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C' erano una volta i GENESIS

C' erano una volta i GENESIS

Alcune dichiarazioni dei Genesis tratte dal volume "Genesis" di Giampiero Vigorito.

"Ero mentalmente e fisicamente debilitato. Non riuscivo più a trovare gli stimoli giusti per poter continuare. Quella musica che avevo sempre amato era improvvisamente diventata un elemento di disturbo, qualcosa di strano, d’inanimato, d’immensamente lontano dal mio spirito. Ogni cosa aveva perso il suo fascino. Capii che non era più possibile continuare a far parte di quell’orchestra chiamata Genesis." (Anthony Phillips)

"Non ci volle molto per capire che la band era qualcosa di speciale e di fantastico. Tutto sembrava avere un fascino e un equilibrio stupendi. Sapevo di essere parte di qualcosa di veramente importante. Iniziammo a provare insieme in una enorme birreria abbandonata piena di guano. Mi ricordo ancora il giorno che Peter arrivò con il testo di Musical Box, c’era dappertutto una forte atmosfera." (Phil Collins)

"Mi trovavo in una band di perfezionisti. Di musicisti totalmente ambiziosi e determinati a creare un sound pulito e coinvolgente. Tutta la mia conoscenza musicale era continuamente tirata al limite." (Steve Hackett)








"Suonammo al Friars di Aylesbury. Una serata indimenticabile. Il locale era strapieno e l’atmosfera caldissima. Peter, totalmente preso dall’intensità del concerto, durante l’esecuzione di The Knife prese una rincorsa dal palco e dopo un tremendo ruzzolone piombò in platea portandosi dietro una mezza dozzina di spettatori come fossero birilli. Si ruppe una caviglia, e pochi minuti più tardi, fra gli applausi del pubblico, venne portato via in ambulanza." (Tony Banks)








"Lo feci istintivamente (in merito ad essersi tagliato una porzione di capelli sulla fronte). Incuriosimmo un sacco di stampa, ma in realtà ero più interessato a vedere se la gente avrebbe seguito il mio esempio. Da lì trovai il coraggio e l’ispirazione per avventurarmi in maschere e costumi. Volevo creare un centro d’energia tra la band sul palco ed il pubblico in platea." (Peter Gabriel)

"Per Paul era venuto il momento di smettere (in riferimento al pittore delle copertine degli album fino a Foxtrot). Era stato molto bravo, aveva sempre reso molto bene il senso del disco, ma avevamo bisogno di qualcosa di nuovo. Betty Swanwick è una pittrice che conoscemmo casualmente a una mostra.E’ una simpatica signora di cinquant’anni che vive a Greenwich. L’averla incontrata la prima volta è come entrare nel mondo di Lewis Carrol. Inizialmente non aveva intenzione di dipingere per un gruppo rock, ma dopo aver ascoltato la nostra musica ha accettato." (Peter Gabriel)

"Accettammo il ritorno di Peter, ma era chiaro che da quel momento nei Genesis c’era un irrimediabile rottura (1974). Mike, Steve, Phil e io eravamo consapevoli che avremmo potuto scrivere un album anche senza Peter, tanto che subito dopo il suo allontanamento ci eravamo già messi al lavoro, registrando dei pezzi nostri." (Tony Banks)

"All’inizio credevamo di poter condensare tutta la storia in 45-50 minuti, che è la durata massima di un album singolo. Ma le idee e i brani si sono moltiplicati a tal punto che alla fine abbiamo dovuto scartare molte composizioni per ridurre il tutto a un album doppio. Ci sono voluti più di quattro mesi per condurre in porto il lavoro. Abbiamo iniziato in Galles incidendo quasi tutte le basi e buona parte dei testi. Per far questo ci siamo avvalsi di uno studio mobile dell'Island. In passato non c’eravamo mai sentiti a nostro agio nell'incidere i nostri dischi in studi di registrazione sofisticatissimi, ricolmi di strumenti e di apparecchiature tecniche. Ho sempre pensato che i Genesis abbiano dimostrato il loro valore soprattutto in concerto. E’ per questo motivo che abbiamo registrato The Lamb Lies Down on Broadway quasi in presa diretta, incidendo all’impronta una ventina di cassette (alcune parti delle quali sono interamente andate a finire nel disco). Ed è per questo motivo che l’incisione dell’album non è perfetta: abbiamo anteposto il feeling e l'immediatezza agli orpelli da sala d’incisione." (Peter Gabriel)

"Tutto è iniziato con il brano The Lamb Lies Down on Broadway, che avevo scritto durante la tournée americana di quell’anno. Sono impressioni di New York all’alba: gente insonnolita dopo aver trascorso la notte al cinema (vi sono cinema a New York che rimangono aperti tutta la notte e la gente ne approfitta per dormirci dentro). C’è chi rincasa dopo una notte al night club. I negozi che si aprono. I primi taxi che corrono e il nostro eroe, Rael, che sbuca fuori dal sottopassaggio della metropolitana. C’è un agnello sul marciapiede di Broadway e molta gente si domanderà chi è e cosa ci sta a fare lì. Ma è soltanto un agnello. Mi è piaciuto vederlo lì, sul marciapiede, tra il vapore degli impianti di riscaldamento. Quando ci siamo trovati a provare il materiale per il nuovo album, ognuno di noi ha proposto le proprie idee e le proprie canzoni. Eravamo molto sospettosi nell’accettare una storia. Nessuno di noi se la sentiva di comporre un album a concetto. E’ difficilissimo ottenere dei buoni risultati con un "concept-album", perchè spesso si scivola in una sorta di angusto e noioso cerebralismo creativo. Abbiamo optato per la mia storia di Rael perché si poteva fare con tanti singoli brani che possono essere ascoltati anche separatamente." (Peter Gabriel)

"C’era molta tristezza nella sua decisione (quando Peter Gabriel decise di lasciare i Genesis) . Eravamo i migliori amici fin dai tempi del collegio ed era un vero peccato doverci separare anche come compositori." (Tony Banks)

"Abbiamo trascorso tutto il mese di luglio cercando un nuovo cantante. Provini e audizioni continue. Cantanti bravi, bravissimi, alcuni anche famosi; ma nessuno che rispondesse in pieno alle nostre esigenze. Allora abbiamo deciso di cominciare ugualmente la registrazione del nuovo album. Avevamo molto materiale e una gran voglia di suonare. Mancava la voce e allora abbiamo deciso di abbozzare da soli le parti cantate. Alla fine di novembre il disco era pronto. Temevamo che l’assenza della voce lo vanificasse. Ma come in uno di quei racconti fantastici in cui il protagonista si accorge improvvisamente di aver scritto in uno stato di trance la sua vicenda, ci siamo accorti che le parti registrate da Phil allo scopo di dare una traccia vocale al disco erano perfette. E’ stato cosi che Phil è diventato il cantante dei Genesis." (Tony Banks)

"La cosa che mi preoccupava maggiormente non era il canto, ma come tenere a bada il pubblico tra un brano e l’altro, uno dei pezzi forti di Peter. Ma ero davvero eccitato. Mi meravigliai di quanto fosse divertente cantare in prima fila. Tutto era estremamente facile. Bill Bruford era l’unico batterista col quale mi sentivo completamente a mio agio." (Phil Collins)

"Steve se ne è andato perché non era contento, si sentiva soffocato perché non gli si lasciava spazio sui nostri album. Voleva suonare di più. Ma nessuno, nei Genesis, ha il diritto di dire "Beh, sentite vorrei mettere ancora tre delle mie canzoni." Il nostro sistema è sempre molto democratico. Sui nostri dischi inseriamo solo i brani migliori." (Mike Rutherford)

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