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'PORTA A PORTA'

La madre di Sanaa: "Non perdono mio marito per aver ucciso mia figlia"
"Lo perdono perché i miei figli hanno bisogno di una figura di riferimento".
Il fidanzato della ragazza: "Volevamo andare dai genitori di Sanaa, ma accompagnati dai carabinieri: ci hanno detto che non era compito loro"


Roma, 21 settembre 2009 - «Perdono mio marito perché è il padre dei miei figli, loro hanno ancora bisogno di una figura di riferimento. Ma non lo perdono per aver ucciso mia figlia».
Così la madre di Sanaa Dafani, la ragazza marocchina uccisa dal padre perché voleva vivere con un ragazzo italiano, nel corso della registrazione della puntata odierna di ‘Porta a porta'.

La signora Dafna Charuk Dafani ha chiarito che «se il fidanzato di mia figlia fosse venuto a casa a parlare con noi, non avremmo avuto niente in contrario alla loro unione. Ci sono 1300 donne marocchine in Italia - ha ricordato la donna - sposate a uomini italiani».

Rispondendo alle affermazioni del fidanzato di Sanaa, Massimo De Biasio, secondo il quale dopo aver saputo della loro relazione sentimentale i genitori della ragazza avevano iniziato a minacciarla, Dafna Charuk Dafani ha sostenuto che «Sanaa non è mai stata minacciata. Noi la chiamavamo per chiederle di tornare, lei continuava a dire ‘torno tra un giornò ma non tornava mai. Mio marito - ha aggiunto la donna - diceva che se Sanaa fosse tornata a casa dicendo di voler sposare il suo fidanzato senza tagliare i ponti con la famiglia, lui avrebbe cercato di trovare una soluzione con lei».

Alla domanda se in futuro sarebbe favorevole a far sposare un italiano alle altre due figlie, la signora Dafna ha risposto «sì, non avrei niente in contrario. Italiano o marocchino è uguale». Riguardo alla condanna che il marito potrebbe avere dalla magistratura al termine del processo, la madre di Sanaa ha concluso: «non so cosa decideranno ma quello che la magistratura deciderà per me andrà bene».

IL FIDANZATO: "SANAA AVEVA PAURA DI LORO"

«Sarei voluto andare a casa dei genitori di Sanaa fin dal primo giorno della nostra storia ma lei aveva paura del padre e non voleva». Lo ha precisato Mario De Biasio, fidanzato di Sanaa. «Ci era stato consigliato di andare a casa dei genitori di Sanaa accompagnati dai carabinieri ma questi ultimi ci hanno detto che non era compito loro e che di casi come il nostro ce ne sono tanti. All’inizio - ha proseguito De Biasio - le loro telefonate e i messaggi erano amorevoli ma poi, dopo aver saputo della nostra relazione e aver scoperto che Sanaa viveva da me e non da un’amica, i messaggi - ha concluso De Biasio - avevano iniziato ad avere toni molto duri, minacciosi».

fonte Agi

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