Passa ai contenuti principali

IL TEATRO - ( 1a parte )

1.    Colmo per un attore: essere nato a Camerino.

2.    Un dottore distratto alla paziente: "E' stata a teatro ieri sera?". "No, sono andata a letto presto". "E c'era molta gente?".

3.    Un tenore, a causa della malattia del titolare, debutta alla Scala di Milano nei ‘Pagliacci’. Quando canta la famosa aria "Vesti la giubba", scoppia un applauso cosi’ fragoroso che l’opera si blocca ed e’ costretto a fare un bis. E poi un altro e un altro ancora, finche’ arriva a cantare l’aria ben 8 volte. Finalmente si ferma sotto i riflettori, attende che si faccia silenzio e poi dice: "Amica cari, noi stasera abbiamo fatto la storia! Ho detto ‘noi’ perche’ siete compresi anche voi, amato pubblico. Infatti nessuno alla Scala, ne’ Martinelli, ne’ Schipa, ne’ Gigli e neppure Caruso, hanno mai cantato 'Vesti la giubba' piu’ di 6 volte. E voi, miei cari, mi avete fatto cantare l’aria ben 8 volte! Questo e’ il piu’ bel momento della mia carriera. Non lo dimentichero’ mai. Ma l’opera deve continuare, la mia gola e’ un po’ stanca. Pertanto vi chiedo di non farmi cantare piu’ questa aria di nuovo". Dal fondo dell’auditorio una voce grida: "Eh, no! Tu la canterai ancora finche’ non la canterai GIUSTA!".

4.    A teatro ho visto una commedia talmente brutta che da una poltrona si e' alzato un signore che ha gridato: "C'e' un attore in sala?". (Milton Berle)

5.    Un attore in cerca di lavoro finalmente trova una particina in una rappresentazione. Il capocomico gli consegna il copione: "Devi studiare a memoria la tua parte. Hai una settimana, comunque vedrai che non ci saranno problemi". L'attore va a casa e comincia a studiare la parte: "Mi e' parso di udire un botto", "Mi e' parso di udire un botto", "Mi e' parso di udire un botto". Passa quindi tutti i giorni dalla mattina alla sera a ripetere la sua parte "mi e' parso di udire un botto". Ormai arriva il giorno della prima e lui e' pronto dietro le quinte. Anche qui continua a ripetere "mi e' parso di udire un botto, mi e' parso di udire un botto. Si', si', la so, mi e' parso di udire un botto, mi e' parso di udire un botto". L'attore entra in scena, si ferma in mezzo al palco ed intanto continua a pensare: "Mi e' parso di udire un botto, mi e' parso di udire un botto". Ad un tratto si sente un forte scoppio e lui tutto preoccupato urla: "Cazzo e' stato?".

6.    Quello spettacolo non mi piacque fino a quando non lo vidi in una diversa versione. Il sipario era alzato. (Groucho Marx)

7.    Il mio ultimo spettacolo ha avuto tanto successo che la gente faceva a pugni per uscire. (Walter Fontana).

8.    Gli spettatori quella sera erano veramente cattivi... attaccavano i pomodori a uno yo-yo per colpirci due volte. (Bob Hope)

9.    Una signora anziana e bigotta durante un concerto fa al marito: "Che figura! Quello vicino a te sta dormendo!!". "E tu mi svegli per questo?!?".

10.Un tizio, seduto in prima fila al Teatro Alla Scala, ha un vicino di posto che continua a fare delle scoregge puzzolentissime. Durante l'intervallo vede il vicino alzarsi ed andare in bagno, cosi' lo segue. Entra in bagno e vede il vicino che sta urinando. Gli chiede allora: "Mi scusi, ma cosa sta facendo?".
Il vicino, alquanto indispettito, gli risponde: "Non vede? Sto pisciando!". Il tizio allora lo prende per un orecchio, lo sbatte a sedere su un water e gli dice: "No, adesso Lei si siede e caga!".

11.Tragedia in due battute. Il marito (rincasando con un grosso involto): "Ho portato le maschere antigas". La moglie: "Benissimo. Allora stanotte possiamo lasciare il gas aperto". Sipario. (Achille Campanile)

12.La cosa importante nella recitazione e' il saper piangere e ridere. Quando devo piangere penso alla mia vita sessuale. Quando devo ridere penso alla mia vita sessuale. (Glenda Jackson)

13.L'universo e' un teatro, ma le parti sono mal distribuite. (Oscar Wilde)

14.Siete un pubblico stupendo, veramente. Anzi, ditemi dove siete domani sera che vi vengo a vedere. (Laurence Olivier)

15.Il mio spettacolo e' stato un grande successo. Gli spettatori un fallimento. (Ashleigh Brilliant)

16.Un attore ad un collega: "La prima rappresentazione e' stata un disastro! Meta' sala fischiava...". "E l'altra meta'?". "Era vuota!"

17.Recitare: e' dolore, estasi del movimento, affettazione del divenire, occultazione del presentare. Recitare e' entrare nel personaggio e uscire, entrare e uscire, avanti e indietro, e non vorrei andare oltre in questa similitudine... (Roberto Benigni)

18.Moglie e marito sono a teatro, seduti in sala, in attesa dell'inizio dello spettacolo. Ad un certo punto l'uomo e' colto da forti dolori di pancia, sempre piu' insistenti e dice alla moglie (sottovoce): "Cara, non resisto, devo andare subito al gabinetto". La moglie (sottovoce): "Ma proprio adesso! Lo commedia sta per iniziare". Ma l'uomo insiste (sottovoce): "Non resisto proprio. Torno subito". Detto questo l'uomo si alza e piegato in due si avvia verso il fondo della sala con tremendi spasmi addominali e gorgoglii sinistri. Individuata la maschera si avvicina e chiede di un gabinetto. "Il gabinetto, certo. Dunque, faccia attenzione. Esca dalla sala e giri nel corridoio a destra; lo percorra fino in fondo e prenda la porta a sinistra, salga i quattro scalini che ci sono e poi entri nella prima porta a sinistra, faccia il corridoio a destra e quindi prenda la terza porta a sinistra. Li' c'e' il gabinetto". L'uomo, oramai sull'orlo di un plateale cedimento intestinale, ringrazia frettolosamente, si precipita fuori dalla sala e comincia a percorrere la strada indicatagli dalla maschera. Tuttavia dopo due o tre porte  e qualche corridoio l'uomo si rende conto di essersi perso nei meandri del teatro. Nessuno in vista, autonomia di circa un minuto. L'uomo, disperato, oramai piegato in due, gorgogliando in maniera pietosa, cerca un angolino appartato dove espletare i suoi bisogni, quando vede di fronte a se' una porta. Si avvicina e la apre. Entra in una stanza quasi completamente buia. L'ideale per dare sfogo al proprio intestino. Si guarda attorno in cerca di un contenitore dove depositare il tutto ed ecco che vede un vaso di fiori. Lo prende con movimenti concitati, sfila i fiori, si tira giu' i calzoni, ci si siede sopra e con immenso sollievo, fra rumori roboanti da' pieno sfogo ai propri bisogni, riempiendo quasi completamente il vaso. Con evidente sollievo, sfregandosi le mani per la soddisfazione di essersi cavato d'impaccio cosi' brillantemente da una situazione imbarazzante, l'uomo si riallaccia i calzoni, infila i fiori nel vaso e rimette tutto a posto. Quindi esce dalla stanza e rifatta la strada al contrario ritorna in sala. Lo  spettacolo nel frattempo e' iniziato. L'uomo riguadagna il posto accanto alla moglie e le chiede (sottovoce): "E' molto che e' iniziato?". La donna (sottovoce): "Cinque minuti". L'uomo: (sottovoce): "Di che parla?". La donna (sottovoce): "Mah ... per la verita' non ho capito bene. E' arrivata uno, ha cacato in un vaso di fiori e poi e' andato via..."

lista redatta dal mitico Dr Zap ( e presente sul suo sito )

Commenti

Post popolari in questo blog

canzoni Goliardiche - Teresina un ti ci porto piu'!

celebre stornello toscano con mille e più versioni è  TERESINA UN TI CI PORTO PIù !!! il testo Te la portai a i' barre a prendere un sorbetto la ci scaracchiò dentro la mi fece scomparì. Teresina 'un ti ci porto più quant'è ver che c'è Gesù! Te la portai da i' Vivoli a prendere un gelato la disse: " L'è marmato! " la mi fece scomparì. Teresina 'un ti ci....... S'andò dalla Ruggini a prendere una pasta, la se la mise 'n tasca la mi face scomparì. Teresina 'un ti ci....... S'andiede da i' Procacci pe' prendere un panino, la fece: " Gliè piccino! " la mi fece scomparì. Teresina 'un ti ci....... Pe' falla divertire s'andiede da i' Raspanti la si scaccolò co' guanti, la mi fece scomparì. Teresina 'un ti ci....... S'andiede da i' dentista ma gli era tanto brutto te lo spettinò co' un rutto, la mi fece scomparì. Teresina 'un ti ci.......

canzoni goliardiche, un tantinello maleducate - natasha

 tra le canzoni goliardiche più famose certamente c'è " la canzone del cosacco" che sull'aria di una popolare canzone russa cantava un testo dissacrante , maleducato ma non osè, e quindi adatto anche a ragazzetti cresciutelli. la canzone è meglio conosciuta come la canzone di Natasha quella che fa la piscia ...  originalmente la canzone era una canzone triste che narrava le tristi emozioni di una donna il cui uomo era partito per andare in guerra, nel tempo alla prima stesura del testo se ne aggiunsero molti altri che, se dapprima ricalcavano lo spirito triste dell'originale, pian piano iniziarono a discostarsene fino ad arrivare a versioni decisamente dissacranti una delle quali è quella che qui proponiamo ecco il testo da cantare " Ohi Natasha hai fatto tu la piscia sì Dimitri ne ho fatti sette litri Fosti tu che allagasti la steppa dove sorge il sol dell'avvenir Fosti tu che allagasti la steppa dove sorge il sol dell'avvenir Ohi cosacca hai fatt

I MISTERI GODURIOSI V.M.18 prima parte

componimento maleducati  c' è gente  che compone poesie piene di phatos o d'amore e poi  di dolcezza,tristezza,saggezza e un tot di roba che finisce con ...ezza etc poi c'è anche qualcuno e meno male che compone qualcosa di scollacciato al limite del maleducato, ma che alla fine bisogna dire e ammettere ha un unico scopo quello di far ridere o almeno sorridere e QUESTO SCOPO spesso l'ottengono bene queste  componimenti compariranno in codesti post  a cura di I. O. ************************************************************************************************************** I MISTERI  GODURIOSI   ( da 1 a 10 ) Nel primo mistero godurioso si contempla san Cirillo che col cazzo fatto a spillo inculava i microbi. Era un fenomeno! Nel secondo mistero lussurioso si contempla sant'Ilario che col cazzo sul binario deragliava i rapidi. Era un fenomeno! Nel terzo mistero peccaminoso si contempla santa Cecilia che con la fica fatta a conchiglia catturava i bigoli. Era un fenom