lunedì 17 agosto 2009

Meduse, pericolo ‘portoghese’: il decalogo antipuntura


Una nuova specie, la caravella portoghese, è arrivata dall'Atlantico al Mediterraneo, pungendo molti bagnanti. Ma il pericolo viene anche da altri tipi di animali. I dieci consigli in caso di contatto

Come ogni anno, chi si gode il mare italiano rischia di essere punto da una medusa. La novità di quest'estate si chiama caravella portoghese ( http://wikipedia.kataweb.it/wiki/Physalia_physalis ) : è una particolare medusa, tipica delle fredde acque dell'Atlantico, che quest'anno ha passato lo Stretto di Gibilterra e, stando alle cronache dell'alto numero dei bagnanti colpiti, non risente del caldo mare Mediterraneo.

Il problema è legato prima di tutto ai lunghissimi tentacoli, anche decine di metri, sostanzialmente invisibili al nuotatore e pericolosi per il contatto. La caravella è poi in grado di immettere sotto pelle, con la puntura, una neurotossina, cioè una sostanza tossica che predilige seguire il decorso dei nervi per arrivare anche agli emisferi cerebrali.

Ma i rischi non arrivano solo dalla neoarrivata caravella portoghese. Ecco quindi una panoramica sugli altri tipi di pericoli di puntura in acqua e un decalogo - diffuso da Lega Pesca - su come reagire a un'eventuale puntura di una medusa.

Meduse ed attinie. Pericolose anche quando sono morte e si trovano sulla battigia, i tentacoli di queste due specie provocano al contatto prurito (nelle forme più leggere) e dolore bruciante, con gonfiore locale e possibile formazione dei vesciche.

Tracine, scorfani e razze. Questi pesci, notoriamente velenosi, posseggono degli aculei che si conficcano nella pelle e liberano sostanze tossiche abbastanza potenti. La zona interessata si fa violacea e gonfia, il dolore si diffonde all'intero alto colpito, i nervi interessati danno sensazione d' intenso bruciore, formicolio e punture a spillo. Frequenti anche febbre, nausea e stanchezza generalzzata.

IL DECALOGO ANTI MEDUSA


•1) Evitare di strofinarsi occhi e bocca;
•2) Non lavare la parte con acqua dolce perchè favorisce la produzione di neurotossine, capaci di causare danni a livello del sistema nervoso centrale;
•3) Non utilizzare acqua fredda o ghiaccio;
•4) Sfuggire alla tentazione di grattarsi, in quanto ciò stimolerebbe l'attività muscolare, mettendo in circolo più velocemente la sostanza tossica;
•5) Lavare la parte colpita con acqua di mare e disinfettarla con bicarbonato;
•6) Evitare l'utilizzo, secondo quanto consigliato dalle "credenze popolari", di impacchi con aceto o ammoniaca, perchè sulla loro efficacia la medicina moderna ha avanzato numerosi dubbi;
•7) E' sconsigliato anche l'uso di alcool che può stimolare l'apertura dei nematocisti, le cellule urticanti delle meduse;
•8) Prima di utilizzare creme o pomate chiedere sempre il parere di un medico o di uno specialista;
•9) Evitare di rimuovere frammenti dei tentacoli con pinzette, utilizzare, invece, le mani, per evitare di lacerare i tessuti e causare la fuoriuscita di tossine dannose;
•10) Se presi dalla disperazione, come rimedio estremo, usare pomate antistaminiche o cortisoniche, ma sempre sotto il controllo di un medico.

Le reazioni cambiano da persona a persona. Non va dimenticato che la pericolosità del contatto non è solo legata al tipo di veleno, ma anche alla sensibilità individuale. Chi sappia di essere sensibile alle punture di api, vespe, etc, presti sempre la massima prudenza.

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