BERLUSCONI L'IMMORTALE:
TERRO' IL MILAN PER 120 ANNI
• "Ronaldinho è come Bolt..."
Negli ultimi mesi più volte è circolata la voce che la proprietà del Milan potesse vendere quote della società, ma per il patron rossonero, Silvio Berlusconi, «è la stampa, che rappresenta una realtà che non esiste». Pare che tra gli eredi di Berlusconi nessuno abbia intenzione di succedergli alla guida del Milan, ma il premier ha eluso il discorso con una battuta: «Intendete fra cent'anni... Io - ha aggiunto con un sorriso Berlusconi lasciando verso le due del mattino il ristorante dove ieri sera ha cenato dopo aver assistito alla partita del suo Milan - sto investendo in un istituto che vuole portare la vita media a 120 anni, cellule staminali e tutto il resto permettendo. Pensiamo alla partita di sabato con il Siena e poi al derby».
RONALDINHO COME BOLT «Il nostro Usain Bolt? Si chiama Ronaldinho: era il sogno degli sportivi di tutto il mondo e può tornare quello di prima». Sempre più convinto che il brasiliano diventerà leader del suo Milan, Silvio Berlusconi non ha dubbi se deve scegliere uno dei suoi giocatori da affiancare all'immagine del campione del mondo dei 100 metri piani. Nella sfida di ieri contro la Juve, Ronaldinho ha fatto una buona impressione al premier. «Mi è piaciuto, stava dietro le punte, nel vivo dell'azione e sul limite dell'area di rigore, una posizione foriera di molte punizioni, rigori, assist magici e gol», ha spiegato Berlusconi. La nostalgia per Kakà è come quella che provò quando smise Marco Van Basten? «Il calcio - è stata la risposta di Berlusconi - non l'ha inventato nè Kakà nè Van Basten, cambia i suoi protagonisti, i suoi santi e i suoi eroi: non c'è da avere nostalgia di nessuno». Infine una battuta sul mercato rossonero: «È chiusissimo in entrata, nel senso che abbiamo diversi giocatori che possono essere venduti. Quando però stai al Milan - ha osservato il patron rossonero - è difficile che lo lasci: per l'ambiente, per il fatto che la società tratta le persone in un certo modo, che c'è una signorilità e una moralità che non sempre si trovano in altre situazioni».
TERRO' IL MILAN PER 120 ANNI
• "Ronaldinho è come Bolt..."
Negli ultimi mesi più volte è circolata la voce che la proprietà del Milan potesse vendere quote della società, ma per il patron rossonero, Silvio Berlusconi, «è la stampa, che rappresenta una realtà che non esiste». Pare che tra gli eredi di Berlusconi nessuno abbia intenzione di succedergli alla guida del Milan, ma il premier ha eluso il discorso con una battuta: «Intendete fra cent'anni... Io - ha aggiunto con un sorriso Berlusconi lasciando verso le due del mattino il ristorante dove ieri sera ha cenato dopo aver assistito alla partita del suo Milan - sto investendo in un istituto che vuole portare la vita media a 120 anni, cellule staminali e tutto il resto permettendo. Pensiamo alla partita di sabato con il Siena e poi al derby».
RONALDINHO COME BOLT «Il nostro Usain Bolt? Si chiama Ronaldinho: era il sogno degli sportivi di tutto il mondo e può tornare quello di prima». Sempre più convinto che il brasiliano diventerà leader del suo Milan, Silvio Berlusconi non ha dubbi se deve scegliere uno dei suoi giocatori da affiancare all'immagine del campione del mondo dei 100 metri piani. Nella sfida di ieri contro la Juve, Ronaldinho ha fatto una buona impressione al premier. «Mi è piaciuto, stava dietro le punte, nel vivo dell'azione e sul limite dell'area di rigore, una posizione foriera di molte punizioni, rigori, assist magici e gol», ha spiegato Berlusconi. La nostalgia per Kakà è come quella che provò quando smise Marco Van Basten? «Il calcio - è stata la risposta di Berlusconi - non l'ha inventato nè Kakà nè Van Basten, cambia i suoi protagonisti, i suoi santi e i suoi eroi: non c'è da avere nostalgia di nessuno». Infine una battuta sul mercato rossonero: «È chiusissimo in entrata, nel senso che abbiamo diversi giocatori che possono essere venduti. Quando però stai al Milan - ha osservato il patron rossonero - è difficile che lo lasci: per l'ambiente, per il fatto che la società tratta le persone in un certo modo, che c'è una signorilità e una moralità che non sempre si trovano in altre situazioni».
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