sabato 14 novembre 2009

Il mistero di Oak Island

Il mistero di Oak Island

La più lunga e dispendiosa caccia al tesoro della storia: il "Money Pit " a cura di S. Tansini


Al largo delle coste orientali del Canada, in quella regione oggi denominata Nova Scotia, trova dimora, tra le acque di mari spesso tormentati e sferzati da forti venti, una piccola isola le cui coste, viste dall’alto, ricordano vagamente l’immagine di una foglia. E’ un’isola poco nota e, al di fuori dei ristretti confini del Nord America orientale, quasi del tutto sconosciuta. Al giorno d’oggi è totalmente inaccessibile e relegata allo status di un piccolo feudo privato di un eccentrico proprietario terriero la cui principale passione è la ricerca dei tesori nascosti, ma può fregiarsi di un passato ricco di storia e di leggenda, popolato da persone animate da grande spirito d’avventura, da pirati e galeoni pieni d’oro, ricchi affaristi e uomini senza scrupoli capaci, dal settecento in poi, di cambiare radicalmente e per sempre la natura e l’aspetto di quello che, fino alla fine del Settecento, era stato una sorta di paradiso in terra, dove uniche padrone incontrastate erano una flora e una fauna ancora primigenie.
Oak Island, questo il nome dell’isola, iniziò a costruirsi la propria leggenda nel lontano 1795, inconsapevolmente e in un modo del tutto casuale, quando Daniel McGinnis (o McInnis secondo altre fonti), al tempo poco più che adolescente, scoprì, durante uno dei suoi consueti giri di perlustrazione alla ricerca di uno dei numerosi tesori di pirati di cui narrano le storie locali, una profonda depressione del terreno nel corso di una passeggiata sull’isola. A sorprenderlo non fu però la depressione in sé quanto una vecchia carrucola appesa ad un grosso ramo di una quercia (riguardo a questa carrucola si è detto e scritto molto nel corso del tempo e per i più scettici non si tratterebbe altro che di un aneddoto apocrifo aggiunto alla leggenda di Oak Island decenni dopo il 1795).
Con l’aiuto di alcuni compagni il ragazzo iniziò a scavare nel luogo dove si trovava la depressione, spinto dalla promessa di riportare alla luce un tesoro sepolto, ma quello che trovò fu altro: dapprima, quasi a livello della superficie del terreno, fu rinvenuto uno strato di pietre molto dure, poi, dopo uno scavo di circa tre metri, un strato composto da legno marcio. McGinnis e gli amici che lo stavano aiutando, per nulla demoralizzati dagli scarsi e certo inaspettati risultati, scavarono ancora per altri quattro metri e mezzo, ma, imbattutisi in quello che a prima vista sembrava un pozzo, sia per l’ora tarda che per la stanchezza, desistettero.
Nessuno diede troppo credito alla loro avventura e loro stessi non fecero molto per divulgarla: senza l’appoggio di altre persone non sarebbero riusciti mai a trovare nulla poiché tutto ciò di cui disponevano non era altro che qualche rudimentale attrezzo di scavo, ma dopo le prime timide e vaghe risposte alle loro richieste d’aiuto, decisero di abbandonare la loro caccia la tesoro.

Per anni questa vicenda cadde nell’oblio e i suoi stessi protagonisti sembrarono dimenticarsene. Il tutto si sarebbe potuto concludere con questo anonimo epilogo, ma accadde un qualcosa di inaspettato che riportò Oak Island ed il suo tesoro nascosto prepotentemente alla ribalta. Un ricco uomo d’affari proveniente dalla città di Onslow, Simeon Lynds il suo nome, si presentò sull’isola accompagnato dall’idea di un grandioso e utopistico progetto: realizzare un consorzio di cercatori di tesori (poi denominato Onslow Company) e venuto a conoscenza dell’avventura dei tre ragazzi di Oak Island decise di scegliere quell’isola, già famosa per le leggende di pirati che arricchivano il suo passato storico, come sede ideale per vita al suo sogno. A metà del primo decennio dell’Ottocento la Onslow Company iniziò così i lavori sul pozzo aperto da McGinnis e dai suoi amici meno di un decennio prima.
I lavori di scavo, soprattutto per la particolare natura del terreno, molto umido e spesso impregnato d’acqua, furono tutt’altro che agevoli, ma fu comunque possibile conseguire interessanti scoperte: tra diversi strati di carbone, terreno argilloso e un non meglio identificato altro materiale, ad intervalli sorprendentemente regolari, furono rinvenuti strati composti da assi di legno ormai in frantumi, presumibilmente legno di quercia. Poi, ad una trentina di metri di profondità fu rinvenuta una pietra piatta con iscrizioni indecifrabili. I lavori, dopo questi iniziali rinvenimenti, proseguirono alacremente e, sondando il terreno in fondo al pozzo con attrezzi di metallo, gli operai della compagnia di Lynds rinvennero un qualcosa che all’apparenza poteva sembrare uno scrigno: l’agognato tesoro!
Al momento del ritrovamento, però, le tenebre avevano già scalzato le luci del giorno e nell’impossibilità oggettiva di proseguire i lavori, ogni attività di scavo e ricerca fu interrotta per la notte. La mattina seguente, mentre si stava già favoleggiando delle immani ricchezze contenute nello scrigno, un’amara quanto inattesa visione si presentò agli occhi di tutti coloro che lavoravano nel cantiere: nel corso della nottata il pozzo si era quasi interamente allagato!
A quel punto l’opera di scavo si presentava ormai improba e nonostante gli stimoli causati dai ritrovamenti del giorno prima, dopo vari tentativi fatti per dragare l’acqua non si riuscì più ad approdare a nulla. Infruttuosi tentativi si protrassero per giorni, ma, nella più totale latitanza di tangibili risultati, soverchiata dai debiti, la compagnia fallì nel breve volgere di poche settimane.

Fino a metà dell’Ottocento il pozzo di Oak Island, ormai martoriato dagli uomini di Lynds, e la leggenda del suo fantomatico tesoro tornarono a languire nell’oblio per lunghi anni.
Nel 1849, una nuova compagnia, la Truro Company, decise di riprendere gli scavi. L’acqua rappresentava ancora il principale problema, ma, anche in virtù di tecnologie più avanzate, riuscirono a perforare il terreno, raggiungendo una profondità maggiore rispetto a quella ottenuta della Onslow Company. Tra la melma ed il fango vennero rinvenuti ancora strati di svariato materiale e, sempre a scadenze regolari, assi di legno ormai consunte dal tempo, ma soprattutto furono portati alla luce tre anelli appartenenti, presumibilmente, ad una catena d’oro! Forse la scoperta del tesoro si stava
avvicinando. Tuttavia, le interessanti scoperte dei primi giorni di lavoro non furono seguite da altri risultati apprezzabili e la Truro Company decise di sospendere i lavori l’anno seguente.

Dopo l’ennesimo periodo di stasi fu la Oak Island Association, ad assumersi l’onere di proseguire l’opera di scavo, ma memore dei fallimenti precedenti, studiò un nuovo approccio al problema: intercettare il tunnel che alimentava d'acqua il pozzo del tesoro (ormai conosciuto agli addetti ai lavori e a agli estranei con quel nome che tutt’ora rappresenta ed identifica Oak Island stessa: "Money
Pit"). Nonostante l’imponente studio sul campo e gli accurati lavori preparatori, l’opera intrapresa si rivelò però un completo fallimento: il Money Pit collassò su se stesso e un denso tappo di acqua e fango sembrò seppellire per sempre il tesoro. Da allora in poi il numero dei cercatori di fortuna e delle compagnie che, più o meno senza buona sorte alcuna, proseguirono il lavoro iniziato decenni addietro dalla Onslow Company si moltiplicò senza sosta: la Oak Island Eldorado Company e la Oak Island Treasure Company furono le prime, in ordine di tempo a proseguire i lavori di scavo, ma non giunsero ad alcun apprezzabile risultato, ad eccezione del ritrovamento di un frammento di pergamena con vergate due incomprensibili lettere.

Intanto, in seguito all’aumentare delle persone coinvolte nella ricerca, iniziarono anche ad essere registrati diversi decessi. Il primo a perdere la vita fu un operaio della Truro Company, deceduto in seguito ad un’esplosione, ma, alla vigilia del Novecento il numero delle morti raggiunse già le sei unità.


Pur senza significativi dispiegamenti di forze, soprattutto se rapportato all’affannosa ricerca dell’Ottocento, gli scavi nel Money Pit e nel territorio circostante proseguirono anche nello scorso secolo, ma di fatto non portarono null’altro che un vero e proprio scempio ambientale sull’isola, orami ridotta ad una ammasso di terra martoriata privata per sempre della sua bellezza originaria.
Sull’isola esiste veramente "qualcosa"? I fatti dimostrano che non esiste alcun tesoro nascosto e che probabilmente decine e decine di uomini si sono per decenni accaniti alla ricerca di...
NULLA! Tuttavia sono diverse le perone che avanzano teorie e sostegno della tesi opposta e che si accaniscono con forza contro i loro denigratori. Tralasciando coloro che propendono per la tesi del tesoro di origine piratesca
risalente al Seicento (per certi aspetti la tesi più comprovabile e accertabile storicamente), la corrente di pensiero, in un certo senso, più "autorevole" a favore della tesi del tesoro nascosto (da intendersi in senso lato, non semplicemente come un ammasso di monete ed oggetti preziosi) sostiene che nelle viscere dell’isola si celi persino il
Graal. In seguito all’arresto dei Templari avvenuto nel 1307, sostengono, una flotta di Cavalieri salpò da La Rochelle verso una destinazione ignota. Probabilmente approdarono in Scozia dove instaurarono vincoli di amicizia
con il principe Henry
St. Clair, il terzo Lord di Rosslyn. Uno scrittore di nome Andrew
Sinclair, a suo dire diretto discendente di Henry St. Clair, afferma poi che i suoi antenati, insieme ai Templari, avrebbero intrapreso nel 1398 una spedizione verso il continente americano al fine di creare una nuova Gerusalemme. Sempre secondo
Sinclair, avrebbero fondato due colonie, una nel Rhode Island ed una in Nova
Scotia. Proprio in Nova Scotia avrebbero quindi intrapreso i lavori di scavo di quello che poi sarebbe stato noto come Money
Pit, sul fondo del quale sarebbe stato custodito il tesoro che i Templari avevano accumulato in
Terrasanta, Graal compreso.

Tuttavia, affrontando criticamente la questione e limitandosi ai soli dati accertati, la verità dei fatti è una sola: non esiste prova alcuna che sull’isola ci sia un tesoro nascosto, qualunque sia la sua natura. Anche quei particolari maggiormente sfruttati per comprovare la tesi dell’esistenza di favolose ricchezze sotto il suolo dell’isola, come la pietra con misteriose incisioni, i tre anelli d’oro o la pergamena, sembrano più che altro aneddoti apocrifi, più o meno intenzionalmente aggiunti dai narratori e dai testimoni oculari per "colorare" tutta la vicenda. Inoltre, i numerosi intoppi e problemi nelle operazioni di scavo, diversamente da quanto affermano i più accaniti sostenitori della tesi del tesoro nascosto, più che trappole artificialmente predisposte (come il continuo allagamento del Money
Pit, per esempio) sembrano causati da eventi del tutto naturali, strettamente connessi alla complicata geologia dell’isola.
Ma le teorie sul tesoro nascosto continuano tuttavia a fiorire ancora oggi, non limitandosi a "scomodare" solamente i templari: per alcuni il Money Pit rappresenta interessanti analogie con i ritrovamenti e le pergamene di Saunière a Rennes le Chateau e celerebbe importanti segreti sulla morte e sulla vita di Cristo; per altri tutta la vicenda non è null’altro che un’allegoria di stampo massonico e l’agognato tesoro consisterebbe non in ricchezze, ma in una sorta di arricchimento spirituale; altri ancora richiamano tesi ispirate ai misteri dell’antico Egitto e della fantomatica camera segreta della grande Piramide, citando, tra l’altro, profezie in merito di Edgar
Cayce; altri, infine, richiamano improbabili ipotesi extraterrestri

fonte - http://www.daltramontoallalba.it/misteri/moneypit.htm

Vasco Rossi : esce Tracks 2 sottotitolo Inediti e Rarità


uscirà il prossimo 27 novembre 2009 il nuovo disco di Vasco Rossi : Tracks 2 – inediti e rarità

L’album uscirà nei seguenti formati : Standard : 1 Cd, deluxe : 2 Cd + Dvd e
Fan Edition : 2 Cd + Dvd + Un libro fotografico, 4 poster (40×60), 4 riproduzioni dei tour pass. Edizione limitata a 5.000 pezzi.
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VASCO ROSSI

TRACKS 2 - INEDITI E RARITA'

Nel Cd + dvd in tutti i negozi a partire dal 27 Novembre 2009

Si intitola Tracks 2 la raccolta di canzoni, molto attesa dai fan, di cui si vocifera da un po' di tempo su internet e che viene pubblicata da Emi Music il 27 novembre.

Tracks 2, cd + dvd, arriva a 6 anni dalla pubblicazione della prima raccolta di brani di VASCO, ed è come sempre supervisionata da Guido Elmi.

"Inediti e Rarità" è il sottotitolo perché contiene tutte quelle "canzoni sparse qua e là", come ha avuto modo di dire VASCO, eseguite in una sola occasione di concerto e mai entrate a far parte di un cd, canzoni da collezionisti.

Gli INEDITI sono 3 e sono le 'urgenze' di VASCO, le canzoni che ha scritto nell'ultimo anno dal sound 'speak easy' il suo studio a Los Angeles, e che ha voglia di far sentire subito al suo popolo, senza dovere per forza aspettare di pubblicare un album:

"Ad ogni costo", la nuova edizione di "Creep" che compare nella playlist dei concerti indoor (la più scaricata su iTunes e ai vertici delle classifiche radiofoniche.
"Ho fatto un sogno" che vede un inedito VASCO interprete di una invettiva che farà discutere…
"Sto pensando a te", l'ultima nata in ordine di tempo.

Le RARITA' sono vere e proprie eccezioni alla regola, canzoni eseguite una sola volta e in una unica occasione come:

"Un ragazzo di strada", (dei Corvi) che VASCO ha ripescato a sorpresa per il concertone del 1 Maggio 2009.
"Il tempo di morire", di Battisti, meglio conosciuta come "Motocicletta 10 Hp..." che ha avuto una unica esecuzione al Mugello nel 1996 durante un concerto memorabile che iniziò con il rombo di un nutrito gruppo di harleysti sotto palco.
"Sally" nella versione 'indoor 2009' solo voce e chitarra, emozionante.
Chiude la raccolta una straordinaria versione vaschiana di "Amico fragile", interpretata quella sola volta a Genova, Teatro Carlo Felice, di fronte "agli ultimi" tanto cari a Fabrizio de Andrè scomparso l'anno prima.

Il resto è storia di un passato che potrebbe essere remoto e invece non lo è per chi ha vissuto direttamente o indirettamente le evoluzioni di VASCO.

Nel DVD allegato c'è tutto il concerto dell'ultimo tour europeo del 1996 legato soprattutto all'album "Nessun Pericolo per te". Chi c'era ricorderà certamente "Praticamente perfetto" (testo di grande attualità), "Benvenuto", "Io perderò", "Un gran bel film" che, guarda caso, è l'inizio dello show indoor di quest'anno.

A tredici anni da quel tour VASCO torna in Europa e torna anche negli spazi al chiuso dove il contatto diretto con il suo pubblico provoca emozioni "touch screen" indescrivibili.



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ETC ETC.-

APOLLO 19 E 20: LUCI ED OMBRE DI UN'OPERAZIONE DI INTELLIGENCE

Il Giornale OnlineDALL'INGANNO DEL VIDEO DELLA PRESUNTA EBE NEL LEM AD UNO DEI DUE PROBABILI VEICOLI TRIANGOLARI DI CUI PARLAVANO I COMANDANTI DELL'APOLLO 20 E 19, INDIVIDUATO CHIARAMENTE IN FOTO UFFICIALI DELLA SONDA CLEMENTINE
(nella foto: Fotogramma dal video "APOLLO 20 TEST Snyder Ingres",caricato su YouTube da"retiredafb"(William Rutledge) il 18 giugno 2007, e poi rimosso dallo stesso utente. Successivamente, L'utente "moonwalker1966delta" ha caricato lo stesso video sul suo canale di YouTue. Chi sono gli astronauti presso la piattaforma di lancio?
Fonte: YouTube, "retiredafb" e poi "moonwalker1966delta")


di Luca Scantamburlo

È tempo di primi bilanci sul controverso caso dell'Apollo 19 e 20, considerato il piccolo contributo di divulgazione da me portato al vasto pubblico italiano, grazie alla recente video- intervista a firma dell'inviata di Studio Aperto - la giornalista Sabrina Pieragostini - che dapprima si è interessata autonomamente alla mia inchiesta in lingua inglese, e poi ha ben sintetizzato in pochi minuti una storia molto complessa dove verità e menzogna sembrano inestricabilmente legate (cfr. la puntata speciale di Mistero condotta da Enrico Ruggeri in collaborazione con Studio Aperto, ed intitolata "Gli alieni fra noi: i dossier segreti", andata in onda domenica 25 ottobre 2009 sulle frequenze di Italia Uno).

La dr.ssa Sabrina Pieragostini - nella mia opinione una brava e corretta conduttrice - ha cercato di mettere in luce inganni, manipolazioni e la poca affidabilità delle informazioni e di una parte della variegata documentazione audio-video, ma anche il contesto storico e gli indizi emersi che indicano una possibile fuga d'informazioni da parte di probabili insiders della NASA (e dell'USAF, aggiungo io, particolare non evidenziato nel servizio televisivo), una fuga d'informazioni che sembra nondimeno inquinata e distorta.

Il controverso caso dell'Apollo 19-20 è cominciato nell'aprile 2007 nella comunità di files sharing di YouTube (l'utente "retiredafb" è stata la prima gola profonda, poi dichiaratasi William Rutledgfe, ex pilota di test di volo a suo dire) e continuato su revver.com, per poi avere ulteriori sviluppi sempre su YouTube, dove un altro utente - dall'enigmatico nickname di "moonwalker1966delta" - ha contribuito a tenere desta l'attenzione, fornendo materiale audio-video apparentemente autentico ed inedito. Le mie due interviste scritte in lingua inglese - rivolte alle due gole profonde - hanno cercato di contestualizzare il materiale e di dare una qualche chiave di lettura.


Fotogramma tratto dal video diffuso l'8 aprile 2008 da "retiredafb" su revver.com, ed intitolato

"APOLLO 20 E.B.E. MonaLisa TV unscheduled transmission";

si nota, guardando il bordo inferiore del fotogramma, che le gambe del presunto astronauta sono tagliate, come sospese, segno abbastanza inequivocabile di una qualche manipolazione video.

Fonte fotogramma: revver.com, utente "retiredafb"



Di quale materiale si tratta? Di precedenti missioni spaziali già note e spacciate per riservate, oppure effettivamente di missioni coperte dal massimo segreto? Le informazioni fornite da "moonwalker1966delta" - nel corso dell' intervista scriita che egli mi ha concesso, ignorando però alcune mie domande - hanno posto l'accento su questioni molto tecniche e storiche dell'astronautica, che sembrano prerogative di un addetto ai lavori, ed ha illuminato alcune ambiguità proprie della storia raccontata da William Rutledge, il quale aveva comunque già dato prova di un'approfondita conoscenza dei programmi di volo spaziale Apollo, e della terminologia tecnica propria della NASA durante il secolo scorso. Ma non solo: almeno due delle tre previsioni fatte da William Rutledge nell'anno 2007, si sono avverate, che piaccia o no. Lo vedremo meglio in seguito.

Inoltre, la testimoniana diffusa sul sito americano AboveTopSecret (ATS) da parte di un anonimo - inserita in Rete come semplice testo il 14 agosto 2008 - sembrerebbe indicare che in effetti una missione spaziale coperta sulla Luna (frutto di una collaborazione internazionale, guidata in primis dal Presidente statunitense Nixon), potrebbe effettivamente essersi svolta per indagare un'anomalia lunare rivelatasi un'antica astronave spaziale extraterrestre, abbandonata sulla faccia nascosta del nostro satellite naturale.

Tuttavia l'utente anonimo di ATS - a suo dire il figlio di un ex dipendente del National Recoinnaissance Office (l'NRO, a servizio dell'USAF) del Dipartimento della Difesa americano, il quale gli riferì la storia in punto di morte - non ha mai accennato al nome della missione come Apollo 20, né a creature aliene trovate e riportate sulla Terra. Poiché la testimonianza resta anonima, bisogna considerarla cum grano salis ma non certo ignorarla nel complesso puzzle del caso, visto il suo contenuto, la forma, e l'ampio contesto in cui è inserita.

L'INGANNO DEL VIDEO DELLA PRESUNTA EBE RIPRESA NEL LEM: UN'ELABORAZIONE AL COMPUTER

Fra le molte cortesi lettere da me ricevute a seguito della suddetta trasmissione televisiva - da parte anche di ingegneri e medici, che ringrazio per le loro acute osservazioni - vi è stata quella di Giuseppe Crugliano, il quale il 26 ottobre 2009 giustamente mi ha fatto osservare una notevole incongruenza presente in uno dei due video della presunta creatura EBE battezzata Monna Lisa:

" [...] l’uomo ripreso è parte di un layer di un video di postproduzione (magari in After Effect) poiché “tagliato” nella parte inferiore in quei fotogrammi (e non si tratta di artefatti dovuti alla compressione MPEG)"

In proposito si veda il frame del video, che ho inserito a lato del testo, fra le figure. Di questo importante particolare, naturalmente, non mi ero accorto prima. Pertanto il Signor Giuseppe Crugliano, che mi ha autorizzato a divulgare il suo nome, giustamente ha il diritto di considerare falsa e ridicola questa storia, ed infatti proprio in questa direzione andava la sua lettera.

Nondimeno questo non risolve tanti interrogativi ancora aperti (a cominciare dalla presenza dell'anomalia sul suolo lunare, apparentemente artificiale, anche se non si può dire con certezza, per ora). Inoltre, come vedremo, le anomalie sul suolo lunare sono più di una e relativamente vicine, come già da me indicato in un mio scritto in lingua inglese (consultare in proposito le risposte nr. 10 ed 11 dell' intervista scritta rilasciatami nell'anno 2008 dal dichiarato Comandante dell'Apollo 19, dal nome utente di "moonwalker1966delta): An Interview With Apollo 19 Commander.

Già nell'anno 2007 - discutendo ad esempio il falso video della cosiddtta "City" sulla Luna - io avevo commentato la presenza di contaminazione, di inganni e manipolazione del materiale audio-video, autentico ma risalente alla missione Apollo 17 per la parte d'immagini, ed all'Apollo 15 per quella audio (con la voce dell'astronauta David Scott udibile chiaramente).

Ed avevo anche sottolineato che - a fronte di tutto ciò - c'era fra il vasto materiale diffuso su YouTube qualcosa di apparentemente inedito che non solo non era stato smontato, ma sembrava proprio proverenire da archivi storici, forse mai prima d'ora consultati e divulgati pubblicamente. Ciò viene continuamente ignorato dai detrattori del caso, ai quali sembra fare comodo prendere in considerazione soltanto parte del materiale diffuso, senza riflettere sulla documentazione in toto.

4 GENNAIO 2008: I VIDEO DELLA MISSIONE STS-107 DIFFUSI SU YOUTUBE.
COME "RETIREDAFB" NE È ENTRATO IN POSSESSO?


Inoltre, alcuni video caricati su YouTube il 4 gennaio 2008 dal discusso "retiredafb" (Willliam Rutledge) - e poi ritirati - erano quasi senza ombra di dubbio video autentici e provenienti dalla missione STS-107 della NASA (l'equipaggio internazionale composto da 7 astronauti morì tragicamente durante il ritorno a terra, nell'anno 2003, a causa di un problema al rivestimento termico dello Shuttle Columbia, danneggiato alla partenza, e che portò giorni dopo alla completa distruzione del veicolo spaziale).

Ho confrontato i volti visibili nei due video con le foto ufficiali. Coincidono con l'equipaggio citato. Che io sappia l'unico video commemorativo realizzato dalla NASA e diffuso al pubblico in Rete presso uno dei numerosi suoi siti, dura pochi minuti e solo pochi secondi di esso sono dedicati alla memoria dell'attività quotidiana in orbita di quell'equipaggio. Esso s'intitola "16 Minutes from Home. A Tribute to the Crew of STS-107", dura 6 minuti e 51 secondi, e l'ho verificato personalmente. Ripeto, solo pochi secondi di esso mostrano gli astronauti in orbita, durante la missione STS-107.


Foto dell'equipaggio della missione STS-107, perito tragicamente durante il rientro in atmosfera dello Shuttle Columbia (anno 2003).

Cortesia NASA


Invece i due filmati diffusi da "retiredafb" - costituiti da un montaggio di varie riprese degli astronauti in orbita, all'interno dello Shuttle - duravano 6 minuti e 40 secondi il primo, e 9 minuti e 16 secondi il secondo. Ritraevano gli astronauti durante il volo orbitale, per esempio dopo le sveglie di rito, in assenza di gravità. Ciò prova che chiunque sia questo fantomatico utente di YouTube fattosi chiamare con l'appellativo di "retiredafb", ha avuto accesso a materiale riservato: o gli è stato passato da addetti ai lavori tuttora in servizio, oppure per via della sua pregressa esperienza in campo militare ed astronautico, ne è venuto in possesso direttamente in visita presso una struttura NASA o del DoD.



Snapshot della presentazione di uno dei due video su YouTube diffusi
- e poi ritirati pochi giorni dopo, nel gennaio 2008 - da "retiredafb" (William Rutledge):

" NASA SECRET TAPES - STS107
- part 2 Apollo 20"
Durata: 9 minuti e 16 secondi
fonte: YouTube, "retiredafb"



Vi è - naturalmente - anche l'ipotesi che egli l'abbia intercettato durante l'invio dei dati dallo Spazio. Oppure abbia indebitamente sottratto i filmati con un atto di pirateria informatica: ma se vera fosse quest'ultima ipotesi dell'intrusione, egli rischierebbe di andare incontro alle serie conseguenze stabilite dall'ordinamento internazionale e soprattutto dalla Legge americana in materia d'intrusione da hacker all'interno di strutture informatiche governative (il caso del britannico Gary McKinnon, con richiesta di estradizione alle Autorità, docet), senza considerare il fatto che a distanza di due anni, dal 2007, probabilmente l'individuo sarebbe già stato arrestato oppure almeno identificato).

W. Rutledge - cioè "retiredafb" - diffuse i video intitolati " NASA SECRET TAPES - STS107 - part 1 Apollo 20" e " NASA SECRET TAPES - STS107 - part 2 Apollo 20", per pochi giorni commentando uno di essi con le seguenti parole:

"Secret because never broadcasted or aviable since 2003 on any nasa site. For those who believe that space programs are opened. Inflight tapes just after the wake up calls. A tribute to the astronauts."

In sostanza il suo fu un gesto di tributo, alla memoria degli astronauti tragicamente morti. Ma anche, evidentemente, un segnale forte al pubblico per dimostrare che non tutto il materiale documentale audio-video proveniente dalle missioni spaziali viene divulgato e discusso. Da notare, di nuovo, alcuni suoi refusi linguistici ("avaiable" invece di "available").

Tuttavia, l'entrata in scena di "moonwalker1966delta", i suoi commenti, le risposte molto tecniche alle mie domande ed i suoi straordinari filmati, hanno dato sostegno alla controversa ed ambigua testimonianza di "retiredafb", integrandola e correggendola.Come non rilevare, inoltre, che fra i suoi video postati su YouTube non ce n'è nemmeno uno di quelli identiificati come inganni o manipolazioni fra il materiale del primo insider?

Non si può tacere questa riflessione, se si è mossi dall'onestà intellettuale e si vuole fare una critica approfondita al caso. Critica che deve essere estesa all'intera testimonianza resa dai due insiders, ed all'insieme totale delle presunte prove portate sotto la luce del sole. Ricordarsi anche che - nel panorama ufologico dei cosiddetti rivelatori anonimi - è prassi divulgare materiale autentico e falso, contemporaneamente, in una ben collaudata "strategia della confusione" già ampiamente discussa da ufologi e saggisti di spicco. In tal modo, si evitano collassi dell'ordine costituito e traumi alla società, che viene messa a confronto con rivelazioni e realtà sconcertanti senza pericolo di crisi delle Autorità ed anomia.

L'INCIDENTE DELL'APOLLO 19: L'EVIDENZA DEL VIDEO E DEL PRESUNTO DIALOGO RADIO

Come non rilevare l'attenzione alla sintassi ed alla lingua inglese, che invece nel caso di William Rutledge spesso tradiva scivoloni ed imprecisione? Altrettanto importante il dialogo radio dell'incidente all'Apollo 19, materiale audio-video diffuso il 9 novembre 2008, sempre su YouTube, con il titolo: Apollo 19 incident, della durata di 1 minuto e 21 secondi, e con il seguente commento (proprio di un addetto ai lavori):

"Apollo 19 just hit by something and losing telemetry data. Fire and smoke on AC-BC cell bus and aborting mission after TLI insertion"

Dell'incidente all'Apollo 19, fu proprio William Rutledge a parlare per primo, sin dalla primavera dell'anno 2007 (vedi la mia intervista, tradotta in italiano e pubblicato sulle pagine di UFO Notiziario, nr. 70, agosto-settembre 2007, risposta alla domanda nr. 13, pag. 50). Grazie al recente contributo di un mio lettore d'oltreoceano che vuole restare anonimo - Mr. W. - vediamo insieme la trascrizione del presunto dialogo radio in cui ho identificato - nella mia opinione - almeno due voci su tre dal distinto accento nordamericano, non certo britannico (di una delle tre poco si può dire):

Controllo Missione o astronauta (prima voce): "Flight Go to CMF 2 SPS check SL 2 show high temp. reading [...] shows negative SPS power check indicators."

Controllo Missione o astronauta (prima voce): "Okay [...] confirm that cell shut down commence emergency power down procedure."

Controllo Missione o astronauta (prima voce): "Here's the check CSM 2 SPS data In the inverter we might have an explosive fuel cell problem. Stand by to shut down all fuel cells!"

[sound of explosion]

Controllo Missione o astronauta (prima voce): "Telemetry shows unusal battery one and two drain and low fuel [...] Stand by!"

Astronauta? (seconda voce): "Abort!"

Controllo MIssione (terza voce): "This is Apollo Center Launch Control, we have an emergency situation. Mission's aborted."

Controllo Missione o astronautat (prima voce): "Mission aborted. Stand by for data".




Alcuni fotogrammi tratti dal filmato

"Apollo 19 incident" ,
diffuso il 9 novembre 2008 dal dichiarato Comandante dell'Apolllo 19, dal nome utente di "moonwalker1966delta" su YouTube

fonte: YouTube, "moonwalker1966delta"


Trascrizione del dialogo realizzata da Mr. W.
Per sua gentile concessione ed a cura di L. Scantamburlo, 2009.


W. RUTLEDGE PRIMA E "MOONWALKER1966DELTA" HANNO PARLATO DI VEICOLI SPAZIALI TRIANGOLARI SULLA LUNA: UNA GIORNALISTA MEDIASET DI STUDIO APERTO INDICA UN OGGETTO TRIANGOLARE IN FOTO DELLA SONDA CLEMENTINE (NRL/LLNL)


Snapshot del sofware NASA World Wind, impiegato sulle coordinate di latitudine e longitudine lunare indicate
dall'insider "moonwalker1966delta", per indicare uno dei due oggetti triangolari oggetto d'indagine in loco.


Veniamo ora al presunto veicolo triangolare - uno dei due che sarebbero presenti nei pressi dell'astronave madre a forma di sigaro - e che sarebbe stato oggetto di esplorazione da parte dell'equipaggio del LEM dell'Apollo 20 (Leonov e Rutledge). Nella mia intervista, il Comandante dell'Apollo 19 mi ha fornito latitudine e longitudine lunare, invitandomi a consultare il luogo anche con il programma NASA World Wind, installabile gratuitamente su sistema operativo Windows. Ebbene, facendolo si può notare un riflesso verdastro - proprio di un qualcosa sulla superficie - in corrispondenza di tali coordinate. Dalla risposta nr. 11 della mia intervista, leggiamo cosa dice il Comandante dell'Apollo 19:

" [...] As I previously answered in our private message the 2 objects are clearly visible in AS15-P-9625 and AS15-P-9630 in the upper side of the pic and just right of the mothership at coordinates 18.7S - 116.92E and 18.31S - 117.48E. You can notice they are absolutly identical in their triangular shape. If you use a software like NASA World Wind it could be easy to locate them and notice the green metallic brilliance of the first object."

L'insider parla di una lucentezza metallica e verde. Ora, un semplice riflesso verdastro sulla superficie lunare è un po' troppo poco per avere una forte evidenza della presenza di un'anomalia sul suolo lunare dalle spiccate simmetrie: tuttavia, in effetti, consultando le due foto scattate dall'equipaggio dell'Apollo 15 e sopra citate - ed altre foto che mostrano la stessa porzione lunare sotto diverse condizioni di luce - si evince che in effetti sembrebbe essere presente una sagoma triangolare, seppure appena distinguibile.


Dettaglio di foto NASA (AS15-M-1720_MED)
cambiato in contrasto e luminosità
da L. Scantamburlo, usando Gimp 2.2.10 software
di Spencer Kimball & Peter Mattis.

Foto cortesia NASA


Oltre all'oggetto sigariforme di circa 4 km di lunghezza, appoggiato accanto ad una collina lunare (sarebbe la Collina Monaco, probabilmente, indicata con tale nome da W. Rutledge), si nota appena - in alto a destra, vicino all'angolo dell'immagine - una forma triangolare, proprio in corrispondenza di una delle due posizioni di latitudine e longitudine indicate da "moonwalker1966delta"



Qui sopra, il dettaglio ritagliato ed ingrandito:
appena evidente una sagoma triangolare.


Ora, cambiando luminosità e contrasto del dettaglio di una di tali foto, si ottiene quello che ho riportato a fianco (vedi figura): il triangolo è più evidente, seppure visto appena in filigrana. Da solo questo piccolo indizio non è - naturalmente - sufficiente.
Nondimento giorni fa Sabrina Pieragostini - la giornalista di Mediaset che mi ha intervistato per lo speciale a cura di Studio Aperto e del programma Mistero condotto da E. Ruggeri - si è accorta che all'interno di uno dei trailer del recente documentario Moon Rising di Jose Escamilla vi è documentata un'anomalia:

la presenza sul suolo selenico di un oggetto di forma triangolare, decisamente splendente sotto le condizioni di luce in cui è stata fotografata quella porzione lunare. MI ha fatto partecipe di questo per via epistolare, dandomi il permesso per citarla: ho controllato personalmente, ed effettivamente in uno dei trailer diffusi dal documentarista Escamilla su YouTube, lo stesso regista americano evidenzia un oggetto triangolare. Si veda il seguente link per vedere il breve filmato d'introduzione al lavoro del documentarista del Nuovo Messico:


La copertina di Moon Rising,
video-documentario di
Jose Escamilla, 2009



MOON RISING

L'oggetto dalla simmetria triangolare - decisamente molto splendente - è visibile ai secondi 15-20 dall'inizio del segmento video di promozione del documentario. Il trailer inserito su YouTube da Escamilla s'intitola UFO-The Greatest Story Ever Denied Part II - Moon Rising Trailer. Il documentario - il secondo capitolo di quella che sembra essere una trilogia - è narrato da Carlos Figueroa. Per maggiori informazioni si consulti il seguente link:

LA SONDA SPAZIALE CLEMENTINE IN ORBITA ATTORNO ALLA LUNA: 1994

Ora, né io né la giornalista Sabrina Pieragostini sappiamo se effettivamente tale oggetto si riferisca o meno alla medesima zona oggetto del caso Apollo 19-20, sulla faccia nascosta della Luna e nei pressi del cratere indicato come Izsak D. Certo è che - considerando le straordinarie foto a colori della Luna consultate e divulgate al grande pubblico da J. Escamilla - una risposta per ora è prematura: per esempio, l'archivio fotografico della sonda spaziale Clementine (a quanto pare utilizzato da Escamilla per il suo documentario) - lanciata dal DoD (Dipartimento della Difesa) nel gennaio 1994 - sembra blindato e solo poche fotografie sono di dominio pubblico.


Dettaglio della AS15-M-1333, ruotata verso sinistra; il cratere visibile nell'immagine è quasi certamente "Izsak D", vicino al più grande cratere Izsak (qui non visibile); l'enorme oggetto sigariforme è orientato lungo l'asse Nord-Sud della Luna.
Cortesia NASA/LPI


La missione Clementine lanciata dall'Aeronautica Militare americana - frutto dello sforzo tecnico-scientifico del Naval Research Laboratory (l'NRL) e del Lawrence Livermore National Laboratory (in breve LLNL) - è più propriamente correttamente consciuta dagli addetti ai lavori come missione Deep Space Program Science Experiment, in breve DSPSE (e ribattezzata "Clementine" per comodità).

Tuttavia molta della documentazione fotografica della Clementine che prima era di pubblico dominio (diversi links militari sono riportati anche da siti NASA pubblici e liberamente accessibili), talvolta sembra difficilmente raggiungibile: come le pagine al LLNL ed all'USGS (lo United States Geological Survey). La Clementine fra il 26 febbraio ed il 22 aprile 1994 ha inviato a terra circa un milione ed ottocentomila immagini digitali della Luna. Una mole impressionante di dati fotografici, ad alta risoluzione, che ha consentito di realizzare una nuova mappa globale lunare più dettagliata di quelle precedenti.

Inoltre, nel dicembre 1996 fu il Pentagono ad annunciare ai mass media che la strumentazione radar di bordo della sonda aveva scoperto tracce d' acqua ghiacciata al polo sud lunare (dunque prima dell'Agenzia Spaziale indiana, che ha dunque corroborato solo poche settimane fa la scoperta dei Militari americani). Fra l'altro, uno degli scienziati di punta a capo del progetto americano e presente alla conferenza stampa di allora, è stato recentemente incriminato dall'FBI per aver clandestinamente venduto segreti militari e scientifici ad enti Israeliani, ma questa è un'altra storia.

LE PREVISIONI DI WILLIAM RUTLEDGE: DUE SU TRE SI SONO AVVERATE

Nel corso dell' intervista del maggio 2007 (pubblicata in Italia sulla rivista UFO Notiziario nell'estate 2007), William Rutledge ci avvisò di un incremento di avvistamenti UFO. Dalla risposta nr. 6 dell' intervista in inglese:

"[...] It's the announcement of "the wonder of it all" maybe, and 2012 is coming fast. I also think that UFOs will appear more often starting from September 2007".

cioè, la sua divulgazione sarebbe cominciata per via dell'annuncio del documentario The Wonder of It All, il quale celebra i 12 uomini che ufficialmente hanno calcato il suolo lunare. Ma fra le motivazioni, anche il fatto che la data del 2012 si sta avvicinando, e perché egli pensava che gli oggetti volanti non identificati sarebbero apparsi più spesso a partire dal settembre 2007. Se chiedete a qualunque studioso di ufologia, egli non potrà esimersi dal confermare che l'anno 2009 (e soprattutto la sua estate) ha - statistiche alla mano - mostrato un aumento significativo di segnalazioni di oggetti e fenomeni non identificati nei nostri cieli. Come poteva il misterioso "retiredafb" esserne a conoscenza nel 2007? Ha semplicemente tirato ad indovinare?

Nel mio scritto in inglese intitolato "What Is Going on in Space?" del 27 dicembre 2007, divulgavo per la prima volta sul mio portale Web cosa "retiredafb" - il dichiarato Willliam Rutledge - mi confidò il primo luglio 2007: a partire dal settembre 2007, si sarebbe dovuto assistere ad un incremento di fenomeni celesti, fino al 2012. Puntualmente, sembra proprio che esso si stia verifcando.


Un incremento di fenomeni celesti fino al 2012: ammonimento di
William Rutledge in un messaggio a Luca Scantamburlo

(YouTube Account/General Messages, July 01, 2007)


Nel mio scritto in inglese di allora portai come prova uno snapshot della rivelazione di "retiredafb" (vedi figura, che riproduco anche qui a lato). Vediamo i principali eventi celesti che costituiscono a mio avviso delle evidenze di ciò:

1)Il 6 ottobre 2008 dall'Osservatorio di Mt. Lemmon dell'Università dell'Arizona viene scoperto un asteroide in rotta di collisione con la Terra: viene chiamato Asteroid 2008 TC3, ed è la prima volta che si riesce a scorgere un oggetto celeste a poche ore di distanza dall'impatto con la Terra. Il Meteosat-8 dell'European Organisation for the Exploitation of Meteorological Satellites riesce a fotograre l'esplosione in atmosfera, sopra i cieli del Sudan: un'esplosione dalla potenza di circa 1 kiloton. Fortunatamente la dimensione del corpo - entrato in atmosfera alla velocità di 12,8 km/secondo - è relativamente modesta: da uno a 5 metri. Dunque nessun pericolo per l'umanità e la popolazione sudanese.

2)Nel luglio 2009 un astrofilo australiano di nome Anthony Wesley getta lo scompiglio nella comunità astronomica internazionale: con il suo telescopio, intento ad osservare Giove, si accorge di una strana e nuova macchia scura, che sembra compatibile con un recentissimo impatto asteroidale o cometario. Contatta i più importanti osservatori del mondo ed in effetti, arriva quasi subito la conferma, anche dalla NASA: si tratta di una probabile collisione con un corpo celeste di natura cometaria o asteroidale. Anche lo Hubble Space Telescope, dopo i telescopi delle Hawaii, immortala fotograficamente la ferita nera come la pece nell'atmosfera gioviana (consultare in proposito l'articolo della NASA intitolato "Hubble Space Telescope Rare Jupiter Collision", del 24 luglio 2009.

3)8 ottobre 2009, cleli dell'Indonesia: un altro asteroide esplode in atmosfera terrestre: questa volta le dimensioni sono maggiori rispetto a quello scoppiato sopra il Sudan: il Corriere della Sera dedica alla notizia la pagina 22 dell'edizione del 2 novembre 2009. Intitolato "Un super asteroide fa scattare nel mondo l'allerta anti nucleare"; a firma di Giovanni Caprara, l'articolo pone l'accento sulla preoccupazione degli specialisti della US Air Force ('USAF) e della NASA. Il bolide è grande all'incirca 10 metri, e la potenza dell'esplosione - pari al circa 50 kiloton - preoccupa la popolazione indonesiana della costa di Bone, dove si pensa inizialmente ad un terremoto.

L'altra previsione di Rutledge - non avveratasi - indicava nel settembre 2007 il momento in cui la NASA e l'Aeronautica MIlitare Americana (l'USAF) avrebbero vuotato il sacco sulla storia dell'Apollo 20: alla domanda 25/26 della mia intervista citavo infatti alcune parole di "retiredafb": la NASA e l'USAF " [...] will be forced to tell the whole story before September 2007".

Niente del genere è accaduto: tuttavia quanto ha dichiarato nel luglio 2008 ad un programma radiofonico britannico l'ex astronauta statunitense dell'Apollo 14 - il dr. Edgar Mitchell - alcuni mesi dopo la data di scadenza indicata da "retiredafb", lascia indubbiamente attoniti: non era mai accaduto che un astronauta del Programma Apollo - e per giunta uno dei 12 uomini ad aver calcato il suolo selenico - arrivasse ad ammettere candidamente il cover-up su Roswell da parte del Governo, in seguito al recupero nel 1947 di uno scafo alieno precipitato in Nuovo Messico. E la visita extraterrestre sul nostro pianeta, più in generale.

Il programma radio condotto da Nick Margerrison - The Night Before di Kerrang!Radio - ha avuto il privilegio di dare la notizia per primo, durante l' intervista con l'ex astronauta ed ufficiale americano della Marina. Ecco alcune parole pronunciate dal dr. Mitchell durante quel colloquio telefonico:

"[...] I happen to have been privileged enough to be in on the fact that we've been visited on this planet and the UFO phenomenon is real ... all of It's been covered up by our government for a quite long time."

"Oh, this is big!" pronuncia fra l'incredulo ed il divertito Nick Margerisson. L' intervista prosegue, e ad un certo punto Mitchell dice: "It's been well covered up by all our governments for the last 60 years or so, but slowly it's leaked out and some of us have been privileged to have been briefed on some of it." Subito dopo Mitchell accenna a Roswell, la celebre località del Nuovo Messico al centro nel 1947 di uno dei primi casi di UFO crash (città che fra l'altro ha dato i natali proprio al'ex astronauta):

"I've been in military and intelligence circles, who know that beneath the surface of what has been public knowledge, that yes - we have been visited.". "Siamo stati visitati". Le affermazioni di Mitchell sono così dirompenti che Margerisson teme che l'ex astronauta e scienziato statunitense lo stia prendendo in giro. Queste incredibili affermazioni hanno così stimolato Alex Baker - presentatore e produttore di Kerrang! Radio - a telefonare alla NASA per chiedere un commento ufficiale sulle esternazioni di Mitchell. Dopo un po' di tempo, pare che un portavoce NASA abbia scritto ad Alex le seguenti parole di risposta:

"Dear Alex,
NASA does not track UFOs. NASA is not involved in any sort of cover up about alien life on this planet or anywhere in the universe. Dr Mitchell is a great American, but we do not share his opinion on this issue.
Thanks for the opportunity to comment."

Una risposta diplomatica che non nega il fenomeno UFO, e che tiene anche conto del profilo tecnico-scientifico e dello spessore storico dell'ex astronauta Apollo, definito giustamente un "grande americano", perché protagonista della conquista della Luna e della storia della NASa.

IL POLIGONO DI LANCIO DELLA BASE AEREA DI VANDENBERG:
AL CENTRO DI PROGRAMMI SPAZIALI SEGRETI



Lancio di vettore Titan dalla
Base Aerea di Vandenberg,
California

Foto USAF - Cortesia NASA


Siccome in Rete m'imbatto spesso in scritti che denotano una certa approssimazione nel discutere concetti e storia dell'astronautica e del volo spaziale - in particolare a proposito della Base di Vandenberg - lasciamo la parola ad un ex militare statunitense e ad una firma prestigiosa del giornalismo scientifico americano. In un mio recente scritto pubblicato dal periodico MarcaAperta - bimestrale di cultura ed informazione distribuito in Veneto - ho messo in luce le recenti dichiarazioni di Bob Dean al dibattito del simposio di esopolitica di Barcellona, e quelle di un vecchio articolo di Broad scritto nel 1989 per le pagine del The New York Times. Ecco un estratto del mio scritto:

[...] Sia come sia, recentemente un ex sottufficiale dell'Esercito Americano di nome Robert Orel Dean (nato in USA, nel 1929) – un vero gentiluomo con cui ho avuto un rapporto epistolare che si è concretizzato nella prefazione alla seconda edizione del mio saggio “The American Armageddon” che egli ha cortesemente accettato di firmare – ha portato all'attenzione del pubblico la sua testimonianza di ex insider che ha raccolto negli anni diverse indiscrezioni in merito a programmi spaziali segreti: in occasione del dibattito all'European Exopolitics Summit 2009 - tenutosi a Barcellona dal 25 al 26 giugno 2009 – Robert Dean (Bob per gli amici) ha parlato di un “separate space program” che gli Stati Uniti porterebbero avanti da decenni, parallelamente a quello della NASA:

cioè un programma spaziale separato del Pentagono, finanziato con il cosiddetto black budget. Questo programma spaziale avrebbe utilizzato come poligoni di lancio la base aerea di Vandenberg (in California) ed altre installazioni segrete ubicate nello Utah, in Nevada, e perfino su alcune isole del Pacifico, come l'atollo di Kwajalein. La base dell'USAF (l'Aeronautica Militare Americana) di Vandenberg è proprio la base da cui sarebbe partito un razzo Saturno V che avrebbe spedito nello Spazio sia l'Apollo 19, sia l'Apollo 20. Ora, qualora tali missioni spaziali – ufficialmente mai avvenute – abbiano veramente avuto luogo, che siano partite da un atollo nel Pacifico (l'Isola di Diego Garcia nell'Oceano Indiano è un altro luogo che costituisce un poligono di lancio spaziale) oppure proprio dalla costa californiana, poco importa.

Infatti proprio alla fine degli anni'80 il Dipartimento della Difesa statunitense (DoD) smantellò un segreto complesso spaziale pensato per operare parallelamente alla NASA, e dal costo di 5 miliardi di dollari. Tale complesso – ci racconta il giornalista William J. Broad in un articolo pubblicato il 7 agosto 1989 sulle pagine del The New York Times, e dal titolo “Pentagon Leaves the Shuttle Program” – si divideva fra il Colorado e la California.

Proprio in California, a Los Angeles, era localizzato un organico di 32 astronauti americani, tutti militari, destinati a pilotare ed utilizzare navette Space Shuttle, che sarebbero partite proprio dalla base di Vandenberg. Il programma spaziale militare raggiunse il suo apice – ci dice Broad – negli anni 1984-85, con 4200 persone impegnate nei lavori. Il tragico incidente accaduto allo Space Shuttle Challenger, nel 1986, ha giocato un ruolo determinante nell'affossare il programma segreto del Pentagono.

da Programmi spaziali segreti,
di Luca Scantamburlo, © MarcaAperta, nr.5, anno VIII, ottobre-novembre 2009, pagina 8.

Aggiungo e commento quanto segue: non solo dalla Base di Vandenberg è partita la sonda spaziale Clementine nel 1994 - destinazione Luna - ma proprio da tale base dell'USAF fu lanciato nel 1983 anche il celeberrimo telescopio spaziale all'infrarosso denominato IRAS. Non si capisce dunque come si possa affermare che dalla base di Vandenberg non è possibile lanciare grandi vettori spaziali, quando documentazione ufficiale e storia dell'astronautica dimostrano proprio il contrario.

La stessa NASA presenta fra la sua documentazione on-line un grafico in cui si evidenzia proprio i due poligoni di lancio per la flotta Space Shuttle: quello del Kennedy Space Center in Florida e quello di Vandenberg (vedi la foto riprodotta a lato).
Questo non significa che dalla base di Vandenberg sia effettivamente partito un Saturno V in missione segreta, ma dimostra che nulla vieta che sia stato possibile farlo in passato. E questo a prescindire che un Saturno V sia effettivamente partito da lì, oppure dal Pacifico o dall'Oceano indiano.



Siti di lancio per gli Space Shuttle

Cortesia NASA


A proposito della possibile caduta degli stadi del razzo su territorio urbano, si legga in proposito la sensata osservazione di "moonwalker1966delta" nel corso della mia intervista (risposta nr.1), una repica alla obiezione sollevata da un pilota americano che mi scrisse anni fa (e che non escluse la possibilità di un lancio segreto da Vandenberg, anche se egli era più propenso ad un possibile lancio dal poligono dell'Isola di Diego Garcia, nell'Oceano Indiano, isolato e lontano da occhi indiscreti).

In conclusione: chiunque siano "retiredafb" e "moonwalker1966delta", sono dell'avviso che difficilmente siano dei semplici burloni od un burlone che gioca su due fronti, recitando due psicologie e due caratteri. Il caso dell'Apollo 19-20 - nella mia opinione argomentata dalle mie inchieste e discussioni che durano da più di due anni - è un'operazione d'intelligence. Cosa, fra l'altro, già così definita pubblicamente da altri nell'ottobre 2007, anche se con una diversa chiave di lettura dell'intera storia.

La vicenda e quanto è emerso fino ad oggi dalla discussione, rientra probabilmente in quel piano di divulgazione della realtà aliena approntato per l'opinione pubblica decenni fa (vedi le dichiarazioni del Senatore americano B. Goldwater in una sua lettera datata metà anni '70, oppure il controverso documento del "Public Acclimation Program" emerso nei primi anni '90).

Oppure potrebbe trattarsi di un analogo programma ma separato da questo, e concepito da alcuni insider dell'ambiente politico-militare di Washington e non solo di Washington, stanchi del segreto apposto su caso Roswell e su tutto quello che ne è derivato. Delle "schegge impazzite" del sistema - magari tollerate dalle alte sfere - e che appartengono a personale in pensione dell'USAF e della NASA in primis, ma non solo.

Siano essi individui in riserva od in servizio, essi hanno deliberatamente distorto informazioni biografiche personali recitando un qualche copione (vedi la residenza di William Rutledge in Africa, la sua età ed il suo statuto di pilota di test di volo civile ma impiegato dall'USAF, una contraddizione in termini se ci si ferma a riflettere: un pilota impiegato dall'USAF in quell'epoca, e volontario per il progetto MOL-GEMINI, doveva essere per forza un militare addestrato al volo, non certo un semplice civile).

Mescolando filmati autentici con video falsi ed inserendoli in un contesto storico-scientifico dettagliato, essi stanno forse cercando di sondare il terreno non solo dell'opinione pubblica e degli ufologi, ma anche di enti e comunità politiche al fine di lanciare segnali controversi di disclosure, che potrebbero presto spingere qualche ente governativo od un Paese ad una parziale ammissione dell'esistenza di strutture artificiali sulla Luna, cioè di segni di vita intelligente aliena. Penso a Paesi come il Giappone, l'India o la Cina. Eredità di insediamenti, colonie o veicoli abbandonati in un remoto passato da antiche civiltà non terrestri.

Una possibilità - questa della scoperta di segni di vita intelligente su altri pianeti del Sistema Solare - contemplata dal cosiddetto Rapporto Brookings voluto dalla NASA alla fine degli anni'50, redatto dall'autorevole Brookings Institution di Washington, D.C., e discusso al Congresso americano (alla Camera dei Rappresentanti, nell'ambito del Comitato sulla Scienza e l'Astronautica) nell'aprile 1961. Il rapporto è dedicato agli studi proposti sulle implicazioni delle attività spaziali per le attività umane. Studi soprattutto sociologici ed antropologici.

In alcune sue pagine - in sintesi - si suggeriva anche la possibilità di nascondere all'opinione pubblica una tale scoperta, che potrebbe mettere in crisi la nostra civiltà e determinare l'annientamento di molti dei suoi valori, fino alla possibile disintegrazione della società stessa (vedi il paragrafo The implications of a discovery of extraterrestrial life, contenuto nel rapporto Proposed Studies on the Implications of Peaceful Activities for Human Affairs).

© Luca Scantamburlo
08 novembre 2009

Reproduction is allowed on the Web if accompanied by the statement
© L. Scantamburlo -
Reproduced by permission.
Luca Scantamburlo

AGGIORNAMENTO SULLE DIMENSIONI DEL MISTERIOSO OGGETTO SULLA LUNA

Stimolato da altri che hanno cercato di determinare le dimensioni del misterioso e davvero imponente oggetto sigariforme adagiato sulla faccia nascosta della Luna, ho personalmente trovato la seguente dimensione di lunghezza: 4,80 km; si veda in proposito - per i dettagli sul ragionamento ed i mezzi utilizzati - il mio scritto in inglese diffuso nell'anno 2007 ed intitolato:

Apollo 19 and 20: New Clues and Revelations on the Case
di Luca Scantamburlo Oltr 4 km.

© Luca Scantamburlo
18 Settembre 2007

Il seguente testo (qui non integrale, in quanto privo di note, figure e foto) è stato redatto come sinossi di studio e distribuito a mano da Luca Scantamburlo - presente per l'occasione in qualità di relatore - ai presenti del convegno intitolato Ombre aliene sulla Terra e sulla Luna, convegno tenutosi nella città di Lucca domenica 28 ottobre 2007 (organizzazione: Gruppo Ricerche Ufologiche SHADO, 7° Convegno Ufologico Toscano, “Città di Lucca”).
L.S.
ottobre 2008


IL CASO APOLLO 20: FRA INGANNI E VERITÀ

a cura di Luca Scantamburlo

Da alcuni mesi mi sto occupando di un caso intrigante e che si sta rivelando molto controverso. L’estate scorsa la rivista UFO Notiziario (nr.70, agosto-settembre 2007) ha presentato al pubblico italiano un’ intervista a mia firma e concessami in Rete da un utente di YouTube chiamato "retiredafb” (William Rutledge), a suo dire presunto ex pilota di test di volo di origine belga scelto come comandante dell’Apollo 20: una segreta missione spaziale sulla faccia nascosta della Luna avvenuta nell'agosto 1976 (lift-off il 16 agosto 1976, dalla Vandenberg AFB) – con tecnologia NASA e sotto l’egida della U.S.A.F. (l’Aeronautica militare statunitense). Il tutto in collaborazione con i Sovietici.

Oggi W. Rutledge avrebbe 77 anni e risiederebbe (con una nuova identità) in Ruanda. Purtroppo non ho potuto controllare le sue credenziali, né ho mai avuto uno scambio di posta elettronica (e-mail) con il suddetto personaggio. Il vasto e variegato materiale fotografico, audio e video diffuso su YouTube dal 1° aprile 2007 fino al giugno scorso, presenta contaminazioni audio e contiene almeno un elaborato inganno (il cosiddetto video della “City”), costruito giustapponendo vecchio materiale documentale NASA con materiale di provenienza ignota, e filmando il tutto spacciandolo per un girato d’epoca di una pretesa E.V.A.

Nondimeno “retiredafb” ci ha presentato anche alcuni dettagli di autentiche foto NASA (di pubblico dominio) e materiale apparentemente d’archivio ed inedito relativo ad operazioni condotte presso piattaforme di lancio spaziale nordamericane. Come ne è entrato in possesso ed a quali missioni esse si riferiscono? Chi sono i presunti astronauti che si vedono in uno dei filmati?

(Quest’ultimo video oggi non è più disponibile perché è stato rimosso dallo stesso utente). Essi sembrano privi della canonica bandiera a stelle e strisce da sempre cucita sulla spalla delle tute degli astronauti NASA. Possibile allora che si tratti proprio della testimonianza di una missione spaziale classificata?
Attualmente sto svolgendo delle indagini a tutto campo in collaborazione con un artista israeliano ed un cittadino americano che si sono appassionati alla vicenda leggendo i miei articoli in inglese che ho diffuso in Internet sin dalla fine di maggio 2007.

Gli indizi in cui mi sto imbattendo suggeriscono che probabilmente almeno una missione spaziale segreta sulla Luna effettivamente ebbe luogo per esplorare il misterioso ed enorme "oggetto" anomalo presente sulla faccia nascosta del nostro satellite naturale, e visibile su alcune foto panoramiche scattate dagli equipaggi delle missioni Apollo 15 e 17, all’inizio degli anni ‘70. Sono dell’opinione che il presunto William Rutledge rientri effettivamente in un apparente progetto di disclosure, seppur non ufficiale.

Resta da capire il suo ruolo e la sua identità, sulla quale per ora sospendo il giudizio. Alla luce delle ultime riflessioni la possibilità di una colossale burla o frode esiste ma è piccola, a mio avviso, per il fatto che proprio la suddetta “gola profonda” ha indicato la presenza sulla Luna di un misterioso oggetto dotato di simmetria ed apparentemente avulso dal paesaggio. Che io sappia, in precedenza nessuno ne aveva mai discusso pubblicamente in maniera così accesa ed approfondita.

Anche se il misterioso “retiredafb” si rivelasse un millantatore e le missioni Apollo 19 e 20 da lui indicate non avessero mai avuto luogo, l’anomalia lunare continuerebbe a persistere con il suo fardello di domande.
Naturalmente visti gli sviluppi del caso in me è cresciuta man mano anche la sensazione che egli possa essere un impostore (e di questo ho discusso anche nei nostri dialoghi privati), ma l’enorme oggetto da egli indicato (documentato fotograficamente) e la sua non indifferente conoscenza di aspetti tecnici del volo spaziale del programma Apollo (compresi presunti retroscena storici poco noti riferitemi come prova della sua identità) hanno contribuito a tenere acceso in me il motore della curiosità e del dubbio.

Il caso Apollo 20 sembra così essere una tappa della cosiddetta "strategia della confusione" già discussa dal dr. Roberto Pinotti (un "rivelatore" diffonde elementi apparentemente autentici mescolati a falsi e contaminazioni), con la quale si stimola il pubblico al dibattito senza allarmarlo e senza condurre necessariamente a scomode domande rivolte alle Autorità. Alla fine, alcune informazioni vengono comunque veicolate ed il pubblico risulta sempre più allenato al confronto con l'ignoto e l'alterità massima.

Vi presento in queste pagine alcune note, riferimenti e coordinate per orientarvi in questo complesso caso. Mi auguro che vi siano d’aiuto per formarvi una Vostra opinione e darvi lo spunto per ulteriori approfondimenti che potrete compiere in autonomia e/o consultando amici ed addetti ai lavori, non solo del campo ufologico, ma anche di altre discipline ed ambiti.

Se veramente viviamo nella società della conoscenza e della comunicazione globale, governata da nuovi paradigmi del sapere, siamo allora tutti chiamati alla formazione ed all’educazione delle nuove generazioni che, ci si augura, sappiano un giorno edificare un domani meno conflittuale; e siano preparate a confrontarsi con le alterità massime.

© L. Scantamburlo
Lucca, 28 ottobre 2007

Fonte: http://www.angelismarriti.it/presenzealiene/apollo20-intelligence.htm

Su gentile concessione dell'Autore
Copyright L. Scantamburlo, novembre 2009

ILARY BLASI SEGNI PARTICOLARI " BONA "

in una puntata del Chiambretti Show la moglie di
Totti mostra le sue "doti " rimarchiando ulteriormente la sua " bravura "

Totti che era al bar con amici vedendo la tv commentava " belle chiappe leli' se non fossi sposato la corteggerei lasciandosi andare poi a commenti scurrili.
La bandiera


Un carabiniere entra in un negozio e chiede alla commessa: -Vorrei una bandiera dell`Italia di color fucsia...
e la commessa: -ma guardi che le bandiere dell`Italia sono rosse bianche e verdi!
-mmm, allora me ne dia una rossa
RIHANNA - RUSSIAN ROULETTE





Anouk: Woman





www.youtube.com/anouktv



Lady Gaga & Beyonce's "Telephone" and "Video Phone" su youtube

venerdì 13 novembre 2009

Sabrina Ferilli
Marco Mengoni probabile vincitore di xfactor 3 e quindi partecipante a Sanremo 2010 ?

Marco Mengoni, nato a Ronciglione il 25 dicembre del 1988, ha un diploma in disegno industriale e ha lavorato come Barman.

Marco ha cominciato a cantare all’età di 14 anni. Ha studiato canto per due anni e pianoforte per qualche mese poi si è stufato e ha abbandonato. Fino ad ora si è esibito solo nei pianobar, ai matrimoni o insieme a diversi gruppi, mai in televisione.

La sua musica preferita è la Brit pop e il suo mito ispiratore sono i Beatles. Il brano che gli ha cambiato la vita è La luce dell’est di Lucio Battisti.

CARTA D’IDENTITÀ
Nome: Marco
Nome d’arte: Nessuno
Data e luogo di nascita: 25/12/1988 Ronciglione (VT)
Residente a: Ronciglione (VT)
Anni: 20
Altezza: 183 cm
Peso: 67 kg
Occhi: Castano scuro
Capelli: Castano scuro
Segni particolari: Nessuno
Cittadinanza: Italiana
Stato civile: Single
Titolo di studio: Diploma di disegno industriale
Esperienze di lavoro: Barman
Composizione del nucleo familiare: “Io, mia mamma Nadia e mio papà Maurizio”
Animali domestici: Un cane che si chiama Rolly e gatto di nome Red
Segno zodiacale: Capricorno
Profilo astrologico: La personalità dei nati sotto il segno del Capricorno è in genere gradevole; sono di aspetto simpatico e piacente, hanno modi affascinanti. I nati sotto questo segno non si esaltano facilmente e si comportano bene nei casi di emergenza. I loro tratti caratteristici sono la riflessione, la diplomazia, la prudenza e la riservatezza.
CURIOSITÀ
Esperienze televisive prima di X FACTOR: “Nessuna”
Sport: “Pallavolo, giocavo nel ruolo di martello, e tennis”
Cosa fai nel tempo libero: “Mi riposo”
Segui la moda o non te ne frega niente? “Seguo la mia moda, che è molto alternativa”
Quali consideri tuoi pregi: “Sapere di aver di difetti”
Quali consideri tuoi difetti: “Sono geloso, lunatico e permaloso”
Cosa ti diverte: “Ascoltare musica”
Cosa non sopporti: “La maleducazione”
Sogni nel cassetto: “Essere felice”
Tre aggettivi che ti descrivono: “Pazzo, libero e buono”
Sei innamorato? “Di me stesso”
Il tuo colore preferito? “Verde”
Il tuo luogo preferito? “Trastevere”
Cosa faresti pur di affermarti nel mondo della musica? “Sarei me stesso”
A cosa rinunceresti per la musica? “Ho già rinunciato a molta della mia vita sociale, ma sono contento così”
Hai altre passioni oltre la musica? “La pittura e tutto ciò che riguarda l’arte”
Come hai reagito quando ti hanno comunicato di essere nel cast di X Factor 3? “All’inizio non ho reagito, ero troppo stanco. Me ne sono reso conto solo qualche giorno dopo: ero perplesso e contento allo stesso tempo”
La tua famiglia ti appoggia? “Mi lasciano libero di vivere la mia vita”
Cosa pensano di te i tuoi amici? “Che sono fuori di testa, ma nei limiti”
Come ti vedi tra vent’anni: “Che ansia! Non ci penso, vivo solo il presente”
Cosa ti piacerebbe si dicesse di te come artista? “Qualsiasi cosa, tanto sono consapevole di quello che sono e vado avanti così”
Una frase, una canzone, un libro, un film che ti accompagna o che ti rappresenta: “Una frase: Mai dire mai; una canzone: Michelle dei Beatles; un libro: Il piccolo principe di Saint Exupéry; un film: Le Iene di Quentin Tarantino”
L’ultima cosa che hai fatto prima di partire: “Mi sono misurato la temperatura: avevo 38!”
La prima cosa che farai al ritorno: “Dormire”
Un tuo personalissimo slogan: “Scialla!”
IDENTIKIT MUSICALE
-Categoria: 16-24
-Studi musicali: “Ho studiato canto per due anni e poi il pianoforte, ma solo per qualche mese perché poi mi sono stufato”
-Esperienze musicali: “Pianobar, cantante ai matrimoni e diverse esperienze con gruppi”
-A che età hai cominciato a cantare? “14 anni”
-Suoni qualche strumento musicale? “Solo le corde vocali”
-Musica preferita: “Brit pop”
-Mito ispiratore: “The Beatles”
-Primo album acquistato? “The Score dei Fugees”
-L’ultimo? “Grace di Jeff Buckley”
-Il brano che ti ha cambiato la vita: “La luce dell’est di Lucio Battisti”
-Il brano al quale avresti voluto partecipare: “Mi sarebbe piaciuto essere tra gli artisti che hanno cantato Domani”
-Con quale artista ti piacerebbe duettare: “Freddie Mercury”
-Un concerto per te memorabile: “Un concerto di Franco Battiato che ho visto insieme ai miei genitori quando avevo 10 anni”
-Le cinque canzoni della tua vita: “I’m Outta Love di Anastacia, Hallelujah di Leonard Cohen, La luce dell’est di Lucio Battisti, La cura di Franco Battiato e Respect di Otis Redding”
-Canzoni portate al provino: “La luce dell’est, We can work it out, I’m Outta Love”
-Qual è stato il giudizio di ogni singolo giudice? “Mara Maionchi SÌ, Morgan SÌ, Claudia Mori NO
-Cavalli di battaglia: “Respect di Otis Redding, Eleanor Rigby dei Beatles, Long Train Running dei Doobie Brothers”
-Il tuo I-Pod: “Jeff Buckley, Amy Winehouse, Lily Allen, Mina”
-Partecipi a X FACTOR perché: “Per una sfida personale e perché mi sembra un programma che dà molto spazio alla musica più che a chiacchiere e a polemiche. Penso sia una scuola”
-Il voto che ti dai come cantante: 7
-Pensi di avere l’X Factor? “Chi lo sa. Me lo diranno i giudici”


Fonte: http://www.xfactor.rai.it/category/0,1067207,1067235-1086336,00.html

lo sai come si chiama..? Maggio 2025