lunedì 13 luglio 2009

il film consigliato oggi e': toto' diabolicus


Totò diabolicus è un film del 1962 diretto da Steno e interpretato da Totò, Nadine Sanders, raimondo vianello, Beatrice Altariba, luigi pavese, mario castellani etc


Trama
Il marchese Galeazzo di Torrealta viene trovato assassinato nella sua villa. Sul cadavere, l'assassino lascia un biglietto con la sua firma: "Diabolicus". Le indagini della polizia si concentrano sui fratelli della vittima, sospettati di avere ucciso il marchese per venire in possesso della sua ricca eredità: ma tutti sembrano avere un alibi di ferro. La baronessa Laudomia, pur in preda a fisime e manie, dice di essere andata al cinema,ma le sue dichiarazioni non convincono; il generale Scipione, rimasto fermo ai tempi del fascismo, non fornisce indicazioni utili ai poliziotti, mentre il chirurgo Carlo (la cui moglie ha una relazione segreta con Lallo, marito di Laudomia) è rimasto tutta la notte in sala operatoria; quanto al mite e casto monsignor Antonino, gli inquirenti non sospettano nemmeno di lui.
Due sere dopo l'assassinio, "Diabolicus" invia 3 lettere anonime: una alla polizia per ostacolarla nelle indagini, le altre due a Carlo e a Scipione per farli andare a casa di Laudomia. E qui scatta la trappola di Diabolicus, che uccide i tre fratelli. Rimasto solo, Antonino decide di lasciare l'intera l'eredità dei suoi poveri cari ad un fratello segreto, frutto di un peccato di gioventù di suo padre. L'uomo, tale Pasquale Buonocore, è sempre stato bistrattato dalla sua famiglia, ed ora si trova in galera per furto.
Uscito per aver confessato il fatto e sistematosi in una villa lussuosa, Pasquale riceve un servizio di protezione speciale, in quanto la polizia pensa che ora "Diabolicus" possa colpire proprio lui. Infatti, una notte, l'uomo viene aggredito da una figura misteriosa che indossa la famigerata tuta di "Diabolicus", ma la polizia, appena sopraggiunta, scopre che in realtà si tratta di un ex-"collega" di Pasquale, finito in galera dopo la sua confessione ed evaso nel tentativo di vendicarsi.
Nel frattempo, Diana, l'amante di Galeazzo, viene urgentemente convocata da monsignor Antonino; insospettita dagli strani comportamenti del prelato, la donna scopre che Antonino in realtà è Galeazzo travestito da Antonino: infatti, vedendo assottigliarsi il suo patrimonio, Galeazzo aveva deciso di uccidere tutti i suoi fratelli; la sera del "suo" delitto, aveva convocato Antonino a casa sua e, senza essere visto da nessuno, l'aveva pugnalato e opportunatamente camuffato facendo credere di essere stato ucciso; poi, aveva ucciso gli altri tre fratelli. Ora, la parte finale del piano è uccidere Pasquale, camuffarlo da monsignore e travestirsi a sua volta da Pasquale, facendo ricadere la colpa sull'innocente Lallo.
Galeazzo attua il piano, grazie anche alla collaborazione di Diana, e fa arrestare Lallo; la polizia, però, scopre che la vittima non è Antonino, ma non è nemmeno Pasquale. L'ucciso, infatti, è il capo della compagnia privata che protegge Pasquale e che si è "sacrificato" per il suo cliente. Con Galeazzo in galera e con tanti soldi, Pasquale può finalmente stare tranquillo tasse a parte, ovviamente.
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Curiosità
Quando Totò interpreta il ruolo del monsignor Antonino, viene doppiato da Renato Turi, mentre quando impersona Laudomia, ha la voce di Carlo Croccolo.
La voce (o, per meglio dire, la risata sardonica) di Diabolicus, è invece quella di Vinicio Sofia.
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articolo dell' epoca a cura di Alberto Anile
Totò Diabolicus, che il principe gira nel febbraio del '62, è una parodia, ma assai particolare. Il film preso a modello è Sangue blu, un giallo interpretato nel '49 da un sir Alec Guiness impegnato virtuosisticamente in ben otto ruoli. Antonio de Curtis, che nei suoi film si è già più volte sdoppiato e triplicato, ne interpreta in tutto sei; alcuni si incontrano insieme nella stessa inquadratura e questo obbliga l'interprete a rigirare più volte, con camuffamenti diversi, la medesima scena. L'impegno dunque è più gravoso del solito ma Totò, a sessantaquattro anni appena compiuti, continua stoicamente a lavorare. Un giornalista viene a sbirciare le riprese e poi annota: «Due borse d'acqua calda sotto le braccia, un plaid sulle spalle, un berretto di pelo in testa, Totò aspetta che il regista abbia corretto alcuni dettagli della scena. Stasera in teatro si gela. [...] Elettricisti e operai lavorano intabarrati in giacconi foderati di pelliccia e qualcuno ha anche il passamontagna. E Totò, poveretto, deve girare in maniche di camicia ed a piedi nudi. È la scena in cui il generale Scipione si corica, nella stanza del castello avito, ed il pugnale di Diabolicus lo sorprende mentre sta spogliandosi. "Ma, io dico, perché questo benedetto assassino non lo uccide mentre fa un bagno caldo?", si lamenta Totò battendo i denti. [...] Si ripete la scena [...] altre sette volte. Ed ogni volta gli improperi che Totò-Scipione pronuncia all'indirizzo di Diabolicus rinforzano di intensità: prima era solo un "cialtrone, buffone", poi è diventato "cornuto, ruffiano", ora siamo a parole assai grosse che dovranno essere accuratamente tagliate anche dalla colonna-guida per non far arrossire la segretaria di doppiaggio. Ma dall'aria congelata che ha viene il sospetto che Totò non stia imprecando contro il Diabolicus ma contro tutti quelli che stanno là, ben incappottati, attorno alla macchina da presa mentre lui sente il gelo salire dall'alluce alla vertebre cervicali». Totò Diabolicus è un giallo con venature horror, quello che oggi verrebbe considerato un thriller. Riveduto e corretto, però, dall'umorismo di Antonio de Curtis. Il film si apre con la scoperta di un cadavere, un inedito Totò irrigidito nella smorfia della morte, ed è disseminato di altre salme e uccisioni. Il regista è Steno, reduce da un altro giallo~ comico, Psycosissimo, parodia hitchcockiana interpretata da Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello. «Totò Diabolicus è in un certo senso la parodia di Fantomas», spiega il regista durante una pausa di lavorazione, «ma condotta sul filo del thrilling, quasi fosse veramente un film del terrore. [...] Il copione potrebbe benissimo essere quello di un giallo serio, di un film del brivido. È Totò, con le sue mille trovate, a conferire la tinta comica alla vicenda. Un esempio: al principio del film la macchina inquadra un cadavere. Lo scopre con la tecnica ormai classica dei film di "suspense": movimento lento, indugiare nelle zone d'ombra, primi piani di pugnale e macchie di sangue. Ma il morto è Totò, un morto che fa una smorfia che sembra lo sberleffo di una delle sue macchiette, un morto irrigidito in una contorsione che sembra un passo di twist»: L'intuizione di Steno è fondamentale, per merito suo Totò torna improvvisamente ad atmosfere macabre che sembrava aver dimenticato, a scherzare assurdamente sulla morte, a giocare con l'imbambolamento del cadavere, che non si capisce mai se è davvero un morto o un burattino a cui hanno tagliato i fili». Rivitalizzato da un'iniezione di comicità nera, Totò recupera un potenziale sadico ancora inesplorato. Fra i momenti migliori, la sequenza della sala operatoria dove, nei panni di un barbuto chirurgo semicieco, Totò afferra il bisturi, apre lo stomaco di Pietro De Vico, fa i suoi bravi commenti («Ma lo sa che lei fa schifo internamente?») e poi ordina perentorio il taglio di quattro metri di intestino. Le frattaglie se le porterebbe tranquillamente a casa, per sfamarci il gatto, se non fosse che il felino è abituato a nutrirsi con cibo più succulento. Solo i Monty Python, diversi anni dopo, avranno il coraggio di unire alla loro comicità altrettanta cattiveria. Lo spirito violento dello sketch è modernissimo ma la scena, in realtà, non è affatto originale; già accennata all'interno di Totò, Vittorio e la Dottoressa, viene ripescata da Tra moglie e marito, la suocera e il dito, una rivista del '39 di cui l'attore era anche autore. Non sapremo mai se sul palcoscenico la virulenza dell'attore arrivava ai parossismi di Totò Diabolicus, ma è certo che determinati estremismi comici appartengono intimamente all'arte di Totò fin dai tempi eroici e affamati dell'avanspettacolo. Da I film di Totò (1946-1967). La maschera tradita, Le Mani, Genova, 1998
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per alcune clip di esempio ci viene in aiuto sempre youtube tenete premuto mil tasto maiuscolo per aprire il filmato in una nuova finestra


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memorabilia
per quanto mi riguarda lo vidi per la prima volta molti anni fa alla rai ricordo risi come un matto e anche ora mi fa' lo stesso effetto , uno dei film piu' divertenti del mitico toto'; posseggo sia il dvd che il vhs per il blu ray non credo che sia indicato comunque non ce l' ho
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