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Win for life, il 91% delle schedine non vince niente


Le probabilità di vincita: facciamo i conti con un matematico per verificarle.
M. Rossietti

Vincere il superpremio è più facile che al Superenalotto, ma il “guadagno” possibile è così “ingiusto” da far apparire la mitica Roulette, simbolo dei casinò e incarnazione del gioco d’azzardo per eccellenza, una straordinaria macchina benefattrice.
Signore e signori, ecco a voi Win for life, la neonata creatura della Sisal che ha incassato in giocate, solo al suo “primo giorno”, ben 4 milioni di euro e 52 milioni nelle prime 2 settimane. Se andasse avanti così tutto l’anno - per capirci - raggiungerebbe in 12 mesi un miliardo e mezzo di euro, un risultato 3 volte superiore alle aspettative dei sui stessi ideatori, che alla vigilia ipotizzavano una raccolta annua di mezzo miliardo. Insomma: grande successo. Realizzato con l’allettante speranza di 4 mila euro al mese per 20 anni e aiutato - si dice nell’ambiente di bar e ricevitorie - dal fatto che “svoltare” per due decine d’anni sia più semplice che azzeccare un 6 al Superenalotto.


Win for life più “facile” del Superenalotto, ma quanto?
Ma quanto più facile? “Di poco. Ed è comunque un fattore compensato dal montepremi meno alto”: ci spiega Riccardo Bersani, matematico e studioso di logica, esperto in calcolo combinatorio. “Per vincere la rendita ventennale con un 10+Numerone - giocando 1 euro - si ha una possibilità su 3.695.120. Mentre un 6 al Superenalotto si può azzeccare con una possibilità su 622.614.630”.
Dunque sarebbe circa 200 volte più semplice. “Esatto. Ma in entrambi i casi si tratta di possibilità irrisorie. Basti pensare che “conquistare” il montepremi massimo con Win for life è molto più difficile che fare un 5 al Superenalotto, dove le probabilità sono 1:1.235.346”.


Vincere è 1 possibilità su 11, ma perdere è al 91%
“Nessun concorso fa beneficenza”, chiarisce l’esperto. “E la schedina di Win for life lo spiega a chiare lettere, anche se con un abilissimo ‘giro di numeri’”.
Bersani si riferisce ai cosiddetti premi “minori”, ossia quelli dai 10 mila ai 2 euro ottenibili a seconda che vengano estratti dai 10 ai 7 numeri di quelli scelti.
“La Sisal chiarisce che le possibilità di ottenere almeno una di queste vincite - con la gicata da 1 euro - è una su 11…”. Compresi i 4mila euro ventennali? “Il montepremi massimo incide talmente poco che, se si include o meno nel calcolo, è indifferente”.
Insomma c’è una probabilità su 11 di fare almeno una vincita.
“Ci siamo, ma tradotto in percentuale significa il 9%. Alias: il 91% di possibilità di perdere. Cambia un po’, no? Un conto è dire che ho 1:11 possibilità di vincere. Altra cosa è dire che ho il 91% di perdere”.
Stesso discorso - chiarisce Bersani - se si giocano 2 euro: “Sul retro della schedina si legge che la possibilità di fare almeno una vincita è di 1:6. Ma le probabilità di non vincere affatto sono dell’82,1%”.


Possibilità di vincite: al 99% meno di 10 euro
Mettendosi nei panni del giocatore: perché non ‘sperare’ comunque in quel 9% di possibilità di vincere? “Perché nel 99% dei casi (dentro quel 9%) si vince meno di 10 euro.
Per la precisione: nell’87% dei casi si vincono solo 2 euro, e nel 12% 10 euro".


La roulette è “generosa” più del doppio rispetto a Win for life
L’ovvia conclusione è che il “banco” vince sempre. “Sì, ma con Win for life di parecchio. Vede, sono molti i tipi di gioco in cui il banco vince sempre, ma per il giocatore ci sono comunque ‘guadagni’ possibili più o meno alti.
Prendiamo la roulette, simbolo di banco ‘potente’.
Conosce il ricavo medio di un giocatore per una giocata di un euro? 98 centesimi. Mentre il ricavo medio di Win for life - sulla stessa giocata - è di 37,37 centesimi.
Significa che se gioco 100 euro in un anno, posso “sperare” di vincere ‘mediamente’ 37,37 euro. Contro i 98 euro della roulette. Più del doppio rispetto a Win for Life”.


“Reinvestiti” più soldi rispetto al Superenalotto? Bella consolazione
Un’ultima domanda: per ogni euro giocato, Win for life ne reinveste nel montepremi il 65%; contro il 38,5% del Superenalotto. Cosa significa per il giocatore?
“Che è meglio, ma non influisce sulle probabilità di vincere. Quindi: magra consolazione”.

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