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Al via il 15 novembre la vaccinazione di massa contro l’influenza “A”



articoli da internet

Partirà il 15 novembre in Italia la grande vaccinazione di massa contro l’influenza “A”, che riguarderà secondo i piani del governo il 40% della popolazione. Nel corso della riunione del Tavolo permanente per le Cure primarie sono state fissate le tappe e le modalità della vaccinazione di massa.

Secondo quanto riferisce Giuseppe Mele, presidente dei pediatri Fimp e presente alla riunione, la prima fase prevede l’immissione in circolazione di otto milioni di dosi che saranno a disposizione a partire dal 15 novembre fino a tutto il mese di dicembre. Gli altri 16 milioni di dosi del vaccino saranno disponibili a partire dal 31 gennaio in poi. La prima fase, come annunciato, riguarderà gli operatori sanitari e le categorie a rischio.

Nel dettaglio, saranno vaccinati contro il virus H1N1 gli addetti ai servizi essenziali e, tra questi, personale sanitario e di assistenza dei servizi sanitari accreditati e almeno il 90% dei medici di famiglia e dei pediatri, i medici competenti, gli addetti ai servizi amministrativi di supporto, il personale delle Poste Italiane e della Telecom.
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INFLUENZA: L'ITALIA PRONTA
PER IL VACCINO. SARÀ
GRATUITO A METÀ NOVEMBRE


• In Italia 1.517 casi
All'indomani dell'allarme degli Stati Uniti sull'arrivo di un virus non letale, ma capace di diffondersi in modo rapidissimo ed esteso, l'Italia conferma la sua strategia di vaccinare il 30%-40% della popolazione a partire, è stato reso noto, da metà novembre. Il vaccino sarà gratuito e somministrato dai medici di famiglia e pediatri di base. Secondo quanto ha stabilito il tavolo permanente delle cure primarie territoriali riunito il 20 agosto scorso presso il ministero del Welfare, la campagna di vaccinazione partirà con circa 8,5 milioni di dosi, ha detto il presidente della Federazione medici pediatri (Fimp), Giuseppe Mele, che ha partecipato all'incontro.

VACCINAZIONE IN DUE FASI Nella prima fase verranno vaccinati operatori sanitari (medici di medicina generale, pediatri, personale delle Asl), operatori di servizi pubblici essenziali e e categorie a rischio. Queste saranno indicate in una circolare del ministero attesa nei prossimi giorni. A quanto si apprende, potrebbero avere la priorità persone fino a 65 anni con malattie respiratorie e cardiovascolari croniche, diabetici e donne in gravidanza. La seconda fase scatterà dal 31 gennaio 2010 con 16 milioni di dosi a disposizione e prevede la vaccinazione di bambini e giovani da 6 mesi a 27 anni.

VACCINO GRATUITO Il vaccino non sarà venduto in farmacia, ma sarà somministrato dai medici di medicina generale, pediatri e i medici competenti. Il vaccino sarà somministrato in due dosi (una prima iniezione e richiamo dopo un mese) e conterrà un adiuvante, ossia una sostanza che lo rende più efficace. Ci sarà da vaccinare circa il 40% della popolazione è l'obiettivo del ministero. Per il direttore del dipartimento Malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Rezza è un obiettivo più realistico di quello dichiarato da alcuni Paesi, che intendono raggiungere l'intera popolazione. Basterebbero cinque Paesi a vaccinare il 100% dei loro abitanti e le scorte mondiali del vaccino si esaurirebbero. Vaccinare fino al 40% della popolazione, aggiunge l'esperto, «potrebbe comunque avere un effetto indiretto, sufficiente per impedire al virus di circolare velocemente».

ITALIA IN FASE TRANSIZIONE Al momento l'Italia è in una fase di transizione perchè «la grande maggioranza di casi di registra nei viaggiatori, che d'estate sono particolarmente numerosi», osserva. «Ma adesso siamo vicini a settembre, le città stanno per ripopolarsi, tra poco riapriranno le scuole e si tornerà a frequentare luoghi sovraffollati: si creeranno le condizioni per amplificare la circolazione del virus».

CAUTELA SUI NUMERI Sono davvero poco chiari perchè non tutti i Paesi riferiscono i casi confermati, così sembra che in alcuni Paesi il virus sia più letale che in altri. In questo momento, per esempio, la Gran Bretagna è al primo posto per morti e a ha un numero di casi confrontabile a quello della Germania. Per Rezza «i casi reali sono probabilmente molto più numerosi di quelli riferiti dalle statistiche ufficiali, ma il virus A/H1N1 è probabilmente meno letale di quanto sembri ed è in linea con la letalità dell'influenza stagionale»

STATI UNITI: 'GRAVE MINACCIA' Fino a metà degli abitanti degli Stati Uniti potrebbero essere colpiti nei prossimi mesi dall'infuenza A, e i morti potrebbero addirittura raggiungere la spaventosa cifra di 90mila. Il virus della nuova influenza pone una «grave minaccia per la salute» in America: lo afferma in un rapporto il Consiglio Scientifico e Tecnologico della Casa Bianca, chiedendo che venga accelerato il programma di vaccinazione in modo che sia operativo un mese prima del previsto, cioè a metà settembre. Il rapporto Usa afferma che «l'attuale ceppo pone una grave minaccia alla nazione. Non è più letale di altri ceppi influenzali ma probabilmente infetterà più persone del solito perchè è un ceppo nuovo contro cui la gente non ha costruito resistenze immunitarie», spiega la Casa Bianca. Intanto, sono almeno 1.048 i nuovi casi di influenza A accertati in Europa nelle ultime 24 ore.

NUOVO VACCINO L'azienda farmaceutica Novartis ha ricevuto nelle scorse settimane un nuovo ceppo di virus modificato A/H1N1 dai Centri di controllo e prevenzione malattie (Cdc) statunitensi e sta ora valutando l'ipotesi di utilizzare questo nuovo ceppo al fine di incrementare la produzione prevista di vaccino. Lo ha annunciato il responsabile relazioni con i media di Novartis, Eric Althoff, a margine del Biocamp internazionale 2009. «Il primo ceppo di virus H1N1 è stato inviato dai Cdc alle aziende farmaceutiche impegnate nella produzione del vaccino a maggio - ha spiegato Althoff - e proprio utilizzando tale ceppo si è avviata la produzione del vaccino, ma si è visto che la velocità di produzione utilizzando uova di gallina per la replicazione del virus è inferiore al previsto. Per questo - ha chiarito - i Cdc hanno inviato un nuovo ceppo di H1N1, differentemente modificato, e stiamo valutando la possibilità di utilizzarlo per incrementare la produzione del vaccino». Al momento, ha concluso «stiamo continuando a produrre con il primo ceppo ma stiamo anche testando il nuovo ceppo per valutarne la maggiore efficacia di replicazione. Bisogna anche chiarire se andranno però rifatti tutti gli studi clinici prima di utilizzare eventualmente il nuovo ceppo».

GERMANIA E GRAN BRETAGNA A RISCHIO Lo rendono noto i Centri europei per il controllo delle malattie (Ecdc), confermando che attualmente i Paesi con il maggior numero di contagi sono Germania e Gran Bretagna. Il bilancio per l'Italia resta fermo a 1.517 casi. In Europa il virus A/H1N1 ha colpito complessivamente oltre 43 mila persone, causando almeno 93 morti. Sul fronte della vaccinazione, il Consiglio nazionale della Sanità in Svezia ha pubblicato le indicazioni relative ai gruppi che avranno la priorità nella vaccinazione antipandemica e che comprendono chi è affetto da patologie polmonari croniche, gli obesi e i cardiopatici. Fanno parte dei gruppi a rischio anche i sieropositivi, le donne in gravidanza e gli asmatici. La Svezia è il terzo paese in Europa ad aver individuato i gruppi prioritari per il vaccino dopo Gran Bretagna e Olanda. È allarme anche nel Pacifico. Due persone, considerate non a rischio, sono morte in Nuova Caledonia in seguito a complicazioni dovute al virus H1N1. Salgono così a cinque i morti nel territorio francese d'oltremare, dove 20.000 persone potrebbero essere già state contagiate. Si tratta di una donna di 46 anni e di un uomo di 30, entrambi morti nel corso del fine settimana per una grave polmonite provocata dal virus. Le altre tre persone, decedute nei giorni scorsi in Nuova Caledonia, erano una bambina di 8 anni, una donna di 57 e un uomo di 27, già in precarie condizioni di salute. Tre persone sono già morte per via dell'influenza anche in Polinesia. Le autorità locali invitano alla calma, ma intanto il governo francese ha già annunciato l'invio di rinforzi medici e tecnici per affrontare l'epidemia del virus A nei due territori.

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