domenica 16 agosto 2009

Massa

La città di Massa, che oggi conta quasi 70000 abitanti, si estende da un piccolo nucleo medioevale prossimo alla rocca, circondato dallo sviluppo urbanistico cinquecentesco, verso l'attuale Marina.

Benché lo studio archeologico dell'area abbia confermato come la zona fosse abitata già nel Paleolitico e nel Neolitico, come per altri centri della Toscana, si ritiene che l'abitato di Massa abbia origini romane approssimativamente risalenti nei primi secoli d.C. La città nasce lungo la via consolare Aemilia Scauri che risaliva la costa del Tirreno fino a raggiungere Luni; in alcuni documenti dell'alto medioevo, infatti, prima si nomina una "Taverna", lungo il fiume Frigido, che tuttora attraversa Massa, e più tardi, nel 882 d.C., si fa specifico riferimento ad un borgo detto di "Massa Prope Frigidum".
La posizione all'estremo nord della Toscana, farà di Massa una città dalla storia a sé stante nei confronti degli altri maggiori centri toscani; infatti l'essere praticamente ai confini tanto con la Liguria quanto con l'Emilia Romagna, e per così dire schermata dall'influenza diretta di Firenze per l'interposizione a sud di Lucca, farà si che Massa riesca a sfuggire nel Rinascimento all'attrazione esercitata dalla Signoria della Famiglia Medici.
Dopo lo sviluppo seguente alla decadenza della città di Luni come sede vescovile, Massa dall'800 fino a circa la metà del XV secolo conoscerà prima la guida del Ducato di Modena e della famiglia degli Obertenghi, poi più volte quella di Pisa, di Lucca e per breve periodo anche di Firenze.
La famiglia Malaspina, che segnerà indelebilmente la storia di Massa anche dopo l'unione con il casato ligure dei Cybo, ne prende il controllo nel 1442 con il marchese Alberico I.
L'epoca di maggiore sviluppo è segnata dalla figura di Alberico Cybo, figlio di Lorenzo Cybo e Ricciarda Malaspina, che a partire dal 1553 provvede a valorizzare al meglio le risorse del territorio, prime fra tutte le cave di marmo sulle Alpi Apuane, ed a fondare quella "Massa Cybea" che oggi rappresenta il centro storico massese.
La gestione politica e degli affari interni si mantiene più vicina a quella di stampo europeo che agli esempi degli altri centri Toscani fin quando nel 1741 il casato dei Cybo si unisce con quello dei D'Este, tramite il matrimonio fra Maria Teresa Cybo ed il Principe Ercole Rinaldo D'Este.
Benché in seguito la duchessa abbia provveduto a regolamentare il commercio del marmo, a fondare tanto un ospedale nella struttura dell'ex convento agostiniano quanto l'accademia di Belle Arti a Carrara, l'aver preso dimora con il marito a Modena la allontana irrimediabilmente dalle sorti della città.
Dopo la rivoluzione Francese i primi anni del XIX secolo sono segnati, dal governo napoleonico del Principato di Lucca guidato da Elisa Baciocchi, che a partire dalla demolizione della pieve di San Pietro, di fronte al Palazzo Ducale, a favore della realizzazione della "piazza imperiale", oggi nota come "Piazza Aranci", determina un'importante trasformazione urbana del centro cittadino.
Dopo il Congresso di Vienna, Maria Beatrice D'Este torna alla guida di Massa varando un vasto progetto di opere pubbliche, che prevede la realizzazione di strade, ponti, chiese, un nuovo acquedotto ed un ospedale, tuttavia la dinastia degli Este, sarà definitivamente allontanata dalla città intorno al 1859, quando gli abitanti per plebiscito decidono di unirsi al Regno di Sardegna.

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STORIA DI MASSA versione 2

Il castello Malaspina


Le origini di Massa risalgono all’epoca romana, con la presenza di un insediamento in prossimità del fiume Frigido, come testimonia la citazione "ad tabernas Frigidas" nella Tabula Peuntingeriana. Lo sviluppo della città avvenne però in epoca altomedievale. La prima menzione di Massa risale all'anno 882, in cui si parla di un borgo chiamato "Massa Prope Frigidum".
L'insediamento primitivo, chiamato Massa Lunense, si sviluppò in seguito alla decadenza della vicina Luni. Intorno all’anno Mille, sotto gli Obertenghi, fu costruita una prima torre di difesa sul colle che domina la città. Dal XII secolo, Massa subì il dominio di diversi comuni e signorie: dai Pisani ai Fiorentini alla Repubblica di Lucca a Milano.
Nel 1442, Alberico I Malaspina , marchese di Fosdinovo, entrò in possesso della città. Gli successe il figlio Giacomo I e quindi il nipote Alberico II che si staccò definitivamente dal feudo di Fosdinovo. Nel 1519, la figlia Ricciarda sposò il nobile genovese Lorenzo Cybo, dando vita alla dinastia Cybo Malaspina che governò la città per lungo tempo. Alberico Cybo, figlio di Ricciarda, ereditò il Marchesato nel 1553. Gli successero poi il nipote Carlo I, Alberico II e nel 1690 Carlo II. Morto senza eredi, Massa passò al fratello Alderano Cybo e alla di lui figlia Maria Teresa, sposa nel 1741 di Ercole Rinaldo D'Este. La figlia Maria Beatrice, sposa dell'arciduca austriaco Ferdinando, fu costretta ad abbandonare la città nel 1799 con la Rivoluzione Francese, che venne inizialmente aggregata alla Repubblica Cisalpina e poi al Regno Italico.
Nel 1806 il distretto di Massa e Carrara fu aggregato al Principato di Lucca dove Napoleone pose a comando la sorella Elisa Baciocchi, che fece costruire Piazza Aranci, demolendo l'antica pieve di San Pietro. Dopo il Congresso di Vienna, Maria Beatrice ritornò al potere e alla sua morte la città passò direttamente sotto il dominio estense, con il figlio Francesco IV. Nel 1859 Massa aderì al Regno di Sardegna e quindi entrò a far parte dell’Italia unita.
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Massa Romana
Il ritrovamento di alcune stele di pietra in Lunigiana e nelle grotte di Equi fa risalire la presenza umana in territorio di Massa a tempi preistorici. I Celti Liguri, detti Apuani, respinsero gli Etruschi dalle coste tirreniche e furono a loro volta sottomessi dai Romani nel 155 a. C., quando Claudio Marcello li sconfisse. Favorita dal passaggio della via Emilia Scauri, la zona di Massa cominciò ad acquisire importanza soprattutto grazie al porto romano di Luni (Lunae Portus), città sacra alla Luna diventata colonia nel 177 e ricca di marmi bianchi. La sua progressiva decadenza si risolse con un maggiore prestigio di Massa, già in tempi medievali.
Massa nell'Alto Medioevo
Le invasioni barbariche dopo la caduta dell'impero romano investirono in tre ondate i territori di Massa; prima gli Ostrogoti (489-553), poi i Bizantini e infine i Longobardi, che scelsero l'area lunigiana e della Garfagnana edificandovi molti insediamenti facilmente collegabili con gli altri centri della Pianura Padana. Nel periodo di lotta tra Bizantini e Longobardi, tutta la zona litoranea e parte dell'Appennino Centrale, per oltre cinquant'anni divennero terra di frontiera, retta dai capisaldi bizantini di Suranium (Sorano, che vuol dire filattiera) e Luni. All'avvento dei Franchi di Carlo Magno (774), che travolse il regno longobardo di Desiderio, il Cristianesimo poté infiltrarsi profondamente nella zona, eliminando le ultime sacche di resistenza pagana. Attorno all'anno Mille il mondo feudale si sbriciolò e la Lunigiana divenne Marca della Liguria Orientale, con Luni, Genova e Tortona unite per fronteggiare il pericolo saraceno.
Storia di Marina di Massa
Meta turistica d'interesse internazionale, Marina di Massa compare per la prima volta nei documenti nel 1630, quando Carlo I Cybo-Malaspina costruisce in una zona ancora piagata dalle paludi e quindi insalubre una cappella adibita alle funzioni religiose per i marinai che attraccavano in porto. Un ulteriore porticciolo è costruito sul fiume Frigido nel 1700, per facilitare lo scarico di merci, ma è ancora presto per vedere sorgere le prime abitazioni nella zona che resta acquitrinosa. Solo ai primi decenni del 1800 i duchi estensi provvedono a bonificare le paludi, favorendo la discesa sulla costa di agricoltori e caricatori. Il trasporto di marmi viene incrementato nel 1889 con la costruzione di una tranvia a vapore che collega Massa alla spiaggia.
L'invasione vichinga di Luni
A decretare la caduta di Luni, oltre che la progressiva insalubrità del territorio paludoso, sono le invasioni dei barbari, in particolare dei pirati Vichinghi. Nell'884, un drakkar normanno avvista le candide mura di marmo della cittadina e pone l'assedio. Non riuscendo a penetrare nella cerchia difensiva il capo dei Vichinghi escogita uno stratagemma: la proposta di farsi cristiano e ricevere il battesimo. Le porte di Luni si aprono e il vescovo stesso accoglie tra i festeggiamenti il nuovo convertito, lieto dello scampato pericolo. L'indomani corre voce che il predone è morto e dato il suo rango deve essere sepolto cristianamente. Quando il corteo funebre entra a Luni, il finto cadavere del Vichingo si rianima e dà inizio alla strage degli abitanti, saccheggiando l'intera colonia. Luni non risorge più dalla catastrofe, il mare si ritira lasciando posto alla palude, il porto si insabbia. I resti marmorei della città vengono prelevati per ornare i centri vicini. Gli ultimi saccheggi
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versione 3

Storia di Massa
Posta in una conca, circondata dalle montagne, la città di Massa vanta origini Romane, anche se importanti ritrovamenti attesterebbero la presenza di insediamenti umani già in era paleolitica e neolitica. Sarebbe il risultato degli insediamenti sorti in prossimità del fiume Frigio, 'ad taberna Frigidas', come cita la 'Tabula Puntigeriana' contenente gli itinerari terrestri tra il II e IV secolo d.C.,località di sosta per i viandanti che percorrevano la via consolare Aemilia Scauri. Il vero e proprio abitato tuttavia risalirebbe all'Alto Medioevo, è dell'882 un documento in cui si parla di un borgo di nome 'Massa Prope Frigium'.Inizialmente il suo nome sarebbe stato Massa Lunense, essendosi sviluppata dopo la decadenza dell'antica Luni, in seguito Massa del Marchese, dai Marchesi Malaspina, poi Massa Cybea, dalla casata genovese dei Cybo-Malaspina ed infine nell'800 , Massa Ducale, dopo l'annessione al Ducato di Modena. Attorno all'anno mille, sotto il governo degli Obertenghi, iniziò la costruzione della rocca e del castello. Oggetto di continue contese, la città passò dal dominio pisano a quello fiorentino e lucchese, e fu proprio sotto la dominazione lucchese del condottiero Castruccio Castracani, Signore della Vicaria della Lunigiana, che il castello fu dotato di una cinta muraria, corredata da tre torri, un ponte levatoio ed una zona adibita a dimora. Le contese terminarono allorché, nel 1442, Alberico I Malaspina, marchese di Fosdinovo, dette inizio alla dinastia familiare che governò il Marchesato per circa un secolo. Nel 1519 il casato dei Malaspina si unì a quello genovese dei Cybo,casato del Papa Innocenzo VIII, grazie al matrimonio di Ricciarda Malaspina con Lorenzo Cybo. La fusione diede ben presto eccellenti risultati e il Marchesato, con Alberico Cybo, figlio di Ricciarda, attraversò un periodo ricco di innovazioni e un notevole impulso amministrativo ed economico alla città. Massa Cybea, così ribattezzata, fu oggetto di numerosi interventi per l’arredo urbano, che utilizzarono in gran parte il marmo delle vicine cave e che divenne non solo una delle maggiori fonti di ricchezza dello Stato, ma anche la materia prima per la costruzione di edifici di pregevole fattura visibili tutt’ora nelle piazze e nei palazzi più prestigiosi del centro, come il portale monumentale dell’ingresso del giardino ducale di Camporimaldo. Nel 1568 ad Alberico sarà conferito il titolo di principe del Sacro Romano Impero e, dopo mezzo secolo l’Imperatore Ferdinando II innalzerà Massa al rango di città. Nel 1623, alla veneranda età di 94 anni, Alberico Cybo morì e così il trono passò al nipote Carlo I, da lui al figlio Alberico II e quindi a Carlo II. A lui e alla sua consorte, Teresa Pamphili, si deve la definitiva sistemazione del Palazzo in cui spiccano il Grottesco con la monumentale fontana del ‘ Nettuno ‘, la Cappella, affrescata da Natale Pellegrini, e la splendida alcova, opere tutte del prediletto architetto Bergamini, ancora grazie a lei venne costruita la splendida villa campestre della Rinchiostra. Dopo un breve governo del figlio Alberico III morto a 43 anni e uno sventurato malgoverno del fratello Alderano, toccò alla figlia Maria Teresa, sposa del Principe Ercole Rinaldo d’Este al quale si deve una nuova rinascita economica e commerciale del regno ed una regolamentazione della produzione e del commercio del Marmo. Alla sua morte, nel 1790, le subentrò la figlia Maria Beatrice, sposa dell' arciduca austriaco Ferdinando,che tuttavia fu costretta ad abbandonare il Regno con l’avvento della Rivoluzione Francese. Nel 1806 il distretto di Massa e Carrara fu aggregato al Principato di Lucca dove Napoleone insediò la sorella Elisa Baciocchi, che destinò il Palazzo Ducale a propria dimora di vacanze. Durante questo periodo vi fu una trasformazione dell'assetto urbano,fra le varie trasformazioni la demolizione dell'antica pieve di S. Pietro ove vennero piantati numerosi aranci che costituiscono la realizzazione dell'attuale Piazza Aranci. Dopo il Congresso di Vienna, con la caduta di Napoleone, Massa fu restituita a Maria Beatrice che la arricchì di importanti opere pubbliche: un nuovo acquedotto, un ospedale ed una strada di collegamento con Carrara, un nuovo ponte sul fiume Frigio, l’erezione della Collegiata di S. Francesco a Cattedrale. Con la morte di Maria Beatrice iniziò un periodo contrassegnato da forti contrasti tra le dominazioni estensi e le nuove aspirazioni liberal-nazionali che sfociarono a volte anche in tentativi di insurrezione. Con il plebiscito del 1859 Massa aderì al Regno di Sardegna e iniziò per la città un periodo di grande sviluppo economico e commerciale. I suoi confini si allargarono fuori dalla cinta muraria che venne gradualmente distrutta. Verso la fine dell’ ‘800, la nascita del turismo balneare vide lo svilupparsi di un nuovo nucleo urbano, l’attuale Marina di Massa, con il suo viale litoraneo arricchito dalle eleganti dimore borghesi e dalle ville stile liberty. Ancora oggi il turismo costituisce una fra le principali ricchezze della zona e trasforma Massa, nel periodo estivo, in una città di vacanza e divertimento. Nel corso della seconda guerra mondiale la città e la sua popolazione subirono gravi perdite ed ingenti danni, ma il valore della sua gente è stata la valida motivazione per l’assegnazione della Medaglia d’Oro al Merito Civile, che il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha conferito il giorno 1 febbraio 2006 alla città ed ai suoi abitanti con le seguenti motivazioni: ‘Città strategicamente importante, situata sulla linea gotica, fu oggetto di atroci rappresaglie e rastrellamenti e di devastanti bombardamenti che causarono la morte di centinaia di concittadini e la quasi totale distruzione dell'abitato. La popolazione, costretta all'evacuazione, dovette trovare rifugio sulle montagne e nei paesi vicini, tra stenti e dure sofferenze. Partecipava generosamente alla guerra partigiana e con dignità e coraggio affrontava, col ritorno alla pace, la difficile opera di ricostruzione morale e materiale. 1944/1945 – Massa.’




La provincia di Massa Carrara, al confine settentrionale della Toscana, è situata in una conca incorniciata da montagne ripide e rocciose. A nord, tra le colline troviamo Massa, città di origini romaniche caratterizzata da viuzze strette, irregolari e ricca di monumenti tra i quali il Duomo, l'edificio più grande e più importante, dedicato ai Santi Pietro e Francesco d'Assisi e terminato nella prima metà dell'800. Di notevole interesse storico ed architettonico sono le pievi di S. Vitale a Mirteto e di S. Gimignano ad Antona che, assieme alla chiesetta di S. Leonardo al Frigido, raccolgono testimonianze della religiosità medievale. Affacciato sulla piazza Aranci, troviamo il Palazzo Ducale terminato nei primi anni del '700 per volontà della principessa romana Teresa Pamphilj. Celebrata da Dante Alighieri nella Divina Commedia, la città di Carrara, si presenta incastonata tra il mare e lo splendido scenario delle Alpi Apuane. La città, legata sin dall'epoca romana all'attività di estrazione e lavorazione del marmo, è uno dei più antichi comuni d'Italia ed è stata da sempre oggetto di continue contese. I più importanti monumenti sono la Chiesa del Carmine, la Chiesa del Suffragio, il Duomo, interamente rivestito di marmo e il Santuario delle Grazie. Specialità della cucina sono il minestrone di castagne, il pollo ripieno con erbette e formaggi, il cavolo con le fette. Il vino DOC è il Candia dei Colli Apuani, bianco.
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Castello Malaspina - Massa

Il castello Malaspina domina la città di Massa raggiungibile dall'uscita omonima dell'autostrada A12 Genova-Livorno.


Il possente castello/fortezza Malaspina domina il centro abitato di della città di Massa dall'alto di uno dei rilievi collinari rocciosi che chiudono la valle del torrente Frigido. Il toponimo 'Massa' è da sempre uno dei più usati per identificare insediamenti Toscani, essendo il suo significato originario quello di 'estesa proprietà fondiaria', quindi la città che noi oggi conosciamo semplicemente con questo nome in passato ha avuto diversi appellativi al fine di distinguersi da latre omonime località. Inizialmente fu nota come 'Massa Lunense' essendo proprietà del vescovo della vicina e più potente Luni, poi 'Massa del Marchese' dal titolo dei suoi signori Marchesi Malaspina, ancora 'Massa Cyba' dal nome dei successori dei Malaspina, i principi Cybo e infine 'Massa Ducale' dopo la sua annessione al ducato di Modena.


Il cortile delle cannoniere visto dalla loggia del palazzo.

E' quasi certo che Massa ebbe origine nel basso medioevo, in seguito alla decadenza della città costiera di Luni, sfruttanto la sua posizione al fine di avere maggiore difesa e più controllo sulla costa. Risalgono all'anno 882 le prime testimonianze dell'esistenza dell'insediamento e dal XI° secolo siamo a conoscenza di Massa come curtis fortificata della famiglia di origine Longobarda degli Obertenghi. In un diploma, datato 1164, dell'imperatore Federico Barbarossa attestante l'investitura di Obizzo Malaspina come signore del castello troviamo la prima traccia scritta dell'esistenza di fortificazioni sul colle. Il castello è sempre stato la sede dei signori di Massa e ha subito nel corso dei secoli invasioni, distruzioni e rimaneggiamenti. L'area fu oggetto di continue contese fra Lucchesi, Pisani, Fiorentini e i Visconti di Milano e di conseguenti passaggi di mano. Fra i tanti signori di Massa fu anche, nel 1315, Castruccio Castracani, nuovo signore di Lucca, al quale si deve la costruzione, più probabilmente la ricostruzione, di quello che ancora oggi è il nucleo più antico del castello: il mastio. Dal 1441signore di Massa divenne Antonio Alberico Malaspina marchese di Fosdinovo. I Malaspina rimasero signori di tutta la Lunigiana per più di un secolo, ma con la mancanza di eredi maschi e il matrimonio di Ricciarda Malaspina con il nobile genovese Lorenzo Cybo le due casate si unirono e dal 1553 il nuovo marchese divenne Alberigo Cybo, il primogenito nato da questo matrimonio. Sia i Malaspina che i Cybo elessero il castello a loro residenza e lo trasformarono profondamente costruendo un sontuoso palazzo al fianco del nucleo medievale e strettamente ad esso connesso. Ulteriori trasformazioni si ebbero dalla metà del XVII° secolo, quando il castello divenne centro di un imponente sistema difensivo costiero (a quest'epoca si deve la possente cinta bastionata con la doppia fila di troniere e le varie postazioni di artiglieria che racchiude sia il mastio che il palazzo). Fino alla seconda guerra mondiale il castello fu anche adibito a carcere.

La roccia dove sorge il Mastio.
Nel castello sono quindi chiaramente individuabili tre parti principali: il mastio trecentesco, il palazzo residenza dei marchesi e la possente cinta muraria bastionata. Dall'esterno non possiamo fare a meno di ammirare il massiccio fronte della cinta muraria costellato di cannoniere e dotato di bastioni alle due estremità nord e sud. Tutti i camminamenti e le troniere furono costruiti sopraelevando la cortina merlata esistente mentre i baluardi furono costruiti ex novo nel agli inizi del 1600. L'accesso al castello e difeso in modo eccellente: per primo ci imbattiamo in un barbacane dotato di feritoie, cancello in ferro e originariamente anche di ponte levatoio che ci immette nel primo cortile. Sul primo cortile convergono le bocche da fuoco di un bastione costruito appositamente. Da qui si accede, tramite una rampa interrotta da un fossato con ponte levatoio, all'ingresso principale, difeso anch'esso da troniere e da una bertesca in muratura e dotato di un bell'arco marmoreo ancora decorato da uno stemma dei Malaspina. Entriamo dunque nel secondo cortile, detto delle cannoniere, dal quale si accede agli spalti della cortina muraria bastionata ed è sovrastato a monte da un'impressionante cortina di roccia sulla quale sorge il mastio. Un fossato scavato nella roccia separava questo dal terzo cortile, quello della residenza dei marchesi. Le difese di questa porta sono andate quasi totalmente perdute. Una volta nel terzo cortile, di forma trapezoidale, ci troviamo davanti alla facciata affrescata (gli attuali affreschi non sono originali ma sono stati ricreati dai pochi frammenti che di essi erano rimasti) del palazzo cinquecentesco abbellito con loggette e decorazioni in marmo. Sula sinistra del cortile un ponte in muratura, un tempo levatoio, separa la residenza dal mastio. Questo era un corpo a se stante e nessuno, tranne la guarnigione, poteva accedervi. Esso ha una particolarità quasi unica nel suo genere, almeno in Toscana: le sue pareti verticali non sono in muratura ma ottenute lavorando la roccia esistente (bisogna pensare che da queste parti uomini specializzati in questo lavoro non mancavano, visto la vicinanza con le cave di marmo). Sulla sommità delle mura e dei camminameti di ronda del mastio è ancora intatta la merlatura.

Il castello Malaspina di Massa, oltre ad essere uno dei più vasti complessi fortificati Toscani può essere considerato quasi un museo a cielo aperto delle varie fasi di sviluppo dell'architettura fortificata che qui sono in particolar modo bene identificabili. Tutto il complesso è stato recentemente riaperto al pubblico dopo anni di restauri, ancora in corso in alcune parti del castello. La visita è a pagamento durante i fine settiamana e il periodo estivo.


http://it.wikipedia.org/wiki/Ducato_di_Massa_e_Carrara

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