Una pianta contro l'alcolismo
Provato sui topi il kudzu, già noto alla medicina cinese per le sue molte proprietà
MILANO - Si chiama kuzdu e i cinesi la conoscono da secoli: la medicina tradizionale orientale infatti da più di mille anni ne utilizza radici e fiori per contrastare emicrania, ipertensione e altri disturbi. E spesso è stata anche utilizzata nell'antichità per trattare la dipendenza dall'alcol.
L’ESPERIMENTO - Ora i ricercatori dell'Università di California hanno riprodotto il principio attivo del kuzdu, sviluppandone una versione sintetica e molto più potente e l'hanno testata scientificamente, anche se fino ad ora gli esperimenti riguardano solo i topi da laboratorio. Gli animali sono stati sottoposti a vari scenari di consumo alcolico: prima sono stati resi gradatamente dipendenti, successivamente sono stati indotti in astinenza e in seguito sono stati nuovamente resi alcolizzati. Nel momento in cui è stato loro somministrato il kuzdu, gli studiosi hanno riscontrato una diminuzione della voglia di bere e una resistenza maggiore all'astinenza
COME FUNZIONA IL KUDZU - In sostanza il principio attivo del kuzdu contiene la daidzina, che blocca l'enzima che metabolizza l'alcol, l'aldeide deidrogenasi 2 (ALDH-2), inducendo l'accumulo di una sostanza particolare che spegne la voglia di alcol. Al tempo stesso la daidzina sintetica blocca l'aumento di dopamina, che contribuisce a scatenare i sintomi dell'astinenza. Secondo il neurologo Ivan Diamond, che ha guidato lo studio, i risultati possono rappresentare un prezioso contributo nel trattamento dell'alcolismo, soprattutto nel caso di atteggiamenti recidivi, che coinvolgono l'80 per cento degli alcolizzati. L'esperimento sarà pubblicato sull'edizione di novembre di Alcoholism: Clinical & Experimental Researc
Provato sui topi il kudzu, già noto alla medicina cinese per le sue molte proprietà
MILANO - Si chiama kuzdu e i cinesi la conoscono da secoli: la medicina tradizionale orientale infatti da più di mille anni ne utilizza radici e fiori per contrastare emicrania, ipertensione e altri disturbi. E spesso è stata anche utilizzata nell'antichità per trattare la dipendenza dall'alcol.
L’ESPERIMENTO - Ora i ricercatori dell'Università di California hanno riprodotto il principio attivo del kuzdu, sviluppandone una versione sintetica e molto più potente e l'hanno testata scientificamente, anche se fino ad ora gli esperimenti riguardano solo i topi da laboratorio. Gli animali sono stati sottoposti a vari scenari di consumo alcolico: prima sono stati resi gradatamente dipendenti, successivamente sono stati indotti in astinenza e in seguito sono stati nuovamente resi alcolizzati. Nel momento in cui è stato loro somministrato il kuzdu, gli studiosi hanno riscontrato una diminuzione della voglia di bere e una resistenza maggiore all'astinenza
COME FUNZIONA IL KUDZU - In sostanza il principio attivo del kuzdu contiene la daidzina, che blocca l'enzima che metabolizza l'alcol, l'aldeide deidrogenasi 2 (ALDH-2), inducendo l'accumulo di una sostanza particolare che spegne la voglia di alcol. Al tempo stesso la daidzina sintetica blocca l'aumento di dopamina, che contribuisce a scatenare i sintomi dell'astinenza. Secondo il neurologo Ivan Diamond, che ha guidato lo studio, i risultati possono rappresentare un prezioso contributo nel trattamento dell'alcolismo, soprattutto nel caso di atteggiamenti recidivi, che coinvolgono l'80 per cento degli alcolizzati. L'esperimento sarà pubblicato sull'edizione di novembre di Alcoholism: Clinical & Experimental Researc
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