e anche MAURIZIO MOSCA ci ha lasciato .......
E' morto Maurizio Mosca
Era malato da tempo.
3 aprile 2010 - E' morto la notte scorsa all'ospedale San Matteo di Pavia, Maurizio Mosca, il noto giornalista sportivo, per 20 anni alla Gazzetta dello Sport. A dare la notizia è stata la famiglia. Da tempo malato, Mosca aveva lavorato fino all'ultimo in televisione, alla radio e sui giornali. L'ultimo articolo è apparso ieri mattina sul suo blog: una presa di posizione sul complicato rapporto tra Josè Mourinho e Mario Balotelli. A giugno avrebbe compiuto 70 anni.
per leggere il resto dell 'articolo
http://www.gazzetta.it/Calcio/Altro_Calcio/03-04-2010/-morto-maurizio-mosca-603519608034.shtml
ciao Maurizio chissa quanto tempo ci vorra' per trovarne uno anche lontanamente uguale a te.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Maurizio_Mosca
questo l' ultimo post sul suo blog
- Balotelli o Mou? Sto con Mario
2 Aprile 2010
di Maurizio Mosca
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http://www.gazzetta.it/Calcio/Altro_Calcio/03-04-2010/-morto-maurizio-mosca-603519608034.shtml
ciao Maurizio chissa quanto tempo ci vorra' per trovarne uno anche lontanamente uguale a te.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Maurizio_Mosca
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- Balotelli o Mou? Sto con Mario
2 Aprile 2010
di Maurizio Mosca
Finalmente è finita. Mourinho ha ottenuto quello che voleva. Balotelli ha chiesto scusa, può tornare a giocare.
Io dico che a uscirne sconfitto, da questo triste braccio di ferro, non è Balotelli ma Mourinho, che proprio in questa occasione poteva dimostrare a tutti di essere davvero “speciale” e invece ha finito col dare di sé un’immagine rigida, intransigente, ottusa. Quasi cattiva. E invidiosa.
Balotelli ha sbagliato, su questo non discuto: ma che la “terapia” giusta per rimettere un ragazzo di vent’anni sulla retta via sia quella di umiliarlo pubblicamente, di costringerlo a cospargersi il capo di cenere davanti alla squadra, alla società, a Moratti, ai tifosi, alla stampa è una colpevole esagerazione. Un accanimento. Nessuno me lo toglierà mai di testa.Di più: c’è anche un calcolo dietro al “perdono”. Perché all’Inter, contro il Bologna, tra squalifiche e acciacchi mancherà mezza squadra e perché Balotelli, adesso, serviva proprio.
Non è così che si fa. Un bravo allenatore lo si riconosce anche e soprattutto da come sa crescere i giovani: a “gestire” gli Zanetti della situazione sono bravi tutti.
Eppure la storia del calcio insegna che i veri talenti, i fuoriclasse assoluti da Di Stefano a Sivori e Maradona, da Baggio a Cassano, hanno sempre avuto nel loro DNA anche quel pizzico di follia, o di anticonformismo, che spesso li porta fuori dagli schemi e dalle regole. Sono imprevedibili, capaci di inventarsi la giocata più incredibile e il gol più spettacolare così come di tenere atteggiamenti e comportamenti non proprio ortodossi.
Ma sono anche fragili, e hanno bisogno di sentirsi addosso la fiducia di tutti, dei propri compagni e del proprio tecnico per potersi esprimere al massimo.
Balotelli ha abbassato la cresta: mi dia retta, caro Mourinho, per una volta lo faccia anche lei.
http://mauriziomoscablog.sportmediaset.it/
http://www.mauriziomosca.com/
Io dico che a uscirne sconfitto, da questo triste braccio di ferro, non è Balotelli ma Mourinho, che proprio in questa occasione poteva dimostrare a tutti di essere davvero “speciale” e invece ha finito col dare di sé un’immagine rigida, intransigente, ottusa. Quasi cattiva. E invidiosa.
Balotelli ha sbagliato, su questo non discuto: ma che la “terapia” giusta per rimettere un ragazzo di vent’anni sulla retta via sia quella di umiliarlo pubblicamente, di costringerlo a cospargersi il capo di cenere davanti alla squadra, alla società, a Moratti, ai tifosi, alla stampa è una colpevole esagerazione. Un accanimento. Nessuno me lo toglierà mai di testa.Di più: c’è anche un calcolo dietro al “perdono”. Perché all’Inter, contro il Bologna, tra squalifiche e acciacchi mancherà mezza squadra e perché Balotelli, adesso, serviva proprio.
Non è così che si fa. Un bravo allenatore lo si riconosce anche e soprattutto da come sa crescere i giovani: a “gestire” gli Zanetti della situazione sono bravi tutti.
Eppure la storia del calcio insegna che i veri talenti, i fuoriclasse assoluti da Di Stefano a Sivori e Maradona, da Baggio a Cassano, hanno sempre avuto nel loro DNA anche quel pizzico di follia, o di anticonformismo, che spesso li porta fuori dagli schemi e dalle regole. Sono imprevedibili, capaci di inventarsi la giocata più incredibile e il gol più spettacolare così come di tenere atteggiamenti e comportamenti non proprio ortodossi.
Ma sono anche fragili, e hanno bisogno di sentirsi addosso la fiducia di tutti, dei propri compagni e del proprio tecnico per potersi esprimere al massimo.
Balotelli ha abbassato la cresta: mi dia retta, caro Mourinho, per una volta lo faccia anche lei.
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