martedì 1 agosto 2017

musica e musicanti video vari et similia

Omar Pedrini - Come se non ci fosse un domani



Takagi & Ketra - L'esercito del selfie (feat. Lorenzo Fragola e Arisa)



Fabio Rovazzi (feat. Gianni Morandi)



Baby K - Voglio ballare con te ft. Andrés Dvicio




Franco Battiato - L'ombra della luce



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Alice Cooper - Paranoiac Personality



Roger Waters - Wait for Her








le fiction prossime future ( in video dall'Autunno 2017 in nà )

le fiction prossime future e più precisamente a partire dall'autunno 2017

Rai 1:

"Provaci ancora Prof! 7", con Veronica Pivetti nei panni della professoressa di Lettere   Camilla Baudino,  Paolo Conticini in quelli del  commissario Gaetano Berardi  

"Il Paradiso delle Signore 2", serie diretta da Monica Vullo con Giusy Buscemi e Giuseppe Zeno, ispirata all'omonimo romanzo di Émile Zola, ma ambientata a Milano negli anni '50.


"Sotto Copertura", con Claudio Gioè e Alessandro Preziosi, che quest'anno racconterà la caccia al boss dei Casalesi, Michele Zagaria. 

"È arrivata la felicità 2" con Claudia Pandolfi e Claudio Santamaria, protagonisti di  fiction ideata da Ivan Cotroneo

"Don Matteo 11", in cui Terence Hill sarà affiancato da un cast in parte rinnovato

"Il Commissario Montalbano", che rivedremo interpretato da Luca Zingaretti in due film-tv

 "Scomparsa", la miniserie interpretata da Vanessa Incontrada e Giuseppe Zeno,

 "La strada di casa", che avrà nel cast Alessio Boni, Lucrezia Lante della Rovere e Sergio Rubini,

"Romanzo Famigliare", diretta da Francesca Archibugi.

"Il Capitano Maria", serie poliziesca  con la Incontrada e di Giorgio Pasotti. 

"In arte Nino",  miniserie dedicata a Nino Manfredi, che sarà interpretato da Elio Germano

"Sirene",  fantasy ambientato nel golfo di Napoli e scritto da Ivan Cotroneo, con Luca Argentero e Michele Morrone.
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Rai 2: 

"L'ispettore Coliandro 6" con Giampaolo Morelli

"Camera Cafè" pr4ogramma che 
trasloca da Mediaset insieme ai suoi protagonisti Luca e Paolo. "L'azienda è stata venduta ai cinesi – ha anticipato la direttrice -, ma loro sono sempre davanti alla macchinetta"

"Il Cacciatore", serie ispirata al romanzo autobiografico "Cacciatore di mafiosi" di Alfonso Sabella, uno dei magistrati più attivi d'Italia nella lotta ai boss di Cosa Nostra.


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Rai 3

"Linea Verticale", comedy-drama in otto episodi, scritto da Mattia Torre, con Valerio Mastandrea, che interpreta un malato alle prese con la routine ospedaliera.
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   MEDIASET

canale 5 

L’Isola di Pietro -  con Gianni Morandi.

Rosy Abate – La Serie, spin off di Squadra Antimafia costruito sul personaggio interpretato da Giulia Michelini

Immaturi - ispirata al film dal titolo omonimo  La Serie con Luca e Paolo, Daniele Liotti e Nicole Grimaudo. 

Ultimo -  con Raoul Bova

Squadra Mobile – Operazione Mafia Capitale, seconda stagione della serie Taodue.

Liberi Sognatori -  fiction di impegno civile. 

Le Tre Rose di Eva 4 

questa serie vedrà il ritorno in grande stile di Anna Safroncik nel ruolo di Aurora data per morta nella teza serie vedremo invece com'erano realmente andate le cose

venerdì 23 giugno 2017

tracce di sapere rubato . i post degli altri - Caronte o chi era costui ?


nella mitologia Greca e pure in quella Romana Chárōn, ( meglio conosciuto oggi come Caronte )  "ferocia illuminata"  era il traghettatore dell'Ade. Come psicopompo trasportava le anime dei morti da una riva all'altra del fiume Acheronte, ma solo se i loro cadaveri avevano ricevuto i rituali onori funebri (o, in un'altra versione, se disponevano di un obolo per pagare il viaggio); chi non li aveva ricevuti (o non aveva l'obolo) era costretto a errare in eterno senza pace tra le nebbie del fiume (o, secondo alcuni autori, per cento anni).



Nell'antica Grecia vigeva la tradizione di mettere una moneta sotto la lingua del cadavere prima della sepoltura. La tradizione rimase viva in Grecia fino ad epoche abbastanza recenti ed è probabilmente di origine antica. Qualche autore sostiene che il prezzo era di due monete, sistemate sopra gli occhi del defunto o sotto la lingua.
Nessuna anima viva è mai stata trasportata dall'altra parte, con le sole eccezioni della dea Persefone, degli eroi Enea, Teseo, Piritoo e Ercole, Odisseo, del vate Orfeo, della sibilla cumana Deifobe, di Psyche e, nella letteratura e nelle tradizioni successive a quella greca antica, di Dante Alighieri.

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Joachim Patinir, Passaggio agli Inferi (1515-1524), Museo del Prado
Le due opere più significative in cui s'incontra la figura di Caronte sono sicuramente l'Eneide di Virgilio e la Divina Commedia di Dante. Alla fine del V secolo a.C., compare nella commedia Le rane di Aristofane, in cui urla insulti nei riguardi della gente che lo attornia. Nella Divina Commedia viene descritto con la barba e i capelli bianchi e con gli occhi rossi come il fuoco.
Viene spesso detto che Caronte trasportava le anime attraverso il fiume Stige; ciò è descritto nell'Eneide[1]. Comunque per molte fonti, incluso Pausania[2] e, in seguito, l'Inferno di Dante, il fiume era l'Acheronte.

Caronte virgiliano nell'Eneide

Caronte viene citato nell'Eneide da Virgilio al libro VI, per la prima volta al vv. 299. La sua figura è descritta da espressioni e immagini molto brute e realistiche.
(LA)
« Portitor has horrendus aquas et flumina servat
terribili squalore Charon, cui plurima mento
canities inculta iacet, stant lumina flamma,
sordidus ex umeris nodo dependet amictus. »
(IT)
« Caronte custodisce queste acque e il fiume e, orrendo nocchiero, a cui una larga canizie invade il mento, si sbarrano gli occhi di fiamma, sordido pende dagli omeri il mantello annodato. »
(Eneide VI 298-301)
(LA)
« Ipse ratem conto subigit velisque ministrat
et ferruginea subvectat corpora cumba,
iam senior, sed cruda deo viridisque senectus. »
(IT)
« Egli, vegliardo, ma dio di cruda e verde vecchiaia, spinge la zattera con una pertica e governa le vele e trasporta i corpi sulla barca di colore ferrigno. »
(Eneide VI 302-304)
Caronte Dantesco nella Divina Commedia[modifica | modifica wikitesto]
Ritroviamo nel canto III dell'inferno delle terzine che descrivono Caronte in vari lati della sua figura:
come vecchio e canuto;
« Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio, bianco per antico pelo,
gridando: "Guai a voi, anime prave! »
(Inferno III 82-84)
come nocchiero con la barba e gli occhi infuocati;
« Quinci fuor quete le lanose gote
al nocchier de la livida palude,
che ’ntorno a li occhi avea di fiamme rote. »
(Inferno III 97-99)
come demone severo, ordinato e sistematico.
« Caron dimonio, con occhi di bragia
loro accennando, tutte le raccoglie;
batte col remo qualunque s’adagia »
(Inferno III 109-111)
Il Caronte dantesco si differenzia dalla tradizione precedente perché viene infernalizzato, ovvero perde la sua virilità e la sua forza ma diventa un semplice esecutore in negativo della volontà divina (un demone).[senza fonte]
Nella cultura popolare
Il “Caronte” era lo schiavo incaricato di accertarsi della morte del gladiatore sconfitto, non graziato, dandogli il colpo finale, nel caso fosse ancora in vita. A tal fine utilizzava una mazza ed aveva il volto coperto da una maschera, rappresentante Caronte (il nocchiero mitologico che traghettava le anime dei morti da una riva all'altra del fiume Acheronte, nel regno degli Inferi). Dopo aver assolto a questo compito, recuperava il cadavere, caricandolo su un carro o su una barella, attraverso la porta libitinensis e lo deponeva nello spoliarium, l’obitorio dell’anfiteatro, dove venivano tolti gli abiti e le armature al gladiatore morto.
lo spoliarium era una stanza senza angoli (più facile da pulire) nella quale[?] i caronti generalmente facevano commercio del sangue dei gladiatori, che era considerato sia amuleto che cura per debolezza ed impotenza. I caronti si coloravano la pelle con colore verdastro, tipico dei cadaveri in decomposizione. Il rituale della "mazza" è rimasto fino ai giorni nostri, quando un papa muore viene chiamato tre volte con il nome di battesimo e gli viene dato qualche colpo di martelletto alla tempia per verificare che sia morto. A partire dal 2012 il suo nome è stato spesso utilizzato in Italia per riferirsi ad ondate di calore particolarmente intense nel periodo estivo con il significato allegorico di "traghettare"nel cuore della calda estate
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cenni ulteriori video etc  
scarica un piccolo pdf cliccando sotto

pdf su caronte e altre figure secondo dante

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CARONTE secondo il Pì

secondo  il Pì Caronte era un tirchio malefico musone e rompicoglione modificato nel carattere e nel fisico da sciagure variev che, assunto a tempo indeterminato da chi poteva farlo per trasportare i morti da una riva all'altra del fiume Acheronte sito nei pressi dell'Ade quello faceva , col tempo però egli prese a trasportare senza problemi chi oltre che morto stecchito  aveva con con se un obolo meglio se sostanzioso ma almeno consistente in un soldo . mentre inizio a fare problemi rifiutando il trasporto a chi pur morto non aveva avuto i rispettivi onori funerei oppure non avea obolo alcune arrivando, in sempre più casi, all'offesa greve con tanto di accompagnamento materiale sul parecchio violento tipo remate sul viso et similiare 

egli trasportava i defunti con una barca che faceva letteralmente cagare, piena di buchi e toppe varie che a vederla chiunque avrebbe detto che il solo fatto non affondasse al'istante fosse un miracolo sulla  quale  nessuno sano di mente o vivo sarebbe mai montato; principalmente per questo Caronte trasportava solo morti;  dice che nel tempo i defunti che non avevano con se abbastanza denaro etc venivano dal Caronte tirati tramite catapulta da una riva all'altra del fiume questo col solo scopo di risparmiare tempo e fatica,  'sto modo di trasportare fu dismesso in maniera forzata dal Caronte dopodiché un numero imprecisato di anime Prave inizio a lamentarsi presso i relativi capi gironi et l'intervento di quest'ultimi di cui nulla si sa se non che per un mese si sentirono grida, puzza di bruciato e non si vide altro che fumo e nebbia

Caronte era di umili origine, fin da piccolo aveva coltivato il sogno di fare il raccatta palle in uno dei qualsiasi sport che con le palle aveva a che fare. questo sogno non poté mai avverarsi perché in tenera età egli si ritrovo già vecchio di cent'anni  e con un lavoro ab tempo indeterminato da svolgere senza aver possibilità di rifiutarlo in alcuna maniera

un giorno egli incontro un defunto che avea in se un panino farcito  prosciutto crudo di Parma e formaggio fresco di pecora appena preparato il cui profuma invadea l'area circostante con forza invadente    fu in quel momento che Caronte capì cos'era il libero arbitrio, fu appropriandosene e sopratutto cibandosene che il Caronte inizio a fregarsene delle regole imposte che volevano da lui solo ligio dovere e silenzio e a fare un po più come si pare 

3 notiziette 3

Artists for Grenfell:  la cover di Bridge Over Troubled Water

 

Sono 52 gli aristi che hanno aderito a "Artists for Grenfell", progetto musicale voluto da Simon Cowell per le vittime dell'incendio della torre di Grenfell a Londra ...

 la cover di Bridge Over Troubled Water, per raccogliere fondi a favore delle vittime dell'incendio della Grenfell Tower a Londra.
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levante feat gazè



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Chris Cornell - The Promise

L’ultimo video di Chris Cornell: The promise per aiutare i rifugiati



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Han Solo, Ron Howard dirigerà lo spin off di Star Wars




A renderlo noto è LucasFilm senza peraltro che nessuno glielo abbia mai chiesto , ma vediamo la notizia per intero

Ron Howard dirigerà lo spin off di Star Wars, sostituendo i registi originari del film che volevano fare un po troppo come si pare scoprendo ceh ìsto modo di fare non era co0mpatibile  con quanto i capi di Lucasfilm avevano in mente



visto il ritardo e la mole di lavoro che rimane per il film, Ron Horward comincerà a lavorare sin da subito. C’è da rivedere quello che è stato fatto ed eventualmente girare nuovamente scene già pronte. Disney e LucasFilm si fidano ciecamente di Horward e quindi gli daranno tutto l’appoggio necessario. LucasFilm, in particolare, ha già avuto esperienza lavorativa con il regista. Nel 1988 hanno già collaborato nel 1998 per Willow, un’avventura fantasy che conquistò ben due nomination agli Oscar 
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mercoledì 3 maggio 2017

quand'è che l'uomo iniziò a scrivere ? la tavolette di TARTARIA

non troppo spesso ci si domanda quand'è che l'uomo iniziò a scrivere , quand'è che sentì la necessita di trasporre su un qualcosa di solido una testimonianza di se stesso, una testimonianza interpretabili da altri suoi simili che resistesse nel tempo ,oltre la sua stessa esistenza,  un modo di interagire con altrui esseri vicini ma anche lontani sia geograficamente che temporalmente   di condividere in linguaggio non solo orale ai suoi simili, un qualcosa attraverso la condivisone della quale molti altri avrebbero saputo cosa egli stesso voleva fargli sapere/ condividere etc etc

la risposta vera non si sa ma c'è chi dice che la prima forma di scrittura di cui abbiamo certezza sia quella che appare in alcune tavolette ritrovate in Tartaria terra che oggi chiamiamo Romania, se questo corrisponda a verità o no non lo sappiamo però in molti credono che sia proprio così , certo poi nel tempo a seguire la scrittura ebbe inizio e pian piano divento un qualcosa di comune fino a diventare una forma di divulgazione molto popolare, fino a diventare di uso comune presso tutti i popoli del mondo anche se in lingue molto differenti una dall'altra
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ora prima di andare oltre ed arrivare al punto che tratta delle tavolette di Tartaria etc  pubblichiamo uno scritto raro che così facendo diventa meno raro di sicuro

la storia mai raccontata che pare sia una mezza fola quasi come quella delle tavole di Tartaria

racconta il libro di Madruk ( di chi ? ) che inizialmente fu un girovago mezzo artistoide. nel senso che quando incontrava villaggi o altro si esibiva in vari numeri ove racimolare qualcosa da mangiare o qualche cos'altro , ad iniziare per primo un qualcosa di simile alla scrittura, praticamente egli mentre si trovava nella città di Ansedonia, fiorente cittadina di quella che oggi è la Toscana, gli succedeva spesso durante i suoi spettacoli o nei suoi camminamenti di andare a picchiare contro qualcosa che lì da sempre si trovava ma che lui non vedeva in tempo oppure aveva visto ma di cui non aveva preso bene le misure, ciò gli causava numerosi dolori e ferimenti sparsi un po in tutto il corpo cosicché escogito un metodo attraverso il quale limitare di un buon numero, se non del tutto, 'sti botti ".
 il girovago  mise qualche passo avanti ad ogni ostacolo contro cui picchiava il capo o alte parti del corpo, alcuni cartelli in legno (  o altro materiale)  rinvenuto casualmente,  in cui incideva dei segni susseguenti,  alcuni erano dei disegni ma altri eran dei veri e propri segni molto simili ad una simil scrittura odierna, ora questi segni si ripetevano similmente in vari cartelli e quando la gente del posto gli chiedeva cosa 'sti segni significassero l'uomo spiegava loro ciò che essi volevano sapere ....... 
ora vi erano dei segni che significavano " attenzione pericolo di ferita" , attenzione presenza abbondante di escrementi animali e umani,etc  altri il dove il pericolo sussisteva , altri il quanto o quanti , poi la direzione etc etc . alcuni erano simili ai cartelli stradali odierni altri erano delle specie di linee strane semi attaccate insomma siccome il tipo con questo metodo riusciva a limitare i danni, i capocciamenti, gli scivolamenti etc, l'uso di 'sti strani scritti si diffuse fra la gente di quella città che, imparato il metodo, iniziarono ad usarli in maniera identica a chi il metodo l'aveva escogitato

ora come detto 'sto girovago girovagava in lungo ed in largo e ovunque andasse ripeteva il sistema di segnalazioni scritte da lui inventato e dovunque andasse veniva interrogato sul perché , il cosa . il significato etc di tali strani segni ; egli ogni volta rispondeva a tutti i quesiti ed ogni volta la gente dei luoghi si appropriava del suo sistema, questo andò avanti per molto tempo finché il girovago arrivo in un luogo in cui nessuno gli chiese nulla anzi nessuno lo cagò neanche di striscio , anzi qualcuno lo derubò e alle sue rimostranze dapprima lo pistò per bene riducendolo similmente ad un pomo cotto poi con ,l'andar del tempo, arrivò insin all'eliminarlo fisicamente dapprima uccidendolo in varie metodologie e da poi dandogli fuoco  tramutandolo .così facendo.in polvere color tra il nero, nero-tendente.al.grigio , terra di Siena, sabbia etc , insomma rendendolo irriconoscibili ai più

 ... l'artistoide inconsapevolmente  era capitato tra i bruti ,gli ignoranti, i barbari, i proto-ominidi etc , gente cui nulla importava se non il predominio e quindi la sconfitta dei popoli a loro limitrofi, la violenza fine a se stessa come dimostrazione di potenza personale e via così discorrendo .. per questo una volta lì egli non pose attenzione a chi o cosa lo circondava , non si curò di chi avesse intorno e perché continuando ad essere quello di sempre vivendo della sua arte, trovando in tal modo la sua tragica fine ...

per questo quell'arcaica forma di scrittura scomparì anzitempo, per questo il nome ed il ricordo di quel girovago sparì dal ricordo di chi gli sopravvisse , tutti avevano altro da pensare  , tutti avevano altro da fare , tutti avevano ben altro da preoccuparsi. tutti meno che uno .... il quale tramandò quanto apprese dal quel girovago ai propri figli e poi ai figli dei propri figli e questi ai loro figli , nepoti etc etc che  seguirono cosicché molto tempo dopo quell'antico metodo di interagire risorse e pian piano divenne una lingua che pian piano divenne sempre più popolare fino a che divenne una lingua ufficiale di un popolo grande che abitava quello che nel tempo  dapprima divenne l'impero Romano ed oggi è  L'ITALIA , ancora oggi non è noto il nome di quel girovago e probabilmente mai lo si saprà, di lui si sa solo che era un San Frissì anche se non è dato sapersi cosa ciò comporti o significhi dato che ad oggi niente è noto di quanto questo appellativo nascondi , se si sia trattato cioè di una razza, d una coalizione di più persone , di una tribù, di un rango della società o di un  qualcosa di completamente ignoto oppure un falso storico spacciato per verità
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ma vediamo ora di saperne qualcosa di più attraverso quanto il web ci propone di quanto inizialmente scritto......

Le tavolette di Tartaria (circa 5.300 a.C., attuale Romania), è la prima forma conosciuta di scrittura?



Le tavolette di Tartaria sono tre tavolette, scoperte nel 1961 dall'archeologo Nicolae Vlassa in un sito neolitico nel villaggio di Tartaria (datati a circa 5.300 a.C.). Ciò significa, che sono circa 2.000 (!) anni più vecchie delle tavolette sumere di argilla (circa 3.300 a.C.). 
I simboli di Vinča, recano simboli incisi e sono stati oggetto di notevoli controversie tra gli archeologi. Alcuni dei quali sostengono che i simboli rappresentano la prima forma conosciuta di scrittura nel mondo. 
Motivi simili sono stati trovati in vasi scavati a Gradeshnitsa in Bulgaria, Vinča in Serbia e una serie di altri siti sparsi nei Balcani meridionali.
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Tavolette di Tartaria: il sistema di scrittura più antico del mondo, nato in Europa

Le tavolette di Tartaria: la scrittura più antica del mondo? Pare proprio di sì. Siamo di fronte a qualcosa di sensazionale che riscrive – scusate il gioco di parole – la storia della scrittura. Fino a poco tempo fa si pensava che il sistema più antico di scrittura fosse quello di Sumer, poi i reperti trovati nell’Alto Egitto dal professor Günter Dreyer hanno dimostrato che ancor prima ne esisteva uno egizio. Ma anche questa teoria adesso è sorpassata, dopo che le nuove analisi hanno rivalutato l’importanza delle tavolette di Tartaria.

Ora il primato spetta alla Vecchia Europa, vale a dire alla cultura del Danubio. Le tavolette furono scoperte già nel 1961 in Romania, appunto nel sito di Tartaria (Turda), in Transilvania, nella valle del Mures. Ma le prime analisi al carbonio 14, eseguite negli anni Sessanta, le datarono  nel III millennio e sembrò quindi che fossero più “giovani” dei reperti con scrittura sumera. Inoltre la somiglianza di alcuni segni tracciati sulle tavolette di Tartaria con alcuni simboli della fase pittografica (e quindi più antica) del sistema sumero portò gli studiosi a postulare una parentela fra le due scritture.


Tartaria/Turda in Romania nella valle del Mures, in provincia di Alba. Qui sono state trovate le tavolette con la scrittura più antica del mondo.

Alcuni archeologi ipotizzarono che della gente della Mesopotamia si fosse recata nell’area danubiana in cerca di giacimenti metalliferi.

Sappiamo, infatti, che proprio in questa zona della Transilvania sono state scoperte le tracce più antiche di lavorazione del rame (VI millennio a.C.). Così le due culture lontane e differenti sarebbero entrate in contatto.

I Sumeri avrebbero esportato il loro sistema arcaico pittografico nella Vecchia Europa. Questa la tesi di allora, che però iniziò a vacillare quando non si riuscirono a decifrare le tavolette di Tartaria servendosi dei pittogrammi sumeri. Oggi l’evidenza ha messo sottosopra la teoria del passato. Il primato passa alle tavolette di Tartaria che, a quanto pare, sono il risultato di uno sviluppo molto più antico e del tutto indipendente da quello sumero.

Le ultime analisi al C 14 eseguite all’inizio del 2000 e calibrate con l’ausilio della dendrocronologia hanno dimostrato che le tavolette di Tartaria risalgono a un periodo che si estende dal 5370 al 5140 a.C.. Sono più vecchie del sistema di scrittura sumero di circa 2000 anni.

Molto interessante è poi il fatto che le tavolette danubiane siano state trovate in una fossa funeraria tutta particolare, insieme con altri oggetti e con dei resti di ossa carbonizzate.

Particolare perché? Perché le ossa appartenevano a una donna di circa 50 anni che soffriva di artrite e però, come ipotizza Haarmann, doveva essere una persona molto influente della comunità agricola, probabilmente una sciamana. Le tavolette farebbero parte, quindi, di un suo corredo magico-religioso e potrebbero contenere delle formule sacre. Ancora una volta viene confermata l’importanza della donna nella società della Vecchia Europa.


SEGNI DI SCRITTURA DAPPERTUTTO, DALLE STATUETTE SACRE AL VASELLAME DI USO QUOTIDIANO
Ma non dobbiamo certo pensare che le uniche tracce del sistema di scrittura del Danubio siano quelle impresse sulle tavolette di Tartaria.  Ciò non basterebbe a conferire a tali simboli un valore linguistico. I segni tracciati sui reperti di terracotta trovati n Transilvania non sono un fenomeno isolato. Appaiono su gran parte dell’oggettistica della cultura Vinca: statuette, vasi, boccali, ciotole, modellini di altari, altri utensili di uso domestico.


 A chi replica che potrebbero essere semplici ornamenti privi di significato, il linguista Harald Haarmann risponde con un’obiezione categorica:

“Il modo in cui sono state applicate le iscrizioni sulle statuette si differenzia chiaramente dall’ordine delle decorazioni o dei motivi ornamentali. La decorazione ornamentale è caratterizzata da una rigida simmetria, mentre la collocazione di segni di scrittura che esprimano parole non soggiace a nessun principio di simmetria, la sequenza dei segni si orienta in base al contenuto dell’informazione e non alle norme estetiche di motivi ornamentali.”(Geschichte der Sintflut, pagg. 95-96)

Tant’è vero che quattro anni fa il professor Haarmann ha scritto anche un saggio sull’introduzione alla scrittura della cultura danubiana la quale, a suo avviso, presenta due categorie ben evidenti di segni: simboli di carattere pittografico e simboli astratti. Quelli di carattere pittografico raffigurano oggetti animati e inanimati legati alla vita quotidiana della comunità, come parti del corpo umano e animale, piante, utensili, strutture architettoniche, elementi della natura come acqua o sole. I simboli astratti, che costituiscono anche la maggior parte dei segni di scrittura danubiani, si basano in prevalenza sui segni a “v” che sono soggetti a variazioni per mezzo di strisce e punti.




I simboli non sono pochi: stiamo parlando di un sistema di scrittura con più di 230 segni.
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Tavoletta di Tartaria con i segni di scrittura più antica che risalgono al VI millennio a.C.

Inoltre più di 1500 iscrizioni sono state identificate sui numerosi reperti della Vecchia Europa. È interessante il fatto che alcuni tipi di segno sembrino corrispondere a una collocazione particolare su certi tipi di oggetti: per esempio, i simboli con una certa forma appaiono sempre e soltanto sul fondo di contenitori, altri invece sul bordo degli stessi, altri ancora si trovano esclusivamente sulle statuette femminili.

Dunque il materiale di studio non manca. 

Sabina Marineo

fonte e continuazione http://storia-controstoria.org/antiche-culture/tavolette-di-tartaria-la-scrittura-piu-antica-del-mondo/
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vedi anche

http://it.wikipedia.org/wiki/Tavolette_di_T%C4%83rt%C4%83ria
www.prehistory.it/ftp/book/introduzione.htm
https://alienifranoi.wordpress.com/2012/06/30/3074/
http://spazioinwind.libero.it/uaarverona/5500/5500.htm
http://it.cultura.classica.narkive.com/3QKDlUSR/tavolette-di-tartaria
http://multescatola.com/biblioteca/economia-e-finanze/tavolette-di-tartaria.php
http://xoomer.virgilio.it/nnikef/livello2/scrittura-sumerica.htm
http://www.grafopsicoanalisi.it/storia.htm



lo sai come si chiama..? Maggio 2025