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Superenalotto Lo scommettitore Beppe: «Indicano me? Ero fuori e non sono single»
I 5 sospettati di Bagnone
«Uno di loro è il milionario»
Caccia al fortunato: si fa anche il nome del barista

Il sindaco di Bagnone Gianfranco Lazzeroni (Ansa)



BAGNONE (Massa Carrara) — «Magari fra qualche mese, ma prima o poi lo si scopre» dicono in piazza. Il tono non è minaccioso. Oggi a Bagnone sono tutti euforici, quasi avessero vinto in gruppo: sorridono e parlano in tv. Ma quanto ci vorrà perché comincino a guardarsi con sospetto?

Gira voce che la schedina da 147 milioni sia già stata presentata all'incasso a Milano. In paese si dà la caccia al neomilionario. La possibilità che sia uno di fuori è stata esclusa come inaccettabile. «Speriamo non sia il prete o un albanese» dice il signor Franco Mazzi. Per ora si indaga in modo ridanciano, si sondano gli interlocutori con una battuta. Però c'è già una lista di indiziati. Giovannino Simonetti, detto Vanni, titolare della ricevitoria Biffi; Ugo Verni, l'uomo che per primo è stato indicato come il vincitore; Andrea Barbieri, quello del consorzio Gaia; Barbieri Enrico, l'ex direttore dell'ufficio postale; l'imprenditore edile Marginesi; Beppe Bazzali, scommettitore incallito. Frequentano il bar Biffi e, chi più chi meno, rispondono all'identikit fatto dal Vanni. Lui qualcosa sa, o mostra di sapere. Quella schedina prestampata da 2 euro, numero di serie 430, l'ha tenuta in mano. Dice che è stata giocata sabato 22 a mezzogiorno 17 minuti e qualche secondo, perché ha in tasca la ricevuta della 431, ore 12 e 18. Non è che dal bar Biffi passino in tantissimi, nemmeno d'estate quando ci sono i turisti e i bagnonesi emigrati che tornano per le ferie.a Avevo davanti un gruppo di tre o quattro persone — racconta Vanni —, mi hanno dato un po' di schedine e le ho giocate. Non so di chi fosse quella lì». Poi parla di un uomo del paese, fra i 47 e i 49 anni, scapolo. «Ma state attenti perché Vanni è un cercatore di funghi — dice il sindaco —, mente quasi per natura».

Se non mente, di certo depista. Sabato notte ha detto di aver ricevuto la telefonata del vincitore, un uomo che gli prometteva 6,9 milioni. Ieri raccontava di un'altra chiamata: «Una ragazza emozionata, mi ha ringraziato». I sospettati presentano i loro alibi. Andrea Barbieri, per esempio, impiegato del consorzio che si occupa di acquedotti e fognature, sabato era a Vico al Festival dell'Unità. «Serviva come volontario — dice una sua amica —. E ieri al telefono mi ha assicurato di non aver neanche giocato. Certo, lo dice lui...». Beppe Bazzali, responsabile gestione operativa di Manutencop: «Io al Superenalotto non gioco. È vero che scommetto, ma su calcio, basket e tennis. Poi ho la fidanzata e vivo a Genova, qui al paese c'è solo mia madre». Enrico, l'altro Barbieri: «Quando è arrivata la notizia era in piazza, mi pareva troppo tranquillo» dice il sindaco. Qualcuno parla di Riccardo Giumelli. «Il farmacista dell'ospedale di Pontremoli? È stato fatto il suo nome ma per me non c'entra» dice Ugo Verni.

È lui l'indiziato numero uno. Taglia l'erba e la legna per una ditta che fa lavori boschivi, è fidanzato con Elena, una russa. Ovviamente nega tutto, però sulla schedina si contraddice: «L'ho buttata, non era quella vincente. Era da 5 euro, non da 2». E poco dopo: «È la numero 432, ce l'ha mio cugino, gira con quella vantandosi di aver sfiorato il 6». Ha spento il telefono: «Mi hanno chiamato tutti quelli che hanno il mio numero. Se avessi vinto, dando una parte a ciascuno non resterebbe niente». Il sindaco, architetto Gianfranco Lazzeroni, convoca una conferenza stampa surreale. Partecipa anche un sosia di Renato Zero, in cerca di pubblicità. Lazzeroni ricorda la cipolla di Treschietto, gloria locale, «che è dolce e non dà problemi di digestione né di relazioni sociali», poi attacca: «La fortuna obbedisce a leggi che non conosciamo, ma stavolta la condivido: ha premiato gli sforzi di un pezzo d'Italia minore. Anzi, c'è chi dice che la Dea bendata abiti qui: in un giglio fiorentino del 400 ritrovato su una colonna». Una sua collaboratrice rincara la dose: «Questa è la Scozia d'Italia: terra di castelli, misteri, fate che ballano nelle selve, fantasmi. Ci è pure apparsa la Madonna su un castagno. Insomma, non ci manca nulla. Ora finalmente potremo far parlare di noi».

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