Carfagna: sarò parte civile
I carabinieri hanno chiesto la convalida del fermo di El Katawi Dafani, il marocchino di 45 anni ritenuto responsabile dell'uccisione della figlia Sanaa, di 18 anni, in un boschetto a Montereale Valcellina (Pordenone). Presumibilmente, l'udienza davanti al gip di Pordenone si terrà venerdì prossimo, confermano i Carabinieri della Compagnia di Sacile, che hanno fermato l'uomo ieri sera nella sua abitazione di Tiezzo di Azzano Decimo.
Durante le prossime 48 ore, i militari e il pm Alessandra Barra verificheranno tutti gli elementi finora raccolti, che conducono in modo palese al padre della vittima.
Carfagna parte civile - Il Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, chiederà all'Avvocatura dello Stato di potermi costituire parte civile nel processo commenta l'uccisione di Sanaa: "Un delitto orribile, disumano, inconcepibile, frutto di una assurda guerra di religione che è arrivata fin dentro le nostre case". Ciascuno, in Italia, - dichiara il ministro Carfagna - deve avere il diritto di professare la propria fede come crede, ma il Paese può accettarlo soltanto se questa è rispettosa dei diritti umani, compreso quelli delle donne, e delle leggi dello Stato".
Domani l'autopsia - Sanaa è stata uccisa da una ferita da arma da taglio alla gola e aveva altre ferite evidenti sulle braccia. Sarà l'autopsia, prevista per domani mattina nell'ospedale di Pordenone, a stabilire le esatte cause del decesso. La testimonianza che inchioda il fermato è quella del fidanzato di Sanaa, Massimo De Biasio, di 31 anni, ma vi sono anche altre persone che hanno visto l'automobile di El Katawi Dafani, una Ford Fiesta, allontanarsi dal luogo del delitto. Di certo, quando è avvenuta l'aggressione, la coppia di giovani si stava recando nel ristorante dove lavorava De Biasio, il quale risiede a Maniago ma di fatto abita a Montereale Valcellina. I carabinieri ribadiscono che il fermato non ha finora fatto alcuna dichiarazione e presumono che davanti al gip si avvarrà della facoltà di non rispondere.
Si cerca il coltello - Continuano intanto le ricerche dell'arma del delitto, concentrate lungo il presunto tragitto fatto da El Katawi Defani per tornare nella sua casa. I carabinieri non si sono al momento concentrati sul movente del delitto, poichè i fatti sono evidenti, e riferiscono che durante la conferenza stampa tenuta Procuratore della Repubblica di Pordenone, Luigi Delpino, nella sede del Comando Provinciale di Pordenone dei Carabinieri, lo stesso Delpino non ha escluso nessuna ipotesi, nemmeno quella religiosa, che però non è l'unica.
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CHE PADRE è UN PADRE CHE UCCIDE SUA FIGLIA ?
CHE POPOLO è UN POPOLO CHE ACCONSENTE CIO' ?
CHE RELIGIONE è UNA RELIGIONE CHE NON VIETA TUTTO QUESTO ?
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