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il libro dei fatti ( ma in che senso ? )

IL LIBRO DEI FATTI - parte ,8999999999999999999 / 11 meno un terzo del pil della cambogia nell' anno 1968 piu l'altezza della torre di Pisa, se fosse la meta' di quello che era originariamente il tutto moltipklicato per se stesso al cubo diviso esattamente per la cifrascritta a caratteri cubitali che sovrasta la tombe di re EFrone primo d'Atlandite meno 1 che avanzava dal' altra volta


L'atterraggio di un UFO

Il pomeriggio del 24 aprile 1964, a Socorro, nel New Mexico, il funzionario di polizia in servizio di ronda Lonnie Zamora si trovava al volante della sua Pontiac bianca. Una Chevrolet nera passò a grande velocità davanti al tribunale della cittadina e Zamora si gettò al suo inseguimento. Ma invece di elevare una semplice contravvenzione, Zamora, che era da cinque anni nella polizia, si ritrovò nel mondo del mistero.

Stava dirigendosi a sud lungo la Old Rodeo Street nel suo accanito inseguimento del contravventore quando, come raccontò, gli successe qualcosa di molto strano: "Ho sentito una specie di ruggito e ho visto una vampata nel cielo verso sud ovest, a una certa distanza". Ormai al di fuori dei limiti della città, Zamora uscì dalla strada asfaltata ed entrò in un viottolo dal fondo ghiaioso che conduceva alle colline in direzione di quella fiammata ruggente.

S'inerpicò, sterzando continuamente, su per lo scosceso pendio. "Poi, all'improvviso" disse in seguito "ho notato un oggetto splendente verso sud, a una distanza di circa 150, 200 metri." Sul fondo di una gola Zamora vide una cosa che di primo acchito scambiò per un’automobile rovesciata "appoggiata sul radiatore o sul motore". Accanto a essa c'erano "due persone con degli impermeabili bianchi. Mi è sembrato che una di loro si voltasse a guardare la mia macchina".

Sperando di potersi rendere utile, Zamora proseguì e comunicò via radio alla stazione di polizia che forse c'era stato un incidente. Ma quando udì di nuovo quel forte ruggito cercò precipitosamente riparo dietro la sua macchina. L'agente disse che allora vide che quell'oggetto di forma ovale non era un'automobile, ma un veicolo bianco, apparentemente di alluminio, sorretto da quattro zampe d'atterraggio. La sua superficie era levigata, senza porte o finestre visibili. Al centro di uno dei suoi lati c'era uno stemma rosso: un triangolo diviso in due alto una settantina di centimetri e largo sessanta. La "cosa" s'innalzò dalla gola lasciandosi dietro una scia di fuoco, sostenne Zamora, e il ruggito si tramutò in una specie di acuto lamento.

Quando, qualche tempo dopo, il poliziotto tornò per indagare sull'avvistamento, trovò degli arbusti di piante grasse carbonizzati e, cosa più importante, quattro avvallamenti che indicavano, ne era certo, il punto dove l'oggetto era atterrato.

Sull'avvistamento di Zamora indagarono in seguito parecchi esperti militari e funzionari governativi, compreso il dottor J. Allen Hynek, allora consulente per l'astronomia per il programma Blue Book dell'aeronautica militare, diretto a indagare sugli avvistamenti di UFO. Hynek cercò di carbonizzare gli arbusti con dei fiammiferi e di scavare con una vanga tracce come quelle indicate da Zamora, ma trovò che non era in grado di riprodurle in modo soddisfacente. Inoltre interrogò il vecchio maestro di scuola di Zamora e numerosi suoi concittadini, e concluse che Zamora era un "solido poliziotto senza una gran fantasia".

L'atterraggio a Socorro, Hynek sostenne fino al giorno della sua morte, era una delle tessere più convincenti che si siano mai inserite nel puzzle degli UFO. Perfino colleghi più scettici del programma Blue Book ne rimasero colpiti; alcuni membri dell'aeronautica militare si sforzarono per anni di dimostrare che l'esperienza di Zamora era dovuta a un'arma segreta del governo che aveva preso pericolosamente la mano ai suoi costruttori.

Il fantasma che lanciava pietre

Un incubo iniziò per i coniugi Berkbigler e i loro cinque figlioletti ai primi di settembre del 1983. Avevano appena traslocato nella loro nuova casa, grande, ma vuota e solo parzialmente ultimata, quando grosse pietre cominciarono a colpire l'edificio ogni notte. Le pietre sembravano provenire dal nulla, e neppure la polizia poté trovare il responsabile del fatto. In breve, i Berkbigler erano vittime di un poltergeist scagliatore di pietre, un tipo particolarmente molesto di spettro che ama bersagliare di sassi le case. Ogni volta che la famiglia usciva per cercar di sorprendere il persecutore, non trovava nessuno. Gli attacchi cominciavano di solito fra le 17.30 e le 19.00, quando i Berkbigler rincasavano chi dal lavoro chi dalla scuola. I sassi arrivavano a brevi raffiche e poi smettevano, per poi ricominciare. A volte i Berkbigler sentivano anche dei battiti misteriosi alle porte e alle finestre.

All'inizio pensarono che potesse trattarsi dei dispetti di qualche vagabondo, ma la signora Berkbigler aveva anche un altro sospetto. "Potrebbe anche essere colpa di uno spirito" disse alla fine ai giornalisti dell’Arizona Daily Star. "Forse abbiamo costruito la nostra casa su un terreno di sepoltura sacro o qualcosa del genere."

Ben presto la stampa locale etichettò il problema dei Berkbigler come quello del "fantasma scagliatore di pietre". Nelle settimane seguenti lo sceriffo locale ispezionò la casa e chiese l'intervento e la sorveglianza di un elicottero per risolvere il mistero. Gli inquirenti finirono per essere presi a loro volta a sassate, anche in pieno giorno, e diventarono riluttanti a visitare la proprietà.

L'episodio più spaventoso si verificò il 4 dicembre, una domenica. Le pietre si erano fatte sentire in modo sporadico, per tutto il giorno, e due giornalisti dello Star visitarono la casa per intervistare i membri della famiglia. Alle 18.10, delle pietre furono scagliate contro la porta di servizio della casa con tale accanimento che i giornalisti non poterono uscire. L'assedio durò due ore finché alla fine i Berkbigler telefonarono alla polizia, con la cui scorta i giornalisti poterono lasciare lo stabile.

La cosa più strana era che, per colpire la porta di servizio, i sassi dovevano attraversare il garage aperto della casa. Considerato che quella sera vi era parcheggiato un furgone, le pietre non potevano che essere scagliate con incredibile precisione attraverso un angusto spazio di sessanta centimetri compreso fra il soffitto del garage e il tetto del furgone.

Eppure il fantasma aveva eseguito con molta disinvoltura quei precisissimi lanci.

Il fenomeno raggiunse l'acme il 6 e il 7 dicembre, quando una quantità di persone cominciarono a presentarsi alla casa per aiutare la famiglia a sorprendere l'autore di queste mascalzonate. Malgrado il continuo pattugliamento della proprietà, le pietre volarono come sempre, colpendo le persone con sbalorditiva precisione in quel deserto nero come la pece. I vigilantes improvvisati riuscirono a cacciare un intruso dalla proprietà che risultò appartenere all'ufficio dello sceriffo!

Poi, semplicemente, le sassaiole cessarono del tutto. Gli assedi giornalieri terminarono dopo la seconda notte di ricerca, e il caso del misterioso lanciatore di pietre di Tucson fu lasciato insoluto. E tale è rimasto fino a oggi.

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