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FUNGHI DA EVITARE
come ogni anno si avvicina la stagione dei funghi, in questa breve scheda si segnala un fungo da evitare nella maniera piu' assoluta in quanto mortale per l'uomo , sembra strano ma nonostante l'informazione sia ormai arrivata in tutti i luoghi e a tutti i livelli ancora oggi il 90% delle morti dovute all'ingestione di funghi è dovuta a questa varieta, quindi ; OCCHIO !! E NON MANGIATE FUNGHI DI CUI NON AVETE CERTEZZA ASSOLUTA PER QUANTO RIGUARDA LA COMMESTIBILITA "

Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) velenosa, mortale per l' uomo









questo fungo viene scambiato con l'amanita
caesarea piu' conosciuto ai piu' come ovulo che in certe variazioni di colore e quasi uguale , è preferibile cogliere solo quest' ultimo fungo nella sua piu' conosciuta e riconoscibile colorazione

Tassonomia
Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Basidiomycetes
Sottoclasse Holobasidiomycetidae
Ordine Agaricales
Famiglia Amanitaceae
Genere Amanita
Sottogenere Amanitina
Sezione Phalloideae

Nome italiano
Tignosa verdognola - Amanita verdognola.

Etimologia
Dal latino phallus e dal greco eidos = a forma di fallo.

Sinonimi
Agaricus phalloides Vaill. ex Fr.
Amanita viridis Pers.

Cappello
5÷15(20) cm, solido, globoso, quindi espanso, infine discoideo; il pileo risulta finemente decorato con fibrille radiali innate, sulla sua superficie possono residuare grossi lembi di velo generale bianchi. Di colore biancastro citrino, verdognolo, verde oliva, ma anche giallo bruno, nocciola, sabbia, bianco (nella fo. Alba). Colore più intenso al centro, schiarisce verso la periferia, liscio e privo di striature al margine. Sericeo con tempo asciutto, viscoso con umidità. Lamelle distanziate dal gambo (fungo eterogeneo), bianche (fungo Leucosporeo), fitte, alte e sottili.

Gambo
5÷15(20) × 1÷3 cm, si allarga progressivamente verso la base, biancastro con striature zebrate caratteristiche, giallastre, verdastre, pieno all’esordio e poi sempre più cavo a maturità. Anello posizionato nella zona preapicale, ampio e ricadente sullo stipite, bianco, poco tenace e non sempre durevole. Volva sacciforme, membranacea, leggera, bianca, saldamente ancorata al bulbo e poi svasata in alto, spesso lacerata.

Carne
Prima compatta, quindi sempre più cedevole a maturità, bianca, con sottili aloni sotto il pileo concolori allo stesso. All’esordio inodore, poi con sfumature mielato rancide sgradevoli ed infine repellenti cadaveriche. Sapore dolciastro.

Habitat
Dall’estate all’autunno, preferibilmente e generalmente nei boschi di latifoglia, anche se non disdegna le conifere dove raramente fa la sua comparsa. Tra le specie più presenti, sia nei boschi planiziali che nei boschi d’altura, in tutte le Regioni italiane.

Commestibilità e tossicità
Velenoso mortale. Responsabile del maggior numero di decessi dovuti all’incauta raccolta dei funghi spontanei. Provoca intossicazione a lungo termine di tipo falloideo.

Osservazioni
Le caratteristiche prioritarie e principali per il suo riconoscimento sono: la presenza di quattro strutture morfologiche ben definite, cappello, gambo, anello e volva; colore molto mutevole del cappello con prevalenza del verdastro e presenza di fibrille longitudinali innate; il colore sempre bianco del gambo, dell’anello e della volva, con la sola eccezione della presenza di screziature, quasi zebrature sul gambo, lievemente concolori al cappello; il cappello divisibile dal gambo, lamelle libere.

Somiglianze e varietà
L’A. phalloides quando è gialla è confondibile con l’Amanita junquillea e con l’ Amanita citrina che hanno volva circoncisa e residui velari sul cappello diversi. Quando abbia perduto l’anello ed è di colore bianco o ardesia è confondibile con le Volvaria, senza anello e volva al piede, ma lamelle presto rosee. Quando è di colore bianco o grigiastro o brunastro e perde la volva con qualche Agaricus, dalle lamelle bianche poi rosee poi bruno-tabacco. Quando appare priva di volva ed anello ed è verde è confondibile con alcune Russula e alcuni Tricoloma: Se è bianca con Tricoloma columbetta, Melanoleuca evenosa e Leucoagaricus leucothites. Infine allo stadio di ovulo con l’Amanita cæsarea o più raramente con qualche Lycoperdon. Nei funghi le forme albine sono diffuse con una certa frequenza rispetto agli altri Regni del pianeta. Nelle Amanita con una certa ricorrenza, e tra queste l’A.phalloides fo alba è una di quelle maggiormente rinvenibili.

Curiosità
Il responsabile di un progetto di ricerca del governo del Canada, un chimico, sta studiando da anni la composizione delle sostanze che complessivamente vengono indicate come amatossine, è riuscito ad isolare almeno una decina di composti diversi e sta analizzando con attenzione la loro azione sui mammiferi. L’obiettivo di questo progetto è molto ambizioso e se volete piuttosto affascinante, capire con quali meccanismi le amatossine riconoscono le cellule epatiche, le tracciano, le raggiungono e infine le distruggono necrotizzandole. Qualora il ricercatore riuscisse a capire quali sono i recettori che inducono a questa azione, potrebbe confondere chimicamente le amatossine e dirottarle verso cellule tumorali. Lasciando intendere a queste ultime che si tratta di tessuto epatico, otterrebbe uno strumento incredibile per aggredire e distruggere completamente, in modo assolutamente non cruento, tutte le cellule tumorali presenti in qualsiasi sede dell’organismo umano. Come potete facilmente intuire, si tratterebbe nel caso, della scoperta scientifica del secolo. Spesse volte ci si chiede perché le lumache si nutrano senza apparente disagio di Amanita phalloides, pericolosamente la credenza popolare affida a queste evidenze un valore di prova dimostrata di commestibilità, in verità i gasteropodi sono molto diversi dai mammiferi, possono permettersi regimi alimentari tra i più eccentrici e soprattutto, pensateci bene, non hanno un fegato che possa essere distrutto e necrotizzato dalle amatossine. Tenete anche conto che gli animali in genere si autoaddestrano con la selezione naturale, chi mangia sostanze velenose muore, chi riesce ad evitarle riconoscendole, cresce, si riproduce, e trasferisce l’informazione alla prole.

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