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MORTA A MESSINA, ERA SANA
MEDICI: "INFLUENZA A KILLER"


Giovanna R., la donna di 46 anni deceduta ieri pomeriggio all'ospedale Papardo di Messina, «era sana», come ha tenuto a precisare la sorella, medico di professione, e potrebbe essere la prima persona in Italia ad essere morta per cause dirette legate al virus dell'influenza A. Al momento non ci sono ancora dati certi e le indagini sono in corso, ma l'Istituto superiore di Sanità «non esclude» questa eventualità, sottolineando però che per avere una risposta definitiva è necessario un approfondimento di indagine. Il primo decesso collegato al virus pandemico risale al 4 settembre, quando all'ospedale Cutugno di Napoli si spense Giovanni D., napoletano di 51 anni. Ma in quell'occasione il virus non svolse un ruolo determinante: a uccidere l'uomo sono state le malattie di cui soffriva da tempo, a partire da una grave cardiomiopatia dilatativa complicata da insufficienza renale acuta. In sostanza il virus ha avuto - come fu precisato dal direttore sanitario del Cutugno Cosimo Maiorino - solo una funzione «concomitante». Per il caso di Messina, invece, la situazione potrebbe essere diversa. «Giovanna non era fumatrice, non aveva broncopolmoniti pregresse e non aveva nessuna patologia sistemica che potesse giustificare una sua non risposta ai farmaci», ha detto la sorella, aggiungendo: «può aver contratto la malattia come tutti noi avremmo potuto contrarla». Anche secondo l'epidemiologo dell'Istituto superiore di sanità (Iss) Gianni Rezza: «non si può escludere che la donna deceduta ieri a Messina sia morta a causa del virus dell'influenza A, ma dobbiamo ancora verificare cosa realmente è successo e per fare questo serve un approfondimento di indagine». Commentando poi le affermazioni della sorella, Rezza ha ricordato che «ci sono casi, per fortuna pochi, in cui il virus si trasforma in una polmonite virale acuta» molto insidiosa. E che «il caso di Messina potrebbe essere uno di questi, anche se è ancora presto per trarre conclusioni definitive». Nel frattempo, mentre a Messina la procura aprirà un' indagine sulla morte della donna, al ministero della Salute il gruppo di lavoro messo in piedi dal vice ministro Ferruccio Fazio continua a lavorare alla messa a punto delle linee guida sulla polmonite, per avere criteri e procedure chiare qualora si verifichino casi in cui il virus si trasformi in una polmonite a rischio. Casi, ha spiegato nei giorni scorsi lo stesso Fazio, che alla fine della pandemia non saranno più di 200 e che il governo «è realmente attrezzato per affrontare». Il tema delle linee guida attualmente non è all'ordine del giorno della prossima riunione dell'Unità di crisi che si terrà mercoledì 23 settembre ma è assai probabile, viste anche le circostanze, ancora da verificare, che hanno portato alla morte la donna di Messina, che sarà discusso e trattato dagli esperti riuniti al dicastero della Salute. Infine sembrano al momento «stabili» le condizioni dei cinque casi più gravi di pazienti colpiti dal virus dell'influenza A e che si trovano a Roma, Monza, Mantova, Cesena e Firenze.
fonte -leggonline

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