di comparire davanti alle autorità a stelle e strisce. Come ormai noto, Dotcom è accusato di associazione a delinquere, riciclaggio di denaro e violazione di proprietà intellettuale. "Il governo ha buttato giù una delle più grandi piattaforme di hosting nel mondo - ha spiegato Rothken alla stampa - e l'ha fatto senza offrire a Megaupload la possibilità di difendersi in aula". Secondo il legale, le accuse contro l'impero dei cyberlocker sarebbero decisamente simili a quelle mosse da Viacom nei confronti di YouTube. "Ed era una causa civile - ha aggiunto Rothken - e YouTube vinse". Sulla delicata vicenda del founder e del suo megaimpero è intervenuto anche il Partito Pirata svedese, con un agguerrito comunicato stampa diramato nella notte italiana di oggi. Megaupload avrebbe sempre rimosso i contenuti caricati in violazione del diritto d'autore, dunque meriterebbe la protezione del safe harbor previsto dal DMCA. "Qualcuno dovrebbe spiegare all'industria del copyright e al governo che le leggi statunitensi non hanno valore nel resto del mondo". Decisamente diversa la visione contenuta nella comunicazione ufficiale diramata dai federali a stelle e strisce. I vertici di Megaupload avrebbero pagato gli utenti per il caricamento sistematico di contenuti in violazione del copyright. Supportando in maniera attiva tutti quei siti terzi specializzati in attività di indexing ai contenuti in streaming su piattaforme come Megavideo. "Sequestrando i server, le forze dell'ordine hanno l'intero database degli utenti con tanto di indirizzi email, numeri di carte di credito e probabilmente log ed indirizzi IP - ha sottolineato l'esperto Stefano Quintarelli - Ricordo che è reato mettere a disposizione materiale protetto da copyright per averne un profitto (che non vuol dire lucro, ovvero incassare quattrini; basta trarne una utilità)". Mentre il presidente di FIMI Enzo Mazza ha consigliato a Google e Wikipedia di riflettere "sulle loro battaglie per le libertà digitali visto che cosi difendono aziende criminali come Megaupload". Secondo i dati diramati dalla stessa FIMI, quasi 2 milioni di utenti italiani hanno sfruttato regolarmente il cyberlocker con base ad Hong Kong. "Con la chiusura da parte dell'FBI, in collaborazione con il Dipartimento di Giustizia Americano, di Megaupload.com e Megavideo.com, si segna un importante risultato nei confronti della lotta alla pirateria e soprattutto nello sviluppo dei contenuti digitali legali", si legge nel comunicato stampa diramato da FIMI. Forse in maniera prevedibile, Megaupload sembra ora pronto a tornare online. Attraverso un dominio registrato in Belize, precedentemente assegnato a misteriosi scammer. Dai servizi di Whois, il dominio è intestato a tale John Smith di Hong Kong. La sensazione è che la battaglia per lo streaming sia appena iniziata.
Mauro Vecchio
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http://www.itespresso.it/
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http://tech.attualissimo.it/filesonic-sospende-il-progetto-di-file-sharing/
http://attualissimo.it/internet-in-arrivo-la-norma-bavaglio-scatta-la-rivolta-contro-la-censura-del-web/
http://punto-informatico.it/3409580/PI/News/file-hosting-effetto-megaupload.aspx
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ultimate news
http://daily.wired.it/news/internet/2012/01/26/megaupload-megavideo-dotcom-processo-13760.html
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materiale youtube
pochi giorni fa megaupload uno dei più famosi siti di file sharing veniva chiuso permanentemente dalla F.Bi; al contempo il suo proprietario veniva arrestato in Nuova Zelanda ed ora è agli arresti. sembrava così che alla fine la legge aveva deciso di colpire duro e in maniera definitiva con il piu' grande problema venutosi a creare da quando c'è internet lo scambio di file illegale tra utenti di ogni razza ed estrazione sociale. si attendeva così che la stessa possibile fine l' avrebbero fatta tutti gli altri siti a megaupload simili, ma ancora ciò non è successo, alcuni di loro hanno preventivamente limitato il servizio al solo download di file gia uploadati possibile però ai soli iscritti che potranno recuperareidal loro account i relativo materiale lì uploadato, altri hanno bloccato il servizio altri ancora continuano come sempre
la materia è seria nei sopra detti siti anche se è vero che girano parecchi file illegali vi sono anche molti file legali alcuni dei quali strettamente privati, c'e poi da considerare questi siti alla fine affittano uno spazio e non forniscono nessun genere di materiale sia esso legale o no, sono dei prestatori di servizi , l'uso che poi viene fatto dal possessore di account sarebbe da addebitare al proprietario dell' account stesso e non al possessore dello spazio fisico in cui il proprietario di un dato account ha immesso del materiale di cui l'affittuario niente puo sapere
è come se uno affittasse un garage ad una persona e questa lo usasse come magazzino per bombe chimiche o altro materiale illegale , come potrebbe il proprietario sapere ciò se non scoprendolo per caso ?
se poi la giustizia scoprisse il fatto chi arresterebbe il propirietario del garage o l' affittuario ( tutti e 2 ? ) ...........................
il banner che compare nella home page di megaupload
- questo infatti fanno i vari siti di come megaupload, filesonic, rapidhare etc controllano con un sistema automatico i file immessi setacciandoli in base al nome ed altri parametri, oltre che cancellando immediatamente quelli che gli vengono segnalati dai relativi proprietari
considerando ora che il numero di file in circolazione in ogni sito di file hosting è impressionante è facile capire quanto sia difficile trovare realmente tutti i file non compatibili con la legge, bisognerebbe controllarli uno per uno e ciò ad oggi è impossibile
certo megaupload col suo portale video megavideo poteva fare di più, sul famoso portale di video streaming difatti giravano centinaia di film illegali . il fatto è che ciò succedeva da anni e la legge lo aveva apparentemente permesso, almeno fino all' altro giorno
comunque sia la faccenda ora è in mano agli avvocati vediamo sotto cosa ne dicono sul web
Megaupload, la vera battaglia inizia ora
l'avvocato del founder Kim Dotcom cita il caso Viacom vs YouTube. Mentre il Partito Pirata ricorda le rimozioni dei contenuti in violazione del copyright. Ma i federali non sono d'accordo. Il cyberlocker sarebbe pronto a tornare online. La difesa è schierata, pronta ad accogliere l'attacco sulle ali del Dipartimento di Giustizia statunitense in collaborazione con il Federal Bureau of Investigation (FBI). L'avvocato Ira Rothken è ben conosciuto nell'ambiente, in particolare per aver difeso i gestori di svariate piattaforme accusate di violazione del copyright. Il suo nuovo cliente sembra davvero un pezzo grosso, anche se nei guai fino al collo. Sono dunque iniziate le procedure di rito per trasferire il founder di Megaupload Limited Kim Dotcom in terra statunitense. Nessuna cauzione da poter pagare, solo l'attesa prima di comparire davanti alle autorità a stelle e strisce. Come ormai noto, Dotcom è accusato di associazione a delinquere, riciclaggio di denaro e violazione di proprietà intellettuale. "Il governo ha buttato giù una delle più grandi piattaforme di hosting nel mondo - ha spiegato Rothken alla stampa - e l'ha fatto senza offrire a Megaupload la possibilità di difendersi in aula". Secondo il legale, le accuse contro l'impero dei cyberlocker sarebbero decisamente simili a quelle mosse da Viacom nei confronti di YouTube. "Ed era una causa civile - ha aggiunto Rothken - e YouTube vinse". Sulla delicata vicenda del founder e del suo megaimpero è intervenuto anche il Partito Pirata svedese, con un agguerrito comunicato stampa diramato nella notte italiana di oggi. Megaupload avrebbe sempre rimosso i contenuti caricati in violazione del diritto d'autore, dunque meriterebbe la protezione del safe harbor previsto dal DMCA. "Qualcuno dovrebbe spiegare all'industria del copyright e al governo che le leggi statunitensi non hanno valore nel resto del mondo". Decisamente diversa la visione contenuta nella comunicazione ufficiale diramata dai federali a stelle e strisce. I vertici di Megaupload avrebbero pagato gli utenti per il caricamento sistematico di contenuti in violazione del copyright. Supportando in maniera attiva tutti quei siti terzi specializzati in attività di indexing ai contenuti in streaming su piattaforme come Megavideo. "Sequestrando i server, le forze dell'ordine hanno l'intero database degli utenti con tanto di indirizzi email, numeri di carte di credito e probabilmente log ed indirizzi IP - ha sottolineato l'esperto Stefano Quintarelli - Ricordo che è reato mettere a disposizione materiale protetto da copyright per averne un profitto (che non vuol dire lucro, ovvero incassare quattrini; basta trarne una utilità)". Mentre il presidente di FIMI Enzo Mazza ha consigliato a Google e Wikipedia di riflettere "sulle loro battaglie per le libertà digitali visto che cosi difendono aziende criminali come Megaupload". Secondo i dati diramati dalla stessa FIMI, quasi 2 milioni di utenti italiani hanno sfruttato regolarmente il cyberlocker con base ad Hong Kong. "Con la chiusura da parte dell'FBI, in collaborazione con il Dipartimento di Giustizia Americano, di Megaupload.com e Megavideo.com, si segna un importante risultato nei confronti della lotta alla pirateria e soprattutto nello sviluppo dei contenuti digitali legali", si legge nel comunicato stampa diramato da FIMI. Forse in maniera prevedibile, Megaupload sembra ora pronto a tornare online. Attraverso un dominio registrato in Belize, precedentemente assegnato a misteriosi scammer. Dai servizi di Whois, il dominio è intestato a tale John Smith di Hong Kong. La sensazione è che la battaglia per lo streaming sia appena iniziata.
Mauro Vecchio
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Il caso MegaUpload alla corte di un ex membro di BSA
Il destino di Kim DotCom, il discusso pirata di MegaUpload, è nelle mani di Neil MacBride, ex dipendente di Business Software Alliance (BSA)
Kim DotCom, il discusso “pirata” di MegaUpload, accusato non solo di pirateria ma perfino di ricettazione, verrà giudicato da Neil MacBride, ex membro di Business Software Alliance (BSA), oggi al tribunale del distretto Est della Virginia. BSA è il gruppo anti pirateria che rappresenta i maggiori produttori software, Apple, Microsoft, Adobe ed Intuit.
Proprio nelle scorse ore si sono registrati i primi “effetti MegaUpload”. Dopo l’azione dell’FBI, che ha condotto alla chiusura del sito MegaUpload (e della sua galassia) e ai clamorosi arresti, altri siti di filesharing sembrano essere corsi ai ripari nel tentativo di evitare di incorrere nello stesso trattamento.FileSonic ha adottato una misura preventiva, disabilitando le funzioni di filesharing limitandosi all’offerta di un servizio di storage online personale.
Oltre a FileSonic, anche Uploaded.to pare aver messo fine al proprio servizio di condivisione di file.RapidShare, MediaFire (eccetera) sono già nella lista nera? RapidShare mette le manoi avanti: “Il business legato al file hosting è legale“. La battaglia è appena iniziata.
Oltre a FileSonic, anche Uploaded.to pare aver messo fine al proprio servizio di condivisione di file.RapidShare, MediaFire (eccetera) sono già nella lista nera? RapidShare mette le manoi avanti: “Il business legato al file hosting è legale“. La battaglia è appena iniziata.
Intanto il giudice accusa i sette responsabile del sito di cyberlocker di aver generato illegalmente più di170 milioni di dollari attraverso attività criminali. DotCom è un personaggio assai discutibile, che ostenta la sua ricchezza esagerata, ora è in carcere in Nuova Zelanda, da dove chiede di uscire su cauzione. Manon sarà facile, perché il giudice Usa è un “falco”, per giunta ex BSA. Se il processo dovesse svolgersi negli Stati Uniti, sarà un processo-spettacolo coperto dai mass media a livello internazionale. Anche perché segnerà il tramonto del file sharing, ma l’inzio delle ostilità fra detentori di diritti e utenti. Anonymous si è già scatenata con azioni di massa: contro CBS, Brasile e Francia, gli ultimi cyber attacchi.
http://www.itespresso.it/
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http://tech.attualissimo.it/filesonic-sospende-il-progetto-di-file-sharing/
http://attualissimo.it/internet-in-arrivo-la-norma-bavaglio-scatta-la-rivolta-contro-la-censura-del-web/
http://punto-informatico.it/3409580/PI/News/file-hosting-effetto-megaupload.aspx
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ultimate news
http://daily.wired.it/news/internet/2012/01/26/megaupload-megavideo-dotcom-processo-13760.html
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materiale youtube
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