IL CASO DEL GIORNO ------------ ( stasera ce ne sarà un altro ma però non quì, quindi cercatevelo da un altra parte )
WWF: le specie canine a rischio, i canidi vicini all'estinzione, salvateli !!!!!
Famiglia Canidi (10 generi, 35 specie)
Inglese: Wild Dogs, Wolves, Jackals and Foxes
Classificazione Red Data Book IUCN 2000: "CR" (in pericolo critico), 2 specie "EN" (in pericolo di estinzione), 1 specie "VU" (vulnerabili), 3 specie "LR" (a minor rischio), 3 specie "DD" (indet. per scarsezza di dati), 9 specie
Distribuzione originaria: Tutti i continenti
NOTE SULLA BIOLOGIA:
Gli specialisti hanno identificato 35 specie di Canidi selvatici: ben 18 di queste (il 51%) sono minacciate in vario grado e 3 sono in grave pericolo di estinzione. Esaminiamo brevemente le più note e quelle maggiormente in pericolo.
CANI SELVATICI :
L'organizzazione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) colloca il licaone, o cane selvatico africano (Lycaon pictus ), tra le specie in pericolo (EN). Il licaone presenta tipicamente orecchie grandi e rotonde, lunghe zampe e mantello variamente chiazzato in nero, giallo, bianco e grigio. Fino a pochi anni fa era diffuso in tutto il continente africano, mentre attualmente la sua distribuzione è assai irregolare con popolazioni isolate localizzate nell'Africa Orientale e Meridionale e popolazioni più piccole distribuite nella regione sub-sahariana. Secondo le ultime stime rimangono in tutta l'Africa meno di 5.500 licaoni e la specie potrebbe estinguersi nei prossimi 20-40 anni.
Altre specie di canidi selvatici, classificate vulnerabili (VU) dall’IUCN sono il piccolo speoto (Speothos venaticus) dalle corte zampe e piccole orecchie, che vive nelle foreste e nelle savane umide da Panama ai confini dell'Argentina, attraverso tutto il Brasile; ed il cuon (Cuon alpinus) o cane selvatico asiatico, dalle orecchie grandi e arrotondate e dalla lunga e folta coda scura, che vive nelle dense foreste dell’Asia sud-orientale dall’India alla Cina e all’Indonesia (Giava e Sumatra), e che è divenuto ormai raro fuori dalle aree protette. Il caratteristico crisocione o lupo dalla criniera (Chrysocyon brachyurus), che è dotato di lunghissime zampe che gli permettono di "navigare" con la testa sopra l’alta erba delle praterie di Argentina, Bolivia, Brasile, Paraguay e Perù, è invece collocato nella categoria "LR" (a minor rischio).
Non raro, ma meritevole di menzione è il dingo (Canis dingo) che è caratterizzato da un mantello color sabbia ed è diffuso nella parte più meridionale e insulare del sud-est asiatico (parte dell’Indonesia, Malesia, Tailandia): da qui è stato poi introdotto circa 4000 anni fa in Australia dove ora occupa la maggior parte del continente. In Australia la specie viene cacciata per ridurre i danni al bestiame domestico.
LUPI:
Il lupo comune (Canis lupus) o lupo grigio, è il canide selvatico di maggiori dimensioni: i maschi adulti possono arrivare a pesare fino a 75 Kg. Un tempo era il mammifero con la più vasta distribuzione al mondo, essendo presente in tutto l’emisfero settentrionale. Oggi le popolazioni più numerose si trovano in Canada, Alaska e nell’ex URSS, mentre popolazioni residue sono tuttora presenti in alcuni stati dell’Europa occidentale. In Italia, la popolazione di lupo è in espansione e si attesta attorno a circa 500 capi: tale densità è ancora al di sotto della soglia critica di sicurezza ed per questo il lupo italiano viene ritenuto vulnerabile (VU) dall'IUCN.
Nel gruppo dei lupi il lupo rosso (Canis rufus) è quello più in pericolo (CR). La specie è estinta in natura (si ritiene che in passato fosse distribuita in gran parte degli Stati Uniti orientali) ma, a partire dal 1998 sono stati avviati dei programmi di reintroduzione ed ora il lupo rosso è nuovamente presente in alcune aree della Carolina del Nord e delle Great Smoky Mountains (Tennessee). Il lupo rosso è oggetto di interessanti dibattiti scientifici poiché alcuni studiosi ritengono che non si tratti di una specie pura, ma piuttosto il risultato dell’ibridazione tra lupo e coyote. Recenti studi genetici, inoltre, hanno evidenziato una stretta relazione tra il lupo rosso e i lupi del Canada sud orientale e al momento i ricercatori stanno verificando se in quell’area siano ancora presenti individui geneticamente ascrivibili alla specie Canis rufus.
Il coyote (Canis latrans) è diffuso in tutti gli Stati Uniti, nel Canada meridionale, in Messico e in America centrale. La specie non è minacciata e viene cacciata per la pelliccia, per sport e per ridurre i danni al bestiame domestico. Il rosso lupo del Simien (Canis simensis), che vive in alcune aree dell’Etiopia, è il secondo canide maggiormente in pericolo (CR) con una popolazione totale ridotta a non più di 500 individui. L’unico nucleo consistente di lupo del Simien è quella che vive nel Parco Nazionale delle Bale Mountains (200-300 individui). La specie si nutre essenzialmente di piccoli mammiferi (soprattutto roditori) e costituisce un elemento essenziale nella catena alimentare, contribuendo a regolarne le popolazioni.
SCIACALLI:
Sono state classificate tre specie di sciacalli, simili nella morfologia e nelle dimensioni, e differenti solo nei colori del mantello. Lo sciacallo dorato (Canis aureus) è diffuso in Africa settentrionale e orientale, in Asia meridionale e nell’Europa sud-orientale. Recentemente la specie è stata segnalata anche in Italia, prima in Friuli e poi nel Veneto: si ritiene che si tratti di individui proveniente dalla Slovenia. Lo sciacallo della gualdrappa (Canis mesomelas) e lo sciacallo striato (Canis adustus) vivono esclusivamente nell’Africa orientale e meridionale: il primo frequenta le savane cespugliose, il secondo le zone boscose, spingendosi anche a quote elevate. Grazie ad una forte adattabilità che li porta a vivere anche a ridosso degli abitati umani e a una dieta estremamente flessibile, nessuna specie di sciacallo è rara o minacciata. Tra le tre specie lo sciacallo striato è quello meno numeroso.
VOLPI:
In tutto sono state descritte 23 specie di volpi distribuite in tutti i continenti. Tra quelle inserite nel libro rosso dell’IUCN due di queste sono classificate a basso rischio (LR) e una decina vengono ritenute a stato indeterminato (DD) poiché non si dispone di informazioni sullo status reale. Alla prima categoria appartengono la volpe grigia insulare (Urocyon littoralis) che vive nelle isole prospicienti la California meridionale e la volpe pigmea (Vulpes velox) degli Stati Uniti occidentali. Le specie cacciate che meritano maggiore attenzione sono la volpe del Capo (Vulpes chama), perseguitata in Sudafrica per proteggere gli armenti; la volpe del Bengala (Vulpes bengalensis) (DD) di Bangladesh, India, Nepal e Pakistan.
La più piccola e graziosa, il fennec o volpe del deserto (Fennecus zerda) (DD) del nord Africa, dal color sabbia e dalle enormi orecchie, anche se non rara è soggetta a persecuzione e alle catture dei cuccioli per il commercio degli animali da compagnia e la vendita ai turisti. Oltre alla volpe rossa o comune (Vulpes vulpes), diffusa in tutta l’Europa, Asia centro-settentrionale e nord America (introdotta anche in Australia) vengono cacciate e allevate per la loro pelliccia soprattutto la volpe polare o bianca (Alopex lagopus) una cui varietà è la "volpe azzurra", la volpe grigia o urocione (Urocyon cinereoargenteus) di Stati Uniti e Messico, e varie specie di volpi grigie sudamericane del genere Dusicyon. A questo genere apparteneva il cane delle Falkland/Malvine (D. australis) estinto dal 1876.
MINACCE:
Il licaone necessita di territori particolarmente estesi e la frammentazione dell'habitat costituisce la minaccia più grave alla sua sopravvivenza. A causa della competizione con altre specie di carnivori la densità della specie localmente rimane piuttosto bassa e, di conseguenza, anche le porzioni residue di territorio a maggiore estensione possono contenere popolazioni non vitali. La specie, inoltre, è sensibile a malattie (come la rabbia) la cui diffusione è incrementata dalla presenza dei cani domestici, che costituiscono un vero e proprio serbatoio di potenziali patologie. Il licaone infine è soggetto a persecuzione umana diretta (con armi da fuoco, trappole e veleno) e indiretta (uccisione da parte di autoveicoli sulle strade). Per scongiurare il rischio di estinzione sono stati avviati numerosi progetti per la riproduzione in cattività anche se le reintroduzioni vengono spesso osteggiate dai nativi. Il gruppo di licaoni ospitati presso il Bioparco di Roma è inserito all'interno del European Endangered Species Program, un programma per favorire ed incrementare la riproduzione in cattività di specie particolarmente protette.
Il cuon è minacciato da malattie, da conflitti umani e dalla riduzione delle sue prede operata dall’uomo.
Il lupo è cacciato per la sua pelliccia in Canada, Alaska ed ex-URSS, paesi in cui è relativamente numeroso, e ne vengono commerciate 6-7000 pelli all’anno. Alcune popolazioni in pericolo (sottospecie C. L. pallipes) sono incluse nell’Appendice I della CITES, ma la specie è in App. II, e le altre popolazioni sono commerciabili con permessi CITES. Ulteriori minacce alla conservazione della specie sono costituite dalla perdita e la frammentazione dell’habitat e dalla persecuzione diretta, perpetrata soprattutto per proteggere il bestiame. Le uccisioni illegali di lupi avvengono anche in quelle nazioni dove la specie è protetta: nel nostro paese, ad esempio, si stima che ogni anno muoiano per causa dell'uomo un numero di lupi pari al 15-20% dell’intera popolazione italiana.
Il lupo del Simien è minacciato dalla perdita dell’habitat, dalle malattie e dal rischio di degradazione del patrimonio genetico costituito dagli incroci con cani domestici.
Lo sciacallo striato è sottoposto ad un limitato prelievo per la sua bella pelliccia rossastra e nera. Per quanto riguarda le volpi, oramai la quasi totalità delle pelli usate in pellicceria proviene da allevamenti.
Negli anni ‘80, della sola volpe comune, venivano commerciate 500.000 pelli all’anno (quasi tutte d'allevamento). Ma molte delle specie citate vengono ancora cacciate, e ciò può rappresentare un pericolo per alcune di esse, soprattutto quelle americane del genere Dusicyon.
CONSERVAZIONE – L’AZIONE DEL WWF:
Il WWF e l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione) hanno svolto e svolgono numerosi progetti di ricerca e conservazione sui canidi selvatici. Le due organizzazioni ritengono che la sopravvivenza di cani selvatici, lupi, sciacalli e volpi non possa prescindere dalla conservazione degli habitat dove queste specie vivono. Inoltre, è essenziale aumentare le conoscenze di questi animali presso le popolazioni umane che vivono nei territori di presenza, e mettere in atto tutti i programmi e gli strumenti per arrivare ad una convivenza pacifica con queste specie.
Il WWF Italia, sin dalla sua istituzione, ha iniziato ad occuparsi del lupo. Le attività di conservazione su questa specie sono partite con l’Operazione San Francesco, lanciata nel 1971, a cui è seguita poi la creazione del Gruppo Lupo Italia nel 1974, in collaborazione con il Parco Nazionale d’Abruzzo. Negli ultimi anni il WWF Italia ha svolto attività sul lupo lungo tutto il suo areale di distribuzione e, avvalendosi di finanziamenti europei, ha svolto attività specifiche sulle Alpi Occidentali, dove la specie è tornata di recente.
Sulle Alpi, tra le numerose attività svolte, si è cercato di offrire soluzioni concrete al problema della predazione sul bestiame domestico, offrendo agli allevatori cani da guardiania (lanciando l’operazione Adotta un cane, salverai un lupo) e recinzioni elettrificate, strumenti indispensabili per difendere il bestiame dagli attacchi del predatore. Altri progetti degni di nota sono stati svolti nel Parco Nazionale del Pollino e nelle Marche. Il WWF Italia ha inoltre contribuito al progetto del WWF Internazionale nell'area del Bale Mountains, ove vive ancora il rarissimo lupo del Simien.
http://www.wwf.it/client/render.aspx?root=933
n.b.
questo post è stato preso sul web da un sito che l' aveva copiato da un' altro sito che a sua volta l' aveva ricopiato da un' altro sito ancora e così via , qui lo abbiamo ripostato così com'era che l'argomento è sempre attuale
WWF: le specie canine a rischio, i canidi vicini all'estinzione, salvateli !!!!!
Famiglia Canidi (10 generi, 35 specie)
Inglese: Wild Dogs, Wolves, Jackals and Foxes
Classificazione Red Data Book IUCN 2000: "CR" (in pericolo critico), 2 specie "EN" (in pericolo di estinzione), 1 specie "VU" (vulnerabili), 3 specie "LR" (a minor rischio), 3 specie "DD" (indet. per scarsezza di dati), 9 specie
Distribuzione originaria: Tutti i continenti
NOTE SULLA BIOLOGIA:
Gli specialisti hanno identificato 35 specie di Canidi selvatici: ben 18 di queste (il 51%) sono minacciate in vario grado e 3 sono in grave pericolo di estinzione. Esaminiamo brevemente le più note e quelle maggiormente in pericolo.
CANI SELVATICI :
L'organizzazione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) colloca il licaone, o cane selvatico africano (Lycaon pictus ), tra le specie in pericolo (EN). Il licaone presenta tipicamente orecchie grandi e rotonde, lunghe zampe e mantello variamente chiazzato in nero, giallo, bianco e grigio. Fino a pochi anni fa era diffuso in tutto il continente africano, mentre attualmente la sua distribuzione è assai irregolare con popolazioni isolate localizzate nell'Africa Orientale e Meridionale e popolazioni più piccole distribuite nella regione sub-sahariana. Secondo le ultime stime rimangono in tutta l'Africa meno di 5.500 licaoni e la specie potrebbe estinguersi nei prossimi 20-40 anni.
Altre specie di canidi selvatici, classificate vulnerabili (VU) dall’IUCN sono il piccolo speoto (Speothos venaticus) dalle corte zampe e piccole orecchie, che vive nelle foreste e nelle savane umide da Panama ai confini dell'Argentina, attraverso tutto il Brasile; ed il cuon (Cuon alpinus) o cane selvatico asiatico, dalle orecchie grandi e arrotondate e dalla lunga e folta coda scura, che vive nelle dense foreste dell’Asia sud-orientale dall’India alla Cina e all’Indonesia (Giava e Sumatra), e che è divenuto ormai raro fuori dalle aree protette. Il caratteristico crisocione o lupo dalla criniera (Chrysocyon brachyurus), che è dotato di lunghissime zampe che gli permettono di "navigare" con la testa sopra l’alta erba delle praterie di Argentina, Bolivia, Brasile, Paraguay e Perù, è invece collocato nella categoria "LR" (a minor rischio).
Non raro, ma meritevole di menzione è il dingo (Canis dingo) che è caratterizzato da un mantello color sabbia ed è diffuso nella parte più meridionale e insulare del sud-est asiatico (parte dell’Indonesia, Malesia, Tailandia): da qui è stato poi introdotto circa 4000 anni fa in Australia dove ora occupa la maggior parte del continente. In Australia la specie viene cacciata per ridurre i danni al bestiame domestico.
LUPI:
Il lupo comune (Canis lupus) o lupo grigio, è il canide selvatico di maggiori dimensioni: i maschi adulti possono arrivare a pesare fino a 75 Kg. Un tempo era il mammifero con la più vasta distribuzione al mondo, essendo presente in tutto l’emisfero settentrionale. Oggi le popolazioni più numerose si trovano in Canada, Alaska e nell’ex URSS, mentre popolazioni residue sono tuttora presenti in alcuni stati dell’Europa occidentale. In Italia, la popolazione di lupo è in espansione e si attesta attorno a circa 500 capi: tale densità è ancora al di sotto della soglia critica di sicurezza ed per questo il lupo italiano viene ritenuto vulnerabile (VU) dall'IUCN.
Nel gruppo dei lupi il lupo rosso (Canis rufus) è quello più in pericolo (CR). La specie è estinta in natura (si ritiene che in passato fosse distribuita in gran parte degli Stati Uniti orientali) ma, a partire dal 1998 sono stati avviati dei programmi di reintroduzione ed ora il lupo rosso è nuovamente presente in alcune aree della Carolina del Nord e delle Great Smoky Mountains (Tennessee). Il lupo rosso è oggetto di interessanti dibattiti scientifici poiché alcuni studiosi ritengono che non si tratti di una specie pura, ma piuttosto il risultato dell’ibridazione tra lupo e coyote. Recenti studi genetici, inoltre, hanno evidenziato una stretta relazione tra il lupo rosso e i lupi del Canada sud orientale e al momento i ricercatori stanno verificando se in quell’area siano ancora presenti individui geneticamente ascrivibili alla specie Canis rufus.
Il coyote (Canis latrans) è diffuso in tutti gli Stati Uniti, nel Canada meridionale, in Messico e in America centrale. La specie non è minacciata e viene cacciata per la pelliccia, per sport e per ridurre i danni al bestiame domestico. Il rosso lupo del Simien (Canis simensis), che vive in alcune aree dell’Etiopia, è il secondo canide maggiormente in pericolo (CR) con una popolazione totale ridotta a non più di 500 individui. L’unico nucleo consistente di lupo del Simien è quella che vive nel Parco Nazionale delle Bale Mountains (200-300 individui). La specie si nutre essenzialmente di piccoli mammiferi (soprattutto roditori) e costituisce un elemento essenziale nella catena alimentare, contribuendo a regolarne le popolazioni.
SCIACALLI:
Sono state classificate tre specie di sciacalli, simili nella morfologia e nelle dimensioni, e differenti solo nei colori del mantello. Lo sciacallo dorato (Canis aureus) è diffuso in Africa settentrionale e orientale, in Asia meridionale e nell’Europa sud-orientale. Recentemente la specie è stata segnalata anche in Italia, prima in Friuli e poi nel Veneto: si ritiene che si tratti di individui proveniente dalla Slovenia. Lo sciacallo della gualdrappa (Canis mesomelas) e lo sciacallo striato (Canis adustus) vivono esclusivamente nell’Africa orientale e meridionale: il primo frequenta le savane cespugliose, il secondo le zone boscose, spingendosi anche a quote elevate. Grazie ad una forte adattabilità che li porta a vivere anche a ridosso degli abitati umani e a una dieta estremamente flessibile, nessuna specie di sciacallo è rara o minacciata. Tra le tre specie lo sciacallo striato è quello meno numeroso.
VOLPI:
In tutto sono state descritte 23 specie di volpi distribuite in tutti i continenti. Tra quelle inserite nel libro rosso dell’IUCN due di queste sono classificate a basso rischio (LR) e una decina vengono ritenute a stato indeterminato (DD) poiché non si dispone di informazioni sullo status reale. Alla prima categoria appartengono la volpe grigia insulare (Urocyon littoralis) che vive nelle isole prospicienti la California meridionale e la volpe pigmea (Vulpes velox) degli Stati Uniti occidentali. Le specie cacciate che meritano maggiore attenzione sono la volpe del Capo (Vulpes chama), perseguitata in Sudafrica per proteggere gli armenti; la volpe del Bengala (Vulpes bengalensis) (DD) di Bangladesh, India, Nepal e Pakistan.
La più piccola e graziosa, il fennec o volpe del deserto (Fennecus zerda) (DD) del nord Africa, dal color sabbia e dalle enormi orecchie, anche se non rara è soggetta a persecuzione e alle catture dei cuccioli per il commercio degli animali da compagnia e la vendita ai turisti. Oltre alla volpe rossa o comune (Vulpes vulpes), diffusa in tutta l’Europa, Asia centro-settentrionale e nord America (introdotta anche in Australia) vengono cacciate e allevate per la loro pelliccia soprattutto la volpe polare o bianca (Alopex lagopus) una cui varietà è la "volpe azzurra", la volpe grigia o urocione (Urocyon cinereoargenteus) di Stati Uniti e Messico, e varie specie di volpi grigie sudamericane del genere Dusicyon. A questo genere apparteneva il cane delle Falkland/Malvine (D. australis) estinto dal 1876.
MINACCE:
Il licaone necessita di territori particolarmente estesi e la frammentazione dell'habitat costituisce la minaccia più grave alla sua sopravvivenza. A causa della competizione con altre specie di carnivori la densità della specie localmente rimane piuttosto bassa e, di conseguenza, anche le porzioni residue di territorio a maggiore estensione possono contenere popolazioni non vitali. La specie, inoltre, è sensibile a malattie (come la rabbia) la cui diffusione è incrementata dalla presenza dei cani domestici, che costituiscono un vero e proprio serbatoio di potenziali patologie. Il licaone infine è soggetto a persecuzione umana diretta (con armi da fuoco, trappole e veleno) e indiretta (uccisione da parte di autoveicoli sulle strade). Per scongiurare il rischio di estinzione sono stati avviati numerosi progetti per la riproduzione in cattività anche se le reintroduzioni vengono spesso osteggiate dai nativi. Il gruppo di licaoni ospitati presso il Bioparco di Roma è inserito all'interno del European Endangered Species Program, un programma per favorire ed incrementare la riproduzione in cattività di specie particolarmente protette.
Il cuon è minacciato da malattie, da conflitti umani e dalla riduzione delle sue prede operata dall’uomo.
Il lupo è cacciato per la sua pelliccia in Canada, Alaska ed ex-URSS, paesi in cui è relativamente numeroso, e ne vengono commerciate 6-7000 pelli all’anno. Alcune popolazioni in pericolo (sottospecie C. L. pallipes) sono incluse nell’Appendice I della CITES, ma la specie è in App. II, e le altre popolazioni sono commerciabili con permessi CITES. Ulteriori minacce alla conservazione della specie sono costituite dalla perdita e la frammentazione dell’habitat e dalla persecuzione diretta, perpetrata soprattutto per proteggere il bestiame. Le uccisioni illegali di lupi avvengono anche in quelle nazioni dove la specie è protetta: nel nostro paese, ad esempio, si stima che ogni anno muoiano per causa dell'uomo un numero di lupi pari al 15-20% dell’intera popolazione italiana.
Il lupo del Simien è minacciato dalla perdita dell’habitat, dalle malattie e dal rischio di degradazione del patrimonio genetico costituito dagli incroci con cani domestici.
Lo sciacallo striato è sottoposto ad un limitato prelievo per la sua bella pelliccia rossastra e nera. Per quanto riguarda le volpi, oramai la quasi totalità delle pelli usate in pellicceria proviene da allevamenti.
Negli anni ‘80, della sola volpe comune, venivano commerciate 500.000 pelli all’anno (quasi tutte d'allevamento). Ma molte delle specie citate vengono ancora cacciate, e ciò può rappresentare un pericolo per alcune di esse, soprattutto quelle americane del genere Dusicyon.
CONSERVAZIONE – L’AZIONE DEL WWF:
Il WWF e l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione) hanno svolto e svolgono numerosi progetti di ricerca e conservazione sui canidi selvatici. Le due organizzazioni ritengono che la sopravvivenza di cani selvatici, lupi, sciacalli e volpi non possa prescindere dalla conservazione degli habitat dove queste specie vivono. Inoltre, è essenziale aumentare le conoscenze di questi animali presso le popolazioni umane che vivono nei territori di presenza, e mettere in atto tutti i programmi e gli strumenti per arrivare ad una convivenza pacifica con queste specie.
Il WWF Italia, sin dalla sua istituzione, ha iniziato ad occuparsi del lupo. Le attività di conservazione su questa specie sono partite con l’Operazione San Francesco, lanciata nel 1971, a cui è seguita poi la creazione del Gruppo Lupo Italia nel 1974, in collaborazione con il Parco Nazionale d’Abruzzo. Negli ultimi anni il WWF Italia ha svolto attività sul lupo lungo tutto il suo areale di distribuzione e, avvalendosi di finanziamenti europei, ha svolto attività specifiche sulle Alpi Occidentali, dove la specie è tornata di recente.
Sulle Alpi, tra le numerose attività svolte, si è cercato di offrire soluzioni concrete al problema della predazione sul bestiame domestico, offrendo agli allevatori cani da guardiania (lanciando l’operazione Adotta un cane, salverai un lupo) e recinzioni elettrificate, strumenti indispensabili per difendere il bestiame dagli attacchi del predatore. Altri progetti degni di nota sono stati svolti nel Parco Nazionale del Pollino e nelle Marche. Il WWF Italia ha inoltre contribuito al progetto del WWF Internazionale nell'area del Bale Mountains, ove vive ancora il rarissimo lupo del Simien.
http://www.wwf.it/client/render.aspx?root=933
n.b.
questo post è stato preso sul web da un sito che l' aveva copiato da un' altro sito che a sua volta l' aveva ricopiato da un' altro sito ancora e così via , qui lo abbiamo ripostato così com'era che l'argomento è sempre attuale
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