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misteri - la sacra sindone.






LA SINDONE

Misura cm 437 in lunghezza e cm 111 in larghezza, compresa una striscia cucita longitudinalmente larga circa cm 8. La Sindone di Torino, nota anche come Sacra Sindone, è un lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino, sul quale è visibile l'immagine di un uomo, di cui è identificabile non solo la condizione di morte ma anche la causa della morte, la crocifissione. Nonostante l’immagine presenti qualche difficoltà di lettura, a causa di un’inversione di toni chiaro-oscuri simili a quelli del negativo fotografico, se ne distinguono alcuni caratteri, come quello della rigidità cadaverica e dell’assenza di qualsiasi segno di putrefazione del cadavereSi notano inoltre sul corpo numerosissimi segni di ferite da flagellazione, la presenza
alle mani e ai piedi di buchi da ferita di corpo acuminato (i chiodi), i segni di numerose punture sul cuoio capelluto, una grande ferita al fianco sinistro. Questi elementi concorrono alla definizione di una vicenda misteriosa ma ben caratterizza, di cui non è segnalato il protagonista e l’ep
oca dell’evento. La tradizione identifica l'uomo con Gesù e il lenzuolo con quello che fu usato per avvolgerne il corpo quando egli, morto, fu deposto nel sepolcro. La sua autenticità è oggetto di fortissime controversie.









Da secoli, ed ancora oggi si pone la domanda: cos'è questo
misterioso lenzuolo? Da molti considerato una Reliquia, anzi
la più significativa delle Reliquie, da altri un oggetto il
cui innegabile rimando alla Passione di Cristo ne fa una
realtà unica dal punto di vista religioso, ma anche capace
di suscitare l'interesse degli studiosi di tante discipline,
da altri ancora bollato come un falso più o meno antico ma
comunque non meritevole di alcun interesse.

Al di là delle posizioni estreme, è certo che la Sindone,
sin dal suo apparire ha suscitato grandi emozioni per la
straordinaria figura che racchiude, e la maggior parte degli
studi compiuti in questo secolo, pur non avendone chiarito
le modalità di formazione, tendono ad escludere una origine
manuale...

LA SACRA SINDONE




....Sino alla fine dell'Ottocento la ricerca sulla Sindone aveva praticato soprattutto i percorsi storici ed in parte teologici, ma tutto sommato il problema dell'autenticità rimaneva limitato a disquisizioni tra dotti, che difficilmente arrivavano ad interessare il vasto pubblico. In effetti l'aspetto devozionale, particolarmente diffuso in Piemonte, era quello che avvicinava la gente alla Sindone. Solo dopo la fotografia del 1898 si sentì la necessità di un approccio rigidamente critico alla Sindone.

Infatti la straordinaria caratteristica dell'impronta sulla Sindone, che sulla lastra impressionata da Secondo Pia dimostrò di comportarsi in modo simile ad un negativo fotografico, sollevò molti dubbi sull'ipotesi di un falso medievale, sostenuto da alcuni storici, e nello stesso tempo attrasse gli scienziati per capire quale potesse essere l'origine di un così particolare fenomeno.

E' ormai definitivamente accertato che l'immagine sul Lenzuolo non può essere un dipinto, ed al momento è largamente condivisa la conclusione che si tratti di una impronta lasciata da un corpo umano. E dalle caratteristiche di queste impronte si deduce che quell'uomo era morto, come testimoniato sia dalla innaturale posizione del corpo spiegabile con la rigidità cadaverica, sia dalla forma e natura delle lesioni presenti su quel corpo, che sono incompatibili con la vita.

La morte dell'Uomo della Sindone è avvenuta certamente in seguito ad una serie di torture ed al supplizio della croce, come dimostrano con evidenza le ferite lasciate dai chiodi nei polsi e nei piedi. L'insieme di questi segni rimanda in modo assai preciso alle modalità descritte nei Vangeli per l'esecuzione di Gesù Cristo. A livello delle impronte che appaiono essere state lasciate da coaguli di sangue, si è effettivamente potuta dimostrare la presenza di sangue umano del gruppo AB. La presenza del sangue è stata dimostrata dalle ricerche parallele ma indipendenti di Baima Bollone in Italia e di Adler negli USA, mentre è a Baima Bollone che si devono le indagini sulla sua tipizzazione.

Sulla Sindone sono inoltre state scoperte tracce di aloe e mirra, e sono stati individuati da Max Frei di Zurigo dei granuli di polline che sono compatibili con una provenienza medio-orientale della Sindone. Tali conclusioni sono state confermate negli anni '90 dai ricercatori israeliani Danin e Baruk. Nel 1977 gli statunitensi Jackson e Jumper dimostravano che l'immagine sulla Sindone contiene una informazione tridimensionale, evidenziabile con l'uso del computer. Tamburellli e Balossino a Torino con tecniche più sofisticate hanno perfezionato le elaborazioni tridimensionali, ricavando tra l'altro con studi successivi l'immagine del volto ripulita dalle ferite e riuscendo ad evidenziare particolari che potrebbero ricondurre alla presenza di monete dell'epoca di Cristo sugli occhi.

Grande incertezza regna ancora tutt'oggi sulle modalità della formazione dell'impronta. Se infatti le immagini delle ferite sono certamente dovute, come si è detto, al decalco di coaguli di sangue sul tessuto, l'impronta del corpo ha una genesi del tutto diversa. Si tratta infatti di una ossidazione delle fibrille superficiali dei fili di lino, ma sull'origine di tale fenomeno non si è ancora data una spiegazione del tutto accettabile. Il problema non è di poco conto, se si pensa che è legato strettamente con la questione della conservazione della Sindone. Mentre infatti esistono tecnologie sperimentate per la conservazione di tessuti anche più antichi della Sindone, molto difficile è studiare un sistema ottimale di conservazione di una immagine la cui origine ci è ignota. Il nuovo sistema di conservazione del Lenzuolo, già posto in essere per l'Ostensione del 1998, tiene conto di tutti i risultati sperimentali sinora ottenuti, cercando di ipotizzare tutti i possibili agenti negativi in modo da escludere possibili danni. Pertanto la Sindone è stata collocata dentro una teca ad avanzata tecnologia, in atmosfera di gas inerte, a temperatura ed umidità costante, completamente distesa in modo da evitare le pieghe e i danni derivanti dalla precedente conservazione arrotolata su di un cilindro di legno.

Nel 2002 il programma di conservazione è stato concluso con i lavori di rimozione delle toppe poste dalle Clarisse di Chambéry nel 1534 e la sostituzione del tessuto d'Olanda che foderava il Lenzuolo.

La ricerca compiuta sulla Sindone che più ha destato scalpore in questi ultimi anni è stata, nel 1988, la datazione radiocarbonica, che, come noto, farebbe risalire il tessuto della Sindone ad una data compresa tra il 1260 ed il 1390. Questo risultato ha creato un certo sconcerto tra gli studiosi, non tanto perché mette in dubbio la compatibilità della Sindone di Torino con la tradizione che la vuole essere il lenzuolo funerario di Cristo, quanto perché, da un punto di vista scientifico e logico, pone dei seri problemi di contrasto con quanto la ricerca ha sino ad oggi assodato sulla Sindone.

D'altra parte sono state da tempo sollevate delle obiezioni di carattere scientifico circa l'effettivo valore da attribuire ai risultati dell'esame con il C14, sia dal punto di vista generale, sia soprattutto nel caso particolare. Il possibile "ringiovanimento" radiocarbonico del tessuto sindonico potrebbe anche avere delle spiegazioni dovute alle sue vicissitudini ed ad un possibile inquinamento di natura biologica. La ricerca quindi rimane aperta, ed oggi non vi sono elementi definitivi né per giungere all'epoca di Cristo, né tantomeno per considerare chiusa la questione con la datazione medievale. E' certo comunque che da un punto di vista logico e probabilistico una collocazione medievale della sua origine pone più problemi di quanti ne presenti una provenienza più antica

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Chi non conosce la Sacra
Sindone, il sudario che, dice la tradizione, avvolse il corpo di Gesù
deposto dalla croce? Seguire le tracce della Sacra Sindone è un’avventura in cui
si confondono i sapori del giallo internazionale, del percorso mistico e
dell’epopea cavalleresca; dove non è facile distinguere il vero dal falso,
il probabile dal verosimile.
La Sacra Sindone consiste in un semplice telo di lino , lungo circa 4,36 m e
largo 1,10 m, di colore giallo ocra, sul quale sono visibili impronte che
riproducono l'immagine frontale e dorsale di un uomo crocifisso.

Sacra Sindone

È nel 944 dopo Cristo che, a Costantinopoli, la
Sacra Sindone fa la sua
apparizione. Nei documenti è definita come un’immagine "acheropita",
cioè "non fatta con le mani".

La reliquia era però già nota e da secoli faceva la gloria di Edessa,
l'attuale Urfa, in Turchia.

Qui il telo, venerato come "Mandylion", era tenuto ripiegato ed
incorniciato in un reliquiario, a mostrare solo il volto, come un ritratto.
Il trasferimento del Mandylion a Costantinopoli è ricordato da due "sinassari",
libri liturgici della chiesa bizantina.

Secondo vari interpreti, però, questo non fu che un "ritorno". La
Sacra Sindone sarebbe stata nota a Costantinopoli fin dall'VIII secolo.
La reliquia dovette lasciare la città all'avvento dell'iconoclasmo,
un'eresia che bollava come sacrilegio qualsiasi raffigurazione realistica di
Gesù e dei santi, e che sconvolse l'impero bizantino per più di due secoli. Comunque sia andata, il sacro lino è sicuramente nella capitale imperiale
quando Baldovino di Fiandra e Bonifacio del Monferrato, con la complicità di
Venezia, dirottano verso le mura millenarie di Costantinopoli la
Quarta
Crociata, diretta in teoria alla liberazione del Santo Sepolcro.
Nel 1204 la metropoli bizantina viene espugnata e saccheggiata dall'esercito
latino. Una armata crociata si è volta ad espugnare una la sede dell'impero
bizantino, baluardo orientale del Cristianesimo, invece di combattere
l'infedele.
La cristianità grida allo scandalo, ma nel frattempo un enorme bottino, di
cui fanno parte innumerevoli reliquie cristiane, prende la via dell'Europa.

Varie fonti medievali menzionano tra queste reliquie, un lino con
impressa l'immagine di un uomo martirizzato. Questo indumento funerario è
ritenuto, tradizionalmente, il sudario di Gesù Cristo; e come tale è da
allora venerato.
Nel caos immediatamente seguito al sacco della città, però, del Sacro Lino
si perdono misteriosamente le tracce. Notizie certe ricompaiono solo nelle
fonti successive al 1350, quando la reliquia, appartenente ora alla famiglia
Charny, viene esposta al culto nella cittadina di Lirey in Francia.
Quale via può aver seguito la preziosa reliquia per giungere in Europa? L'unica traccia documentale esplicita delle vicende della
Sacra Sindone, dopo
la presa di Costantinopoli, è una supplica inviata a Papa
Innocenzo III da
Teodoro Angelo Comneno, nipote di Isacco II Angelo Comneno, imperatore di
Costantinopoli all’epoca del saccheggio del 1204.
Nel testo, che ci è giunto nella trascrizione di un cartulario (cioè una
raccolta di copie di documenti), è espresso lo sdegno per il saccheggio
delle reliquie ed è richiesto esplicitamente l'intervento del pontefice per
promuovere il recupero della Sacra Sindone.Secondo il documento la Sacra Sindone si sarebbe trovata in quel momento ad Atene.
La notizia che nel primo decennio del secolo XIII la Sacra Sindone fosse
conservata ad Atene troverebbe ulteriore conferma in una dichiarazione del
1207 di Nicola d'Otranto, abate di Casola.
Di certo c’è solo che dopo il 1207, e fino alla metà del secolo successivo,
quando ricompare dal nulla in Francia, i documenti attualmente conosciuti
non danno più alcuna notizia della Sacra Sindone: tale silenzio potrebbe derivare
dalle severe sanzioni pontificie che colpivano il traffico delle reliquie
sottratte a Costantinopoli.

Ian Wilson, noto e autorevole storico inglese della Sacra Sindone, adombra
l'ipotesi che il Santo Sudario sia stato trasportato dall'oriente in Europa
dai cavalieri dell'Ordine Templare.
Nel 1954 viene trovato nel villaggio inglese di Templecombe, in una ex
Commanderia templare, un pannello di legno che reca dipinto un volto simile a
quello raffigurato sul Sacro Lino. Molta iconografia collegata ai templari
può essere messa in rapporto con la Sacra Sindone.
Il leggendario e potentissimo Ordine di monaci-guerrieri era all'apice del
suo potere politico ed economico quando
Filippo IV il Bello re di Francia,
il 13 ottobre del 1307, fece arrestare tutti i membri e ne decretò lo
scioglimento.
Accusati di idolatria e atti contro natura, i templari verranno processati,
condannati e spogliati di tutti i beni.
Dagli atti processuali risulta che i Cavalieri Templari adorassero
effettivamente una testa barbuta conosciuta come Baphomet
(Bafometto), un
reliquiario a forma di testa o forse una scultura, descritta dai monaci,
interrogati sotto tortura, nelle forme più disparate.
Tutte, comunque, potrebbero richiamare ed essere associate alla Sacra Sindone.
L’adorazione di una "testa" fu uno dei principali capi d'accusa del
processo, ma il fatto che questa testa fosse quella del demonio o comunque
di un idolo, è un altro discorso.

Non si sarebbe potuto trattare di una reliquia, tenuta segreta perché la più
preziosa di tutte le reliquie?
Quella del passaggio in Europa tramite i Cavalieri Templari non è però altro
che una ipotesi, e sono parecchi gli studiosi che si oppongono a questa
teoria. La figura di Goffredo de Charny, signore di Lirey, in Champagne, sembra
uscire direttamente da un racconto cavalleresco. È tra le mani di questo
eroico cavaliere che la Sacra Sindone fa ufficialmente la sua apparizione in
Francia.
Dopo una vita di avventure improntate ai più alti ideali della cavalleria
medievale (ed intorno alle quali il nostro scriverà un libro di buon
successo, sorta di manuale del perfetto Chevalier), nel 1355 viene
incaricato dal re di portare il suo stendardo di battaglia.

È un grande riconoscimento, e il cavaliere non lo disonora: l'anno
successivo muore eroicamente nella battaglia di Poitiers, nella strenua
difesa dell'Orifiamma, la lingua di tessuto rosso fiammante simbolo del
potere supremo e dell'onore di Francia. Come sia giunta, la Sacra Sindone, all'eroico vessillifero di Francia, rimane
un mistero. Vediamo le ipotesi che sono state fatte in proposito. La Sacra Sindone potrebbe essere stato un bene di famiglia pervenuto a Goffredo
tramite matrimonio o amicizia. Stretti legami collegano Goffredo ai
discendenti di Otto de la Roche, feudatario francese e primo duca di Atene,
ai tempi in cui proprio ad Atene della Sacra Sindone abbiamo avuto l’ultima
segnalazione. La Sacra Sindone avrebbe potuto fare parte dei tesori di famiglia; Goffredo di Charny sposò una diretta discendente di Otto, che avrebbe potuto portargli
la reliquia in dote,e fu grande amico di Gautier IV de Brienne, conestabile
di Francia e fedele compagno d’armi, anche lui caduto a Poitiers.
Se anche non fosse stata materialmente in loro possesso, Gautier IV de Brienne o la
stessa consorte potrebbero aver rivelato all'indomito cavaliere il
nascondiglio della Sacra Sindone in Oriente: questo spiegherebbe il rapido viaggio
di Goffredo oltremare, fino a Smirne nel 1345, ufficialmente compiuto al
seguito del Delfino.
Ecco il possibile anello mancante della catena che, da Atene, porta il
sudario direttamente nelle mani di un cavaliere francese del Trecento.
La "pista templare" sostiene che la Sacra Sindone fosse stata affidata a Goffredo
durante un periodo di prigionia in Inghilterra, nel castello di Goodrich.
Qui essa sarebbe stata portata da quei Cavalieri Templari che scamparono ai
roghi e alle carceri di Francia. In contrasto con i fitti misteri dei secoli precedenti, la storia
"europea" del Sacro Tessuto, dopo la riapparizione in mano ai de Charny, è
sufficientemente documentata: nel 1453 la reliquia viene ceduta da
Margherita, ultima erede degli Charny, al duca Ludovico di Savoia.
Le travagliate vicende del ducato dei Savoia porteranno in seguito la
Sacra Sindone, a più riprese, da Chambéry, in Piemonte, in altre città della
Francia e dell'Alta Italia, fino alla traslazione definitiva nella città di
Torino nel 1578.

La Sacra Sindone, di proprietà di Casa Savoia per oltre mezzo secolo, è
stata assegnata, in un lascito testamentario del capo della Casata ed ultimo
Re d'Italia S.A.R. Umberto II di Savoia, al

Sommo Pontefice. Il re in esilio è morto a Ginevra nel 1983, anno dal quale
la Sacra Sindone è divenuta, dunque, di proprietà pontificia. Nel suo ultimo lavoro "The Divine Deception (L'Inganno Divino)",
il Dr Keith LaidIer fa nuove affermazioni sulla Sacra Sindone di Torino. Egli
sostiene che l'immagine sul lino sia quella della testa imbalsamata di Gesù,
sistemata al di sopra di un corpo appartenente ad un uomo crocifisso in
Siria dai Turchi mamelucchi nel XIII secolo. La Sacra Sindone di Torino è un panno
di lino su cui è impressa l'immagine di un corpo umano che si crede sia
quello di Gesù dopo la crocifissione.

Dopo molte controversie nel 1988 le analisi al carbonio
14 datarono il telo al 1350 d.C.

Ora, usando la moderna tecnologia, combinata ad
approfondite ricerche in documenti storici, il Dr Laidler è giunto a questa
rimarchevole ipotesi. La sua estensiva ricerca, presentata nel precedente
saggio "The Head of God" lo aveva convinto che la testa di Gesù fosse
stata portata dal Medio Oriente in Europa attraverso l'ordine dei monaci
guerrieri conosciuti come Cavalieri Templari. I Cavalieri Templari conservarono la testa come una
reliquia chiamata il Bafometto e crearono la Sacra Sindone di Torino come
testimonianza fotografica del loro prezioso segreto. Il Dr LaidIer chiama la
Sacra Sindone "una fabbricazione del 14° secolo che presenta una reale immagine
del viso del Cristo. Poiché un qualsiasi artista avrebbe potuto dare la
propria interpretazione del volto, l'Ordine dei Templari decise di creare
ciò che oggi è conosciuto come la Sindone. Quest'ordine era formato
scienziati e alchimisti che usando le conoscenze tratte dalla scienza araba,
riuscirono ad ideare un processo in grado di produrre ciò di cui avevano
bisogno per immortalare la sacra reliquia "
.






LaidIer crede che la Sacra Sindone venne realizzata appendendo
il lino, dopo averlo pretrattato con sali, all'interno di una stanza buia e
lasciando solo un piccolo foro per farvi passare la luce. Una gemma di quarzo fu piazzata nel foro in modo che
fungesse da lente. Successivamente il telo venne esposto alla luce del sole
per paio di giorni. L'immagine che ne scaturì era ancora troppo 'debole'
così la fissarono immergendo il panno in una soluzione di ammoniaca o urina.







"Ci fu un grande culto delle reliquie cosicché i Templari
avrebbero potuto mostrare la testa come reliquia di Giovanni Battista e
farsi pagare oboli per osservare la Sindone. Invece preferirono mantenerla
segreta insieme alla testa. Si ricordi che a quel tempo la chiesa proibiva
l'adorazione di qualsiasi parte del corpo Gesù e difatti la Sindone non fu
vista che solo 50 anni dopo la sua creazione"
(apparve in Francia per la
prima volta nell’anno 1350). Le ricerche di Laidler dimostrerebbero che la testa della
Sacra Sindone è in una posizione irregolare rispetto al corpo e le analisi al
computer proverebbero che è staccata dal tronco oltre ad essere più piccola
del normale. Laidler ha anche detto: "Chi crede che Gesù ascese in
cielo con il corpo rifiuterà cosa dico ma la Cristianità che crede ad una
resurrezione spirituale l'accetterà senza troppi traumi. Sono certo che la
testa di Cristo sia stata sepolta sotto il pilastro dell'Apprendista. Le
prove sono schiaccianti. E' frustrante che la Rosslyn Chapel non consenta un
pieno scavo. I Templari sono ancora in Scozia ed uno di loro mi ha
contattato circa un passaggio segreto che dalla Rosslyn Chapel porta sino al
vicino Castello, così che potrebbe essere plausibile che la testa sia stata
da tempo rimossa "
. Le ricerche di Laidler sono certamente controverse e sino
a che non sarà fornita una prova inoppugnabile di quanto egli afferma circa
la testa di Gesù, vanno considerate esclusivamente come parti di una teoria
inedita. Ricordiamo che il Patrono dei Templari, era Giovanni
Battista a cui fu tagliata la testa. Non è da escludersi che in realtà
l'adorazione dei Templari per la testa del Bafometto fosse legata alla
figura del Battista e non a quella del Cristo. Un’altra ipotesi è che la testa adorata dai Templari
fosse quella della stessa Sacra Sindone ripiegata in modo da far apparire solo il
volto.






Articolo tratto da "Hera" - A. Forgione Editore








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Come vedere la Sacra Sindone di Torino? Il lenzuolo di lino dove fu avvolto Cristo si trova nel Duomo di Torino a due passi dal palazzo reale.

Il lenzuolo è situato nella cappella in fondo a sinistra della navata sinistra.

Il lenzuolo non è visibile in tutta la sua bellezza eccetto che in particolari festività, come in occasione del Giubileo e talvolta della Pasqua.

L’ingresso al duomo di Torino per vedere la Sacra Sindone è libero e non occorre pagare. Gli orari però vanno rispettati: dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19. Il sacro lenzuolo che avvolse Cristo si trova protetto dietro una vetrata che viene aperta soltanto durante particolari eventi. Si trovano tuttavia esposti i negativi della Sacra Sindone che mostrano il corpo del Cristo che si mostra in rilievo. Foglietti informativi sono disponibili gratuitamente dai volontari del Duomo di Torino.

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Secondo la tradizione, sarebbe il telo che avrebbe avvolto il corpo di Gesù dopo che fu deposto nel Sepolcro, ma a tutt'oggi non c'è una risposta precisa di come l'immagine abbia potuto formarsi. Certamente però gli scienziati sono in accordo che non si tratti di un'immagine dipinta ma di un'ossidazione superficiale della cellulosa contenuta nelle fibre del lino. Un corpo umano ancora vivo ma in seguito deceduto, è stato avvolto in questo lenzuolo, che misura 436 cm x 110 cm.

Nel corso dei secoli ha subìto molte vicissitudini.

E' conservata nella cattedrale di San Giovanni Battista a Torino, presso la Cappella costruita dal Guarini, che le ha saputo imprimere un significato simbolico, specialmente nella originale cupola "a petali".

Essa è rivestita di marmi neri. Naturalmente, quello che si vede nella mia foto è ciò che viene esposto normalmente nella Chiesa, una copia del famoso Telo perchè Esso viene mostrato al pubblico solo in occasioni speciali e, in genere, durante il Giubileo proclamato dal Papa. Pochi sanno che la prima ostensione della Sindone nella città di Torino avvenne nella Real Chiesa di San Lorenzo, situata in piazza Castello, di cui ci siamo occupati in questo sito, sempre opera dell'architetto Guarino Guarini.

La Sindone è stata datata con il Carbonio 14 intorno al 1260 e il 1390 ma queste analisi sono risultate inattendibili perchè i lembi di tessuto analizzati sarebbero stati prelevati da pezzi di lino usati per il rattoppo medievale. E' noto, però, come la Sindone 'inizi' a circolare in Europa attorno al XIV secolo.

Il sudario di OVIEDO compare nella storia documentata già intorno alla fine del 600/700 ma se questo telo e la Sindone sono riferiti allo stesso corpo che avrebbero avvolto, non si spiega perchè la Sindone inizi a circolare molto più tardi.
La teoria dell'irraggiamento si basa su studi condotti da fisici che hanno elaborato un modello matematico che spiega come è "teoricamente" possibile che, nello scindersi, una piccola parte dei neutroni e protoni presenti nel corpo umano, possa generare un flusso di particelle che porterebbero a due conseguenze :

la prima è stata quella di IRRADIARE il telo della Sindone che, impregnato di aloe e mirra al buio di un sepolcro, era diventata come una pellicola fotosensibile in una camera oscura.
la seconda è stata quella di "ringiovanire" lo stesso tessuto ( per gli attuali metodi di datazione al C14) di circa 600 anni.

Se il sudario di OVIEDO è dunque più giovane di circa 600 anni ci troviamo ampiamente nel periodo storico di Gesù.

Altra particolarità curiosa è che le tracce ematiche sono riconducibili ad un soggetto di gruppo AB, sia venoso che arterioso. Importante è che si tratta di sangue di individuo prima e dopo la morte. Il sangue risulta dello stesso tipo di quello presente nel miracolo di Lanciano(CH) e del sudario di Oviedo,come accennato.

LE 'TRASFERTE' della Sindone
E' ipotizzabile che la sindone, sia stata tenuta nascosta dai primi cristiani…" in quanto considerata dagli ebrei oggetto impuro, poiché "contaminato" dal sangue stesso del condannato. I primi cristiani, già oggetto di repressioni e discriminazioni, non avevano certo bisogno di mostrare in pubblico una reliquia così "compromettente", strettamente legata al loro capo spirituale.
In seguito, nel secondo secolo si parla già di un "Volto Santo"(ne abbiamo parlato occupandoci di Manoppello), conservato a Edessa, quello che solo successivamente verrà identificato come "Mandylion", cioè un’immagine "achiropita" (non dovuta a mani umane), molto probabilmente la stessa Sindone che vediamo noi oggi ma piegata in più strati, al fine di mostrare solo il volto, celando così il resto del corpo di Gesù torturato e crocifisso.
Nel 944 il "Mandylion" viene traslato a Costantinopoli (per preservarlo dai saraceni) e nel 1147 è documentata la visita a Costantinopoli di Luigi VII di Francia, durante la quale può ammirare la Sindone.
Nel 1204 la Sindone scompare dall’area mediorientale (ad opera dei crociati, dopo la quarta crociata e la riconquista di Costantinopoli) e, ricompare solo 150 anni dopo, a Lirey, in Francia nel 1354.
E qui nascono le ipotesi "templari".
La Sindone riappare in mano di tale Goffredo di Charny, il quale aveva un fratello proprietario di alcuni feudi in terra greca (e qui il "passaggio" della Sindone da Costantinopoli verso l’Europa tramite la Grecia) ma soprattutto era strettamente imparentato con un certo Goffredo di Charny (o Charnay per alcuni), maestro templare di Normandia, il quale finisce, nel 1314, bruciato sul rogo assieme a Jacques de Molay.
Altro indizio è la venerazione, da parte dell’ordine, di un volto o testa che compare più volte nei capi di imputazione della condanna per eresia dei templari. Ma, come se non bastasse, a Templecombe, in Gran Bretagna, in un castello templare è stata scoperta nel 1944 un’immagine del volto Santo (praticamente identico al volto dell’uomo della Sindone), dipinta su un pannello dotato di serratura, probabilmente un buon nascondiglio. Ma per cosa?
Nel 1453 Margherita di Charny (discendente di Goffredo) cede la Sindone alla moglie del duca Ludovico di Savoia e il resto lo si conosce bene.

Divenuta proprietà dei SAVOIA, essi faranno appositamente costruire la Cappella per custodirla, mettendola in comunicazione diretta con il Palazzo Reale. Nel 1983 il re in esilio Umberto II di Savoia la dona alla Santa Sede.

Per maggiori informazioni sulla storia delle 'trasferte'della Sindone

IL SUDARIO DI OVIEDO (SPAGNA)

IL SUDARIO DI OVIEDO
Il Sudario è presumibilmente l'altro panno di cui parla il Vangelo di Giovanni (versetti 5.8 del capitolo XX):"...entrò nella tomba e vide il telo per la sepoltura ed il panno che aveva coperto la sua testa ,non insieme al telo sepolcrale ma arrotolato separatamente".Le analisi al radiocarbonio eseguite sulla Sindone di Torino hanno datato il lino al Medioevo ma ciò sarebbe dovuto all'effetto delle manipolazioni(a mani nude), mentre tutte le altre analisi (mediche, botaniche, ecc.) hanno dato diversi risultati.
Infatti le ultime novità riguardano il fatto che potrebbe trattarsi di una realizzazione prodotta con vari balsami e poi irraggiata. Come si spiegherebbero però le tracce di sostanze ritrovate a livello delle caviglie dei piedi dell'uomo della Sindone, ovvero alcuni cristalli di travertino aragonite (una rarissima forma di calcite che è presente vicino alla Porta di Damasco, a Gerusalemme)?
Il Sudario di Oviedo riporta sangue del gruppo AB e da sei parti di fluido proveniente da edema polmonare(che sarebbe significativo per capire a cosa sarebbe stata dovuta la morte del soggetto:asfissia).
Le conclusioni cui sono giunti i ricercatori spagnoli sembrano conferire 70 punti in comune per la parte anteriore con la Sindone di Torino e 50 per quella posteriore;pertanto sembra poter dire che coprirono la testa dello stesso soggetto. Poi c'è la faccenda dei 'pollini': differenti sui due Teli di lino,ma questo parrebbe giustificato dal fatto che essi seguirono, nella storia, due percorsi differenti. Si sa per certo che il Sudario si trovi in Spagna dall'VIII° secolo:se ha coperto lo stesso volto dell'uomo della Sindone, come è possibile che quest' ultima risalga al Medioevo?
Teniamo conto che la Chiesa non si è mai pronunciata al riguardo e che QUALCHE ANNO FA è tornata prepotentemente alla 'ribalta'per i libri di Knight e Lomas, oltre che di Baigent prima, secondo cui l'uomo della Sindone sarebbe l'ultimo Gran Maestro Templare, Jacques de Molay.
Restiamo in attesa di ulteriori indagini per avere maggiori dettagli sull'Uomo della Sindone, un grande e secolare mistero.
























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 tra le canzoni goliardiche più famose certamente c'è " la canzone del cosacco" che sull'aria di una popolare canzone russa cantava un testo dissacrante , maleducato ma non osè, e quindi adatto anche a ragazzetti cresciutelli. la canzone è meglio conosciuta come la canzone di Natasha quella che fa la piscia ...  originalmente la canzone era una canzone triste che narrava le tristi emozioni di una donna il cui uomo era partito per andare in guerra, nel tempo alla prima stesura del testo se ne aggiunsero molti altri che, se dapprima ricalcavano lo spirito triste dell'originale, pian piano iniziarono a discostarsene fino ad arrivare a versioni decisamente dissacranti una delle quali è quella che qui proponiamo ecco il testo da cantare " Ohi Natasha hai fatto tu la piscia sì Dimitri ne ho fatti sette litri Fosti tu che allagasti la steppa dove sorge il sol dell'avvenir Fosti tu che allagasti la steppa dove sorge il sol dell'avvenir Ohi cosacca hai fatt

I MISTERI GODURIOSI V.M.18 prima parte

componimento maleducati  c' è gente  che compone poesie piene di phatos o d'amore e poi  di dolcezza,tristezza,saggezza e un tot di roba che finisce con ...ezza etc poi c'è anche qualcuno e meno male che compone qualcosa di scollacciato al limite del maleducato, ma che alla fine bisogna dire e ammettere ha un unico scopo quello di far ridere o almeno sorridere e QUESTO SCOPO spesso l'ottengono bene queste  componimenti compariranno in codesti post  a cura di I. O. ************************************************************************************************************** I MISTERI  GODURIOSI   ( da 1 a 10 ) Nel primo mistero godurioso si contempla san Cirillo che col cazzo fatto a spillo inculava i microbi. Era un fenomeno! Nel secondo mistero lussurioso si contempla sant'Ilario che col cazzo sul binario deragliava i rapidi. Era un fenomeno! Nel terzo mistero peccaminoso si contempla santa Cecilia che con la fica fatta a conchiglia catturava i bigoli. Era un fenom