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Tatanka Lyotanka :
la storia di un uomo leggendario
meglio conosciuto come TORO SEDUTO ( o sitting bull in inglese )

Sioux Hunkpapa, 1831 - 1890

" La vostra gente mostra di stimare gli uomini quando sono ricchi,
perchè hanno molte case, molta terra, molte squaw.
Non è così?
Bene, diciamo che il mio popolo mi stima perchè sono povero.
E' questa la differenza ".
- TORO SEDUTO ( Sioux ) -

Poesia Indiana

Quando tutti i fiumi saranno asciutti, quando tutti gli alberi saranno bruciati, quando tutti i pesci del mare, gli uccelli del cielo e gli animali della terra saranno estinti, solo allora capirete che non si può mangiare denaro.”
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chi non ha mai sentito il nome di TORO SEDUTO ? , e chi non abbina questo nome agli indiani del far west? , ai film li girati, ai fumetti li' ambientati . ma la domanda piu' importante chi sa' davvero la storia di TORO SEDUTO ?

per avere una veduta abbastanza completa seguite il link poco piu' sotto senno' leggete qualche articolo trovato sparso per internet e riportato qui .

a tutti buona lettura e una raccomandazione " informatevi e ragionate col vostro cervello senza accettare sempre tutto come oro colato "

http://it.wikipedia.org/wiki/Toro_Seduto
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Toro Seduto nacque nei pressi del Grand River (Sud Dakota), nel 1831 (circa), e morì nei medesimi luoghi nel 1890.

E'’ universalmente considerato il più celebre capo indiano, perché durante la sua vita seppe incarnare le virtù degli indiani delle pianure, che, unite ad una grande forza e ad un immenso coraggio, lo resero un condottiero amato dai suoi amici e temuto dai suoi avversari.

Toro seduto guidò l'alleanza di tutte le tribù Sioux nella resistenza indiana contro l’invasione dei bianchi nelle Grandi Pianure. Non si fidò mai degli “americani” e non firmò mai con loro alcun trattato. Sotto la sua bandiera si raccolse la più grande coalizione di pellerossa di ogni tempo, che riuscì a sconfiggere l’esercito guidato dal Generale Custer.

Toro Seduto era figlio di Four Horses, un capo minore della tribù Hunkpapa. Da giovanissimo veniva chiamato Hakada o Jumping Badger (Tasso che salta), ma a dieci anni, dopo aver abbattuto un giovane bisonte con una freccia, gli fu dato il nome “Buffalo Bull Sitting Down”.

Non divenne famoso per il suo coraggio o per i suoi atti eroici, ma per le sue capacità tattiche e organizzative nell'insurrezione contro gli americani, di cui sarebbe diventato il nemico più accanito e pericoloso.

Era un uomo forte, un po' tarchiato, con un viso intenso ricoperto da cicatrici, pelle piuttosto chiara e capelli castani che portava legati in due grandi trecce. Era un “politico” di razza; aveva il dono di affascinare chi gli stava vicino e di sapersi contornare di uomini capaci, valorosi e fedeli. Come oratore, grazie alle sue argomentazioni chiare e convincenti, possedeva una grande forza di persuasione. Veniva interpellato in molte occasioni, anche politiche, tanto che era diventato il punto di riferimento principale per risolvere le controversie tra Sioux.

La vita di Toro Seduto è conosciuta perché la illustrò personalmente attraverso la scrittura pittorica. E dai disegni si evince che fino al 1870 aveva preso parte a sessantatré battaglie (la prima a 14 anni), sia contro la tribù dei Corvi (i nemici storici), che contro gli invasori bianchi. Più tardi era diventato un allevatore di cavalli e poi nominato stregone degli Hunkpapa.

Nel 1863 fece visita alla tribù dei Santee nella riserva destinata loro dai bianchi; vedendo come erano miseramente trattati, in lui aumentò la rabbia e il rancore per i coloni americani. Da quel momento combattè con ogni mezzo i soldati che, infischiandosene delle promesse e dei trattati, continuavano a invadere e occupare i territori dei Sioux. Ancor giovane, Toro Seduto divenne il leader della Società dei Guerrieri Coraggiosi e, più tardi, membro autorevole dei Silent Eaters - Mangiatori Silenziosi - un gruppo responsabile del benessere tribale.

Nel giugno del 1863 avvenne il suo primo scontro con i soldati americani.

Nel 1865 guidò l'assedio a Fort Rice, da poco insediato nei territori dell'odierno Nord Dakota.

Rispettato ormai da tutti per la intelligenza e la sua audacia, nel 1868 divenne capo della Nazione Lakota.







Nel 1872, durante una battaglia contro i soldati, nei pressi della ferrovia dello Yellowstone River, Toro Seduto (con altri quattro guerrieri) si sedette con tranquillità tra le due linee che combattevano, fumò la pipa mentre le pallottole fischiavano sopra la sua testa, la arrotolò quando finì e, con estrema noncuranza andò via camminando. Dopo quel gesto il coraggio di Toro Seduto divenne leggendario.

Nel 1874, una spedizione di coloni scoprì ingenti quantità d’oro nelle Black Hills (Colline Nere), situate nel territorio Dakota, su un'area sacra a molte tribù e preclusa agli insediamenti colonici dal Trattato di Fort Laramie (stipulato tra i bianchi e alcune tribù pellerossa nel 1868). In barba a quel divieto i cercatori d'oro invasero le Colline Nere provocando la reazione dei Lakota. Quando il successivo tentativo del Governo degli Stati Uniti di acquistare le Black Hills fallì, il trattato di Fort Laramie fu messo da parte e il commissario americano per gli affari indiani decretò che tutti i Lakota al di fuori delle riserve dopo il 31 gennaio 1876 sarebbero stati considerati ostili.






Non volendo cedere alle prepotenze dei bianchi, Toro Seduto riunì le tribù Lakota, Cheyenne e Arapaho e le guidò nella Danza del Sole, offrendo preghiere a Wakan Tanka, il Grande Spirito, e tagliando le sue braccia cento volte in segno di sacrificio. Durante la cerimonia ebbe la visione di soldati che cadevano nel campo dei Lakota, come cavallette dal cielo.

Ispirato dalla visione, il capo guerriero degli Oglala Lakota, il celeberrimo Cavallo Pazzo, condusse in battaglia 500 guerrieri, e il 17 giugno 1876 colse di sorpresa le truppe di Crook, costringendole alla ritirata. Per celebrare la vittoria, i Lakota si diressero nella valle del fiume Little Big Horn, dove furono raggiunti da altri 3000 indiani che avevano lasciato le riserve per unirsi a Toro Seduto.

In quel luogo, il 25 giugno, furono attaccati dal Settimo Cavalleggeri comandato dal Generale Custer, che però venne interamente annientato (come aveva predetto Toro Seduto nella sua visione).

La sete di vendetta portò gli americani a concentrare in quell’area migliaia di soldati, e i rapporti di forza si ribaltarono al punto che la maggioranza dei capi Lakota, che nel frattempo s'erano di nuovo divisi, nel giro di un anno dovettero arrendersi.

Toro Seduto non fu tra questi, e nel maggio 1877 riparò con la sua gente in Canada. Poco dopo il Generale Terry gli offrì, in cambio del perdono, di farlo stabilire in una riserva, ma il grande Capo indiano non prese neanche in considerazione l’ipotesi.

Quattro anni più tardi, tuttavia, il 19 luglio 1881, viste le enormi difficoltà nello sfamare la sua tribù (il Bisonte in quelle zone era ormai quasi estinto), Toro Seduto si arrese. Consegnò il fucile al comandante di Fort Buford in Montana e chiese di attraversare il confine canadese e di risiedere in una riserva sul Little Missouri River, presso le Colline Nere. In un primo tempo fu inviato alla Riserva di Standing Rock e, successivamente, temendo nuove rivolte, a Fort Randall, dove trascorse due anni come prigioniero di guerra.

Infine, il 10 maggio 1883, Toro Seduto potè ricongiungersi alla sua gente a Standing Rock.

Nel 1885 lasciò la riserva (su permesso degli americani) per lavorare nel Buffalo Bill's Wild West (lo spettacolo del leggendario Buffalo Bill), dove veniva pagato 50 dollari la settimana per un giro a cavallo dell'arena (guadagnando anche con gli autografi e le fotografie). Quattro mesi dopo però abbandonò il Circo e fece ritorno tra la sua gente, incapace com’era di integrarsi nella società dell'uomo bianco.

Tornato a Standing Rock si stabilì sul Grande Fiume, dove era nato, rifiutando di rinunziare alle sue tradizioni, come imponevano i regolamenti della riserva. Continuò a vivere con due mogli e a rifiutare la cristianità, ma non mancò di mandare i suoi figli a una vicina scuola cristiana, convinto com’era dell’importanza dell’istruzione per le future generazioni Lakota.

Nell'autunno del 1890, un Lakota Miniconjou di nome Orso Scalciante gli recò notizia della preparazione di una Danza degli Spiriti, che avrebbe scacciato i bianchi dalle loro terre e ristabilito il modo di vivere degli indiani. Le autorità bianche di Standing Rock, temendo che Toro Seduto potesse partecipare al rito, inviarono 43 poliziotti Lakota a prelevarlo. Il 15 dicembre 1890, prima dell'alba, i poliziotti irruppero nella cabina di Toro Seduto e lo trascinarono all'esterno, dove i suoi seguaci stavano accorrendo per proteggerlo. Nel conflitto a fuoco che seguì un poliziotto Lakota lo colpì al capo ferendolo a morte, e giustiziando a sangue freddo anche suo figlio diciassettenne, che aveva implorato di essere risparmiato.

Toro Seduto probabilmente non venne ucciso incidentalmente, dato che i bianchi, visto il suo carisma, lo percepivano come un pericolo costante per la loro sicurezza.

Come successe ad altri capi indiani, anche Toro Seduto cadde per mano di un appartenente al suo stesso popolo. Fu sepolto a Fort Yates, in Nord Dakota, e nel 1953 i suoi resti furono trasferiti a Mobridge, nel Sud Dakota, dove riposano sotto un cippo di granito che segna la sua tomba.




di Paolo Battisti
Bel-ami@vsmail.it

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2007 : I Sioux: «Non siamo più cittadini Usa»

Gli indiani Lakota, una delle tribù Sioux più leggendarie che ha dato alla storia figure come Toro Seduto e Cavallo Pazzo, hanno stracciato i Trattati firmati dai loro antenati con gli Stati Uniti più di 150 anni fa. Lo hanno annunciato due giorni fa alcuni rappresentanti della tribù.

«Abbiamo sottoscritto 33 trattati con gli Stati Uniti che non sono stati rispettati», ha dichiarato Phyllis Young, una militante della causa dei nativi americani che ha contribuito a organizzare nel 1977 la prima conferenza internazionale sui diritti degli indiani. Russel Means, in una conferenza stampa a Washington, ha precisato che passaporti e patenti saranno consegnati a tutti gli abitanti del territorio che rinunceranno alla loro cittadinanza statunitense.

I Sioux rimangono impressi nella storia americana per la battaglia del Little Bighorn, dove sconfissero e sterminarono il Settimo cavalleggeri del colonnello Custer. Non tutti sanno che da quel massacro si salvò il trombettiere John Martin che era stato inviato a chiedere soccorsi. Questo John Martin altri non era che Giovanni Martini partito da Apricale (IM) per il Nuovo Continente in cerca di fortuna. È stato l'amico Marco Cassini che alcuni anni fa con una ricerca documentatissima aveva identificato nel militare americano il proprio compaesano. Da allora altri paesi italiani, con nuovi documenti, hanno avanzato altre ipotesi sui natali di quest'uomo. E anche Marco ultimamente non sembra più tanto convinto delle certezze precedenti. Ciò non ha impedito all'altro amico, Claudio Nobbio, poeta e scrittore e artista, anche lui di Apricale ma cittadino del mondo, di scrivere un libro su questo ormai mitico trombettiere.
-------------------------------------------------------------------------------------------------link utili
http://www.servadghi.it/torosedu.htm
http://www.farwest.it/?p=369



I SIOUX E TORO SEDUTO

Agli inizi del secolo XVI,quando giunsero i primi coloni europei, il Nord-America era abitato da circa un milione di Pellerossa raggruppati in 400 tribù e in circa 300 famiglie linguistiche. Nelle fertili regioni orientali vivevano tribù di agricoltori sedentari, come gli Irochesi e i Cherookee; anche le calde terre del sud-ovest erano abitate da popoli di agricoltori, come i Navajo e gli Hopi. Più dure invece le condizioni di vita delle tribù sparse nei deserti dell'ovest dove la principale fonte alimentare era costituita da radici e tuberi; ancora più a ovest le tribù indiane si dedicavano soprattutto alla pesca del salmone e alla caccia, ma il gruppo più numeroso di tribù era nelle grandi praterie dove vivevano Sioux,Cheyenne,Comanche ed altri. Questi indiani nomadi cacciavano negli sterminati spazi della prateria daini,antilopi, ma soprattutto bisonti. Dai bisonti ,infatti gli indiani delle praterie ricavavano quasi tutto il necessario per vivere. Quando i bianchi penetrarono nella regione delle praterie, praticarono una caccia spietata ai bisonti che diminuirono rapidamente di numero e rischiarono di estinguersi. I cacciatori bianchi contribuirono così all'estinzione dei popoli pellerossa che non potevano vivere senza questi animali. Ma lo sterminio dei popoli indiani fu portato a termine soprattutto dagli eserciti americani e inglesi che pur di espandersi all'interno del Nord America cacciarono ingiustamente i nativi americani dalle loro terre e proprietà compiendo veri e propri massacri senza risparmiare donne e bambini. I Pellerossa vennero letteralmente annientati attraverso uno spietato genocidio.Oggi gli indiani non formano più una nazione, non sono più un popolo padrone della terra in cui vive, capace di esprimere una sua cultura e una sua civiltà. Infatti una parte di essi si è integrata completamente nella civiltà bianca, mentre un'altra parte vive in alcune centinaia di riserve sparse nel territorio statunitense e in quello canadese.



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