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in occasione del centocinquantennale dello stato Italiano


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ITALIANI CHE HAN ( DI ) SFATTO L' ITALIA



I 2 , uno ministro della sanita dell' epoca , l' altro direttore generale del servizio farmaceutico nazionale ,furono capaci davvero di fregare gli Italiani e per questo furono condannati anche se non per molto, come si sa la legge è si uguale per tutti ma non lo sono quelli che dovrebbero farla rispettare e poi per qualcuno è un pelino meno uguale; il perche' . non viene detto ma qualcuno lo sospetta e chissa' forse un giorno ce lo dira' ( cucu' )

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lik utili

http://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_De_Lorenzo
http://it.wikipedia.org/wiki/Duilio_Poggiolini
http://archiviostorico.corriere.it/2000/febbraio/17/Mani_pulite_2565_imputati_co_0_0002178340.shtml http://www.repubblica.it/online/cronaca/lorenzo/costituito/costituito.html
http://farelo-do-guido.blogspot.com/2010/07/il-diavoloduilio-poggiolini.html
http://qn.quotidiano.net/2000/07/07/1089018-CONFERMATA-CONDANNA-A-EX-MINISTRO-DE-LORENZO.shtml
http://www.spazio22.eu/I%20LAVORI%20DELLE%20SCUOLE/Mondo_tra_XX_e_XXI_secolo_ITCG_Vittoria/file/terremoto_di_tangentopoli.htm http://www.aimac.it/dicono_di_noi.php?idpath=&id=kqSVmg==&pag=7
http://www.usirdbricerca.info/index.php?option=com_content&view=article&id=1133:maxi-condanna-finale-per-poggiolini-e-de-lorenzo&catid=107:lavoro&Itemid=522
http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=40&ved=0CFMQFjAJOB4&url=http%3A%2F%2Fnotes9.senato.it%2FWeb%2FAutorizzazioniAProcedere.nsf%2Fa7d748e45edcc6cfc125708100418ed6%2F42989a56517f0b73c1256d4b0031c04f%2F%24FILE%2FDOC.%2520IV-BIS%2C%2520N.%252020-A.pdf&ei=Gq2CTa-4GILpOfyyzOsI&usg=AFQjCNHEMwgSWzqAHvU8GSmWJPxGaf0NMw&sig2=iryd7vcoKtyP7jF3fPj7tA http://irpinianelmondo.wordpress.com/2008/07/16/tangenti-e-sanita-una-breve-storia-da-poggiolini-ai-nostri-giorni/

tanto per sapere .....

FRANCESCO DE LORENZO - articolo dell' epoca


CONFERMATA CONDANNA A EX MINISTRO DE LORENZO

NAPOLI, 7 LUGLIO - È stato condannato in appello a sette anni e cinque mesi di reclusione l'ex ministro della Sanità Francesco De Lorenzo al termine del processo per le tangenti sui farmaci. La sentenza è stata emessa dai giudici della prima sezione della corte d'appello di Napoli che hanno accolto quasi integralmente le richieste del sostituto procuratore generale, che aveva concluso per una condanna a dieci anni di reclusione. La corte ha condannato l'ex ministro per 95 capi d'imputazione su 97, non ha riconosciuto le attenuanti richieste in subordine dalla difesa e non ha derubricato alcuna delle accuse di corruzione in finanziamento illecito.
Associazione per delinquere, corruzione, illecito finanziamento dei partiti e false fatturazioni i reati contestati. In primo grado De Lorenzo era stato condannato a 8 anni e 5 mesi di reclusione, e assolto dall'accusa di corruzione legislativa, che si riferiva alla previsione di aumento della spesa sanitaria nella Finanziaria per favorire le richieste degli imprenditori farmaceutici. Le accuse si basano, tra l'altro, sulle rivelazioni dell'ex segretario del ministro, Giovanni Marone, sulle ammissione di diversi imprenditori farmaceutici in riferimento al pagamento di tangenti allo stesso Marone che le avrebbe poi girate a De Lorenzo, e sul memoriale del professor Antonio Vittoria, preside della facoltà di Farmacia a Napoli, suicidatosi nel corso dell' inchiesta.
Il processo d'appello nei confronti dell'ex ministro Francesco De Lorenzo era cominciato il 10 giugno 1998 e in seguito alla modifica dell'articolo 513 del codice di procedura penale, approvata dopo la sentenza di condanna di primo grado, i giudici di secondo grado hanno rinnovato il dibattimento per richiamare a deporre i 98 imputati in procedimento connesso che in tribunale si erano avvalsi della facoltà di non rispondere.
Analoga scelta processuale, da parte degli imputati in procedimento connesso, ha caratterizzato il processo di secondo grado, ma la Corte ha ritenuto comunque attendibili e utilizzabili le dichiarazioni rese dai coimputati nel corso delle indagini. La posizione di De Lorenzo era stata stralciata dalla parte principale dell'indagine relativa alle tangenti pagate dagli imprenditori farmaceutici in cambio di agevolazioni nelle pratiche di adeguamento del prezzo dei farmaci e nelle istanze di iscrizione di nuovi prodotti. Gli altri imputati - ex componenti del Cip Farmaci, l'ex direttore generale del servizio farmaceutico Duilio Poggiolini e la moglie Pierr Di Maria, imprenditori farmaceutici - sono in attesa della conclusione del processo di primo grado, per il quale è prevista la sentenza il prossimo 21 luglio. I diversi episodi di corruzione contestati a De Lorenzo si riferiscono a tangenti che avrebbe ottenuto da imprenditori per un totale di oltre 7 miliardi.
DA: http://qn.quotidiano.net/2000/07/07/1089018-CONFERMATA-CONDANNA-A-EX-MINISTRO-DE-LORENZO.shtmL
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DUILIO POGGIOLINI

Duilio Poggiolini (25 luglio 1929) , ex funzionario italiano, è stato Direttore Generale del servizio farmaceutico nazionale del Ministero della Sanità di Francesco De Lorenzo e coinvolto nell'inchiesta Mani Pulite sullo scandalo di Tangentopoli. È stato membro della loggia massonica P2.

Il 20 settembre 1993 [1] venne arrestato a Losanna, in Svizzera, per via di una serie di accuse legate a manipolazioni e tangenti nelle procedure di gestione del servizio sanitario, in favore di grandi aziende farmaceutiche. Poggiolini aveva tentato la fuga, ma la latitanza era stata di poche settimane.

Lo scandalo delle tangenti nella Sanità [modifica]
A Poggiolini venne inizialmente contestato di aver istruito procedure per cui venivano autorizzati aumenti di prezzo dietro versamento di compensi "una tantum" a Poggiolini e ad altre personalità del ministero [2]. In seguito fu accusato di aver favorito l'ingresso di alcuni farmaci nel prontuario sanitario dietro compensi e regalie, in beni o denaro.

All'atto dell'arresto vennero sequestrati oltre 15 miliardi di lire su un conto svizzero intestato alla moglie, Pierr Di Maria Poggiolini: inoltre nella casa di Napoli della coppia vennero trovati diversi miliardi di lire in lingotti d'oro, gioielli, dipinti e monete antiche.

Venne rinchiuso nel carcere napoletano di Poggioreale, dove fu sottoposto ad interrogatori da parte dei PM impiegati nell'inchiesta "Mani Pulite", tra cui Antonio di Pietro, rimanendovi per sette mesi e dando numerose deposizioni.

Con l'esplodere dello scandalo, Poggiolini fu denominato con vari soprannomi dalla stampa, tra cui Il Re Mida della Sanità o Il boss della malasanità (o addirittura il mostro della malasanità: fino alla scoperta del tesoro, Poggiolini aveva avuto uno stile di vita sobrio, quasi povero, ma all'atto della perquisizione furono necessarie dodici ore per catalogare i tesori nascosti negli armadi e persino, fatto che divenne poi "macchietta" del personaggio, in divani, materassi e pouf. [3]

Gli illeciti secondo quanto emerso in sede di processo erano compiuti tramite una "società a delinquere", composta da Duilio Poggiolini e dalla moglie Pierr Di Maria: il primo siglava gli atti, mentre la seconda procedeva a riscuotere i compensi.

La difesa chiese l'applicazione di attenuanti, in quanto la ricerca di ricchezze sarebbe stata per Poggiolini "un fatto morboso", tesi che non venne accolta dai giudici che con 48 ore di camera di consiglio condannarono in primo grado, il 21 luglio 2000, il politico a sette anni e mezzo di reclusione e la moglie a quattro anni, escludendo però il reato di associazione a delinquere. Dei 40 episodi di tangenti contestati, venti vennero confermati.

L'appello ridusse la condanna a quattro anni e quattro mesi, e il verdetto fu confermato dalla Corte di Cassazione, che dispose il sequestro di beni per 39 miliardi (29 per lui, 10 per lei).

La condanna di Duilio Poggiolini è stata scontate prevalentemente agli arresti domiciliari e con l'opera nei servizi sociali, mentre le riduzioni di pena per Pierr Di Maria l'hanno portata a rientrare all'interno dei termini minimi per invocare la sospensione condizionale della pena.

Il 30 agosto 2006 Poggiolini ha beneficiato dell'indulto, vedendo la condanna ridotta di due anni, mentre la moglie era già tornata a vivere nella sua villa del quartiere romano dell'Eur insieme al figlio, affetto da una patologia cerebrale.

Il 30 ottobre 2007 è morta la moglie Pierr Di Maria.

Poggiolini ha pubblicato un memoriale, Niente Altro Che La Verita:I Farmaci in Italia, Le Mie Lotte, I Miei Errori [6], che però è stato un insuccesso editoriale tale da esser ritirato dal mercato e mandate al macero.

Lo scandalo del sangue infetto

Duilio Poggiolini è stato indagato anche dalla Procura di Trento per il reato di epidemia colposa, in seguito ad una serie di infezioni da HIV e Epatite C avvenute nei primi anni novanta tramite la trasfusione di sacche di plasma che non erano state adeguatamente controllate, fornite dal Gruppo Marcucci di proprietà di Guelfo Marcucci.

Gli emoderivati, in particolare sandoglobuline destinati al trattamento dell'emofilia, non venivano controllati per la presenza di virus letali né trattati con inattivatori virali, cosa che ha portato alla commercializzazione di materiale infetto e al contagio dei pazienti riceventi.

L'inchiesta, che ha escluso il dolo confermando però la teoria della colpa per l'assenza di controlli, è stata archiviata il 18 giugno 2005 dal Gip del Tribunale di Napoli (a cui era stata trasferita dal tribunale di Trento l'8 aprile 2003) per prescrizione dei termini
fonte - ovviamente - wikipedia


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http://www.rifondazione-cinecitta.org/poggiolini.html

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materiale youtube



3.500 emofilici italiani (fonte: Istituto Superiore di Sanità) furono infettati con il virus dell'Hcv (epatite C) e 820 con quello dell'Hiv (la maggior parte di essi era coinfettata con l'Hcv).Oltre 400 persone morirono, a causa di trasfusioni con sangue o emoderivati infetti.
In Italia, i principali protagonisti della vicenda furono il ministro della Sanità, Francesco De Lorenzo, e il direttore generale del servizio farmaceutico del ministero, Duilìo Poggiolini.Benché già esistessero tecniche di inattivazione virale e farmaci sicuri (almeno per l'Hiv), il ministero non vietò immediatamente la commercializzazione e l'uso dei vecchi, non ritirò quelli già in vendita, non fece nulla per rintracciare quelli già venduti (ogni emofilico ne ha una scorta a domicilio).
De Lorenzo si limitò a emanare una circolare non vincolante in cui se ne "sconsigliava" l'uso.
Il sospetto è che tanta leggerezza non fosse casuale, ma funzionale agli interessi delle aziende (in Italia i distributori erano la toscana Marcucci e le straniere Behring, Immuno e Bayer divisione Cutter) che in tal modo potevano smaltire le giacenze.
Nel 1995 seimila litri di sangue furono sequestrati alla Sc!avo, Siena: 11 avvisi di garanzia raggiunsero i dirigenti del gruppo Marcucci, di cui Sclavo era parte.Nell'inchiesta della magistratura finirono anche funzionari pubblici, proprietari e dirigenti Marcucci, responsabili di multinazionali del settore e primari di centri trasfusionali.
Laccusa più grave fu per i vertici Marcucci: epidemia dolosa (derubricata in colposa nell'udienza preliminare).
Gli altri indagati, tra cui Poggiolini, vennero accusati di epidemia colposa e di falso.
Secondo la Procura di Trento i dirigenti di alcune case farmaceutiche erano al corrente della pericolosità di questi prodotti provenienti dall'estero ma hanno continuato ad usarli. Nel frattempo migliaia di italiani scoprirono di aver contratto i virus dell'epatite C e dell' Aids. Alcune per aver avuto bisogno di trasfusioni, altri perché usavano emoderivati (farmaci derivati da sangue). A farne più di tutti le spese talassemici ed emofiliaci che avevano fatto uso di farmaci salvavita. Quasi tutti hanno contratto almeno uno dei due virus.Nel 1995, Duilio Poggiolini e ad altri dirigenti di case farmaceutiche ricevettero gli avvisi di garanzia: uno degli imputati era Guelfo Marcucci, titolare della più grossa casa farmaceutica italiana produttrice di emoderivati per emoficiliaci, i figli Paolo Marcucci e Andrea Marcucci attuale senatore PD. L'accusa per tutti era di epidemia dolosa (reato per ci è previsto l'ergastolo). I numeri di questa che è stata definita "strage degli innocenti" sono sconvolgenti: 2.609 morti e almeno 4.000 malati ma sono solo stime in difetto perché le famiglie colpite sono molte di più. Tutte queste persone chiedono giustizia e aspettano ancora che il processo parta: tutto si è fermato nel 2008 con il nuovo rinvio a giudizio per epidemia colposa.E non si capisce perché. La notizia, sopratutto in ambito locale, non ha avuto una grande eco probabilmente per la potenza locale della famiglia Marcucci e della sua proprietà in emittenti televisive private. QUESTA E' LA CONFERENZA STAMPA MAI ANDATA IN ONDA

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