MASSA «Quelle foto ci interessano»
L'assessore Menchini: «Incontrerò gli eredi per cercare soluzioni»
MASSA. Sono impresse un po' nella memoria di tutti noi le immagini della città immortalate da Miniati. I volti delle donne alle fontane, il bambino che allunga la mano per comprarsi un castagnaccio dal venditore ambulante, le adunate fasciste, il Lungomare e l'Aurelia ai primi del' 900. Qualcosa di più di fotografie, memoria collettiva, ricordo condiviso.
E l'idea che quella memoria possa finire, magari in Svizzera, magari nelle mani seppur espertissime della Fondazione Alinari (specializzata nella raccolta e tutela del patrimonio di immagini) a qualcuno proprio non va giù.
E ora a fare un passo avanti è l'amministrazione, nella persona dell'assessore alla cultura Carmen Menchini. Perché il comune quel patrimonio impresso su lastre in vetro (le antesignane del negativo) vuole proteggerlo, ma il vero problema, ancora una volta, sono i soldi.
«È mia intenzione - spiega Carmen Menchini - incontrare l'erede del fotografo Miniati». E lo scopo dell'incontro - come chiarisce l'assessore - sarebbe quello di «capire di che cosa stiamo parlando». Insomma, il comune vuole conoscere nel dettaglio la situazione, sapere di quante lastre fotografiche si tratta, di che tipo di restauro avrebbero bisogno e soprattutto quanto costerebbe acquisire quel patrimonio.
Ci tiene però Menchini a sottolineare che «nessuno si è presentato dall'amministrazione chiedendo collaborazione, non sono stata contattata». E in merito alle proposte avanzate da chi ritiene che la valorizzazione delle lastre potrebbe essere inserita nel progetto europeo "I sentieri della Memoria" o che addirittura potrebbero essere ospitate in un museo alla villa della Rinchiostra, l'assessore alla cultura replica: «Prima di pensare alle possibili collocazioni, dovremmo piuttosto ragionare sull'acquisizione.
Se ci fosse l'intenzione di cedere le foto - continua - l'amministrazione se ne prenderebbe cura con estremo piacere». Come dire: a buon intenditore poche parole, se qualcuno è favorevole a donare le lastre, per noi sarebbe un piacere. Se si tratta di pagarle, ipotesi più probabile, allora è tutta un'altra storia. «La biblioteca ha una fototeca in cui tutto il materiale è accuratamente catalogato. Le lastre sono state restaurate presso lo studio Berselli di Milano. Per il restauro di 60 lastre, abbiamo speso 2mila euro». Beh, fatti due calcoli, per le 8mila lastre servirebbero circa 267mila euro. Le lastre, infatti, hanno bisogno non solo di essere rimesse a nuovo, ma anche di essere conservate in una speciale carta non acida e chiuse all'interno di un contenitore metallico. «Non escludo - continua l'assessore - di acquisirne una parte. Mi incontrerò presto con Miniati per capire se è possibile un accordo. In alcune occasioni abbiamo chiesto foto a Miniati, magari per pubblicazioni, le abbiamo utilizzate e pagate».Insomma, al Comune l'idea di acquisire quelle lastre non dispiace, ma tutto dipenderà dai costi.
fonte il Tirreno
L'assessore Menchini: «Incontrerò gli eredi per cercare soluzioni»
MASSA. Sono impresse un po' nella memoria di tutti noi le immagini della città immortalate da Miniati. I volti delle donne alle fontane, il bambino che allunga la mano per comprarsi un castagnaccio dal venditore ambulante, le adunate fasciste, il Lungomare e l'Aurelia ai primi del' 900. Qualcosa di più di fotografie, memoria collettiva, ricordo condiviso.
E l'idea che quella memoria possa finire, magari in Svizzera, magari nelle mani seppur espertissime della Fondazione Alinari (specializzata nella raccolta e tutela del patrimonio di immagini) a qualcuno proprio non va giù.
E ora a fare un passo avanti è l'amministrazione, nella persona dell'assessore alla cultura Carmen Menchini. Perché il comune quel patrimonio impresso su lastre in vetro (le antesignane del negativo) vuole proteggerlo, ma il vero problema, ancora una volta, sono i soldi.
«È mia intenzione - spiega Carmen Menchini - incontrare l'erede del fotografo Miniati». E lo scopo dell'incontro - come chiarisce l'assessore - sarebbe quello di «capire di che cosa stiamo parlando». Insomma, il comune vuole conoscere nel dettaglio la situazione, sapere di quante lastre fotografiche si tratta, di che tipo di restauro avrebbero bisogno e soprattutto quanto costerebbe acquisire quel patrimonio.
Ci tiene però Menchini a sottolineare che «nessuno si è presentato dall'amministrazione chiedendo collaborazione, non sono stata contattata». E in merito alle proposte avanzate da chi ritiene che la valorizzazione delle lastre potrebbe essere inserita nel progetto europeo "I sentieri della Memoria" o che addirittura potrebbero essere ospitate in un museo alla villa della Rinchiostra, l'assessore alla cultura replica: «Prima di pensare alle possibili collocazioni, dovremmo piuttosto ragionare sull'acquisizione.
Se ci fosse l'intenzione di cedere le foto - continua - l'amministrazione se ne prenderebbe cura con estremo piacere». Come dire: a buon intenditore poche parole, se qualcuno è favorevole a donare le lastre, per noi sarebbe un piacere. Se si tratta di pagarle, ipotesi più probabile, allora è tutta un'altra storia. «La biblioteca ha una fototeca in cui tutto il materiale è accuratamente catalogato. Le lastre sono state restaurate presso lo studio Berselli di Milano. Per il restauro di 60 lastre, abbiamo speso 2mila euro». Beh, fatti due calcoli, per le 8mila lastre servirebbero circa 267mila euro. Le lastre, infatti, hanno bisogno non solo di essere rimesse a nuovo, ma anche di essere conservate in una speciale carta non acida e chiuse all'interno di un contenitore metallico. «Non escludo - continua l'assessore - di acquisirne una parte. Mi incontrerò presto con Miniati per capire se è possibile un accordo. In alcune occasioni abbiamo chiesto foto a Miniati, magari per pubblicazioni, le abbiamo utilizzate e pagate».Insomma, al Comune l'idea di acquisire quelle lastre non dispiace, ma tutto dipenderà dai costi.
fonte il Tirreno
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